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E vissero felici e contenti o no? Il governo alla firma

Inizia "la scanna" di fotografi e intervistatori. Non è un "onorevole", dovrà abituarsi da zero anche a questo...

Giura il governo Conte. In molti lo prendono sul serio. Nasce “duro e che duri”, sembra creato da un Bossi prima maniera. Sarà… Plaudono i 5Stelle, finalmente al governo, anzi in tempo record… E non importa che si possa capovolgere la tradizionale massima: tutto è perduto fuorché l’onore in nulla è perduto fuorché l’onore. Se ne sono dette da anni e fino a 24 ore prima di tutti i colori ed eccoli “tutti insieme appassionatamente“. La sola speranza è che i corrispondenti esteri – di cui solitamente, intendiamoci, ci importa meno di quanto non faccia il giornale unico nazionale, esterofilo e servile – non abbiano bene seguito ed ancor meno capito la dinamica variegata con cui si è giunti alla cosiddetta soluzione del problema – governo. Nell’Italia di Roma, di San Francesco e del Rinascimento che accetta di prendere lezioni di civiltà e morale dall’Olanda…

Bellissima soluzione: governo tecnico? No, politico…

Gioiscono anche Salvini e i salviniani, anche loro giunti sulla soglia di una stanza d’alto livello. Grillini e salviniani un tandem, insomma, che “giunge e tiene un premio ch’era follia sperar”, come, secondo Manzoni, Napoleone durante la sua ascesa. La fine di quel “film” fu, però, diversa…

Dopo 88 giorni di crisi politica, dunque, Carroccio e 5 stelle riescono a trovare la mediazione sulla squadra. Carroccio? Lega? Non esageriamo: dov’è lo spirito dei padri fondatori? Dov’è Bossi? I grillini sono al governo. Anche qui non esageriamo: che ne è di Grillo?

Giorgia Meloni, una di quelli cui è stato negato il passo. Sopo la destra contro l'establishment

Giorgia Meloni, una di quelli cui è stato bloccato il passo. Solo la destra contro l’establishment. Oltre lei è chiaro come da questo governo siano stati platealmente eliminati i migliori. Hanno detto: no pasaran! Ma poi passarono, perché porta sfiga, peggio che vincere e vinceremo…

Quello che s’è visto è stato – come in un momento rivelatorio – il manovrare dietro le quinte dei soliti sospettati e nebulosi centri di potere di stampo massonico, succursali – per di più – americane, che muovono la politica, che non hanno voluto chi aveva vinto le elezioni al governo (ma neanche farli provare) e sono corsi a formare questa “squadra rappresentativa” cambiando allenatore alla velocità di uno Zamparini, quando hanno visto che, tirando per le vie brevi e tornando al voto, il baluardo pentastellatoultima spiaggia dopo il tonfo dei tardo comunistisarebbe crollato, come alle recenti amministrative. Allora si è dovuto tentare il tutto per tutto: un governo vero o che sembri tale…

Nel pomeriggio (1 giugno 2018) ci sarà l’incontro tra i due leader politici, alle 19 verrà siglato il patto. Quindi Carlo Cottarelli rinuncia all’incarico con queste parole cavalleresche: “Un governo politico è di gran lunga la soluzione migliore”. Un principe, un signore, lo definisce la bella Bergamini, ma invano…

“Il prof” indicato per guidare la formazione gialloverde (sarà…), invece, va al Colle con la lista dei ministri. E’ il “solito ignoto” pescato “con grazia massonica” per tappare un buco… Come abbiamo scritto, il pronostico è che si bruci. Ma non brucerà nulla, visto che parte senza alcun precedente. Una vecchia tecnica…

Il capo dello Stato Mattarella si presenta davanti ai giornalisti e li ringrazia “per il lavoro svolto”.

Tutto per bene, insomma: tutto si riaggiusta come avrebbe dovuto andare meno di una settimana fa: nasce il governo Lega-M5s e lo fa con la mediazione richiesta da Sergio Mattarella.

