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L’arresto di un affiliato Isis a Napoli

Così arrivano dall'Africa. Chi ha "causato" questo gap economico e sociale? L'Africa è un continente zeppo di enormi ricchezze. Non incolpiamo l'Europa e tantomeno l'Italia che, quando e come ha potuto, vi ha sempre portato sviluppo...

Alagie Touray, 21 anni, era sbarcato a Messina il 22 marzo 2017 con altri 638 migranti, da un anno risiedeva in un centro per l’accoglienza dei migranti a Licola, sul litorale flegreo. Il giovane, proveniente dal Gambia, era titolare di un foglio di soggiorno provvisorio, in attesa che venisse esaminata la sua richiesta di asilo politico.

Nel corso di un’operazione congiunta di Digos e Ros, Alagie è stato arrestato per il reato di terrorismo internazionale di matrice islamica. Durante l’interrogatorio è emersa quella che doveva essere la dinamica di un attentato, che vedeva come protagonista Touray, il quale doveva scagliarsi contro la folla con un’auto o un camion, uccidendo il maggior numero di persone, modalità già sperimentata in altre città europee. A carico del giovane gambiano c’è un video in cui Alagie giura fedeltà al califfo Al Baghdadi: “Giuro di prestare fedeltà al Califfo dei musulmani Abu Bakr Al Quaraishi Al Baghdadi, nei momenti difficili e facili, nel mese di Rajab giorno 2 e Allah è testimone di quello che dico”.

Il video è stato pubblicato su Telegram, e sempre tramite Telegram il 21enne avrebbe ricevuto la richiesta di lanciarsi sulla folla a bordo di un’auto. Sulla stessa chat Touray chiedeva ai confratelli islamici di pregare per lui: “Sono in missione”, scriveva. È stato fermato all’uscita della moschea di Licola.

Alagie

Alagie Touray terrorista mancato. “Povera gente lontana dai suoi”, recita Giuseppe Giusti nel suo famoso Sant’Ambrogio riferito ai soldati austriaci che ai suoi tempi presidiavano Milano. Anche gli immigrati sono più simili a noi per idee e sentimenti di quanto non ci è dato pensare. Il terrorismo, invece, è un fenomeno endemico, senza latitudine che, però, ha una matrice. La società deve assolutamente difendersi… drasticamente.

Il fermo del gambiano accusato di terrorismo è avvenuto venerdì 20 aprile (2018). Il 24 il gip ha convalidato il fermo ed emesso a suo carico un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di partecipazione a un’associazione terroristica denominata Islamic State o Daesh.

Durante l’interrogatorio, Touray, le cui dichiarazioni sono apparse a tratti contraddittorie e confuse, ha prima sostenuto di aver girato ‘per gioco’ il video del giuramento, poi ha raccontato della richiesta di compiere un attentato lanciandosi sulla folla con un’auto, richiesta che gli sarebbe arrivata via Telegram da un connazionale: il giovane ha aggiunto che gli sarebbero stati promessi dei soldi in cambio di questo gesto, ma che lui non aveva mai avuto intenzione di attuarlo. Non sarebbe mai stato precisato dove e quando compiere l’ipotetico attentato. Secondo il Gip il pericolo di un attentato nella zona napoletana è attuale e imminente, si sta profilando infatti, l’esistenza di un “circuito terroristico operativo anche nella zona napoletana, in grado di provocare un attentato rivolto contro una moltitudine indiscriminata di soggetti”.
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa cui hanno preso parte tra gli altri il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, il capo della polizia Franco Gabrielli, il questore   di Napoli Antonio De Iesu, il comandante del Ros Pasquale Angelosanto.

Di Marcella Vedova

(Corrispondenza da Napoli)

 

Nota

Il problema del gran numero degli immigrati e del loro comportamento è sentito in tutta Italia. Tuttavia, per molti motivi, è più acuto più si va verso nord. La Sicilia, per quanto “terra di arrivo” lo sente di meno come tradizionale terra d’integrazione… Per i siciliani, di regola, il razzismo non esiste: neppure si accorgono di differenze come il colore della pelle o i differenti dati somatici. Non ammetterebbero mai di giudicare una persona in modo differente perché non è nato nell’Isola. Anzi, la tendenza è quella di guardarlo con interesse e, persino, con deferenza…

Questa è la regola generale in Sicilia con rare eccezioni: chi potrebbe negarlo?

Ma non bisogna confondere gli usuali e frequenti attriti fra gli immigrati e la popolazione italiana con il problema del terrorismo. Chi parla chiaro su tali problemi è certamente un personaggio come Magdi Cristiano Allam. Grande giornalista con il dono della (quasi lapidaria) concisione, Allam, convertitosi al cattolicesimo (vive sotto scorta), è molto preciso…

Allam afferma sostanzialmente: la morale musulmana è tale che i buoni comportamenti sono quelli che si vedono alla luce del sole. Agire con scaltrezza e raggiro è considerato veniale: sta alla controparte saper interpretare e …pararsi. Inoltre la levità delle pene “italiane” fa sorridere chiunque venga dall’Africa e dai paesi del così detto terzo mondo…

Finché la demagogia – neppure si sa di quale matrice – continuerà ad ignorare tali aspetti i problemi continueranno… Certo, però, non è facile – dato il maturare dl pensiero in Italia verso condizioni liberistiche e di cristiana umanità – risolvere il nodo gordiano dei rapporti con gli immigrati.

Per avvicinarsi alla soluzione – certamente – può giovare regolamentare e sostanzialmente limitare gli ingressi, in modo da curare più meticolosamente l’integrazione dei singoli, prestando loro la dovuta assistenza. Tutto ciò – diciamolo – è complesso e costa… Non si può ammettere, del resto, che gli immigrati vivano in Italia con la mentalità del loro paese d’origine: è impossibile. In qualunque parte del mondo si può vivere adeguatamente adattandosi ai costumi del luogo. A noi pare molto chiaro…

(D.)

 

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