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Si riattivano le Vie della seta: e tu Sicilia che fai?

Aldo Garozzo: già brillante presidente del porto di Augusta. Gli è stato chiesto di "commissariare se stesso", ma sdegnosamente ha rifiutato dimettendosi. In Italia la signorilità è un errore... Ci risulta che ora, da Cincinnato, si dedichi all'agricoltura
Stefania Prestigiacomo è un rappresentante dell'attiva classe imprenditoriale augustana. Come bussare alla porta dei tanti siciliani ai vertici di Roma?

Stefania Prestigiacomo è una rappresentante dell’attiva classe imprenditoriale augustana. Come bussare alla porta dei tanti siciliani ai vertici di Roma?

Di Germano Scargiali

Poche parole, anzi tre, da parte del presidente Sergio Mattarella in Cina: “vie della Seta”. Chiamiamole così o ricordiamole, nel complesso, come vie delle Indie, delle spezie: percorsi che coinvolgono anche l’Africa, indicati anche come quelli delle antiche carovaniere…

Tutto ciò perse di valore e quasi scomparve dopo la scoperta dell’America che spostò per mezzo millennio – neppure tanto nel corso dell’intera storia, ma in un periodo significativo per l’evoluzione scientifica – dal Mediterraneo agli oceani. Primo fra tutti l’Atlantico.

Finalmente, insomma, c’è chi parla ufficialmente di “ritorno della via della seta”, un simbolo che indica il sovvertimento del “danno” provocato al Mediterraneo dai pur meravigliosi viaggi cui non furono estranei neppure i navigatori italiani, pur accettando Colombo come il Cristobal Columbus citato dagli spagnoli che fornirono al genovese (di nascita) le provvide 3 caravelle…

Abbiamo qualche volta citato un bellissimo articolo del compianto Saverio Vertone su Panorama di circa 20 anni fa. Il giornalista e scrittore dava già per scontata l’alba di un Neo Rinascimento del Mediterraneo”, conseguenza del riaprirsi delle vie delle Indie. In anni recenti, chi scrive queste righe, nel corso di una conferenza a Lampedusa ascoltò l’intervento di una professoressa della Bocconi che ripeteva gli stessi concetti…

C’è anche chi parla di una netta rivincita della “civiltà mediterranea” già in corso, che coinvolgerebbe la stessa mentalità latina e, perché no, cattolica e musulmana, nei confronti delle confessioni protestanti, il cui “spirito pratico” avrebbe portato l’Atlantico e la Mitteleuropa ad un grado di benessere e “modernità” superiore a quella del Mare Nostrum, inteso come quello in cui si affacciano Spagna, Italia, Grecia, Nord Africa e Medioriente. Il “colpo di timone” sul terreno “civile” avrebbe anche una simbolica, ma ben precisa data di nascita: quella del successo della Dieta Mediterranea. E’ apparso a qualcuno il colmo che essa sia stata lanciata con tale nome da un americano, il dietologo Ancel Keys, nato a Colorado Spring nel primo decennio del 1900…

Tornando a dati più concreti, una sorta di rivincita del “mondo antico” sarebbe in corso, come conseguenza del boom che riguarda oggi il Far East a partire dall’India. Il Giappone, avanguardia tecnocratica del secolo scorso, non è più solo. Il progresso coinvolge la Cina, dopo la revisione cui è stato sottoposto il socialismo reale, ma anche tutti gli stati di quell’area. Singapore ha forse il porto meglio attrezzato e organizzato del mondo, in fatto di intermodalità e transshipment. Questo è il punto: anche i trasporti via terra, soprattutto su ferrovia, sono in crescita. Infine interviene il gommato. Il “trasbordo” da una nave all’altra, ma anche da una modalità all’all’tra è ciò che cerchiamo sempre di enfatizzare sulle nostre pagine: appunto l’intermodalità dei trasporti

Frattanto, il boom che coinvolse il cosiddetto occidente, Italia compresa dalla vigilia del 1960 (anno elle Olimpiadi di Roma) al 1990, vede in corso fenomeni siciliani nel terzo mondo, per cui su può spesso parlare di “ex terzo mondo”: il Kazakistan è lo stato con il maggio reddito pro capite del mondo, sia pur in base alla “statistica del pollo”.

Anche gli stati ex sovietici, che si affacciano sul Mar Nero, quindi, crescono. E cresce il Medioriente, la Turchia, L’Iran, la Siria, mentre ricchissimi risultano gli Emirati e l’Arabia Saudita. Frattanto, la Nigeria supera nel Pil il ricco Sud Africa (ex Brics).

Non è stato un caso il raddoppio del Canale di Suez, che porta – come ci faceva notare anche Peter Barbaro, erede della dinastia di armatori e agenti marittimi palermitani – grandi navi, avanti e indietro, in direzione dell’Oceano Indiano…

Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto pesca di Mazara del Vallo, l’uomo definito come “l’ambasciatore del Mediterraneo” esorta tutti a contattare e fare accordi con i tanti “già ricchi” dell’Africa. Mentre molti anni fa Cecé Paladino, palermitano esperto del Continente Nero, invitava tutti a considerare la “vera grandezza” dell’Africa. Si pensi cha il solo Sahara contiene l’intera Australia…

Anche via terra, però, tornando ai trasporti intermodali (mare, ferrovia, aria, gommato) si tenga conto che sono in cantiere due giganteschi assi stradali che si intersecano nientemeno che a Milano: uno parte da Lisbona e giunge a Pechino (passa per la Tav Lione – Torino) e l’altro parte dal Nord Europa e giunge a Cape Town (passa per il Ponte sullo Stretto e si immerge in una galleria fra Mazara del Vallo e Tunisi).

