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Il Male è fra noi, ci aggredisce, ma non per punire…

Un simbolico braccio di ferro fra il diavolo e Gesù

UNA EVIDENZA CERTA: il male ci insidia. UN’IPOTESI TEOLOGICA: Dio vuole che l’umanità, alla guida del cosmo, con scienza e coscienza, lo sconfigga.

Torna giocoforza la necessità di parlare del Problema del Male. Lo abbiamo già fatto provocando qualche polemica… Partiamo a valle di una ridondante domanda del momento e ne poniamo una noi. Provocatoria. E’ necessario il terremoto o il freddo per farci “scoprire” l’esistenza del male? Sono necessari gli stupri, i femminicidi, la pedofilia etc?

Abbondano le rappresentazioni cinematografiche di Satana

Abbondano le rappresentazioni cinematografiche di Satana

Di valanghe assassine, di tegole in testa, di terremoti distruggitori – cataclismi, omicidi e suicidi senza ragione etc – è piena la storia: il male è fra noi, è una minaccia costante…

Chi crede in Dio, di fronte al Male prega. Chi ci crede poco viene assalito dai dubbi. Chi non crede bestemmia…

Il Male si manifesta nel mondo – lo ripetiamo – sotto forma di errore e ignoranza, peccato, malattia, catastrofe. E’ lì. Il Male è esattamente ciò che Dio e la stessa storia ci chiedono visibilmente di combattere, prevenire, lenire, affrontare con la …pazienza di Giobbe, esemplificata già nel Vecchio Testamento. Con la risolutezza di Gesù nel deserto…

L’intera storia è caratterizzata da una una fuga costante e progressiva dai dolori, dalla sofferenza, dalla malattia, dai pericoli. L’umanità ricerca una vita più comoda, più gradevole e più lunga. Cerca inoltre di estendere i margini di miglioramento alle generazioni successive. Tutto ciò significa crescita, progresso, sviluppo. Le sacre scritture chiedono all’umanità di crescere numericamente, civilmente, moralmente…

La malattia e la catastrofe sono, forse, una punizione nei confronti degli errori umani? Sono un’anticipazione delle pene dell’inferno? Ce ne vuole di fantasia per dirlo. Quanti innocenti hanno sofferto e sono morti – da sempre – per motivi puramente casuali, cioè senza colpa? Tantissimi, è evidente… I mali fisici e le catastrofi agiscono su due fronti maligni: uno è il danno immediato e il dolore che provocano da una parte, l’altro è attentato alla Fede: Dov’era Dio in quel momento? Questa la domanda che spesso ci si pone, ad esempio, davanti alla nascita di un portatore di handicap o anche di fronte ai danni della disgrazia casuale…

Affermare d’altro canto che, se il male non viene da Dio – perché giustamente non l’ammettiamo – sia per conseguenza l’effetto di colpe dell’umanità, dei suoi errori o dei suoi peccati, è una vera bestialità. Non foss’altro perché anche l’umanità è opera di Dio. Anzi è la più pregiata. Il male esiste, è fra noi, nessuno può negarlo: è un “tertium datum”, una terza cosa fra Dio e il Creato. Satana, il Diavolo, se non esistesse, sarebbe stato ben inventato come simbolo della ribellione di una parte della natura, del cosmo. E’ quel “margine d’errore” naturale, seppure in minoranza rispetto alla tanta meravigliosa perfezione contenuta nel creato, che si schiera contro il Bene e contro il Creatore stesso, cui non solo le religioni abramiche – e il cattolicesimo in particolare – attribuiscono infinita saggeza e bontà… Il Male, l’errore, represso, quasi compresso, ma potente per qualche misterioso motivo, si oppone rabbiosamente al trionfo dell’amore e, prima ancora, della felicità piena…

Di fronte al mistero dell’Universo, del Cosmo, del Pianeta, della Creazione, della Vita, della Conoscenza, della Ragione umana, del bello e del buon gusto, che ne apprezza tutti i modi di manifestarsi – si pensi prima alla stessa natura, poi all’arte – una ipotesi teologica da ritenere condivisibile, ci suggerisce che Dio abbia creato il mondo per migliorare ulteriormente se stesso. Se non lo avesse fatto avrebbe peccato di omissione. Infatti, dal non voler ammettere che il male preesista al cosmo, si passerebbe al rischio di ritenere che Dio stesso possa peccare. Per quanto tutto ciò che riguarda l’escatologia, cioè il tentativo di spiegare il segreto fondamentale del cosmo, possa spaziare nel mistero e nel paradosso più che nella ragione, è possibile ritenere che un margine di imperfezione – quello che sulla terra si manifesta da sempre come il Male – preesistesse al tutto, assieme all’evidente possibilità di cadere in errore e di peccare…

