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Dalle stragi di Stato agli altarini con “la lampa” Viva Palermo e Santa Rosalia!

No, non è una novità come dicono. A Palermo non si parla di pizzo (parola importata) ma è storica la ...lampa: "i picciuli pi' tinilla addumata, pi' mittirici i ciuri..." Paradossalmente c'è anche un po' di religione. Molti malandrini pregano perché tutto vada bene, anche furti e scippi, propri e dei loro collaboratori... Così va il mondo... In una città degradata e abbrutita da storie centenarie di malgoverno e di stenti. Dove, però, non mancano neppure tantissimi onesti. Infine c'è la mafia vera: molto più su!

Dalle mani in tasca di Roberto Fico durante l’inno nazionale ed oltre alle mille scemenze di sempre sui due martiri più famosi della mafia, sugli attentati e sulla mafia stessa, è’ difficile andare con ordine: arriva anche quest’anno a palermo la Nave della legalità. Molti, molti parenti dei tanti – tanti morti per mafia dimenticati e non dimenticati, però, vedi caso, non partecipano. C’è una logica: le vittime delle stragi di Stato, rifiutano le commemorazioni di Stato…

Sinite parvulos... Sembrta dire così bomariamente Fico. Mani in tasca dall'inizio alla fine. Gli viene già il freddo, pensando al nuovo governo?

Sinite parvulos… Sembra dire così bonariamente Fico. Mani in tasca dall’inizio alla fine. Gli viene già il freddo, pensando al nuovo governo? O non gli hanno insegnato a  non tenerle in tasca… E’ l’attuale terzo cittadino d’Italia, vice presidente della repubblica anche lui. No comment…

Demagogia vuole, però, che gli uomini della scorta siano messi alla pari con chi obiettivi veri e propri dei due “attentatoni”. E’ un “bon ton” inaccettabile. Pur riconoscendo che è sempre eroica la morte “nell’esercizio delle pubbliche funzioni” o, comunque, del proprio lavoro, resta il fatto che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono morti per un motivo preciso: qualcuno ha capito che non si sarebbero fermati nello svolgere le indagini sul malaffare, ma avrebbero continuato fino ai livelli superiori, coinvolgendo persone delle istituzioni e persino della magistratura stessa, se fosse stato il caso. E sappiamo che lo era…

La Mafia, ripetiamo ancora una volta, non è una piramide la cui punta è rappresentata dai Riina, dai Provenzano, dai Matteo Messina Denaro… Questi amano anche – paradossalmente – fare i gigioni in proposito… C’è un’organizzazione che vanta (perché sì, se ne vanta, quando capita) di avere presenze ovunque e, in particolare, anche e soprattutto nelle istituzioni. E’ quella che mette le mani – e cerca di monopolizzarle – su tutte le occasioni e situazioni di lucro e di lavoro… Se non vi riesce del tutto, ciò avviene, sia per i disaccordi interni, sia per la mancanza di inventiva e fantasia dei suoi adepti. D’altronde, se sei veramente “intelligente”, non sei un criminale, né un mafioso. Non fai parte di quelle stantie e polverose accolite di chiaro stampo precostruito, che ricevono ordini non si sa da dove, si scambiano favori raccomandazioni e simili, pronti alle note nefandezze e soprattutto a calpestare il prossimo…

Non si vede, finora, un “trend” antimafia “serio” da nessuna parte. E’ inutile che lo dichiarano: fanno solo sorridere… Purtroppo. I personaggi antimafia sono pochi e rari. Lo provano le ultime parole di Rita Atria prima del suicidio: morto Borsellini non resta più nessuno!

Viva Giovanni falcone e Paolo Borsellino, che hanno perso la vita, sapendo di rischiare, per un preciso motivo, con un limpido ideale!

Giovanni sempre più stilé, Paolo uomo sano e forte. Erano veri amici, sapevano il perché...

Due veri eroi moderni. Giovanni sempre più stilé, Paolo uomo sano e forte, un po’ trasandato (vero intellettuale, cravatta annodata  in modo casual e …scompagnata) . Sorridevano insieme, pur rischiando la pelle. Erano grandi amici, sapevano il perché… Tutti gli uomini sani li amano nel ricordo…

La “collaborazione esterna” è quella ella “mafia che uccide”. La vera mafia, invece, non prende il fucile, ma condanna la società e le persone alla totale o parziale morte civile. Spesso – quando serve – usa la mafia che uccide come, facendosene uno strumento, per poi bruciarne i responsabili quando lo ritiene, servendosi delle stesse istituzioni!

Fa ridere che dicano che richiedere denaro sotto la copertura della religione e per la festa del santo o della Madonna del quartiere sia una novità: una …deriva addirittura, un cambiar pelle da parte di una mafia all’angolo. Ah! Ah! Ah!

Ma chi non sa, a Palermo, che la festa rionale, specie nei rioni popolari. è la migliore occasione per chiedere soldi da parte dei “malandrini” (così dicono, quando, proprio, li devono nominare, i malantrina). E spesso nei rioni più caldi la festa si ripete due volte, per speciali necessità dell’annata…

Addirittura, come talvolta abbiamo pubblicato, a Palermo non si è mai usata la parola pizzo (forse napoletana, certamente giornalistica): si chiama “lampa”. Si ringrazia con un viva San Giuseppe o con un viva Palermo e Santa Rosalia! Si chiedono i soldi per tenere accesa la lampada degli altarini votivi di ciascuna strada, ciascun rione…

Già, a Palermo si paga “a lampa” non si è mai pagato il pizzo! Se non sui giornali, la Tv e per bocca deì boy scout in vena della buona azione quotidiana. Con tutto il rispetto per i tanti giovani che la buona azione quotidiana la fanno sul serio e, magari, la ripetono  volte…

Scaramacai

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