Hot Topics

Dall’Isis a Trump: scacco ai poteri fortissimi?

Washington come il dollaro è progettata massonicamente. La capitale Usa non è la sola città al mondo la cui pianta contenga simboli massonici. Trump: "ripulirò Washington dal fango".Washington come il dollaro è progettata massonicamente. La capitale Usa non è la sola città al mondo la cui pianta contenga simboli massonici. Trump: "ripulirò Washington dal fango".

Gli stessi attentati attribuiti all’Isis svelano sempre più la sotterranea “delusione” dell’organizzazione fondamentalista islamica verso chi, per un certo tempo, la aveva illusa, offrendole inconfessabili aiuti sottotraccia e neppure tanto. Persino Israele sembra non abbia le mani del tutto “pulite”. Cioè si può supporre che abbia giocato la pericolosa carta di usare l’Isis o altre forze sovversive – almeno pro tempore – al fine di nuocere ad altri avversari, sempre appartenenti al mondo musulmano: pensiamo, nel lungo termine a stati come il Libano, una Svizzera in M.O. Ma poi, ovviamente, alla progredita Siria, strategicamente posizionata. Come non pensare alla perdurante destabilizzazione della Libia, alle “mosse” contro Mubarak prima e Al Sisi dopo, a favore del peggio del peggio? Oppure, alla “primavera” contro Ben Alì e poi all’attentato in Tunisia?

Losche e oscure presenze non solo hanno avuto il “dono” di esser invisibili. Si sono intraviste e, a volte, riconosciute chiaramente. Dietro tutto il fenomeno, certamente, l’ombra grande dell’America… Interessata, questa, sempre e soprattutto ad impedire all’Europa nel suo insieme di “mettere le mani” sull’Africa e sul Medioriente, di trasformare il Mediterraneo in un via vai di business e di benessere con agganci anche da Suez e dal Mar Nero… Si rassegnino gli Usa: tutto ciò è ormai nell’aria e, in parte, è già in terra e per mare.

Assieme all’America, però, si son lasciati trascinare quei paesi o quelle fazioni interne a vari stati europei ed extraeuropei che hanno ceduto alle lusinghe di Washington e New York. Sono state le malefiche arti – che abbiamo visto in azione – che hanno inquinato buona parte dell’economia a tutto vantaggio della finanza, di chi fa denaro con altro denaro e vede il mondo in un’ottica monetaria da una parte e bellica dall’altra.

L’Unione Europea risulta essere, secondo tale interpretazione, una creazione americana, finalizzata ad infiacchire la stessa Europa. Come spiegare altrimenti il tradimento dei principi economico finanziari (rapporti base fra economia reale, mercato azionario, credito e soprattutto moneta) contenuti nelle prime 100 pagine di ogni testo tradizionale di scienza economica e di scienza finanziaria? Come mettersi sotto i piedi la teoria keynesiana della circolazione della moneta, della funzione delle banche centrali, che hanno retto il mondo, portandolo attraverso fasi evolutive di ricchezza diffusa ben al di là del primo “boom” dovuto all’avvento dei motori e a tutte le altre tecnologie applicate alla produzione?

Di gran parte di tutto ciò l’Unione Europea …si è fatta un baffo: niente banche centrali, niente misurazione del “medio circolante” in base alle “reali necessità” del mercato…

Essere contro l’Euro? Follia! Essere contro “questo” Euro? Il minimo che, con la massima urgenza, occorrerebbe fare! Pensate a una moneta che, anziché essere prodotta nell’ambito di una realtà territoriale economica – fosse essa l’Italia o l’Europa – sia stampata da una sola banca “privata” dislocata in un qualunque punto del territorio e che venga “venduta” alle singole nazioni che, solo in questo, come clienti di questa unica banca, senza neppure alternative concorrenziali, mantengono la propria individualità. Insomma l’Unità Europea c’è e non c’è. Non c’è proprio quando i “vecchi stati” sono costretti a versare ricchezza reale in cambio di pezzi di carta prodotti da un privato.

Per di più tali stati sono costretti individualmente, come se fossero stati delle “famiglie avventate e sprecone, a saldare un passivo tramandato da decenni e che – per tradizione internazionale – non veniva saldato. In realtà questi stati sono stati messi in condizione di versare continuamente soldi per raggiungere un traguardo (il pareggio) che non avranno matematicamente mai la forza di raggiungere.

E’ appena il caso di tornare sul concetto di lusinga: la Germania è stata “rassicurata” dagli Usa come nazione privilegiata e messa teoricamente in condizione di star fuori dai guai. Tutto, infatti, iniziò con la caduta del Muro di Berlino, quando il governo di Bonn venne assicurato di enormi risarcimenti onde accettasse di “prendersi in carico” una emi nazione zeppa di problemi e – letteralmente – di morti di fame.

L’Inghilterra, degli abili politici, è entrata in UE con un solo piede e questo stesso lo sta togliendo con la Brexit. Significativo, no? La Francia, come sempre si accontenta di essere “presa in considerazione”, un po’ dalla politica massonico atlantica, un po’ da …Bruxelles. Uno stato salvadanaio come il Lussemburgo fa il gioco delle grandi banche di Wall street…

Tutto quanto sopra fa sì che i maggiori economisti scoppino a ridere di fronte alla politica europea: per Paul Krugman, Milton Friedman, Joseph Stigliz, Amartya Senl’Euro è una patacca

Molti economisti o collusi o di mezza tacca parlano, invece, oggi, di economia solo nell’ottica monetario finanziaria. Ignorano l’economia reale. Se è vero, però, che questa non può fare a meno della finanza, è vero anche che la finanza senza l’economia non avrebbe neppure motivo di esistere. Ma ci volevano Krugman e Friedman per indicare …il Re nudo? Oppure bastava uno studente al secondo anno?

