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Ospedale modello a Carini: Ri.Med e Ismett più vicini

Rendering del nuovo centro ospedaliero: sta per essere bandita la gara

Palermo una capitale dei trapianti? Relegati nel profondo sud d’Europa, in eterna attesa del risveglio del Mediterraneo e dell’Africa, i Siciliani passano spesso dal profondo scoramento a momenti d’esaltazione. Questa volta, però, la risposta alla domanda, che ci forniscono gli illustri ospiti presenti a Villa Igiea per un convegno che potrebbe restare – una tantum – realmente storico, è sì.

“Palermo – ascoltiamo – una capitale dei trapianti lo è già, grazie alla presenza dell’Ismett (già collaborato scientificamente dalla stessa Ri.Med), un ospedale che fa del capoluogo non più un luogo da cui si parte per andare a curarsi meglio, ma una meta per essere assistiti al top in momenti gravi…”  (Ismett: Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione. Centro RI.Med, Ricerca mediterranea: centro d’eccellenza sulle biotecnologie – ndr).

In effetti stamane (17.10.2016) a Palermo ha preso il via la X edizione dell’annuale Simposio scientifico della Fondazione Ri.Med dal titolo “Bridging health and economic development through public-private partnerships”. Il richiamo è al modello gestionale di un partenariato pubblico-privato che Ri.Med ha messo a punto con Ismett e Upmc per ottenere i migliori risultati, sia per la salute pubblica che per lo sviluppo economico del Sud Italia.

Per l’edizione 2016 i talk scientifici sono stati sviluppati unendo la prospettiva della ricerca di base e preclinica – a cura dei ricercatori Ri.Med e di altri scienziati delle Università di Pittsburgh, Miami e Cambridge – con il punto di vista clinico dei medici Ismett, che lavorano a diretto contatto con i pazienti. L’obiettivo è infatti fornire un quadro orientato alla traslazionalità nell’applicazione clinica, per essere sempre più vicini al concetto di medicina personalizzata e, di fatto, al paziente.

Il Simposio ha mostrato esempi concreti di programmi di collaborazione internazionale basati su contributi sinergici che integrano le diverse fasi, come ad esempio il talk degli ing.ri Pasta e D’Amore di Ri.Med, che insieme al Dr. Bellavia di Ismett hanno presentato approcci assolutamente innovativi per la cura delle patologie cardiache: D’Amore sta sviluppando protesi valvolari basate su nuovi polimeri, per ottenere valvole cardiache che non richiedano anticoagulanti e che non calcifichino (e che eviterebbero ai pazienti pediatrici con patologie cardiache di sostenere impianti multipli per adeguare la protesi alla crescita). Pasta invece ha sviluppato un modello computazionale basato sulla medicina predittiva, attualmente adottato per i pazienti con aneurisma aortico seguiti dal partner ospedaliero Irccs Ismett.

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La Fondazione Ri.Med è stata costituita ai sensi dell’articolo 1, comma 341 della legge 23 dicembre 2005, n. 266 e relativo DPCM di attuazione, nell’ambito degli accordi di cooperazione scientifica e tecnologica stipulati con gli Stati Uniti d’America.

Istituita con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, Ri.Med nasce dalla partnership internazionale fra Governo Italiano, Regione Siciliana, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), University of Pittsburgh e University of Pittsburgh Medical Center (Upmc).

Dopo anni di attesa e di speranze la Ri.Med, che come fondazione lavora già in locali all’interno dell’Ismet, avendo stabilito contatti in tutto il mondo sia clinico, sia accademico, attende la costruzione di una nuova grande sede nella zona industriale di Carini. Appare adesso vicina – dopo bandita ed espletata la gara – la data dell’inizio lavori. Mentre si dice che i lavori potrebbero essere ultimati entro la fine del decennio in corso. L’importanza di questa realtà in continuo divenire, che si aggiunge a quanto è già operante, non è soltanto medica. Si sottolinea il ruolo, che non può dirsi usuale, pur essendo da sempre raccomandato in medicina e chirurgia, di uno stretto rapporto fra università/ricerca e realtà professionale. (Germano Scargiali e fonte diretta Ismett).immagini-di-laboratorio_5

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