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Putin Erdogan Rouhani: Mediterraneo sugli scudi

Avevano visto chiaro anni fa. E c'era ancora Gheddafi...Avevano visto chiaro anni fa. E c'era ancora Gheddafi...

Finalmente l’Atlantico manderà nel Mare Nostrum solo la sua acqua salata. Il resto verrà accettato solo se sarà accompagnato da discorsi di pace e collaborazione. Addio El Alamein! Ecco chi ha ritardato in questi anni la storia seminando altra guerra e tanto sangue…

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I mandanti dell’ennesimo “vile attentato”, questa volta in pieno mondo islamico, ma ai danni di un europeo, l’ambasciatore Russo Andrej Karlov, non sono certo riusciti nel loro intento. Volevano mettere “zizzania” e impedire l’alleanza fra Putin ed Erdogan, ma sembra solo che l’abbiano accelerata e rafforzata… I due capi di stato, che Palermoparla segue da sempre con grande attenzione ed autentico fervore, non sono caduti nel tranello. Non sono italiani: anche se fossero e non sono “nemici intelligenti” sarebbero meglio dei tanti amici idioti che ha avuto finora il vecchio Mediterraneo.

Se Enrico III di Borbone Navarra divenne celebre e Re di Francia cone Enrico IV, decretando che “Parigi val bene una messa”, si fece da calvinista cattolico e salì al trono di Francia (a cavallo fra il 500 e il 600), ponendo fine alle sanguinose “guerre di religione”, culminate con la strage degli Ugonotti, può immaginarsi che il saggio Vladimir Putin abbia quantomeno pensato comunque: “Il mediterraneo val bene un ambasciatore”. Tanto più che ha capito che non era stato certo Erdogan ad uccidere il suo diplomatico.

Per inciso il pensiero corre al povero Regeni, per la cui morte (con i colori di Cambridge e degli inglesi) qualcuno avrebbe voluto fomentare rotture fra l’Italia e l’amico Al Sisi. insomma, anche qui, contrariamente a quanto speravano qualche nemico dell’Italia, …il Cairo val bene un Regeni. Anche se sembra che, nel trambusto, Roma abbia dato nientemeno che a Londra il tempo di firmare al suo posto l’accordo per il metano.

Subito chiameranno Andrej Karlov la via di Ankara che ospita la rappresentanza diplomatica Russa. Un gesto immediato e simbolico, dietro il quale sta molto di più…

L’incontro fra Putin ed Erdogan farà storia e coinvolge una terza potenza come l’Iran. Questo momento sancisce la definitiva sconfitta degli Stati Uniti nello scacchiere di cui fa parte la Siria, assieme a tutto il Nord Africa, laddove l’intero tentativo di destabilizzazione da parte degli Usa è al fatidico lumicino. L’Isis e nientemeno che Al Queda (quella delle Torri gemelle), rimaste come le sole “alleate” (si fa per dire) degli americani, sono ridotte ad agire quasi esclusivamente con “i vili attentati” in Europa, con gli uomini e i bambini al tritolo… Roba da anarchici – per quanta paura facciano alla molle borghesia europea – da cani sciolti, da Lotta continua e Brigate rosse di triste quanto mediocre memoria…

Dunque il presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo iraniano, Hassan Rouhani, valutano la possibilità di fornire assistenza al capo dello stato turco, Recep Tayyip Erdogan. Lo ha annunciato il vice ministro degli Esteri di Teheran, Ibrahim Rahimpur.

Il Borbone, transigendo, divenuto Enrico IV pacificò la Francia e l'Europa

Il Borbone Enrico III, transigendo, si fece cattolico, divenne Enrico IV e pacificò la Francia e l’Europa

 

Berlsconi unisce le mani a Russi e americani molto prima dell'arrivo di Trump

Berlusconi unisce le mani a Russi e americani molto prima dell’arrivo di Trump

Erdogn accusato dai media di mille colpe sorride a Gheddafi: col Mediterraneo nel cuore

Erdogan accusato dai media di mille colpe sorride a Gheddafi: col Mediterraneo nel cuore…

“Noi vorremmo, al fianco del presidente Putin – ha detto il rappresentante persiano – assistere Erdogan nel creare le migliori condizioni per risolvere i problemi dell’intera regione. Si tratta di una serie di questioni concatenate dall’Iraq alla Siria… Sia Rouhani sia Putin sembrano pronti a fornire ad Erdogan assistenza e sostegno. Il supporto che Putin e Rouhani potrebbero fornire non può essere garantito né dagli arabi né dagli stati occidentali. La nostra intera area ha bisogno che Russia, Iran e Turchia abbiano buoni rapporti”.

Rahimpur ha aggiunto: “si tratterà inizialmente di suggerimenti alla leadership di Ankara. Poi si passerà al sostegno economico. Infine, le relazioni diventeranno strategiche ed oltre…”

L’Iran avrebbe voluto che la Turchia partecipasse ai colloqui Iran-Russia-Azerbaijan a Baku: “Se le condizioni fossero state normali, anche Erdogan avrebbe preso parte a questo incontro”.

Adesso, il Mediterraneo orientale si trova in una “morsa” dentro la quale le forze atlantiche, se vi entrassero, verrebbero schiacciate come la classica nocciola. Si comprende l’importanza – per la Russia – della Crimea.

Ciò dovrebbe condurre all’allinearsi di altri stati mediterranei a tale realtà di enorme portata, che prende le mosse dal Mar Nero, dove si affacciano stati cresciuti in modo esponenziale come il Kazakistan e lo stesso Azerbaigian. E’ prossima la completa pacificazione di territori come il Libano, mentre non è difficile capire quanto potrebbe essere veloce l’allinearsi dell’Egitto, della Tunisia e del Marocco. E la Libia, a quel punto?

