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Quest’Europa è una favola blu, è una camera a gas…

Il giovane cattedratico inglese lancia il suo "J'accuse". Ma lo hanno già fatto tutti i premi Nobel dell'economia viventi, nessuno escluso. L'Euro che si compra come dal pizzicagnolo è mera follia!
Il logo di un sito che inneggia al Mediterraneo Unito. L'Italia è più legata al mediterraneo che alla Mitteleuropa e ai paesi atlantici. Giorno verrà, forse...

Il logo di un sito che inneggia al Mediterraneo Unito. L’Italia è più legata al Mediterraneo che alla Mitteleuropa e ai paesi atlantici. Giorno verrà, forse…

A Roma l’Unione Europeafesteggia”, ma in tanti dicono che celebra il proprio funerale. Perché? Chi ha torto?

L’Europa unita compie 60 dalla nascita – il Trattato di Roma – oppure è vissuta 60 primavere e questa del 2017 ne celebra la dipartita, nello stesso luogo in cui i primi stati contraenti si strinsero la mano? Il 25 marzo 1957 nacque “L’Europa dei 7”, il cui trattato originale è ancora depositato a Roma. Vi si parlavano 4 lingue: italiano, inglese, francese e tedesco.

Ad Uno Mattina si sceglie di far parlare Federica Mogherini, questa enigmatica giovane signora con esperienze di Erasmus e gruppi politici del PD, allieva di Veltroni e Fassino, cara a Bersani prima di esserlo a Renzi. Pochi la conoscevano prima, ma l’escalation l’aveva fatta, fino al parlamento e al sottosegretariato. Infatti anche la mattina del 24 marzo in tv dimostra tutta quella capacità politica che serve a parlare dicendo poco e dandosi ragione su tutto il fronte, senza – ovviamente – l’ombra di un contraddittorio. Lei, da perfetta sconosciuta, ha battuto nientemeno che D’Alema nell’incarico, non solo di rappresentare l’Italia a Bruxelles, ma anche di svolgere di spendere il nome del suo paese, svolgendo un ruolo da ministro degli esteri dell’Ue. Solo che la politica estera dell’Ue come tale è quasi nulla, almeno nel modo “normale” in cui tale politica solitamente ha luogo. Si tratta piuttosto di applicare una serie di provvedimenti unilaterali, i soliti dictat di chi l’Ue, in qualche modo, la comanda davvero. Molto male, bisogna dire.

Questa Europa” è una realtà “sgangherata” da ogni parte. Ma la Mogherini se la cava ripetendo sotto varie forme che da soli saremmo piccoli, uniti siamo grandi, che tutti insieme i problemi si risolvono meglio ed altre amenità…

Basterebbe osservare che ciò che conta, ciò di cui ci si lamenta, non è del fatto che “stiamo tutti insieme appassionatamente” ma del “come” ci stiamo. Di come sono stati affrontati i problemi comuni e, prima di tutto quello della Moneta, del famigerato Euro. E’ il regime che non va. Politico e monetario, finanziario ed economico…

Basterebbe osservare che l’UE ha preso le mosse dalla nuova moneta unica, mentre avrebbe potuto “partire” dalla cultura e dal costume, oltre che dalla politica e dallo stesso pensiero sociale e civile

Quest’Europa va tanto male sul terreno economico e finanziario, applica regole talmente sballate da far insorgere qualunque e economista, da aver calpestato tutte le regole più elementari che si trovavano già nella prime pagine dei libri di economia e finanza…

A tal punto che molti ipotizzano che sia una creazione – una vera invenzione – degli americani destinata a bloccare le chance che questa parte nevralgica del Vecchio Continente, faro di civiltà e costume per il Mondo intero, neppure tanto indietro sul terreno della ricerca scientifica, molto avanti per il tenore di vita, potrebbe giocare se si appoggiasse verso l’Est e verso l’Africa…

Non dimentichiamo che gli Stati Uniti hanno combattuto certamente la seconda guerra mondiale e forse anche la prima pe impedire all’Europa di fruire delle risorse dell’Africa e di tutto il Continente antico!

