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Norme elettorali? Democrazia? Perché non chiedere a Condorcet?

Illuministi della prima ora: grande fu l'entusiasmo per la fiducia accordata alla libera ragione. L'illusione, tutta platonica, fu che l'umanità in precedenza non l'avesse usata e che si potesse operare un immediato e radicale "cambiamento" in meglio.Illuministi della prima ora: grande fu l'entusiasmo per la fiducia accordata alla libera ragione. L'illusione, tutta platonica, fu che l'umanità in precedenza non l'avesse usata e che si potesse operare un immediato e radicale "cambiamento" in meglio.

Condorcet… Chi era costui? Questa volta diamo una mano ai tanti don Abbondio che è facile incontrare. A proposito: Don Abbondio, chi era costui? Si arriverà anche a questo….

Un personaggio da riscoprire – come si suol dire oggi – ma, piuttosto, da ristudiare per la profondità del suo pensiero, dovrebbe essere, nell’Italia di questi giorni, proprio l’illuminista francese che porta questo nome. Approfondiamo subito…

Una delle statue di Nicolas Condorcet, qui rappresentato in marmo al Louvre.

Una delle statue di Nicolas Condorcet, qui rappresentato in marmo al Louvre.

Il Marchese de Condorcet o, più semplicemente, Condorcet , fu matematico, economista, enciclopedista, deputato girondino… Enfant prodige, protetto con trasporto da due altri “grandi” di allora, come M. Turgot e, poi, da Jean Baptiste D’Alembert. Erano tutti e tre illuministi ed enciclopedisti… Fu un antesignano del calcolo degli “integrali” e quindi del calcolo infinitesimale. I risultati finali da lui ottenuti in questi studi di matematica non furono mai da lui pubblicati e restano ignoti.

Nicolas Condorcet non era stato che un “trovatello”: appena nato, il suo ritrovamento avvenne in modo classico – allora – sui gradini di una chiesa. Venne adottato, però, dalla famiglia di un vetraio benestante che gli assicurò un’istruzione. Poi, fece tutto da sé, dopo essersi rivelato un “enfant prodige”, già nel corso degli studi. Ma tale definizione doveva ancora essere inventata – dopo poco – per quella cerchia di giovani intellettuali e ribelli di cui, poi, fece parte…

Condorcet ebbe una vita abbastanza felice nel privato, se escludiamo la morte violenta, conseguita alla condanna subita da parte del suo ex amico Robespierre…Visse con una moglie giovane, un’intellettuale anche le per proprio conto, considerata fra le più belle donne di Parigi, che gli rimase fedele oltre la morte: Sophie Marie Louise de Grouchy, ricordata anche in Italia come Sofia di Condorcet. Analoga devozione ebbe dalla figlia nata dal matrimonio: ambedue curarono per anni la pubblicazione delle sue opere.

Per quanto avesse lavorato con successo e ricoperto cariche dirigenziali, prima sotto il Re e poi come parlamentare del governo rivoluzionario, fu per sé un “intellettuale puro”. Fu sia un eclettico pensatore che un uomo attivo e pratico: un homme exceptionnel, come si dice in Francia… Ma, nonostante avesse aderito da sempre alla Rivoluzione – ed avesse acquisito anche una buona stima di tutti e fama di sincero cultore della libertà del popolo – morì, forse suicida, incarcerato e condannato alla ghigliottina da Robespierreper essersi opposto alla esecuzione capitale del Re Luigi, di cui era stato – per quanto non a diretto contatto – anche un apprezzato funzionario.

La Teoria sull’analisi del voto democratico e il Paradosso di Condorcet

Perché parliamo di “estrema attualità”, nell’Italia “del voto e del non voto”, del rosatellum di questi giorni? Uno dei tanti frutti dell’eclettismo di Condorcet è la sua teoria sull’analisi del voto democratico, che contiene, fra l’altro, il cosiddetto “Paradosso di Condorcet”. Nel 1785 Condorcet scrisse il “Trattato sull’Applicazione dell’Analisi alla Probabilità delle Decisioni a Maggioranza”, una delle sue opere più importanti. Questo lavoro descriveva diversi risultati ora famosi, tra cui il “Teorema della giuria di Condorcet”, che stabilisce che aggregare stime casuali indipendenti di una singola variabile aumenta la probabilità di esattezza se e solo se la probabilità di errore di ciascuna stima è meno della metà, e il paradosso di Condorcet    .

Madame Sophie Verbnnet de Condorcet. Per l'Italia la signora De Condorcet.

Madame Sophie Verbnnet de Condorcet. Per l’Italia Sofia De Condorcet.

Il Paradosso di Condorcet mostra che i voti a maggioranza diventano intransitivi quando vi siano tre o più scelte: è possibile che vi sia una maggioranza favorevole ad rispetto a B, un’altra maggioranza favorevole a rispetto a C, e un’altra maggioranza favorevole a rispetto ad A, prese all’interno dello stesso elettorato e durante la stessa votazione. Inoltre, le preferenze collettive possono essere cicliche, cioè (anche così) non transitive, anche se le preferenze dei votanti non lo sono individualmente.

Il trattato delinea anche un generico metodo di voto di Condorcet, progettato per simulare votazioni a due opzioni anche quando vi siano più candidati in una elezione. Era fortemente in disaccordo con il metodo alternativo di aggregare le preferenze avanzato da Jean Charles De Borda (basato sulla somma delle posizioni nelle graduatorie di preferenza di ciascun elettore). Condorcet fu uno dei primi ad applicare sistematicamente la matematica alle scienze sociali…

Condorcet aveva uno spirito aperto e apparentemente contraddittorio, ma non tanto da non affermare con decisione ed impeto le proprie idee. Questo lo rese inviso a Robespierre… Condorcet, benché contrario all’ateismo di stato, era anche contrario alla politica religiosa filo deista di Robespierre che accusò d’essere un prete “… e resterai sempre tale!”

