Hot Topics

Li chiamavano contribuenti: i tartassati dalla “strana” equità dello Stato

Gli italiani che partivano con giacca, gilet e carta d'identità non erano come i profughi africani. Possedevano ben altra dignità: ripartono adesso portando via dall'Italia anche i risparmi? Talvolta tanti, per ...salvarli dalle grinfie del fisco?Gli italiani che partivano con giacca, gilet e carta d'identità non erano come i profughi africani. Possedevano ben altra dignità: ripartono adesso portando via dall'Italia anche i risparmi? Talvolta tanti, per ...salvarli dalle grinfie del fisco?
Era già iniziata l meccanizzazione, ma l'Italia marciava in ritardo. Scontenti e per fame gli italiani lasciavano parenti ed amici per non tornare... Oggi un volo ogni tanto e internet li consoleranno?

Era già iniziata la meccanizzazione, ma l’Italia marciava in ritardo. Scontenti e per fame gli italiani lasciavano parenti ed amici per non tornare… Oggi un volo ogni tanto e internet li consoleranno? Tornano le parole di Maffeo Pantaleoni (1910 circa): “anche un imbecille sa imporre nuove tasse…”

Vi sono “quelli” da mille o 2 mila euro, ve ne sono da 10 o 20 mila euro, e ce n’è da 100 o 200 mila, ma sono anche molti quelli da uno o 2 milioni: li chiamavano contribuenti. Oggi sono i debitori del fisco italiano. Gli altri, quelli che hanno o avrebbero debiti superiori li trascuriamo, perché sono già fuggiti all’estero o stanno preparando armi e bagagli, hanno già “delocalizzato” denaro, ricchezza, attività imprenditoriale…

Tutti questi debitori, tuttimega” in relazione alle rispettive disponibilità, ormai sognano la fuga dall’Italia, altri dall’Europa. Tutti fuori dall’Ue, comunque, non meramente “all’estero”. Già, perché, nonostante i tanti trattati dell’Unione, le ricorrenze, i proclami, nessuno si sogna che la Francia per l’Italia, oppure la Germania per la Spagna e viceversa non siano …l’estero. Ma che ha fatto quest’Europa? Che fatti ha fatto? Lasciamo, però, ad altri articoli di recente pubblicati (vedi voce economia) i discorsi sull’Europa.

Equità fiscale? Un ricordo, forse… E la nuova Equitalia? A quanto risulta sarà tecnicamente “più feroce” della precedente. Perché riunirà le varie fasi della riscossione forzata in minori uffici, li accentrerà per agire con …virulenza. Bene, bene! Si fa per dire…

Se l’Italia pensa di non fallire mandando in fallimento i suoi cittadini è ovvio che cade in un errore da stato imbecille per dirla con il solito Maffeo Pantaleoni (padre degli economisti italiani).

M Equitaliaa ecco che cosa, ormai, avviene…

Agenzie specializzate offrono l’assistenza completa per il trasferimento – è proprio il caso di dire armi e bagagli – nei tanti “paradisi” da cui, magari, tornare ogni tanto a riabbracciare qualche parente…

Dal Portogallo a Malta, ai lontani lidi dei Caraibi alla vicina Svizzera, già, persino la ricca regione dei trenini rossi, dei laghi e degli orologi. Ce n’è per tutti i gusti. E perché non il Mar Nero, con il Kazakistan e l’Uzbekistan, ad esempio. Sono disponibili intere mappe, prontuari dove sono descritte caratteristiche, angoli migliori, condizioni climatiche etc.

