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Furto al Vinitaly: l’inamissibile assenza dell’organizzazione di Verona Fiere

Alcune delle antiche "case" del feudo DisisaAlcune delle antiche "case" del feudo Disisa

Furto al Vinitaly. Vittima proprio la casa vinicola che avevamo presentato, da noi sostenuta per la qualità da vari anni, che nel 2016 aveva vinto il primo premio assoluto per il miglior bianco in seguito a degustazione alla cieca di migliaia di concorrenti da tutto il mondo. E’ la Casa vinicola del Feudo Disisa di Grisì, in pieno Monreale doc e Alcamo Bianco.

L’organizzazione di Verona Fiere ha lasciato aprire, dunque, una vistosa falla, inammissibile date le alte quote di partecipazione pretese, la sbandierata fama. Anche perché non ha garantito un minimo di collaborazione “a posteriori”, dopo avvenuto il “fattaccio”.

Da sempre Palermoparla, appassionato di vini, accorda tutto il sostegno che può al Vinitaly, senza nulla in cambio, anzi, al contrario, nel perdurare di un silenzio “assordante” da parte dell’organizzazione. Ciò per plaudire – com’è giusto che sia – a quella che è comunque una bella realtà italiana nell’alveo di un settore stella per l’economia della Penisola e della Sicilia in particolare… Adesso la nostra rivista non può non rilevare la gravità estrema di questo sgradevole episodio dal significato difficilmente “decifrabile”: Un semplice furto all’interno di un padiglione, dentro uno stand privato, di un pallet carico di prodotti vinicoli? Un sabotaggio ad una ditta più che “emergente” che lo scorso anno aveva inopinatamente sbaragliato un agone zeppo di grossi nomi dell’enologia nazionale e internazionale?

Lo stand del Feudo Disisa all’apertura del Vinitaly 2017 appariva vuoto. Nelle vetrine mancava il vino perché era stato rubato direttamente dall’interno dello stand nel pomeriggio della vigilia… Il peggio può essere, però, rappresentato dal fatto che Verona fiere non solo non sia stato capace di sorvegliare gli stand, ma è risultato anche ASSENTE – fregandosene dei problemi di un espositore che paga esageratamente lo spazio espositivo – e vede vanificato il proprio lavoro, quello presente e quello prossimo futuro!

Miracolo in casa Disisa… Ma alle ore 10 eatte lo stand era di nuovo pronto! Per il vino Mario Di Lorenzo, titolare di Feudo Disisa, si è affrettato a ringraziare la cortesia dei suoi partner commerciali: ha ringraziato Proposta Vini per avergli offerto tutto il supporto possibile, Eric De Carli che nella stessa mattina, già alle 8:00, ha portato 20 cartoni di vino direttamente in albergo, l’enoteca il Contalitro di Palermo che attraverso l’importatore americano (!), Maurilio Purpura, ha fatto pervenifeudo-disisa-lu-bancu-home-girnalevinocibore 3 cartoni di vino, Ottavia Serenità e Pasquale Pulizi che dalla cantina hanno organizzato tutto.

Ma parliamo adesso delle “cose buone” che Disisa sta portando a questa fiera, che lo scorso anno lo vide primeggiare fra i bianchi di tutto il mondo con il Chara…

Fanno esordio al Vinitaly 2017 due nuovi vini di Feudo Disisa, l’azienda del comprensorio monrealese presenterà un bianco da uve Catarratto ed un rosso da uve Perricone, entrambe le varietà sono presenti nel territorio da tantissimo tempo e riescono ad esprimere tutta la loro autoctonia in terre vocate da sempre alla viticoltura.

I nomi dei due nuovi vini, prodotti da queste due uve autoctone, s’ispirano ad una leggenda siciliana che narra della presenza all’interno di una grotta a Feudo Disisa di un tesoro inestimabile, un gran massenti di brillanti e monete d’oro chiamato Lu Bancu di Disisa. A questi vini è affidato il compito di far comprendere il tesoro che i vitigni autoctoni siciliani rappresentano nelle loro più autentiche espressioni.

Mario di Lorenzo, la proprietà: “Al Vinitaly 2017 padiglione 2 Sicilia stand 50 D presenteremo questi due nostri nuovi vini, un bianco e un rosso, dei quali siamo molto orgogliosi per le loro caratteristiche organolettiche e il loro legame con il territorio.

Tonino Guzzo l’enologo: le terre di Disisa sono proprio ideali per questi due vitigni, qui riescono a donare un’espressione della varietà davvero alta.

Chi li ha assaggiati in anteprima ne assicura la grande gradevolezza, perché assicurano riconoscibilità e piacevolezza di beva.

“Lu Bancu Catarratto 2016”, bianco: bella la sua luminosa veste giallo paglierino, esprime al naso deliziose note floreali di sambuco, fruttate di pesca bianca, sensazioni erbacee ed agrumate. Il sorso è ricco di freschezza e di persistenza aromatica intensa con precisi richiami olfattivi. Abbinabile a vari antipasti e primi piatti a base di pesce e verdure ed a formaggi freschi.

“Perricone Granmassenti 2015”, rosso: al naso un sentore floreale di rosa rossa, fruttato di mirtilli e amarene con percezioni di pepe nero e sottobosco, è intrigante da bere per l’equilibrio gustativo. Ideale compagno di antipasti a base di verdure, salumi, vari piatti di carne bianca e rossa, formaggi freschi e a media stagionatura.

(Testo raccolto e commentato da Germano Scargiali)

 

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