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Elezioni: gli errori di Renzi, Berlusconi, Grasso e quelli mediatici di Musumeci

La solennità dell'aula di Montecitorio dovrebbe ispirare serietà e rispetto per l'italia e gli italiani che li hanno eletti ai parlamentari...La solennità dell'aula di Montecitorio dovrebbe ispirare serietà e rispetto per l'italia e gli italiani che li hanno eletti ai parlamentari...

Non sono trascorse che 12 ore appena da quando abbiamo compreso il risultato di questo confronto elettorale, annunciatosi come storico – e paragonato, addirittura, al referendum monarchia repubblica – e già se ne può tirare la morale. E’ complessa quanto l’intero confronto, complicato da un’inedita formula elettorale, denominata ancora una volta con un nomignolo, “rosatellum” come se non fosse una cosa seria. E, forse, non lo è…

Una delle prime considerazioni è come sia “un lusso” e un atto di fiducia nel progresso in corso della cultura comune, l’adozione di una formula democratica che – senza alcun dubbio – concede tutto il potere della nazione, cioè del popolo, al risultato di una votazione in cui i voti si contano ma non si pesano. Sarebbe facile notare come le regioni “più colte”, cioè – ammettiamolo – quelle del Nord hanno votato tutte liberale, al punto di assistere alla “conversione” di regioni come l’Emilia Romagna, le Marche, L’Umbria, lo stesso Lazio, relegando al socialismo la sola Toscana. Irriducibile: vedi caso, quella in cui la complicata presenza massonica è maggiore.

Il successo dei 5Stelle non è che un surrogato del successo della sinistra marxista  per le somiglianze, le assonanze, le connotazioni con quelle teorie (è un atteggiamento del modo di pensare, come abbiamo altrove spiegato e accenniamo anche più sotto). Ma i “grillini” hanno aggiunto sulla bilancia la prematura e azzardata promessa di uno stipendio per tutti: reddito di cittadinanza, il massimo della “manna dal cielo” per i citoyens dei tempi di “allons enfants”. La storia procede verso quel poco originale traguardo (raggiunto da paesi dalla ricchezza facile). Succederà, ma bisognerà decidere il come e operare con chirurgica saggezzaDove prendere, però, quel denaro, oggi, in Italia? Ancora dal mattone o dalle accise su carburante e combustibile? L’Italia ne è esausta, è già in ginocchio per questo… Ma, se di errori dobbiamo parlare, quello dei 5Stelle è statoi di non creare – e sono stati i soli – attorno a sé una coalizione: l’errore del “tutto mio, tutto mio“, si diceva sarcasticamente un tempo…

Una seconda evidenza non riguarda il successo del M5Stelle, quanto la sconfitta di Matteo Renzi. Sindaco di Firenze, capo dell’ex PC e capo del governo, paga non già per gli errori e per il mal comportamento, che lo ha visto ripercorrere la tradizionale strada del clientelismo che contraddistingue “la normalità” della storia politica nazionale. Paga, bensì, per il bene che ha fatto. Quale? Cercare di sbloccare il suo partito, che pure a ha rinunziato ad ogni riferimento formale al socialismo, dai ricordi marxisti. Renzi ha “rottamato” fra le tante cose i modi e le regole del vieto marxismo, cercando una nuova strada al socialismo fra quelle possibili da percorrere in avvenire… Renzi ha, pertanto, suscitato lo scandalo dei nostalgici, di coloro – cioè – che non hanno capito che il tempo passa e la storia insegna. Deve insegnare. Il colmo è stato che far questi nostalgici, si schierassero, a fare da veri e propri “pezzi da museo“, personaggi ritenuti “intelligenti” come Pietro Grasso e Laura Boldrini: non si sono accorti che, anche agli occhi di tutti, si avviavano a divenire – ormai – …né carne, né pesce.

Nel complesso, la “sinistra” ha fatto riferimento ad una battaglia ideologica priva, ormai, di appeal nei confronti del grande alveo dell’elettorato: l’antifascismo, il buonismo verso i profughi e simili …ospiti. La nazione è sfinita dalle tasse, dalla burocrazia, dalle semplici bollette e dalle multe che non riesce più a pagare, prima ancora che dalla disoccupazione dei giovani, dalla impossibilità di mettere da parte dei risparmi per evitare una vecchiaia “a rischio” o per lasciarli agli eredi… Tutti hanno la loro “rateizzazione”, cui far fronte, per cui sanno che neppure i denari del futuro saranno più loro… Farebbero un patto col diavolo e lo manderebbero anche al governo, se veramente li liberasse o li alleviasse da questi mali…