E adesso guardiamo un po’ di dati e di cifre.

L’area dell’euro ha subito un incremento dei prezzi amministrati dell’11,8 per cento: oltre 7 punti percentuali in meno che da noi. I calcoli sono stati effettuati dall’Ufficio studi della CGIA che oltre a eseguire una comparazione tra l’andamento delle tariffe amministrate nei principali paesi d’Europa ha analizzato anche il trend registrato tra il 2004 e i primi 11 mesi del 2014 delle tariffe dei principali servizi pubblici presenti nel nostro Paese.

L’inflazione

Si era detto e propagandato (come osa buona e giusta) che la nuova politica monetaria e finanziari avrebbe “bloccato” l’inflazione. I dati reali vengono platealmente tenuti nascosti. Perché, in realtà, non è stato così. Negli ultimi 10 anni, a fronte di un incremento dell’inflazione che in Italia è stato del 20,5%, l’acqua è aumentata del 79,5%, la tassa rifiuti del 70,8%, l’energia elettrica del 48,2%, i pedaggi autostradali del 46,5%, i trasporti ferroviari del 46,3%, il gas del 42,9%, i trasporti urbani del 41,6%, il servizio taxi del 31,6% e i servizi postali del 27,9%. Tra tutte le voci analizzate, solo i servizi telefonici hanno subito un decremento: -15,8%, ma si tratta di compagnie private, non si servizi pubblici. Per questo ed altre “uscite” inevitabili (assicurazioni, carburante etc) le tasche degli italiani e degli europei in genere (c’è chi sta peggio di noi) si sono svuotate. Come se non bastasse, abbiamo subito il pernicioso fenomeno della deflazione, che aiuta i consumi al momento, ma poi penalizza l’apparto produttivo con danno generale…

E’ per tutto questo che parliamo di un’Europasgangherata!

Ma c’è dell’altro: I rincari nelle tariffe locali

“In Italia – sono dati diramati dal segretario della Cgia (Associazione piccole imprese e artigiane) Giuseppe Bortolussi – i rincari maggiori hanno interessato le tariffe locali. Se per quanto concerne l’acqua i prezzi praticati rimangono ancora adesso tra i più contenuti d’Europa, gli aumenti registrati dai rifiuti sono del tutto ingiustificabili. A causa della crisi economica, negli ultimi 7 anni c’è stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle famiglie e delle imprese: conseguentemente è diminuita anche la quantità di rifiuti prodotta. Pertanto, con meno spazzatura da raccogliere e da smaltire, le tariffe avrebbero dovuto scendere, invece, sono inspiegabilmente aumentate. Si pensi che nell’ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2% in più, contro una inflazione che, secondo l’ufficialità, è aumentata solo dello 0,3%”.

Il paradosso finale

Il grande paradosso a margine di tutta la realtà europea è che, a fronte di una capacità effettiva, da parte dell’industria, dell’artigianato e dell’agricoltura, di produrre molto, ma molto di più del necessario, giovani e vecchi, le famiglie stesse, stentano ad avere il necessario. In troppi – come osserviamo – vivono in uno stato di precarietà oltre la crisi di nervi

Il paradosso è che della crisi dell’Africa e del terzo mondo vengano incolpati i cittadini italiani ed europei in genere, che sarebbero degli spreconi, che avrebbero consumato in passato – non si sa bene come – i beni futuri e che mangerebbero e berrebbero cibo e acqua che dovrebbero destinare ai poveri appunto terzomondisti.