Tutto ciò metterà un punto fermo nella storia e porrà nel nulla la vittoria in Africa delle cosiddette Forze alleate, quando ad El Alamein si provocò la morte di tante migliaia di uomini, con l’arrivo di una spedizione da lontano, dietro la quale c’erano certamente gli americani, che giunsero poi in Sicilia con il Generale Patton. Nel frattempo, ad aiutare il famoso britannico Montgomery, giunsero nel deserto fra la Libia e l’Egitto – dove sono di recente tornati anche i carri armati italiani, ma …quelli buoni – vennero chiamate “a raccolta” con le truppe corazzate tutte le forze del Commonwealth ed oltre: Australiani, Canadesi, Neozelandesi, Sud Africani…

Ma c’è un premio per tutto ciò: un “trofeo” chiamato Africa. Non più l’Africa nera degli schiavisti e degli schiavi, non più l’Africa della discordia con i dittatori amici dell’atlantico anglosassone e massonico. Bensì l’Africa che vuol crescere e cresce. C’è una via d’acqua di mastodontica importanza, come il Mar Rosso e il raddoppiato Canale di Suez, che vanifica l’importanza degli oceani. C’è in costruzione un asse cartesiano di strade per i trasporti intermodali sulla terraferma: Uno da Oslo a Capetown passa per Palermo. L’altro (che comprende la Tav Torino Lione) conduce da Lisbona a Pechino. L’incrocio è a Milano…

 

Così la (poca?) stampa più obiettiva commenta queste giornate

 

Oggi Erdogan da Putin: “Pagina storica”. Dopo l’oceanica manifestazione di piazza di Istanbul, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan vola domani a San Pietroburgo da Vladimir Putin nella sua prima visita ufficiale fuori dalla Turchia dalla drammatica notte del tentato golpe del 15 luglio.

I giorni del durissimo braccio di ferro con Mosca, seguiti all’abbattimento di un cacciabombardiere russo a novembre da parte dell’aviazione di Ankara, sono già lontani e i rapporti tra Erdogan e il Cremlino divengono sempre più stretti. Il presidente turco, intervistato oggi dall’agenzia russa Tass, ha definito storica la missione in Russia.

“Eccoci ad un inizio – ha detto Erdogan – perché nei colloqui con l’amico Vladimir credo che si aprirà una nuova pagina nelle relazioni bilaterali”.

Erdogan ha persino ricordato che il pilota che ha abbattuto l’aereo russo si trova in carcere sotto processo. ”

Per il momento l’Unione europea si è allineata alle inevitabili critiche degli Stati Uniti che …ancora fanno parlare lo sconfitto Barack Obama, ignorando che, anche se non materialmente, non è più presidente. Finalmente. Sarà Donald Trump, si spera, ad instaurare la sola politica costruttiva che gli Stati Uniti possano abbracciare in prospettiva futura: estendere il concetto caro al presidente Monroe: l’America agli americani e …il Vecchio continente ad Europei, Africani e Asiatici.

Lo vogliano o no sugli oceani, sarà così e il Mediterraneo avvierà senza sabotaggi, perché saprà evitarli, il proprio – già avviato sotto traccia – Neo Rinascimento.

Erdogan promette anche di tornare alla promessa di un governo turco laico, cioè liberale.

Da fonti del ministero degli Esteri tedesco, si è appena sentito che il riavvicinamento russo – turco non si ripercuoterà sulla presenza della Turchia nella Nato. Ma si legge che il nuovo corso turco nei confronti della Russia preoccuperebbe …l’Occidente. Ancora l’opinione che si cerca di contrabbandare vede il Mediterraneo come “occidente”, non già com il mare più antico del mondo capace di ritornare a …pensare da sé. L’esercito americani ha attraversato 2 volte l’oceano per impedire che l’Europa godesse delle risorse dell’Africa. Gli europei oggi sono tanto maturi da saper bene che al colonialismo si deve adesso preferire la trattativa “au pair”: la fortuna dell’Europa, trattando con l’Africa, coinciderà con lo siluppo e il progresso di questo tormentato continente…

Iran: “Dietro il golpe paesi che hanno dato assistenza militare ad Ankara”. I paesi che hanno fornito alla Turchia assistenza militare potrebbero aver organizzato il recente tentativo di colpo di Stato. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri iraniano, Ibrahim Rahimpur. “I paesi che hanno fornito sostegno militare alla Turchia hanno tentato di organizzare un colpo di stato. Noi non abbiamo fornito appoggio militare o siamo implicati nel colpo di stato”, ha detto Rahimpur. Il vice ministro ha osservato, tuttavia, che l’Iran non è in possesso di prove decisive sul coinvolgimento degli Stati Uniti nel fallito golpe. “Molte persone stanno parlando di questo, ma non abbiamo ancora alcuna informazione”.

Per di più, nota il Times, il primo viaggio di Erdogan all’estero dopo l’attentato non è in uno stato Nato, bensì in Russia… A ben vedere, però, da molto prima gli Usa sono letteralmente “terrorizzati” dalla possibilità per l’Europa e il Mediterraneo di godere della crescita e dell’alleanza commerciale, civile ed anche politica degli stati vicini e lontani della maggior area di terre emerse del pianeta. Quella appunto formata da Europa, Asia ed Africa.

C‘è di peggio. Tutto era ad un passo dal compiersi: con Berlusconi, Gheddafi, Mubarak e lo stesso Bush più gli stessi protagonisti di oggi. Non è difficile capire chi, come e al prezzo di quanto sangue abbia voluto ritardare la storia. E’ essa stessa, che – come al solito, da noi previsto – sta compiendo ora il suo corso e li sta sconfiggendo. (Germano Scargiali)

 

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