Aderiva più ad Aristotele che a Platone e questo lo rese tale da uscire dalla “gabbia” dell’idealismo. Tanto è vero che, pur se, da perfetto illuminista, era convinto che ogni uomo potesse arrivare alla comprensione di tutti gli eventi nel mondo naturale, non riteneva i grandi mutamenti particolarmente vicini e di facile conseguimento. Era, quindi, opportunamente critico e si accorgeva dei limiti dell’eccessivo entusiasmo con cui l’Illuminismo abbracciava l’idea del “cambiamento” repentino ad ogni costo. In linea, invece, con l’Illuminismo, riguardo alla conoscenza del mondo fisico, esortava al progresso nel mondo sociale e politico. Condorcet credeva, però, che non fosse possibile definire l’esistenza umana perfetta e quindi credeva che il progresso della specie umana sarebbe stato eterno. Considerava l’uomo come in costante avvicinamento verso l’utopica società perfetta. Perché ciò fosse davvero possibile, Condorcet insisteva anche sulla necessità di unione tra gli uomini, indipendentemente da razzareligionecultura e sesso

Anche quest’ultima posizione lo rende molto attuale. Per quanto fosse stato sovrintendente alla Zecca di Stato, per quanto avesse portato avanti il calcolo infinitesimale fino a risultati che non volle mai neppure pubblicare, sembrò preferire le scienze umane e gli studi sociali. Così, quando avrebbe dovuto pubblicare opere sulla matematica, finiva per scrivere e dare alle stampe un libro sulla vita di Voltaire… Contro la sua fede nella perfettibilità del mondo, si scagliò polemicamente contro Thomas Malthus, teorico delle teorie più allarmistiche sulla demografia, lo spazio vitale, che furono tali da impressionare il mondo fino ai giorni nostri…

La sua adesione ad Aristotele ben più che a Platone e la sua propensione verso una assoluta libertà di pensiero, nella convinzione prettamente illuministica che la ragione venga prima di ogni cosa, ha fatto pensare al suo ateismo. Tuttavia nulla è certo in proposito, anzi… Incerta è anche la dinamica della morte avvenuta in detenzione. Fu un suicidio col veleno donatogli da un amico, ovvero si preferì togliergli la vita in segreto perché – data la sua popolarità e la stima di cui godeva – sarebbe stato rischioso ghigliottinarlo in piazza?

Si sa, però, come Condorcet – da illuminista girondino – potesse, in attesa della ghigliottina, proseguire “tranquillo” nella stesura del suo Esquise d’un tableau historic des progrès de l’esprit humain, dopo che Robespierre, illuminista quanto lui, ma giacobino, aveva instaurato il …terrore. Condorcet non vedeva, probabilmente, un nesso preciso fra le sue idee e i drammatici effetti che esse stesse avevano concorso, in buona parte, a provocare. Né, forse, era molto turbato dal fatto che egli stesso ne venisse travolto in quei giorni… Continuava, invece, a pensare e comporre, attorno al “progresso dello spirito umano” nel corso del tempo. L’opera che completò in cella – di assoluto pregio – precorre il positivismo di Auguste Comte. Nulla di trascurabile, dunque, se questa è la strada che condusse anche al pensiero di Emile Durkheim e Max Weber e alla sociologia…

Germano Scargiali

C’è chi lo ha ricordato di recente

Alberto Petix, studente di Canicattì, giovane ricercatore dell’Università degli Studi di Catania, è uno dei componenti dell’Equipe internazionale Inventaire Condorcet, che, l’ 11 maggio 2012, ha organizzato una giornata di studi, presso il Pantheon di Parigi, sulla corrispondenza di Condorcet, documenti inediti e nuove rivelazioni.

Il giovane studioso siciliano ha presentato le sue ricerche con una relazione dal titolo: Vers le Républicanisme, l’évolution de la pensée politique de Condorcet à la lumière de sa correspondance avec Brissot. Durante la relazione il dott. Petix ha presentato due lettere inedite del marchese di Condorcet (grande matematico, economista, filosofo, membro attivo della corrente enciclopedista, segretario perpetuo dell’Accadémie des sciences) e ha illustrato i mezzi d’investigazione, identificazione e datazione messi in opera per contribuire alla realizzazione dell’inventario analitico e materiale della corrispondenza generale di Condorcet, attualmente in corso di realizzazione sotto la guida dell’Equipe Inventaire Condorcet. All’importante giornata hanno preso parte studiosi provenienti dalle più prestigiose Università, quali Harvard, Cambridge, Stanford e Sorbona.

Una curiosità. Abbiamo definito all’inizio “enfant prodige” il “nostro” Condorcet, ma erano definiti tali tutti i pensatori illuministi, che, com’è noto a chi ha fatto il liceo, divennero famosi anche come “gli enciclopedisti“. Ma quell’epiteto di due parole, tanto usato nel linguaggio sportivo ed anche in quello politico nacque a Parigi proprio in quel tempo… (G.S.)

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1 Comment on "Norme elettorali? Democrazia? Perché non chiedere a Condorcet?"

  1. salvatore scargiali | 6 aprile 2018 at 13:52 | Rispondi

    Molto interessante

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