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Evitiamo la politica al contrario …di “come cambia il mondo”

Un'immagine geografica sintetica del Mediterraneo politico.
Le antiche vie consolari di Roma che aveva precorso il mondo moderno ancora da rifondare e con l'imperatore Marc'Aurelio aveva inviato una spedizione all'imperatore della Cina che tornò con preziosissima seta e spezie.

Le antiche vie consolari di Roma che aveva precorso il mondo moderno, ancor oggi da rifondare, e con l’imperatore filosofo Marc’Aurelio aveva inviato una spedizione all’imperatore della Cina che tornò con un carico di preziosissima seta e spezie.

Fedeltà assoluta alla Nato? La proclama con voce forte e chiara Paolo Gentiloni. Evidentemente siamo “fuori registro”! La politica estera italiana continua ad essere, di regola, quasi inesistente nel corso della storia repubblicana. Zoppica puntualmente ogni volta che può… Vano è il ricordo delle vere parentesi di lucidità, le ultime delle quali risalgono a …tal Silvio Berlusconi (absit iniuria verbo) ed ai rapporti del detronizzato cavaliere con persone come il trucidato Gheddafi e alcuni “capi un po’ pericolosi” (parole “rubate” al poeta Giuseppe Giusti, ndr) che sono ancora in sella, come Putin ed Erdogan. Per fortuna l’Egitto continua a guardare con occhi benevoli l’Italia, essendovi prevalsa, con Al Sisi la vecchia linea di Mubarak e non quella legata all’Isis incredibilmente sostenuta da …certi “benpensanti” a livello internazionale… L’Inghilterra ha tentato di guastare i rapporti Roma – Cairo, ricamando sul caso Regeni come se offesa fosse solo l’Italia e non essa stessa tramite Cambridge che aveva inviato formalmente (cioè ufficialmente) il “ricercatore”…

Recenti parentesi di lucidità (eccezioni) della politica internazionale italiana ci sono state: la visita di Gentiloni a Tunisi e quella di Mattarella a Pechino… A queste aggiungiamo la visite del papa anche lui un po’ italiano – magari involontariamente di persona, ma certo col suo entourage – in Uzbekistan e in Egitto. Al contrario è ridicolo obbedire pavidamente all’Onu (Usa) puntando i carri armati dando le spalle al fantoccio Al Ferraj e con i cannoni rivolti verso la Tobruk di Haftar, che è l’uomo di Mosca, amato dai libici e prossimo vincitore.

Ma è dal riferimento a quei “capi” su nominati, dell’area “euro – mediterranea”, che si può prendere spunto, parlando di politica sbagliata, anzi addirittura “di segno contrario” a quella che dovrebbe essere.

Perché Erdogan fa da poco parte – e se ne vanta in via ufficiale – della Nato. Ma non può essere che in “perfetta malafede”. E lui, un gran campione di trasformismo, sarà velocissimo, quando lo riterrà opportuno, nel voltare la faccia agli …amerikani.

Anche Putin ha a portata di mano il suo “specchietto per le allodole” o forse di più: è, purtroppo, un falso obiettivo. Cioè la mano tesa di Donald Trump che gli chiede, fra il generale stupore e tanto suo candore: “facciamo la pace?” Buon vecchio Donald, campione di mille imprese commerciali e industriali… Certo sarebbe un sogno per il mondo intero e probabilmente lo resterà… Perché? Per il fatto che, analogamente ad Erdogan, perché fosse possibile un’alleanza reale con gli amerikani non dovrebbero frapporsi la storia e la geografia: la politica ne sarà la conseguenza…

Iniziamo dalla geografia. Due potenze come la Russia e la Turchia si trovano nella massa continentale di gran lunga più grande del pianeta. Si parlava prima di Eurasia, ma oggi è stata coniata la parola Eurafrasia, perché l’Africa cresce, è una enorme riserva di materie prime e diverrà un grande mercato e un centro di produzione.