Fandonie vengono contrabbandate mediaticamente per incutere timore alla gente: per esempio l’esaurirsi dell’acqua, che è l’elemento più abbondante in natura, che è una costante per la presenza in natura (ciclo della pioggia) e si può riciclare facilmente. Il problema semmai è l’energia per farlo, che oggi può essere nucleare, geotermica, dall’idrogeno… Invece si pubblicizzano come altamente risoluitive e “morali” l’eolica e la solare, la cui applicazione – vista la resa ridottissima – è solo la garanzia della sopravvivenza dell’uso del petrolio, del metano e persino del carbone!

Controconclusione: Quest’Europa è una favola blu, è un camera a gas…

Ci sono tutti gli elementi per ritenere che questa Unione Europea faccia anche parte dell’infame “Blue Beam Project” – una trama della Nasa che si suppone svolta per conto dei poteri fortissimi. Essa consterebbe di tre differenti fasi operative – dietro tale trama dei precisi “architetti” si prefiggono di preparare l’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale, la mostruosa cospirazione universale, guidata appunto dai massimi poteri, finalizzata al dominio delle genti di tutta la terra. Fra le finalità, la monopolizzazione di tutto l’indispensabile: acqua, energia, cereali, cibarie in genere, medicinali. Una delle tre fasi consiste nella diffusione inedita di una religione unica: le diversità religiose sono, infatti considerate d’ostacolo alla creazione di una mentalità succube, non ché consumistica, uniforme su tutto il pianeta. L’Ue, dunque favola blu, camera  a gas, come nella canzone di Gianna Nannini…

La soluzione è sempre identica: fare il possibile per ostacolare, anche attraverso il voto, tutto ciò che viene propagandato per buono dal “giornale unico”, dal coro buonista dei media. In realtà, tale “coro buonista” propaganda soprattutto, come cosa buona e giusta, quasi fosse un traguardo umano da conquistare, il relativismo morale, cioè il nulla del pensiero, un sostanziale nichilismo, che dia spazio all’arbitrio individuale laddove al potere non costa nulla sul piano materiale, spacciando il tutto per libertà di pensiero e di comportamento.

In realtà basti notare che queste cosiddette conquiste sociali – spacciate come liberali – destituiscono d’importanza la famiglia, l’onore individuale e quindi – in sostanza – la considerazione di sé. Il risultato è di indebolire la compattezza sociale, la sostanziale coscienza civica, quando questa si faccia anche “realmente politica” e via dicendo. Si strozza la libertà alla base concedendola solo sotto forma di lassismo morale, ma si applica il liberismo economico al vertice: che valga, cioè, solo per il movimento dei grandi capitali e capitalisti.

Non è difficile capire a che cosa si riferiscano nella pratica queste nostre parole apparentemente un po’astratte, tanto sono sostanzialmente “vere”.

Tornando a “questa” Unione europea…

Ripetiamo per non equivocare: L’Europa è cosa buona e giusta, è un sogno che risale ai Romani, a Carlo Magno, Napoleone (etc).L’Europa è la nostra “grande patria”. Non va, però, come sta funzionando! Ad esempio non riconosce il cristianesimo quale religione prevalente e fonte di ispirazione morale. Non menziona neppure la parola sport. Ha guardato al vile denaro, voltando le spalle al meglio della vita: la morale, l’arte, la storia, il pensiero…

L’Europa – cioè l’Ue – è dilaniata da rivalità e gelosie interne soprattutto economiche. Una rivalità maggiore – quel che è peggio – si manifesta fra i popoli atlantici, che si sentono geograficamente e massonicamente più legati al “Patto – appunto – atlantico” . La loro rivalità contro il Mediterraneo è fatta anche di un’animosità, che nasce da gelosia e timore dell’evoluzione storica. Essa si manifesta persino nei discorsi e nelle battute …fino a “questi giorni”, come quella da parte del premier olandese: egli ha disprezzato quei popoli goderecci, rispolverando il concetto mussoliniano di “panciafichisti” ed attribuendo chiaramente l’accusa ai popoli latini, troppo spensierati, consumisti e spreconi…

Ma forse conta ancor più che, nell’ambito delle oscure manovre verticistiche di cui parlavamo nel corso dell’intero articolo, l’Europa, vista come Ue, reciti oggi un ruolo di assoluto vassallaggio. Necessita pertanto di un deciso colpo di timone per andare verso una rotta del tutto differente. In pratica, potrebbe guardare finalmente verso est e voltare (o quasi) le spalle a quello che, fino ad oggi, è stato definito come “l’Occidente”.