Questa ipotesi, apparentemente azzardata e persino temeraria nei confronti dell’immagine di un Dio assolutamente perfetto, fatto di bontà e di amore, può risultare, invece, molto morale e sostanzialmente meravigliosa. Essa comporta che Dio abbia stretto con l’umanità quell’alleanza cui le sacre scritture alludono più volte. Tale alleanza riguarda la lotta contro il Male, il desiderio e il fine ultimo della sua sconfitta. Da qui consegue quel rapporto di “padre – figlio” fra Dio e l’umanità, la circostanza che Dio sia un padre severo e buono al contempo, che pretenda molto dall’umanità, in cambio di ciò che le ha donato: il passaggio dal nulla, dal non essere, all’essere con quel superlativo “di più” che sono la conoscenza e la ragione. Di tali doni l’umanità deve fare tesoro e goderne, non dimenticando che il massimo dei doveri sia rappresentato dalla riconoscenza verso il Creatore e dalla partecipazione alla comune lotta contro il Male. Per questo Dio interviene a favore di chi lo chiama – di chi ha fede – e concede il proprio aiuto “ad personam”. Senza la partecipazione dell’elemento umano, come le sacre scritture ripetono spesso (la tua fede ti ha salvato), questo Deus resta “otiosus”, assente. E’ allora che il Male parte di più all’attacco e che l’azione vigile dell’umanità dev’essere più solerte. Tutte le buone pratiche dell’Uomo nella storia tendono a relegare il male in spazi più ristretti.

In tale quadro tutte le tessere del mosaico, fateci caso, vanno a posto. La storia, il progresso, la crescita diventano un cammino verso la vittoria sui mali, che rappresentano insieme il Male in sé, sotto quelle mille forme che caratterizzano tutta la realtà cosmologica. Essa è basata sulla molteplicità e sul movimento, come componenti ineluttabili. L’Unità è concepibile solo in Dio e da Dio. Potrebbe anche essere il traguardo della storia, la realizzazione finale dell’ideale perfezione il cui “sogno” pur accompagna l’umanità…

Voler azzerare la molteplicità, cercando l’unità sul terreno umano, la facile soluzione di tutti i problemi con uno o pochi provvedimenti è il peccato. Tipico il peccato originale: un solo gesto, mangiare il frutto e diventare come Dio… Illudersi di azzerare i rischi e le trappole del peccato con una sola o poche regole, con l’ambizione di raggiungere la perfezione in poco tempo, costituisce l’indole intima dello stesso peccato, anche sotto le relative svariate forme. Accettare la molteplicità dei problemi ed affrontarli uno per uno chiedendo l’aiuto di Dio, è la virtù. Non foss’altro chiedendo maggior coraggio, maggiore capacità di sopportare il dolore, maggior spirito di sacrificio. Avete visto tanti poveri di ricchezze e anche tanti portatori di handicap sorridenti o addirittura felici?

Perché anche i bambini soffrono spesso? Perché alcuni muoiono? E perché, allora, non pensare agli adulti e agli anziani? Papa Francesco ha risposto da Gigione: “Non lo so”. E’ il male che si manifesta, che va all’attacco, anche con il secondo fine di allontanare chi tentenna dal cammino verso la fede e la retta via…

Troppo difficile, anche per un Papa, spiegare in due parole, la più plausibile delle verità, rischiando di non essere compreso: il male è fra noi, colpisce visibilmente …alla cieca.

Concludendo: l’evidenza è che il male è “fra noi” nella varie forme su descritte e, probabilmente, altre ancora. Si può rappresentare come un’aggresione da parte del diavolo. Un corollario è che il male preesistesse ad Adamo e agli stessi angeli che tradirono. Nel simbolico e poetico racconto biblico, Adamo non avrebbe potuto scegliere il male se non fosse esistito. Medesima deduzione per gli angeli divenuti diavoli dopo aver compiuto la medesima dannata scelta…

L’ipotesi è quella da noi riportata e – speriamo – ben  spiegata: Dio, nell’aspirare al meglio possibile, dona all’umanità la vita, la conoscemza, l’intelligenza, la coscienza e la coinvolge nella lotta contro il male. Un’idea plausibile che spiega tanti fenomeni e giustifica i contenuti delle sacre scritture, cioè del vecchio e del nuovo testamento. Non estranea, né all’ebraismo, né all’altra religione abramitica: l’islamismo. Un Dio che ama l’umanità infinitamente. Ma il traguardo è alto, arduo, difficile, lontano: Dio, specie quello del Gesù dei Vangeli, perdona, ma indica traguardi altissimi: non si accontenta del poco…

Germano Scargiali

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