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Elezioni agrodolci e lezioni semi amare di filosofia

Dal testa a testa è schizzato via Grillo
Uniti per Dio chi vincer ci può. Anche il coro mediatico li prende sul serio...

Uniti per Dio chi vincer ci può. Anche il coro mediatico stavolta li prende sul serio…

Esito agrodolce di questo atteso “turno” elettorale. Ciò che più traspare evidente è che dietro le politiche di paesi come Inghilterra, Francia, Italia e la stessa Germania si muovono forze internazionali che limitano la funzione e lo stesso significato della democrazia. Se meno gente va a votare non è solo colpa del politico della porta accanto, ma anche della sgradevole sensazione epidermica di tutta la politica nel suo insieme.

I benpensanti in Italia tirano un atteso sospiro di sollievo per il tonfo dei grillini che sperano sia l’inizio di una fine a coda di topo. Grillo era andato a votare con il casco, prevedendo – forse – che il mondo stesse per crollargli addosso. La più grande batosta gliela dà il suo ex Pizzarotti, andando come primo al ballottaggio a Parma e relegando il candidato grillino su un umiliante 3%. Ma le grandi città sembrano aver avuto paura di sindaci “allo stile della Raggi” o dell’Appendino…

Palermo conferma Orlando e i media parlano di trionfo, ma, se non ci fosse stata una regola a parte, in questa Italia dove la legge è disuguale per tutti, che gli consente di “stravincere” (parola della mainstream mediatica) con poco più del 40%, sarebbe ora al ballottaggio con il “picciotto” Ferrandelli, una candidato quasi impresentabile in una città della portata di Palermo. Frattanto, infatti, all’Aquila chi ha il 47% andrà al ballottaggio. Perché Palermo è la sola città in Italia in cui non è necessario, come altrove, il 50% per vincere al primo turno, ma basta il solo 40%… C’è chi pensa che questa norma, più la presentazione di un candidato inconsistente da parte del centro destra, sia il risultato di un …patteggiamento. Vedremo che cosa avverrà alle regionali, dove Orlando e chi gli sta dietro potrebbero restituire il favore. Resta il fatto che, sul piano cittadino, non mancano “i voti in tasca” e che ai liberi cittadininon resta che …godersi i resti”. Oppure si dovrebbe supporre che Orlando non abbia stancato, che lo stato comatoso della città non colpisca gli occhi della gente. Che chiudere le poche vie verticali al mare per anni, vedi via Lazio, dopo aver occluso la direttrice Notarbartolo, inserendovi un tram ferroviario, non abbia inorridito i palermitani. Che le vie piene di erbacce e immondizia, la morte di alberi e fiori, ma soprattutto le saracinesche chiuse di migliaia di attività commerciali siano coperte dalla vernice invisibile.

C’è di peggio: Orlando è stato di recente definito dal presidente del Porto Enzo Cannatella il maggior nemico del porto che ci sia in città. Noi diciamo che non ha saputo neppure comunicare ai palermitani che il porto è la massima presenza industriale cittadina, che è un hub port, che è stato dichiarato Core dall’Ue, cioè del massimo interesse continentale ancor prima di Augusta che, se non ci fosse Crocetta, dovrebbe battersi per divenire ciò che gli spetta per diritto geografico e addirittura divino: essere la porta d’Europa in Mediterraneo. La seconda sarebbe Palermo. Per questo è il terminale del “Corridoio uno”, l’asse viario che parte da Berlino, ma sostanzialmente dai ghiacci polari ed è destinato a giungere fina a Capetown. Queste cose a Palermo, secondo Orlando una capitale della cultura, neppure si sanno…

Frattanto, Berlusconi si conferma uno dei protagonisti assoluti della politica italiana. Matteo Salvini, un po’ zotico per quanto sia, fa meglio di altri, la destra si dimostra viva e vitale. Per di più, questa volta, il giornale unico, la mainstream, non tace il “particolare”. La destra unita, afferma la Tv col tono di buona notizia, può farcela. Si ripropone, con la tombatura dei grillini, l’alternanza che garantisce la governabilità…

Sulla Francia abbiamo già scritto. La mainstream mediatica parla di trionfo di Macron: di fatto è stato eletto con pochissimi voti, cioè vanta una maggioranza molto “millantata”, ma conquistata su una sorta di “campione ” di meno del 50% dei francesi. In sostanza ha il sì di uno sparuto 20% dei francesi circa. Parlano di una maggioranza “alla De Gaulle”. Ma allora votavano “tutti i francesi” o quasi.

