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Scoppia la pace: “Non piangere Francesco!”

La grande realtà mediterranea giunge fino al Kazakistan e all'Azerbaigian ed è in contatto con Suez e i nuovi trasporti via terra con l'est e il "far east"

E’ uno strano papa quello che abbiamo. Invece di gioire per la liberazione di Aleppo, divaga su una supposta terza guerra mondiale, già in corso più che alle porte. Parla ancora di quanto lui soffra per le pene dei cittadini di Aleppo, mentre nella città siriana si festeggia con l bandiere dei liberatori e persino una grande immagine di Assad.

Mai questo strano papa ha puntato il dito sulla causa e gli strumenti di questa guerra, che è mondiale non più di quanto lo siano, sin dallo scoccare dell’età contemporanea, dopo la rivoluzione industriale, tutte le guerre in corso nel mondo.

La guerra, se così si può dire, è stata provocata nell’evoluta Siria sulla linea logica seguita in Tunisia, Libia, Egitto. Causa la malefica volontà degli Stati uniti d’America, o meglio, dei poteri cattivi della politica massonica che coinvolge Manhattan e Washington, il sistema centrale delle banche e dei tentati monopoli della mondializzazione, con la complicità atlantica dell’Inghilterra e della Francia, sempre nelle loro peggiori frange massoniche. Illuse, queste, di poter godere degli “avanzi” del grande festino progettato oltre oceano. La “logica” è quella di evitare ad ogni livello la nascita e la stessa presenza di svariati centri di potere: i livelli sono il mondo, le aree geografiche, le aree (o settori) economiche, le classi sociali… L’obiettivo è la massima  cemtralità o centraòlizzazione di tutti i poteri in un solo polo o, inevitabilmente, pochissimi poli: due, tre…

Tutta quella parte del progetto che mirava a bloccare la crescita del Mediterraneo e, quindi, dell’Europa, è agli sgoccioli. Lo è proprio con la vittoria di Aleppo e con il ritorno dei carri armati dell’Europa migliore nel deserto presso El Alamein. E’ lì che il vecchio continente subì l’ultima grande sconfitta da parte della civoiltà atlantica e oceanica, con la collaborazione dell’Inghilterra che accarezzava ancora il ricordo del suo titolo di Regina dei mai…

Tuttavia, ciò non provocherà una terza guerra mondiale simile all due rimaste nella storia, perché gli Americani, con l’aiuto degli inglesi non potranno inviare in quel deserto, dove sono in palio le ricchezze naturali, socio politiche e strategiche dell’Africa, del Medioriente e della stessa Asia, le forze coese ed efficienti del Commonwealth. Così avvenne fra le oasi come Giarabub, città come Tobruk e il campo di battaglia di El Alamein, fra Libia ed Egitto. E’ lì che, in qualche modo si combatte ancora: gli Usa hanno sobillato e finanziato l’Isis e la Jabhat al-Nuṣra, braccio oerativo di al-Qāʿida. Nella sostanza: tre mafie truccate da nazionalismo islamico.

Oggi il Commonwealth non obbedisce più come allora al potere centrale. Oggi l’Europa – per quanto all’apparenza non abbia né un esercito, né un’indole militare, ha un deterrente bellico di prim’ordine, una capacità di riprodurre gli armamenti “a catena” di cui 75 anni fa non aveva neppoure una pallida idea. Tecnologicamente e civilmente, oggi come allora, l’Europa è avanti agli Stati Uniti.

Ma l’Europa è guidata adesso nei suoi interessi dal suo più grande stato: la Russia. La Russia civile di Tolstoj, Cechov, Dostoevskij e Pasternak, quella che ha continuato a studiare il latino e Dante anche al tempo del soviet supremo. La Russia protgonista del futurismo figlio del razionalismo europeo, che tentò di reagire in tutto il Continente, che era passato con sofferenza dalle esperienze di crescita post medievali fra umanesimo, rinascimento, barocco, l’illusione illuministica e giunto agli errori madornali e disastrosi del tardo idealismo…

Oggi, mentre scriviamo queste righe, si stringono la mano in tre: con Putin c’è la Turchia di Erdogan e la Persia di Rouhani. Non più i crociati contro i musulmani, ma uomini ragionevoli, pronti alla convivenza e all’alleanza. Pronti a divnire anch’essi Europa! Ma questo strano papa …soffre.