Ciò che paga, alla vigilia di un confronto democratico in cui i voti si contano, ma non si pesano, è soprattutto la demagogia, che precede, in “momenti di svolta” come questi, anche l’attaccamento ai “colori sociali” (tifo da calcio, da curva sud e curva nord)- Questo non è riuscito ad aiutare neppure Renzi. Morale, se tale si può ancora definire: mai riconoscere i propri errori davanti al popolo. La Nazione (i cittadini nell’insieme) non perdona chi sbaglia, ama la forza vincente, non la signorilità, né la lealtà… Lo sapevano i più antichi capi popolo ed è ancora verissimo, una vera lezione per chi comanda. Hanno azzeccato la “campagna elettorale” il M5Stelle e lo stesso Matteo Salvini: demagogia e promesse quante ne voleva la gente o ancor di più…

Troppo flebile e “signorile”, anche, con riferimento al vecchio affetto dei fedelissimi, la campagna di Berlusconi: non ha sortito l’effetto da “rush finale” di sempre. Livello zero alla demagogia, ma anche alla mera qualità della comunicazione da parte del Musumeci, vincitore recente delle elezioni in Sicilia. “Vuol mantenere un  profilo basso” finché i grandi risultati non saranno evidenti. In realtà, Musumeci e i sui migliori assessori, Gaetano Armao in testa, stanno ottenendo già dei risultati ben concreti. L’ordine di scuderia resta, però, quello del “basso profilo“. Così, la Sicilia, che secondo lo stesso Armao (come disse alla vigilia) avrebbe potuto presentare il conto dei propri meriti per “questa” vittoria elettorale al tavolo di Roma, dovrà solo farsi perdonare di aver perduto e di esser stata addirittura una palla al piede.

Germano Scargiali

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AggiornamentoE Renzi salvò l’Italia: No alle forze antisistema!

Renzi: le sue idee sono più avanti di quelle dei suoi elettori...

Matteo Renzi: le sue idee sono più avanti di quelle dei suoi elettori…

Matteo Renzi conferma ciò che abbiamo detto sopra. Nelle grandi linee riemergono le sue buone doti politiche: “Resto alla guida del PD che non farà oggi la stampella di nessuno…” Ovviamente si riferisce ai 5Stelle. Come lasciare l’Italia in preda all’impreparazione, a modi ideologici di ragionare mutuati dal vecchio marxismo? Come lasciare un partito storico di maggioranza in preda di chi la maggioranza la conquista in modi così avventurosi, mettendo insieme il non voto e i voti di quelli che hanno creduto alla demagogia da strapazzo? E l’ultimo atto sarebbe un inciucio con un PD fino a poche ore prima avvilito e calpestato.

No alle forze antisistema! Avevamo detto alla vigilia “no agli estremisti” e dobbiamo ribadirlo! Andremo comunque all’opposizione! Dimettermi e un must, ma dopo aver determinato chi governerà l’Italia!

Renzi dimostra in questa occasione di possedere il carattere e le doti di uno statista, cioè di padroneggiare il “senso dello stato“…

Che differenza, invece, in Di Maio, pronto al “confronto con qualunque forza politica“. Quelle che hanno sempre sia rinnegate che corteggiate, affermando alternativamente di essere di destra e di sinistra… Non si accorge di confermarsi come “un re dell’inciucio“, di quell’atteggiamento che mille volte ha affermato di condannare! Tutto, pur di andare al potere, di conquistare le fatidiche poltrone. Erano stati i soli – i grillini – a non cercare attorno a se stessi di formare una coalizione… La caccia alle poltrone, a costo d’inciucio: ecco ciò che da sempre più conta in Italia… Ma quale Italia? La peggiore, quella che migliaia  di volte abbiamo imparato a condannare…

Matteo Renzi ha perso il confronto apparente – la mera tenzone – ma, di fronte alla storia, vedendo che il posto di primo ministro e capo del governo viene conteso da due gestori del “non voto”, com’è Di Maio e com’è – diciamolo – il ben più simpatico Matteo Salvini, ci sono molti italiani che rimpiangono in questo momento quanto meno “il tratto politico” ben più presentabile – un vero biglietto da visita in politica internazionale – di Paolo Gentiloni. Un alter ego, appunto, un cavallo di razza che aveva chiamato accanto a sé proprio Matteo Renzi.

A “destra”, comunque, la lealtà a Matteo Salvini – che presenta la propria candidatura – è leale ed assoluta. E’ probabile che – con fisiologica alternanza – tornerà a governare l’Italia. Non ci sarà da vergognarsene…

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