In concreto, una sedicente destra, inventata dai Rothschild, batte la vera destra. Si parla anche di centrodestra, come se fossimo in Italia. Nonostante la “strepitosa” vittoria, Macron cerca alleati, ma si esclude che li cerchi alla porta della moderata Marine Le Pen, che sarebbe anche lei di destra, così come si era spacciato lui alle elezioni. Macron li cerca al centro, fruga fra i “socialisti pentiti”. Avvezzi, questi, a fare il gioco dell’alta finanza in cambio di posti da “boiardi” di stato. Per Marine, però, c’è adesso un ulteriore appello… Deve fare in modo che i francesi “vadano” a votare.

Vari politici socialisti, di già, sono anche passati, fulmineamente, con Macron: che bello saltare sul carro del …vincitore. No: la Francia non è neppur essa un bell’esempio…

A Roma si attendono ora le elezioni politiche. Con quale formula avverranno? Non si sono messi d’accordo. Ma l’Italia non è stanca solo di Grillo, lo è anche di Renzi. Si è accorta del suo peccato morale: mettere ovunque i propri amici o gli amici degli amici…

Ma c’è dell’altro e è il fatto più grave. Renzi dice bene che occorre fondare un nuovo socialismo. Tuttavia, dopo aver mandato in bestia i nostalgici e suggerito a qualcuno degli ex amici di cavalcare la nuova tigre, quella del vecchio modo di essere, per sfruttare la situazione, continua a ragionare con i vecchi schemi. Cresciuti con un’ideologia, non è facile spogliarsene realmente. Se ne cerca un’altra o una serie di altre.ma soprattutto si continua a procedere mentalmente con una logica ideologica…

Facciamo un esempio con la scuola italiana. E’ tuttora intrisa della mentalità idealistica (quindi ideologica) di Croce e Gentile, due tardo idealisti più vivi di quanto sembri nella mentalità corrente… La scuola italiana va male perché non concepisce che la cultura è niente senza la vita, che la buona cultura è vita, che la corretta teoria cammina a stretto e inseparabile contatto con la pratica. Per questo la scuola non prepara sufficientemente alla vita. Il modo di pensare socialista di stampo marxista (idealismo filosofico figlio di Platone ed Hegel) contiene gli analoghi gravissimi difetti. Ne è affetta tutta la sinistra italiana che ha contagiato il male ai Verdi e agli stessi 5Stelle: si propongono una qualunque idea e la perseguono inserendola nella dialettica di altre idee, ma dimenticandosi si aver preso le mosse senza controllare che i dati di partenza fossero certi e congrui, né che i nuovi elementi abbiano un riscontro concreto e misurabile nella realtà.

Da questa deformazione mentale difficilmente si …guarisce. E’ per questo che Matteo Renzi non riuscirà a rinnovare il socialismo italiano, tanto meno restando dentro il PD. Ecco che rievocano Gramsci, che parlava da economista, un po’ come Papa Francesco, senza esserlo…

Degli ultimi idealisti italiani, Croce e Gentile, si dice quanto segue: Croce rimase prigioniero nella stanza chiusa dell’idealismo senza aprirne neppure le chiuse finestre: Gentile le aprì, ma rimase dietro i vetri. Detto questo, va specificato che nessun pensatore, assurto a tale fama, è da guardare con disprezzo. Neanche Marx e lo stesso Gramsci che, fra l’altro, se fossero nati in tempi successivi ai loro, difficilmente avrebbe detto ciò che dissero…

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