I tre grandi stati che si alleano sono evidenti capi cordata. Già rappresentano da soli con certezza tutta quella che si chiamava un tempo Asia Minore, con il Libano, pronto a tornare ad essere la “Svizzera” orientale. La Turchia e la Persia, con l’Asia minore sono ben di più di quanto non fosse la storica garnde Persia, contro la quale Alessandro Magno, pur conquistandola, con la sua abilità, la sua maestria, la sua spropositata lungimiranza e la sua tracotanza, si ruppe le ossa. Ne fa parte praticamente l’Iraq con il Tigri e l’Eufrate

Saranno queste, ancora una volta – stanno tornando ad esserlo – il Paradiso terrestre e la Terra promessa. Anzi, le terre promesse. Perché un mondo disposto a trattare, possa procedere in un regime di competizione liberale, liberistica e libertaria. Che segua, per quel che è umanamente possibile, la pace e le sue regole. Proprio come la massoneria non vuole. Ma, a quanto sembra, lo vuole la pragmatica presidenza Trump. Se è così, è bellissimo: speriamo che lo lascino fare.

Impari questa lezione, questo strano papa, che ha messo un altro papa da parte, per sedersi a Roma, “modestamente” fuori dal solito palazzo. Fedeli alla massima sritta sulla facciata della Cattedrale di Palermo noi crediamo ad altro “Operibus credite!” Meno gigioneria, più fatti. Ma anche le parole di Francesco, in realtà non vanno: misciate a quelle buone, prese dai vangeli, si mischiano strani messaggi. Si contrabbandano? Questo papaa – se è il caso – torni da dove, come lui stesso ha ha detto, sono andati a prenderlo: l’altro capo del pianeta.

Non si dica, infine, che stia convertendo, quasi per primo, il Mondo. Se riempie le piazze con la sua gigioneria, che fa breccia nei cuori degli umili e dei poveri di cultura, anche cristiana, non è tutt’oro quel che luccica. Niente, per noi, contro i cuori umili: “Beati i poveri di spirito, perché andranno in paradiso”. Tuttavia, il papa non è un format tv. Il suo valore – come persino quello di un programma televisivo – non si misura dall’audience e dallo share. Trasmissioni paccottiglia hanno 10 volte più share di quelle costruttive e culturali… Il Papa deve guidarci luno la strda giusta verso il bene e la vittoria sul male: una strada difficile, come avverte Gesù stesso.

A riempire le piazze è il Vangelo, sono le sacre scritture e le relative pagine: belle, vere e poetiche. Di esse sorprende l’estrema contemporaneità, non i sintomi di un supposto invecchiamento. Innovare, nella fede, adeguare ai tempi, nella dottrina, è follia, dopo esser stata stupidità. Si può chiarire, reinterpretare, solo marginalmente. Se si innova, si deve dimostrare che tale innovazione è, appunto, a margine. Dio coinvolge l’umanità in un proprio progetto difficile: la vittoria sul male. Sognare una Rousseauiana perfezione naturalistica primordiale o una realtà perfetta a portata di mano fuori dalla platonica caverna, come se l’umanità fosse stata “popolata” nel corso di tanta storia solo da emeriti cretini, è esso stesso, proprio questo, un vero ragionamento da idioti!

Oppure è quello – proprio quello – che dimostrano di volere i grandi aspiranti monopolisti della mondializzazione: un popolo mondiale che “pensa sbagliato”, che crede all’impoverimento del pianeta, al progresso – regresso, alla decrescita felice. Il tutto al fine di monopolizzare energia, acqua, cereali, farmaci e persino la religione, ricorrendo ad una sorta di neo Bahà’ì.

Per noi cristiani resta in piedi il mito dei Magi, rappresentanti di tutte le razza umane, ossequenti al Dio di Abramo, di Mosè e dal sacrificio di Gesù Cristo, meglio illustrato, appunto, dall’atteso Salvatore: Dio vero, imperscrutabile, e semplice al contempo, uomo vero e semplicissimo, capace di parlar chiaro, di esemplificare, di fare humor e – persino – di festeggiare e di …incazzarsi, quando fosse il caso. Dio ci coinvolse nella lotta contro il Male, facendoci il grande onore di somigliargli in qualche modo… Gesù, prima di lasciarli, disse agli apostoli: vi perseguiteranno fino alla morte perché mi sosterrete, ma voi andate in giro per ogni angolo della terra e convertite tutti. Come esseri viventi, abbiamo l’inestimabile vita che ci è stata donata, la conoscenza e lo splendido tempio del nostro corpo. Abbiamo un solo Dio. Quello in cui crediamo. Basta e avanza: non resta altro.

 

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