Paolo Savona silurato? Ma no! …E’ un “brav’omo”, il pomo della discordia, che i due partiti avrebbero voluto all’Economia, sarà ministro degli Affari europei: quello che sembrerebbe il meno indicato, perché non piaceva perché poco europeo, oppure potrebbe essere ‘il sublime’ delle scelte possibili. Al suo posto arriva Giovanni Tria. Il ministro degli Esteri invece sarà Enzo Moavero Milanesi. Tutti competenti, tutti titolati, tutti scelti, spontaneamente, dai due partiti dei ragazzini: Salviniani e grillini. Sarà…

Ottantotto giorni, ripetiamo, son dovuti passare per vedere la fine della crisi politica più lunga dell’Italia: è il primo esecutivo “gialloverde”. Oh che bello! Ed ecco la squadra che sarà guidata dal Professore Giuseppe Conte, mai fatta politica, né amministrazione, e avrà come vice i due leader politici Luigi Di Maio e Matteo Salvini… Sembra una barzelletta: già, qualcuno dice così. Sembra che tutti e due vadano “a ripetizione” dal prof. Non farebbe loro male, non è mai troppo tardi, diceva la Tv…

Il patto è stato siglato alle ore 19 e dopo mezz’ora il premier incaricato di formare un governo tecnico Carlo Cottarelli è andato a congedarsi al Colle. Dopo un’ora e mezza Conte era a colloquio con Mattarella con la sua lista. Volti distesi, applausi in sala stampa per tutti: dall’ex commissario alla spending review al presidente della Repubblica che saluta ringraziando la stampa per il lavoro svolto. E’ la fine di un variopinto lavorio di quasi tre mesi, fatto di tensioni e scontri istituzionali con toni di provocazione, di minaccia e di sfida, tali da mettere in discussione ogni attimo dopo l’altro.

La sintesi rassicurante della serata non è nella lista dei ministri stilata dal futuro premier Conte, già per la maggior parte nota, ma, forse, nell’accennato breve discorso di Cottarelli: “Un governo politico è la soluzione di gran lunga migliore per il Paese”. Ripetiamo anche noi: “un signore”, ovviamente. Poteva, mai, restare?

Il giuramento dei ministri è previsto per il primo giugno alle 16, mentre il 2 giugno i 5 stelle hanno confermato la manifestazione in piazza che però non sarà contro il presidente della Repubblica, ma proprio per “festeggiare l’evento storico” di essere arrivati al governo.

Anche Salvini esulta all’ennesimo comizio a Sondrio, dove si è recato già in serata: “Io ministro? Ci vuole una bella dose di follia”.  Beh, se lo dice lui stesso…

Ma l’ora della festa dura poco. Sullo sfondo resta lo scontro con Bruxelles che nei fatti è appena iniziato: mentre ancora Conte stava salendo verso il Colle e già in Europa Juncker iniziava a strillare. Il presidente della Commissione europea sbottava: “Gli italiani si occupino delle regioni povere del Sud. Più lavoro e meno corruzione”. Le offese si addicono a Junker, che dovrebbe pensare a quando venne trovato con le mani nella marmellata della mega evasione made in Europe ed eccolo sempre lì che se l’è fatta franca… Protesta l’Italia, appresso al delfino di Berlusconi, il forzista a guida del Parlamento europeo, Antonio Tajani: “una sparata inaccettabile…”. Lui, che sarebbe stato – se ne avessimo avuti due – il miglior padrone di casa a Palazzo Chigi, parla spesso fuori dai denti…

Per giungere sulla cima del Colle, dopo il clima di scontro totale e le contraddizione dello strattonato presidente, ci sono voluti poco più di 2 giorni: martedì 29 Luigi Di Maio, a sorpresa, si è presentato al comizio di Napoli, parlando di “disponibilità a collaborare”. E’ iniziata allora la discesa e verso l’impossibile – poco prima – ovvero ricucire con il Quirinale. E’ diventato, infatti, d’un colpo necessario, per evitare che l’Italia si ritrovasse con un esecutivo delegittimato e senza autorevolezza in un momento nevralgico come pochi, in cui necessita decisionismo e mano ferma…

Si è fatta, viva anche la voglia dei partiti, sincera o meno, di andare alle urne in piena estate (nella roulette delle dichiarazioni si è parlato addirittura di 29 luglio). Già, perché se credevate che questo fosse – finalmente – un vero governo, vi sbagliavate!