Calando sul tavolo questa vistosa scala reale, neanche un poker d’assi può più salvare l’America da una situazione perdente. Da qui le maldestre reazioni della gestione Obama, dietro la quale si celano i grandi finanzieri e gli spiranti monopolisti di Washington e Wall Street. Gli americani, che non a caso hanno perso la guerra in Siria, dovranno muoversi in altro modo che mandando carri armati con tutto il Commonwealth nei deserti come avvenne ad El Alamein, oppure nelle storiche città di cui parlano già la Bibbia e il Corano…

Dunque il riaprirsi dei commerci diretti con l’Oriente, tramite Suez e il mar Nero sta già provocando quell’inarrestabile Neo Rinascimento dell’area Mediterranea quale primario centro d’imputazione di uno sviluppo che riguarda l’Eurasia e l’Africa. Si parla per questo di Eurafrasia, che comprende il massimo blocco continentale (terre emerse) del pianeta…

I nuovi sistemi irrigui e di reperimento dell’acqua (non c’è posto in Africa dove non se ne trovi entro gli 800 metri di profondità), l’uso di colture progredite in serra e a terra, l’aumento esponenziale della redditività per ettaro, non sono certo fuori dalle tecniche agricole di quello troppo a lungo definito come “vecchio continente”.

Ma che cosa avviene all’indomani della felice battuta di Sergio Mattarella in terra cinese? Il presidente castellammarese è stato accolto con feste ed onori nel paese del Sol Levante. Rappresentava uno stato amato per la sua immagine e la sua storia: l’Italia, appunto che gli italiani spesso sottostimano. Fomentati, in questo, da chi nasconde ad arte la propria ricchezza e gli stessi successi…

Ma che cosa avviene all’indomani? Che, per accogliere il transshipment e l’intermodalità dal Far East, concretizzato nel “gigantismo navale” delle porta container, si “candidano” subito la lontana Trieste e Venezia, la città della Laguna, una delle più “turistiche del mondo, capitale italiana delle crociere. E’ arci noto che il porto di arrivo in Italia, la “porta d’Europa”, sia per diritto naturale Augusta: è, appunto, il porto “naturale” più grande d’Europa, da anni è il maggiore per tonnellaggio dell’intera Italia ed è stato nominato “porto core”, cioè di primissimo livello europeo (lo è anche Palermo) dall’Ue, proprio in  vista dell’attrezzarsi, già in corso, per accogliere, oltre alle gassiere e petroliere, soprattutto le gigantesche porta containers, che trovano, dentro il suo grande alveo naturale, i fondali, altrettanto naturali, antichi quanto il mondo e adatti ad accogliere qualunque nave.

Ma il grande manager del porto augustano, Aldo Garozzo, che si batté con successo presso l’Ue per ottenere il livello core (rilevanti le conseguenze per la tempistica dei finanziamenti) è stato praticamente esautorato, facendo leva sulla sua stessa signorilità…

Eppure l’attiva Augusta – Veneranda, per il suo fondatore Federico II – è rappresentata a Roma da personaggi di rilievo. Fra questi, Stefania Prestigiacomo, figlia di un grande industriale del luogo.

Per non dire che la Sicilia può contare sul Presidente della Repubblica, sul Vicepresidente e presidente del Senato, sul ministro degli Esteri etc.

C’è, infine chi fa notare come anche la nuova normativa sulla riduzione e risistemazione delle Autorità Portuali, sembri concepita “su misura” per penalizzare la crescita della portualità nel Sud e nella Sicilia. Anche se non sarà facile convincere le navi a risalire Driatico e Tirreno. Sempre che i porti del Sud si attrezzino! Si pensi che molte merci, destinate anche all’Italia, escono da Gibilterra e vengono oggi smistate a Rotterdam…

2 Comments on "Si riattivano le Vie della seta: e tu Sicilia che fai?"

  1. Stefania Prestigiacomo | 23 Maggio 2017 at 23:30 | Rispondi

    Che bello! Grazie!

    • Cara Stefania, ti ho intervistata a Palermo con la tv gemellata Siciliauno (è ancora in memoria su youtube siciliauno tv). Ho avuto anche il piacere di stringere la mano a tuo papà una sera ad Augusta al “felliniano” ristorante Tre Tarì nell’ex mercato del pesce.

      Mi occupo di porti turistici da molti anni X Nautica di Roma ed ero ospite di Alfio Fazio che forse conosci. Cari saluti Prof Germano Scargiali direttore Palermoparla cartaceo e online.
      PS Perché non dedicarti una copertina? Mandami la foto che preferisci con l’autorizzazione. Ciao ancora…

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