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Perché No?

La copertina di un pamphlet presentato a Palermo in questi giorni di vigilia del voto (particolare)

Da Palermo alle Alpi è un ripetersi di appelli ed eventi che valgano a controbilanciare la campagna del sì attivata da Renzi e dal governo con mezzi direttamente o indirettamente appartenenti alla “mano pubblica”, quella che, di fronte ad un referendum del genere dovrebbe mantenersi equidistanze. Praticamente il sì è stato pubblicizzato …a spese dei cittadini.

Quanto sopra per osservare che, se anche una tentazione di accordare un consenso alla riforma costituzionale poteva balenare all’italiano medio, la cultura critica, che non manca ai cives nazionali (qua nessuno è fesso) dovrebbe negare il sì a chi lo propugna… Da ciò emerge che l’invito a votare, inizialmente rivolto “ai soliti pigri” con lo storico “votate per chi volete ma votate”, inizialmente parte del peana governativo si ritorca contro Renzi come un boomerang e adesso l’affluenza alle urne sia auspicata a viva voce dagli oppositori: gli strenui sostenitori del no, cui una sorta di morale “bavaglio”, anche esageratamente, conferisce l’aureola dei perseguitati.

In tutta Italia le manifestazioni si sono susseguite. Così anche a Palermo, dove alla Real Fonderia è stato anche presentato un volumetto “Lo stupidario del sì e le ragioni del no“, firmato  da Mauro Mellini e Salvo Fleres (deputato all’Ars) con prefazione di Renato Brunetta. info@bonfirraroeditore.it

Insomma, il fronte del sì sta messo proprio male e, se era difficile il pronostico della Brexit e della vittori di Trump, che pure abbiamo stentoreamente predetto dalla tastiera di Palermoparla, adesso il pronostico appare tanto facile da doverne persino dubitare.

Se è l’imprevedibile – secondo i più – ciò che ha caratterizzato le affermazioni di Brexit e Trump, adesso l’imprevedibile è che vinca il sì. Frattanto preoccupa che Renzi possa sfacciatamente affermare che il No favorirebbe la …casta. Almeno quanto preoccupa, oltre oceano, che qualcuno dica ad Obama (non ha mai  deciso niente da solo) di tendere la mano a Trump: un tentativo di tirarlo dentro alla mega corruzione di Washington e Wall Street di cui il bo presidente si è proclamato nemico?

Tuttavia, in linea con i precedenti esiti elettorali, c’è che il no significa opporsi al governo buonista e falsamente progressista. Al contrario, caratterizzato da quel grigiore politico di sostanza che ha caratterizzato gli ultimi decenni, nei quali, tutt’altro che l’ascesa della fantasia al potere, si è assistito al predominio di una casta sempre più forte, chiusa, antidemocratica, sempre la stessa, certa di sé fino all’arroganza…

Non c’è dubbio che una sorta di deriva mondiale, relativa a quello che un giorno si definiva come il mondo occidentale, quello del benessere, quello più progredito, vero battistrada dell’innovazione socio civile, verso una sempre più limitata portata del voto. A 360 gradi le nomine hanno soppiantato le libere elezioni, sull’onda della necessità di una maggiore governabilità di fronte alla bailamme da felliniana prova d’orchestra, che era il quadro tipico d’insieme offerto da molte …democrazie.

Mere apparenze, meglio certa provvisorietà, precarietà del suo contrario: è ciò che oggi i cives condannano, chiedendo una mano a chi promette maggior spazio alle aspirazioni liberali, liberiste e libertarie con tutti i ricchi che comportano, ma sommate ad una maggiore efficienza dello “stato di polizia” di fronte alle frange protestatarie meno qualificate, guerrafondaie, contro la criminalità comune e i “clandestini”. Chi promette tutto ciò è stato apostrofato sommariamente come “populista”, ma chi usa questi termini, come chi è capace chiamare accozzaglia il “fronte del no”, cioè chi non la pensi come lui, vedi Matteo Renzi non si accorge di irritare ancor di più “il popolo” dei contrari. Peggio, se in tanti intuiscono che, nonostante il suo diniego, accetterà di continuare a “galleggiare” dopo la sconfitta per tutto il tempo che i soliti pupari, le cui ombre sempre più cives intravedono dietro le quinte, vorranno che continui…

Quanto sopra spiega che alla domanda perché voti no, molti posano rispondere alla Enzo Iannacci: “perché no!”

 

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