La mediazione, frattanto, è maturata senza che le lancette dell’orologio si scomodassero troppo: Salvini ha rallentato, il suo braccio destro Giancarlo Giorgetti ha accelerato, così il tempo concesso da Mattarella ha fatto il resto… La tappa fondamentale è stata quella dell’incontro a due tra Di Maio e Mattarella: il capo dello Stato il 30 maggio ha ricevuto il capo politico (ah, ah) del M5S, nonostante la tensione delle ore precedenti e le minacce di impeachment ricevute dal grillino: scurdamonne o’ passato! Anche il passato prossimo? Ma siiii!

Da quel faccia a faccia è uscita la proposta di spostare Savona ad altra poltrona. Eliminarlo? No: evitiamo la vastasata… Salvini a caldo ha detto che ci avrebbe pensato, ma è bastata una notte. Per alcuni, il segno che stava bluffando, per altri la prova che faceva sul serio. Era così…

L’Italia gioisce, è felice, dall’Alpi a Lampedusa. Non è la prima volta: andiamo contenti al ponte del due giugno: “viva la Repubblica” e a tutto il bene che ci ha dato da quando – dopo gli anni del boom – si è spenta anche la memoria della serietà fondata negli anni ’30 e ’40… Ma, soprattutto, intoniamo, anziché il Piave o Va’ pensiero o l’Inno a Roma (Sole che sorgi libero e giocondo sui colli nostri), il nuovo “peana” che continua a sostenerci dal 1990, da quando qualcuno ha decretato che la ricostruzione era sbagliata e che, invece di costruire, sia meglio distruggere. Da allora non ci resta che il nuovo inno dei Sette Colli: “…magnamo e bevemo, sciampagnamo che domani qualche santo provvederà. Tira a campa’!” Da Roma capitale siamo, del resto passati a Roma capoccia…

E se le contraddizioni fioccano, se l’euroscettico Paolo Savona, scartato dove stava bene (economia e finanze) proprio perché poco europeista (secondo quanto s’è detto) finisce, giusto, agli Affari europei. Poco ci si capisce: ma che cale? Il mistero non è il solo.

Il governo è “politico” tanto da far “gioire” persino l’escluso Cottarelli, ma arrivano due ministri istituzionali e di garanzia: Giovanni Tria, economista tra le altre cose consigliere economico di Renato Brunetta (sempre un po’ del Berlusca al governo), ad Economia e finanze, mentre il giurista, ex governo Monti e Letta Enzo Moavero, Milanesi agli Esteri.

Tutto per bene, ripetiamo: Savona, quindi, rimane e in una posizione non marginale (perché terrebbe i rapporti con l’Unione Europea a nome del governo), ma nemmeno così delicata come quella dell’Economia, delega sulla quale resta alta l’attenzione del Quirinale. E chi ha trovato la soluzione? Nell’incontro pomeridiano Luigi Di Maio e Matteo Salvini con la loro “saggezza”: sarà! Ma verso sera si è unito a loro anche Giuseppe Conte. Meno male: il professore, che non ha fatto mai politica, non poteva dare che utilissimi consigli… Già, tra una lezione e l’altra all’università di Firenze, in giornata, aveva mandato vari segnali: “l’Europa dev’essere ancora più forte. Siamo nel sistema europeo e ci vogliamo restare…”

Se l’idea per risolvere il caso Savona è emersa veloce, più difficile è stato l’ingresso o meno di Fratelli d’Italia nella squadra: pare che Salvini avesse ipotizzato che la leader Giorgia Meloni potesse andare alla Difesa, opzione però respinta dai 5Stelle. Lo scontro si è risolto rimandando a data da destinarsi la discussione su un eventuale subentro e FdI ha detto ufficialmente che “i suoi si asterranno” dando così un contributo di man forte in più (specie al Senato) al governo gialloverde.