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La carta moneta da comprare “tutti presso una sola banca” che si occupa di emetterla (di stamparla) nasce da quella che potremo definire la “nostalgia della parità aurea“. Si è registrata, alla vigilia dell’euro, una campagna d’opinione che si riferiva alla “necessità” di tornare ad un sistema che ricordasse la “parità”. In concreto la parità aurea non è mai esistita. Anche nell’evo antico (Roma etc), mentre i governi si erano resi conto della necessità di far pagare le tasse in denaro per non inflazionarlo, circolava moneta di metallo vile e le stesso monete d’oro valevano di più dell’equivalente valore in metallo. Fino all’ultimo dopoguerra – in tempi recenti – a far valere “una sorta di parità” fu il dollaro: gli Usa si impegnavano a cambiare i dollari in oro, perché le altre monete facessero riferimento al valore del dollaro. Tale sistema venne abbandonato in modo strisciante, assolutamente spontaneo – occorre dire con evidente successo – mentre un recente tentativo dell’Argentina (attacco di nostalgia) di riferirsi al dollaro ha portato al default e si è dovuto fare macchina indietro. Il sistema europeo sembra fatto su misura solo per danneggiare gli stati europei e l’Europa nel suo insieme.

Si dimentica, nel complesso, come tutta la rivoluzione industriale abbia proceduto senza rispettare la parità aurea. Si è fatto ricorso ad una politica monetaria da parte della banca centrale, predicata  da Keynes, perché il denaro assolvesse alle sue due funzioni pratiche: mezzo di pagamento e misura del valore. Volendo girare lo sguardo più indietro, il denaro serve ad evitare che lo scambio avvenga solo “in natura“. Cioè che chi dispone di una merce o di un servizio e desidera altra merce d altri servizi debba rintracciare chi sia disposto a quello scambio specifico. Il denaro, pertanto, è solo uno strumento e come tale va inteso. A livello nazionale e internazionale, la sostanza degli scambi è rappresentata da merci e servizi contro merci e servizi.

C’è un sentimento generalizzato di paura verso la difficile comprensione di come proceda l’economia modera: un fiume, anzi un sistema fluviale in continuo movimento, lungo il quale si verificano scambi velocissimi. Ma anche questa visione è statica rispetto alla realtà. L’economia moderna è movimento. La ricchezza e il valore aggiunto possono essere basati anche sul niente. Ciò avviene quando in vendita è l’immagine, la pubblicità, la moda… Ma anche questo esempio è poco. L’importante è che le varie attività di produzione e commercializzazione bilancino fra loro: è una realtà assolutamente immateriale, in cui l’oro ha una rilevanza assolutamente marginale e il denaro dev’essere più che mai “quello necessario agli scambi“. Almeno dai primi del ‘900 si parla di “medio circolante“: è il denaro necessario agli scambi nell’ambito di un territorio. Il relativo “dosaggio” è risaputamente compito dei grandi organi economico finanziari dello Stato e delle Banche centrali. Sempre più opportuno, ma avviene da decenni, è che le varie banche centrali e gli stati collaborino per non creare salti e scompensi…

Per quale mattana tali concetti siano stati messi da parte – ma, ripetiamo, tutto nasce o da mala fede o dalla paura di questa realtà impalpabile, che è anche irrinunciabile – non è dato capirlo. Si può notare solo che la realtà moderna discorda con il concetto statico della ricchezza che ha accompagnato per secoli la storia umana.

 

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