Subentra, quindi, la storia. Il Mediterraneo torna ad essere il cuore pulsante di quello che fu il mondo antico, che a sua volta torna moderno per una sorta di nemesi già in corso… Tutto avviene in conseguenza al trasmettersi – inevitabilmente – delle tecnologie, assieme al progresso dei mezzi di comunicazione (media) e soprattutto col fiorire dei trasporti di persone e, ancor di più, del trasporto di cose (merci, trasporto intermodale su pallet e container). I trasporti (intermodali) sono la chiave di volta dello sviluppo moderno e la “continuità territoriale”, grazie all’attuale sviluppo delle ferrovie e, in subordine, delle autostrade, è molto, ma molto cresciuta di importanza… Chiariamo ancora: la distanza che un tempo per un ostacolo diventa una delle facilities che la realtà moderna mette a disposizione. I treni veloci, infatti compiono un lavoro analogo a quello che il cabotaggio compie sul mare. Tale possibilità “sconta” i prezzi, meglio ancora, i costi aziendali di chi spedisce.

Tale antefatto storico e naturale è stato determinante perché si procedesse al raddoppio del Canale di Suez (cui ha collaborato, neanche a dirlo anche l’Italia, la cui “mano privata” ne fa una vera potenza mondiale negli appalti delle grandi opere). Ma subito tale raddoppio entra esso stesso da protagonista nel dare un’altra spinta al volano di una crescita che ancora molti non vedono. Sono ovviamente abbagliati anche dalla perdurante emigrazione dal terzo mondo, ma che, contrariamente a quanto si teme e si dice sui media e per strada, scemerà, fino a cadere verticalmente: gli europei migreranno in Africa e Medioriente, dove le offerte di lavoro per chi possiede knowledge e know how sono già notevoli e saranno enormi.

L’altro trait d’union geografico e logistico nel cuore della massa continentale dell’Eurafrasia in direzione del “cuore pulsante”, cioè del Mediterraneo, è il Mar Nero. Vi si affacciano direttamente e indirettamente paesi che crescono a cifre l’anno in percentuale. Confluisce nel Mediterraneo attraverso il Bosforo e i Dardanelli, che racchiudono un braccio di mare fondamentale fin dall’antichità: era chiamato Ellesponto e il re di Persia Serse, per invadere la Grecia, lo attraversò “improvvisando” un ponte di barche. E’ lungo 62 Km e largo meno di 10 al massimo. Ma è perché ha pieni poteri su di esso che è d’uopo abbinare la Turchia alla Russia, facendone due potenze grandi e decisive per determinare la storia che ci attende nell’imminente.

Se, però, è superfluo parlare della Grande Madre Russia, erede della scuola diplomatica zarista, della volontà di potenza sovietica nell’industria e negli armamenti, oggi modernizzatasi con l’introduzione dell’economia di mercato, risulta appena un po’ più complesso spiegare l’importanza della Turchia. Essa è un raro paese a cavallo fra due continenti, ma è come se fosse fra tre: Europa, Asia e Africa. Perché col continente nero vanta una, sia pure indiretta, continuità territoriale. Come la Russia, ha perso molti territori rispetto al passato, dal tempo del Grande impero Ottomano. Conserva, però quanto basta al pieno controllo del Bosforo e dei Dardanelli.

Ma, oltre che fra il Mediterraneo e gli oceani, anche la concordia fra l’Europa continentale e soprattutto quella atlantica con l’Europa Mediterranea risulta difficile e improbabile, per cui le parole “Occidente, occidentale, occidentali”, militarmente Nato, si sono sgonfiate di significato. Anzi se ne indica la data di morte, che coincide con quella di Gheddafi, che tanto inestimabile danno ha causato al Mare Nostrum…

Adesso chiariamo un fatto storico fondamentale. In occasione delle due guerre mondiali, il “premio”, anzi il pomo della discordia, era l’Africa. La vittoria della prima ne “dovette” assegnare tanti pezzi a quei paesi dell’Europa che avevano collaborato alla vittoria con gli americani. La grande potenza yankee aveva attraversato una prima volta l’Atlantico, pur trasgredendo lo spirito più che la lettera dell’Editto di Monroe. Sì, l’America agli americani, ma anche il sangue degli americani…

Il problema cambiò faccia e peggiorò in occasione del secondo conflitto. Per la verità di fondo era che lasciare all’Europa e ai suoi paesi, detentori comunque di un tecnologia e di una capacità d’innovazione verticistica, le risorse dell’Africa significava fare ciò che ormai sognavano – pardon – Hitler e Mussolini. Due “facce facciose” come poche nella storia. Essi avrebbero poi avuto al loro fianco il naturale alleato Francisco Franco, che avevano aiutato ad andare al potere e avrebbero lasciato fuori l’Inghilterra – la Perfida Albione – che faceva da sempre – e fa tuttora – sostanziale e ferreo fronte comune con gli amerikani, ipnotizzando senza difficoltà anche la Francia. Questa avrebbe fatto molto bene a far fronte con l’Itala e la Germania, ma sono molti anni che “sbaglia tutto”.