Ancora una sintesi della giostra felice all’italiana: i grillini lo chiamano un giorno storico, per Matteo Salvini è una gioia “da folli”, il presidente della Repubblica fa sapere di essere soddisfatto e Carlo Cottarelli lascia il Colle con la benedizione di Mattarella che ne elogia “serietà, senso delle istituzioni e costante attenzione per l’interesse nazionale”. La crisi più lunga è finita con un contratto di governo e un accordo, che ora ha una sfida più grande della altre: riuscire a durare nel tempo. Mah!

E vissero, dunque, tutti felici e contenti, fino al giorno, vicinissimo, in cui – forse – lasceranno mari e monti (quelli con gli alberi d’estate e la neve d’inverno), dove sempre in qualche modo “scialacquano alla faccia del mondo intero”, dopo che “mari e monti” qualcuno li aveva anche sognati sul serio, perché con queste premesse è facile che si dovrà, comunque, rifare tutto daccapo.

Scaramacai

 

QUESTO E’UN GOVERNO DI DESTRA? Lo dice qualche giornale: i pappagalli come sempre non mancano, specie fra i media. Già, la scimmia nuda balla… Siamo stufi del coro mediatico, della main stream, del “giornale unico”, come dice Travaglio che “una tantum” l’azzecca: è quel “giornale diffuso” che disinforma il mondo e crea le premesse dell’incapacità dei più di “capirci qualcosa”: non solo manca, così, la cultura ma la stessa capacità di apprendere…

Se oggi si accettano gli omosex, questo è un governo di travestiti. Accettiamolo ancora una volta con un lieve sorriso. Sì, travestiti da governanti. Accettiamolo, dunque, e cogliamo il lato divertente. Chi sa vedere si diverte sempre, come chi sa pensare. Non serve neppure il PC… Le abbiamo sopportate tutte – tante – da decenni e siamo vaccinati. Forse per questo la neo ministra della salute vuole liberalizzare i vaccini e non vaccinare un po’ di bimbi. Incredibile: l’ignoranza al potere…

Quando il PD aveva avuto il tempo di imparare qualcosa della vita, scordandosi certe vecchie trappole del pensiero, ed aveva cominciato a governare, incappa nella tagliola che ha tolto di mezzo a suo tempo, per restare fuori dall’Italia e dagli Usa, Tony Blair, poi Aznar ed ora il bravo Rajoy: è la reazione all’avanzare del bene. Perché potremmo aggiungere Berlusconi, Nixon, i Kennedy… Così lotta il male travestendosi persino da bene. Una “magia” che, da sempre, ben conosce…

CHE COSA E’ LA DESTRA

La destra, sia chiaro è vita, patria, religione, famiglia, parola data, voglia di vivere bene e di crescere, di costruire e progredire. La destra è sacrificio di se stessi per gli altri. La  destra è voglia di libertà e di riconoscere la libertà degli altri, secondo la nota massima : “anche se non condivido quello che dici mi batterei fino alla morte perché tu possa sempre dirlo“. E, per l’appunto, è significativo come non importi se Voltaire, come illuminista, sia out, in linea di massima, dal pensiero di destra…

Non vedevamo niente di tutto ciò nel marxismo, non  si vede in Hegel, né in Feuerbach, né in tanti altri. Men che meno lo vediamo nei 5Stelle né in questo governo formato dalla massoneria cattiva per tarpare, ancora una volta le ali all’Italia e all’Europa, quella vera, intendiamoci, non l’odierna UE! Questa è stata costruita in Usa al posto della terza guerra mondiale…

Guardiamoci, comunque, l’ennesimo spettacolo. Siamo all’opera dei pupi. Vale ciò che diceva mio padre e ciò che diceva l’onorevole Paolone di Catania quando ebbi il piacere e l’onore di essergli accanto ad un pranzo per la giornata contro le foibe: “… questi so’ solo quattro stronzi!

 

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