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“I miei primi 100 giorni” Parla Nello Musumeci

Un momento della conferenza a Palazzo d'Orleans

Di Germano Scargiali (Foto di Angelo Modesto)

Attesa conferenza stampa del neo presidente Nello Musumeci nella sala riunioni al terzo piano di Palazzo d’Orleans. Una novità, la puntualità nel presentarsi agli intervenuti, cui i giornalisti si erano disabituati nei cinque anni dell’era Crocetta…

“Sono passati cento giorni – ha esordito Musumeci – e abbiamo letto sui media considerazioni difformi da parte vostra. Finora ho voluto tenere per mia scelta un profilo basso. In una condizione di normalità, cento giorni possono rappresentare uno spazio significativo per fare un primo bilancio. In altri casi possono risultare insignificanti. Avevamo promesso ai siciliani di cambiare la Regione in cinque anni. Per una prima vera inversione di tendenza chiedo adesso, invece, mille giorni”.

Nello Musumeci risponde ai giornalisti che, trasgredendo l'uso, hanno applaudito una sua risposta in positivo sulla presenza in giunta di Vittorio Sgarbi.

Nello Musumeci risponde ai giornalisti che, trasgredendo l’uso, hanno applaudito una sua risposta in positivo sulla presenza in giunta di Vittorio Sgarbi.

Qualcosa in meno, dunque. Nello Musumeci, attorniato da alcuni assessori del suo governo, che non hanno preso la parola, ha illustrato l’attività già svolta dall’esecutivo.

Il suo tono vuol essere, anche stavolta, sciolto e cordiale e dà del “collega” agli intervenuti, visto che da molti anni è iscritto all’Ordine, ha anche lavorato come tale, è laureato in scienze della comunicazione ‘alla Kore’  e ha insegnato all’Istituto superiore di giornalismo di Acireale, (ndr).

“Abbiamo dovuto iniziare – ha precisato il neo presidente – da una semplice analisi della situazione, incontrando istituzioni economiche, amministrative, culturali, religiose. Non abbiamo individuato nulla di iniziato da portare avanti come tale”.

Il nuovo appuntamento fra mille giorni.

Poi ha scandito di più la voce: “Ridò a tutti voi un altro appuntamento. Non dopo 100, ma dopo mille giorni. Saremo in grado di darvi risultati significativi come l’aumento del Pil, la diminuzione del tasso di povertà ed anche un calo visibile della fuga di cervelli dall’Isola”.

“In questi cento giorni appena – ha spiegato il governatore – questo nuovo governo ha rimesso in circolazione 700 milioni di euro. Dei 700 milioni, 340 milioni del Po-Fesr per infrastrutture regionali tra bandi pubblicati e bandi in pre informazione, 39 milioni per il dissesto idrogeologico, 52,4 milioni per la sanità, 150 per infrastrutture, viabilità e riqualificazione urbana, 110 per la formazione. Abbiamo finalmente avviato il decollo dell’area industriale di Gela con il cofinanziamento di 10 milioni di euro”.

Proseguendo in questo excursus, Musumeci ha ricordato che la Regione dispone adesso di …un nuovo segretario generale, 16 nuovi direttori generali su 30 (mai accaduto) e la rotazione di 10 direttori su 14.

“Abbiamo da poco avviato – ha aggiunto poi – la rinegoziazione degli accordi finanziari con lo Stato e approvato il piano di ristrutturazione degli ospedali e acquisto di attrezzature sanitarie per 224 milioni, non compresi nei 700 già rimessi in circolazione, di cui 48 milioni di risorse già autorizzate. Sono state avviate le stabilizzazioni per 307 unità di personale sanitario. Sono state distribuite a tremila bambini diabetici siciliani apparecchiature all’avanguardia per il controllo della glicemia per 2,4 milioni di euro”.

“La Regione acquisterà – ha precisato – 264 nuovi autobus in Sicilia per 50 milioni di euro. E’ stato inoltre istituito il fondo di rotazione per la progettazione di opere pubbliche da parte degli enti locali per 13 milioni di euro. Ci saranno interventi per l’edilizia economica e popolare per 61 milioni di euro. Previsti fondi per le imprese per circa 200 milioni di euro. Sono stati pure sbloccati i pagamenti Agea per le imprese agricole che riceveranno 40 milioni di euro. Sarà costituito un fondo per progetti esecutivi contro il dissesto idrogeologico per 11 milioni di euro. Inoltre sono stati predisposti 9 milioni alla Protezione civile, assieme ad un piano antisismico per 21 milioni”.