Per chiarire fino in fondo, il fondamento del “patto atlantico ristretto”, quello anglo – americano con l’inquilino a mezzo servizio francese (da cui anche la capacità ipnotica nei confronti della povera “sorella latina”) ha un nome: massoneria. Hitler e Mussolini l’avevano messa fuori legge e in Italia palazzo Giustiniani era stato sottoposto a plateale sequestro (venne restituito ai massoni all’arrivo degli americani). La Francia è stata pazza a “farsi soffiare” la supremazia in un Mediterraneo fortemente francofono negli anni dal 1950 al 1990 circa. Tutto per fare la papera in mezzo ai papaveri degli oceani.

Non fu un caso – lo ripetiamo – che la battaglia fondamentale venne combattuta in un pezzo di deserto apparente privo di valore, ma al confine fra Libia ed Egitto, dove si combatte ancora. Presso una località fino ad allora sconosciuta: El Alamein. Lì morirono soldati, una miriade di soldati, consapevoli – italiani e tedeschi – anche di perdere, ma sapendo o intuendo di giocarsi comunque il destino della patria: decenni di ricchezza a venire per l’Italia e la Germania, decenni di sicurezza di potere e di potenza per la realtà oceanica e anglosassone di Usa e Commonwealth… Contro le truppe italo tedesche si schierarono i cosiddetti “alleati”: Inghilterra, Usa, Canada, Australia, Nuova Zelanda ed altri ancora,con i Marocchini con fucili e baionette in mano, lì e negli sbarchi, in prima linea ogni volta che potevano spedirceli, ma ovunque con licenza di saccheggio e di stupro, come nel Medio Evo… Contro i cannoni di Hitler che sprofondavano nella sabbia e l’eroismo e l’inventiva degli italiani, guidati dalla Folgore e dai Bersaglieri, che spostavano a mano i campi minati provocando agli inglesi vincitori molti più morti di loro che persero, si muoveva una miriade di carri armati molto moderni provenienti dalle potenze dei due oceani… Nulla da fare!

Era Montgomery più intelligente di Rommel? No, anche un coglione, ormai, avrebbe vinto quella battaglia. Montgomery si profuse ingiuriando gli italiani che tanti morti gli avevano procurato. E’ storia: leggetela! La guerra era stata provocata da Hitler e Mussolini? No: era stata decisa da “oltre oceano”, principalmente dagli Usa, per impedire che un’Europa concorde “mettesse le mani sull’Africa e il Medioriente, nell’era del petrolio, dell’uranio e dei trasporti.Ma intendiamoci: l’Africa è la riserva agricola vergine più ricca che resti al mondo. Europa più Africa significa massima potenza al mondo!

Tornando all’oggi, la clessidra ella storia si capovolge spietatamente nei confronti degli oceani. Il gigantismo navale transita con enorme difficoltà da Panama (pur rifatto in buona parte dall’italiana Impregilo, la stessa del Ponte sullo Stretto) e preferisce Suez e i trasporti attraverso il Mar Nero e l’antico Ellesponto.

Il “premio” in palio per il mondo intero, o pomo della discordia, più che mai si estende a tutto il Medioriente. Non è un caso che si combatta tanto nella strategica Siria: per la strategica Siria, altra grande nazione nella storia, con una “bella costa” mediterranea. Ma, soprattutto, occorre chiarire che la Russia in Mediterraneo “non ce la deve portare nessuno”: c’è già e Putin non a caso si è battuto con unghia e con denti per la Crimea, che gli Usa, rispolverando – quando è loro utile – la solita scusa dell’auto determinazione dei popoli (come son buoni loro…), volevano sfilargli di tasca con la destrezza di chi sfila il portafogli sul bus ad un signore con l’aria facoltosa. A Palermo li chiamano “spingulari”, perché fanno spesso uso di uno spillo, da cui la parola spillare, comune anche a chi toglie vino da una botte con un rubinetto “a spilla”.

