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Ingovernabilità amara parola o dolce per qualcuno?

Montecitorio: Austeri palazzi sono "le case della politica italiana". Un paese di grandi tradizioni su una Penisola che ha visto passare tanta storia, che è madre del diritto e delle scienze, non dovrebbe né cedere alla sottocultura, né ossequiare nuove culture visibilmente più rozze come quelle del Nord Europa.

La vera lotta sopra le nostre teste avviene fra coloro che non vogliono delle nazioni governabili e coloro che vorrebbero governarle o che fossero governate.

In una nazione ingovernabile, in un mondo senza governo o con poco governo e relativo disordine, quelle che genericamente chiamiamo lobby o grandi lobby fanno meglio i propri interessi. Tali interessi coincidono con il creare business sotto controllo.

Contro gli interessi dei monopolisti – o spirati tali – i cui disegni (spesso folli) vanno anche oltre la durata di una generazione la sola difesa dei cittadini è la politica: essere rappresentati dal potere politica che contrasti, amministrando secondo giustizia, tutto ciò che è pubblico: le persone, il territorio, le risorse…

Gli interessi dei monopolisti sono la vera oscenità del omento, la vera Sodoma, la vera Gomorra. Noi non ci scandalizziamo della “teoria del grande complotto”, ma ci scandalizziamo che questa realtà non emerga.

E’ in questa chiave che dobbiamo vedere, di volta in volta, l’astuta manovra che si nasconde dietro certe escalation politiche e dietro certe “tombature”. Tanto più visibili se si tiene conto che “le tecniche” della macro realtà somigliano a quelle della piccola realtà: la notiamo nelle comunità minori della vita d’ogni giorno: scuola, sport, club, distribuzione di denaro, appalti, privilegi vari…

Il riferimento è, ovviamente, all’Italia di questi giorni. Un governo che aveva preso le mosse dl vole migliorare il sistema elettorale, rendendo l’Italia più governabile ha partorito una legge elettorale che lo rende meno governabile  e rischia di consegnarne il timone a gruppi platealmente meno preparati a governarlo.

L’opera di demolizione di tutto ciò che è progresso, sviluppo, crescita, benessere diffuso dura da anni, proprio dagli anni del boom, dal quel teorico 1968 che aveva – invece – contrassegnato la crescita improvvisa delle classi più povere, annettendole alla Borghesia…

Teniamo conto che esistono anche due Americhe: quella di Trump che vuole la pace con la Russia e sta stringendo la mano a Corea del Nord e Cina. Quella che è contro Trump. I media appoggiano la seconda America, quella “cattiva” che vuole usare le armi inclusa quella della discordia…  (D.)

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