Ed ecco un riferimento ad una delle prossime battaglie del suo governo, un’antica aspirazione dell’Isola sul tema del Petrolio, dei pozzi e delle raffinerie. In programma ecco la dibattuta defiscalizzazione

“Puntiamo – ha affermato il Governatore – alla defiscalizzazione dei carburanti. In Sicilia si raffinano tonnellate di petrolio ad è giusto che i cittadini debbano pagare meno il costo della benzina. E’ un battaglia che porterò avanti a oltranza. Non ce l’abbiamo con i petrolieri. La Sicilia, però, non è terra di conquista. Non lo è più. Chiediamo bonifiche e misure compensative alle compagnie petrolifere che vengono a prelevare il petrolio e lo raffinano nella nostra terra…”

Parlando del vecchio governo, Musumeci non ha esitato a dire il peggio, ma era cosa risaputa e c’era da aspettarselo.

È stato impossibile, all’inizio, avviare alcunché, perché, quando siamo arrivati non abbiamo trovato progetti degni di questo nome. Non possiamo dire che manchino i fondi comunitari, ce n’è una disponibilità pazzesca, ma mancano i piani per poterli spendere. Ci siamo attivati in questo senso, individuando prima i progettisti per non imbarcarci in opere sbagliate o mal fatte…”

Musumeci ha risposto alle recenti critiche di Giancarlo Cancelleri.

“A qualche sprovveduto – ha affermato il Presidente – che dice che questo è il governo del nulla, io dico, invece, che siamo quel governo che in pochi giorni ha già rimesso in circolazione 700 milioni di euro e supereremo il miliardo entro l’anno, facendo quello che non si faceva da anni. Ritengo che, se l’opposizione dice queste cose, vuol dire solo che è in seria difficoltà. Forse abbiamo avuto la pecca di non comunicare tutto ciò che abbiamo fatto, ma non amiamo la spavalderia. Preferiamo lavorare senza clamori…”

Il presidente della Regione ha chiarito, nel complesso, ora di voler pensare ‘alle grandi riforme, fra cui quelle della legge elettorale regionale’ perché è assurdo che il presidente non debba poter disporre di una maggioranza.

“Non è concepibile – ha chiarito – che non vogliamo prevedere un premio di maggioranza. Faremo anche la riforma delle province. A luglio la Corte costituzionale si pronuncerà sulla elezione diretta del presidente. Nel frattempo prevederemo le nuove competenze dell’ente intermedio”.

A proposito delle sorti del governo nazionale Musumeci ha affermato di essere “…per un governo ponte, finalizzato a varare una nuova legge elettorale. Gli elettori sono stati espropriati dal diritto di scegliere i propri rappresentanti. Io andrei a nuove votazioni a ottobre… Sono dell’opinione che in ogni governo debba prevalere comunque il senso della responsabilità. Nel governo Gentiloni ho trovato responsabilità e impegno. L’interesse istituzionale deve prescindere dalle geografie politiche”.

Il tono era quello di ribadire, nel complesso, anche il valore di un premio di maggioranza in armonia con la logica del maggioritario.

Musumeci ha risposto, negli ultimi minuti, anche alle domande dei giornalisti.

Sulla richiesta della Lega di Salvini di entrare nella Giunta siciliana: “Non tutti i desideri – ha detto – diventano. Ciascuno di noi è libero di esprimere i propri desideri e ne prendiamo atto. Vediamo come è cambiata la gerarchia parlamentare all’Ars e in base a quella valuteremo. Faccio le congratulazioni agli amici della Lega e agli alleati del centrodestra che hanno saputo mantenere le percentuali di cinque anni fa. Il paragone con le regionali, invece, non regge. Alle nazionali abbiamo avuto un voto d’opinione e l’effetto trascinamento appare evidente…”

Qualcuno gli ha rivolto una domanda provocatoria sulle intemperanze di Vittorio Sgarbi che, con l’intento di giustificare la sconfitta in Sicilia a tutto vantaggio dei 5Stelle, si sarebbe lasciato sfuggire che i siciliani, avvezzi all’assistenzialismo, avevano trovato irresistibile la promessa del reddito di cittadinanza

“Vittorio Sgarbi – ha risposto Musumeci – è un elemento importantissimo da avere in squadra e sarà di grande aiuto alla Sicilia, grazie al suo contributo culturale. Apprezziamolo per tutto quello che può darci. Pe quanto riguarda le sue opinioni al di fuori del suo ruolo, è libero di pensarla come vuole”.

In modo inatteso, i giornalisti, ben poco avvezzi all’applauso, hanno mostrato di aver gradito questa risposta e hanno battuto le mani in segno di condivisione. Insomma, è sembrata, questa, una inusitata sorpresa

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