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Dalla Siria a Trump

Trump, l'uomo che fa ricchezza da imprenditore contro chi fa denaro con altro denaro, un uomo del lavoro contro gli uomini del potere...
Il coro mediatico - quello che Travaglio con buon umorismo definisce come ...il giornale unico - fa, fino all'ultimo, il possibile per "tirare la volata" alla Clinton. E' evidente: certe previsioni a senso unico sono fasulle. Fresca è la memoria dei tanti sondaggi smentiti dalle urne, ma soprattutto di quelli recenti relativi alla Brexit, data accanitamente per sconfitta e stra-vincitrice al voto. Sarebbe follia che la maggioranza degli americani accordassero altra fiducia a chi, assieme ad Obama, ha retto la peggior presidenza Usa di cui, quantomeno, si abbia il ricordo. Gli Usa escono sconfitti sul campo e nell'onore dal più infuocato teatro di guerra di cui essi stessi inventavano il copione: quello mediorientale e africano.
Se un quotidiano fuori dal coro può pubblicare oggi (07-11-2016) , alla vigilia delle elezioni Usa, in prima pagina un articolo dal titolo "Come sarà il mondo dopo l'America" qualcosa di grosso e di concreto dev'esser accaduto in questi anni. Siamo al caso del bimbo isolato nella folla che grida al re nudo... Ma, nel segreto dell'urna, lontano da occhi indiscreti, è dimostrato che di bimbi dalla vista buona se ne trovano tanti. Non sempre, ma solitamente sì, per fortuna del mondo...
Quale può essere, però, il cuore del problema: per esempio, che in Siria non c’è mai stata una “guerra civile”. La constatazione non è certo una nostra esclusiva… In Siria è stata strumentalizzata una fronda da parte di immancabili oppositori - ogni governo ne ha - sobillata e sostenuta dall'esterno. Da chi se non dagli americani?
Gli Usa non vogliono che si affermi nulla (o di certo non hanno voluto che si affermasse) in quella vasta area, che riguarda da vicino anche l’Italia, ma corre dall’Africa sub sahariana (australe) fino a tutto il Medioriente, passando per il Sud del Mediterraneo. Questa zona, che versa in parziale o profondo stato di sottosviluppo economico, è oggi il “motivo del contendere”. Per le sue condizioni di sofferenza, abbinate alle sue enormi potenzialità inesplorate, essa è l’area più “calda” del mondo.
Di che cosa è colpevole Assad? Unicamente di voler riportare la Siria al ruolo di grande paese che ha avuto di regola nella storia passata. Il guaio, per gli Americani, non è tanto che lo voglia, ma che ciò sia oggi possibile. Che, cioè, sia alla portata di Assad.
Stesse colpe, con differenti sfumature forse, hanno avuto tutti quei capi di stato contro i quali si è scatenata la campagna avversa, fatta di destabilizzazione, o peggio ancora, da parte degli Usa. Parliamo di Gheddafi, Ben Alì, Mubarak, se non anche di Saddam. Che dire della campagna denigratoria contro Erdogan? Il “monarca” turco loro amico perché invitato nella Nato? Una forzatura contro la storia e la geografia del problema... Ma il discorso potrebbe ripetersi con Putin. E' già lui il vero alleato dell'Europa? Gli americani le hanno tentate tutte, anche con successo (apparente) nel breve termine, contro questi …capi un po’ pericolosi. Tutti decisionisti: caratteristica che la mentalità massonica odia, condividendo tale  sentimento con la mentalità statalista socialisteggiante, che essa appoggia nel mondo per svariati motivi: affinità, contiguità, neo capitalsocialismo...
L’arma più sofisticata – e persino, al momento, efficace - individuata dagli Usa per destabilizzare e combattere il sentimento che suona al contempo - udite, udite - di rinascimento e risorgimento della vasta area su indicata, è stata quella di servirsi del “grido di dolore” fondamentalista che percorre l’Islam trasversalmente e dietro il quale c'è anche l’immancabile interesse economico e ...un visibile disegno criminale. Il paradosso americano è oggi quello per cui hanno cercato e trovato l’aiuto degli attentatori delle torri gemelle. Non è un segreto che abbiano tollerato l’Isis, chiesto l’aiuto di Al Qaeda contro lo stesso Stato islamico (Isis), ma poi risostenuto l'Isis stessa. Insomma, non sanno più quello che fanno. In tutto ciò, le marionette Obama – Clinton, obbedendo ad individuabili manovratori, hanno fatto il peggio del peggio: guerra, weapons, campagne mediatiche fuorvianti... La cantonata è già ovvia: si chiama sconfitta.
L'arrivo di Donald Trump, che non cerca l'astratto potere politico, ma il business inteso come trattativa a 360°, è oggi la sola speranza di ciò che, con un po' di approssimazione, chiamiamo pace.
Germano Scargiali

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