No, non ci può essere accordo dell’America con la Russia, la Turchia, la strategica Siria, con l’aggravante che tali potenze capiranno presto quanto vale colloquiare amichevolmente con l’Iran, l’antica e mitica, imbattibile Persia e con l’Egitto dei Faraoni. Ma non dovrebbe esserci e non c’è possibilità reale d’accordo neanche con l’Europa mediterranea, Italia in testa, i cui interessi, invidiabili e invidiati, coincidono con quelli degli altri stati mediterranei che si affacciano sullo stesso mare: da anni li definiamo come “rivieraschi” e “frontalieri”. E’ in quella direzione che il fatidico Stivale che un tempo si chiamò tutto Roma, dovrebbe guidare il carro di Spagna e Grecia, aprendo le frontiere non tanto a Nord, ma risolutamente e completamente a Sud e ad Est! Dovrebbe smetterla anche di dare un calcio reale alla Sicilia, assieme a quello che troppo evidente le imprime nella carta geografica! Perché, in questo gioco ben più serio d’un lavoro, la Sicilia è la porta naturale (geografia imperat) dell’Europa. Lo disse Federico II prima di morire: la Sicilia è la porta naturale dell’Europa nel Mediterraneo e dispone anche, nella migliore posizione, del migliore e più grande porto naturale d’Europa: Augusta. L’imperatore Federico, Stupor Mundi, fondò la città col nome per questo “Augusta”. E le assegnò come simbolo l’Aquila federiciana che tine in mano due monete d’oro, simbolo della ricchezza che la attendeva… Ma dispone di un altro porto noto sin dall’antichità: Panormos, Palermo, tuttora simbolo assoluto di un buon ormeggio, adatto al gigantismo delle navi e delle piattaforme petrolifere, che possono essere ospitate nel Cantiere che fece carena alle petroliere: sta per essere costruito il massimo bacino per piattaforme del mondo e l’UE ha dichiarato il porto “Core” prima della stessa Augusta. Non a caso Palermo è il termine dell’asse stradale “Corridoio 1” dell’UE proveniente da Berlino, ma in realtà viene da Oslo ed è diretto A Cape-town.

Sulla stessa linea coerente del Mediterraneo si schiereranno presto, per chiara convenienza, Marocco, Tunisia, soprattutto il grande Egitto, e lo stesso Israele, trovatosi di recente incredibilmente su posizioni opposte a mamma Washington e agli zii di Londra…E’ noto, infatti che gli ebrei sono di solito massoni e che molti massoni sono ebrei. Ma conservano un detto più gelosamente dei napoletani: “qua nessuno è fesso!”

Dietro tutta la realtà mediterranea c’è infatti, oltre all’Africa e al Medioriente, qualcosa come l’Asia, senza soluzione di continuità territoriale: l’India, la Cina, il Giappone, le due Coree e tutto il Far East, con i porti di Singapore, Hong Kong etc.

Lungo questo sterminato territorio, percorso già in via esplorativa dai Romani, da Alessandro Magno e dai Polo, dove transitavano per secoli le carovaniere con spezie e la seta in cambio di manufatti, si viaggia oggi sulle linee TAV, già in progetto e costruzione, ma ci si muove anche con il gigantismo navale, che già diserta metodicamente Panama a favore del raddoppiato Suez. Un asse stradale cartesiano sta unendo Oslo con Cape-town e Lisbona con Pechino. E gli Usa stanno a guardare., non possono fare altro…

“L’America ha chiuso”, per usare un’espressione gergale cara ai giovani. Ha chiuso con le sue ambizioni di potenza, con le sue smanie di gendarme del mondo, con quelle da numero uno. Fa bene D.Trump a ricordare agli americani il motto America first. Ne hanno bisogno per …tirarsi su. Fa bene “The Donald”, che scemo non è, a tendere la mano a V.Putin, già, il suo amico russo. Sarebbe la sola cosa da fare per l’America mentre l’asse economico spostatosi sugli oceani all’indomani della scoperta dell’America torna al posto destinatogli dalla natura. Peccato per gli americani che ci sia di mezzo Putin, che è già potenzialmente “il padrone d’Europa”, poiché anche il suo popolo non ha nulla da imparare per ritenersi europeo. Inutile dire che un’Europa sotto l’egida Russa sarebbe un fortilizio economico finanziario e scientifico inattaccabile, alle cui porte chiunque, Cina inclusa, dovrebbe presentarsi col cappello in mano. Tempo al tempo, ma oggi l’orologio scorre veloce: può darsi che stia andando così.

Germano Scargiali

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