In tanti fuggono via e giungono le statistiche, le indicazioni di tendenza…

Errori su errori pesano sull’Italia e sull’Europa, che pure oggi sono favorite dalla storia per il rinascere in chiave moderna delle vie della seta e delle spezie, il riproporsi sul gigantismo navale e le grandi ferrovie delle direttrici percorse dalle antiche carovaniere…

L’Europa settentrionale, soprattutto atlantica, è gelosa di quella mediterranea. Sa che l’asse politico economico sta già spostandosi verso sud e verso est, che la posizione di vantaggio goduta per effetto mediato del viaggio di Colombo viene meno: la terra con tutto il mare manca loro sotto mi piedi. E’ un errore che si somma allo svantaggio che conseguirà alla nuova situazione. Se n’è accorto pure Bill Gate: l’Africa sta per crescere, lo fa già a due cifre, può raddoppiare in meno di cinque anni la propria capacità produttiva in agricoltura e allevamento: sarà tutto. Non si potrà più tenere lontani gli africani dai trattori e dai polifosfati, dalle piante speciali, oggi elaborate, che vivono persino nel deserto… Da palla al piede del Mediterraneo l’Africa si trasformerà in una fucina di interlocutori benestanti, capaci di acquistare pagando, di contrattare, concludere affari… Già avviene. Il Medioriente già lo fa. Lo farà il Far East attraverso le nuove vie e già si muove…

L’Europa è una fabbrica di errori. L’Italia è un rimorchio che la segue male, incredibilmente peggio… Solo l’iniziativa privata la salva dal default. Ma ce la mette tutta per avversarla… Si è lasciata dominare dall’ideologia, dal mito del cambiamento. Affidare Roma e Torino a sindaci come la Raggi e la Appendino la dice lunga. Cambiare senza base cultural, senza preparazione tecnica, illudendosi che quella che i francesi chiamano “naiveté”, che è più incisivo di dire “candore”, possa governare meglio di una guida “scafata” come si dice a Napoli è puerile…

Il governo italiano forte di un’altra ideologia, quella dello statalismo, si può permettere di infrangere l’Art.1 della costituzione imponendo l’Imu, una tassa sul patrimonio, che – come la stessa costituzione “chiosa” più sotto – è possibile solo “una tantum” specificatamente per particolari occasioni quali grandi calamità, cataclismi, terremoti… Un’imposta sul patrimonio non può essere istituzionalizzata. Ma lo Stato lo fa perché, pr ideologia, il popolo lo accetta…

Tutto è concatenato. Dietro ogni evento “organizzabile mediaticamente” con una campagna di persuasione, si crea una cordata: quella di tutti coloro che vi hanno interesse. E’ così per il clima, l’energia alternativa, l’antimafia, l’immigrazione, persino il Jihadismo, ma ciò a livello internazionale. Così a livello mondiale si alimenta il mito delle variazioni climatiche che, dietro ad un paio di mere ipotesi, senza alcuna prova scientifica certa, scatena un movimento di convegni e incontri, ma soprattutto la possibilità di enormi stanziamenti a fronte di provvedimenti la cui efficacia nessuno potrà mai controllare. Esattamente come privi di alcun controllo tecnico scientifico sono i fenomeni cui si vorrebbe far fronte…

Poi si vede Salvatore Riina che ride dei magistrati che lo interrogano e chiede, come fosse un istituzione giuridica usuale, il diritto, comunque umanamente rispettabile, di una morte “normale”. Siamo giunti improvvisamente – accorgiamocene – agli antipodi della condanna a morte per omicidio, e Riina anche di questo è colpevole…

Ma i media continuano a non dire che i “vari” Riina di questo mondo sono difficili non solo da acciuffare, ma anche da condannare. Perché conservano sempre una carta vincente in tasca. Perché, se dicessero – con dati alla mano e potrebbero – che nessun fenomeno organizzato di tipo antisociale, né il Jihadismo, né la mafia che uccide (se necessario a proprio giudizio) avrebbero vita lunga se dietro di essi non vi fossero dei “danti causa” ancora più potenti che se ne servono all’occasione. Anche strutturalmente…

Scaramacai

 

 

Be the first to comment on "Li chiamavano contribuenti: i tartassati dalla “strana” equità dello Stato"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*