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Tumbiolo scrive a Gentiloni: “basta spararci addosso!”

colpi di mitragliatrice "disegnano" i loro effetti sul cassero di un peschereccio mazarese

Prosegue la “guerra del pesce”. Il Presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Giovanni Tumbiolo, a seguito dell’ultimo atto di aggressione nei confronti di pescherecci mazaresi nel Canale di Sicilia, ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni.

“La marineria siciliana e in particolare quella di Mazara del Vallo ha scritto Tumbiolo continua a pagare un prezzo troppo alto per una guerra subita e dimenticata: la cosiddetta “guerra del pesce”.

 “Il più recente episodio di questa guerra – ha ricordato il presidente del Distretto – è raggelante. Tre pescherecci del Distretto di Mazara del Vallo: Principessa Prima, Antartide e Grecale, regolarmente impegnati nell’attività  di pesca in acque internazionali (18/20 miglia) antistanti le coste delle città libiche di Bengasi e Derna, sono stati l’obiettivo di una vera e propria aggressione armata da parte di alcuni militari a bordo di una motovedetta libica che per alcune interminabili ore hanno tentato l’abbordaggio sparando raffiche di mitra che, miracolosamente, non hanno colpito nessun  pescatore ma hanno provocato ingenti danni ai pescherecci colpiti dai cannoni degli aggressori

I nostri – prosegue il Presidente del Distretto Pesca – hanno dovuto lasciare le zone di pesca subendo notevoli danni economici. Soltanto grazie alla grande esperienza dei nostri capitani ed il coraggio dei nostri pescatori, le imbarcazioni sono riuscite a sfuggire all’attacco e ad un sequestro dalle conseguenze imprevedibili”.

“La comunità peschereccia mazarese – ha concluso Tumbiolo – continua a sopportare da sola, sulle proprie spalle, i danni economici e sociali di questi veri e propri

Nota di Palermoparla: Le mille incombenze – spesso adatte all’Atlantico ma non al Mediterraneo – imposte dall’Ue ai pescatori mediterranei e mazaresi in particolare, il caro gasolio, la carenza di contributi per migliorare la qualità della flotta non si specchiano su quel minimo di sorveglianza che l’Italia stessa, se non l’Ue, dovrebbe esercitare nei confronti degli abusi dei nord africani e dei libici in particolare. E dire che Mazara del Vallo tende la mano a tutti in ogni momento e, in particolare, con l’azione del Distretto produttivo della Pesca e l’annuale ricorrere del Blue Sea Land Expo.

Sorprende inoltre che, anche in anni in cui la Libia è divisa politicamente, in due se non in tre, le motovedette a mare non smettano di esercitare l’azione di “sorveglianza” che risale al tempo di Ghedafi. Il premier libico, compianto per altri versi, riteneva che le acque territoriali libiche si estendessero oltre il dictat del diritto internazionale, cioè fino a metà del “canale” che sperara la Libia dalla Sicilia. Una decisione di carattere “politico – morale” da parte di quel temperamento ribelle, ma che di materiale aveva altro che non il valore del pescato. I libici non sono, infatti, grandi consumatori di pesce. Per i pescatori mazaresi, invece, quelle acque sono preziose. Sono fra le più ricche del “canale” e consentono loro di servire il grande mercato che hanno a disposizione: un mercato, praticamente insaziabile, in cui il loro pescato è pregiatissimo….

E’ ovvio che accordi internazionali potrebbero spianare la strada, anzi le rotte, ai pescatori. Non sembra, però, che finora, né l’Italia, né l’Ue abbiano fatto “alcuna mossa” decisiva in tal senso… Circola una triste battuta, che denota la stupidità di un sistema: “…dei pescatori non importa niente a nessuno”. Basterebbe far notare che il buon pesce a tavola, però, importa a tutti…

Colpi di mitragliatrice sul peschereccio Principessa Prima

Colpi di mitragliatrice sul peschereccio Principessa Prima

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