Si tace del tutto quella che è la vera costante dell’economia attuale: da anni, ormai, il “problema” non è più produrre. Si produce – nell’agricoltura e nell’industria – molto oltre il necessario. Il problema è consumare, come farlo, dove farlo e perché. Il prezzo delle merci non dipende –da anni ormai – dal costo base. Dipende da elementi come l’efficienza del turnover o dai tempi di giacenza in magazzino o negli scaffali. Dipende dalla moda, dalla pubblicità, dalla presentazione, dai canali di vendita, dal marketing, dalla merchandising… Anche dall’organizzazione della produzione. Per questo – per inciso – diviene un vero reato produrre merci di cattiva qualità o nocive. Il prezzo, a parte le produzioni artigianali, è “sciolto” dal vincolo della qualità intrinseca. Ma queste sono solo esemplificazioni…

Con il progredire della tecnologia, acqua, cereali, ortaggi, frutta, proteine animali divengono sempre più sovrabbondanti. Il problema è venderle.

Più ancora: il problema è quello di creare una realtà in cui i maggiori speculatori, anche alleandosi con lo statalismo, possano creare le condizioni per trarre il massimo beneficio dal mercato. Le multinazionali, come le grandi banche vedono questo oltre la globalizzazione (che avrebbe lati molto positivi) verso la mondializzazione (che è di più, che è troppo) e per questo preparano un progetto che “esonda” chiaramente nel campo della follia: il nuovo ordine mondiale.

Qui vi esortiamo: diffidate di queste tre parole concatenate. Ma anche di due: nuovo ordine. Questo è il vero populismo, si traveste da buonismo, da voglia di soccorrere, di bonificare la realtà morale. Fa leva su quello che alcuni pensatori definiscono “perfettismo”.

E’ il terribile progetto – il più immorale di tutti – di voler abbreviare il corso naturale della storia a misura di sé stessi, considerando una perfezione vicina e raggiungibile o con una sola mossa o decisione (pensate all’abolizione della proprietà privata del capitale), ovvero con pochi provvedimenti dall’alto. Il tutto qui avverrebbe assieme all’ottenimento di un controllo supremo e di monopoli non solo morali ma anche economici di tipo “leonino”.

Questa è la negazione della libertà che è un dono evangelico, forse il principale ed era contenuto già nel vecchio testamento: devono essere i singoli uomini, con la propria maturazione mentale, con la propria capacità di scelta a imbroccare la giusta via: quella del bene.

Poiché tale nefasto programma viene alimentato dai poteri fortissimi, proprietari dei maggiori canali mediatici e detentori di grande capacità contrattuale in politica e in economia, tutto il mondo – specie il cosiddetto mondo occidentale – è stato permeato da una serie di errori di valutazione.

______________________________________

Non siamo soli: ecco come su Federico Dezzani Blog troviamo commentato un episodio di grande politica come la vittoria di Donald Trump, cui anche noi abbiamo plaudito e che tanto dispiace a “molti”

 

…È una vittoria del popolo contro l’oligarchia; dell’industria contro la finanza; degli Stati nazionali contro gli organismi sovranazionali; della sovranità contro il mondialismo. È una gloriosa rivoluzione del popolo americano contro l’élite predatoria ed eversiva dell’alta finanza: quella che controlla il New York Times, il Financial Times, The Economist, etc.; quella che tira i fili dell’Unione Europea; quella che ha nutrito la Fratellanza Mussulmana e l’ISIS; quella che ha trascinato il mondo ad un passo dalla guerra con la Russia. È il risveglio delle patrie, che spezzano i legacci con cui erano state imprigionate dalle cricche massonico-finanziarie, determinate a diluire gli Stati Uniti d’America e le Nazioni europee in enormi Leviatani transazionali.

 

Finisce così un’epoca e si apre un nuovo capitolo della storia: 27 anni esatti sono un periodo in cui le élite finanziarie hanno potuto esercitare un dominio pressoché incontrastato, divorando, anno dopo anno, le membra dell’Occidente che, martoriato, si è infine ribellato. Corre infatti il novembre del 1989, quando il crollo del Muro di Berlino sancisce la fine del mondo bipolare; trascorrono due anni e l’Unione Sovietica si dissolve, lasciando il campo libero all’impero angloamericano e piena libertà d’azione all’oligarchia della City e di Wall Street: seguono il Trattato di Maastricht che pone le basi dell’euro (1992), l’abolizione del Glass-Steagall Act (1999), l’ingresso della Cina nel WTO (2001), l’introduzione dell’euro (2002) ed una serie frenetica di bolle speculative che si accavallano una dopo l’altra (2000, 2008 e quella in atto)…

_______________________________________

Poche parole, queste prese da Dezzani, che – però – dicono tutto.

Be the first to comment on "Dall’Isis a Trump: scacco ai poteri fortissimi?"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*