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A 5 anni ci saluta con la manina il bimbo salvato dal mare

Un enorme massa di terre, territori,nazioni in crescita: un solo buon trattato commerciale con ciascuna di queste nazioni può far fare all'Italia e alla Sicilia il salto di qualità... La prossimità non può non favorire l'Italia e la Sicilia... E, dopo i profughi, vedremo chiaramente anche i turisti: I primi già arrivano...

La manina che il bimbo di 5 anni agita accennando il suo lieve saluto dalle braccia del medico, che lo porta a terra lungo la scaletta della nave a Pozzallo, toglie ogni dubbio sul dovere di tutti noi di essere accoglienti con i profughi…

Il bimbo deve assolutamente conoscere un mondo bello e buono. Questo è il suo diritto. E’ invece dovere dei “grandi” che ciò avvenga. Sarà poi la vita a dimostrargli inevitabilmente – ricco o povero che sia – che la vita non è “tutta facile”, né tutta bella… Non vi siano, nel nostro mondo ideale, né bimbi troppo protetti, né abbandonati allo sconforto e tanto meno agli stenti…

E’ sacrosanto che tutto il possibile vada fatto per alleviare le condizioni di chi fugge comunque da posti in cui la vita è “troppo” scomoda. Nessuno lascia la terra natia per capriccio… Tutti divengono profughi, tutti -con irrilevanti eccezioni – rimpiangono casa loro, ne hanno nostalgia, sognano tornarvi…

Bambini dal terzo mondo: Occorre accoglierli, ma ancor più evitare che "debbano" esser portati via da casa loro.

Bambini dal terzo mondo: Occorre accoglierli, ma ancor più evitare che “debbano” esser portati via da casa loro.

Queste ed altre corrette riflessioni non tolgono che si debba andare più fondo del problema – reale e concreto – che si nasconde dietro le migrazioni. C’è un aspetto più pesante ancora: fuggono da dove c’è un minimo di sviluppo. Vi sono territori in Africa talmente sottosviluppati che non si ha la forza nemmeno di fuggire… Per converso c’è Africa che cresce a due cifre. Tanto più che è facile crescere quando si parte “da dietro”. E’ lì che dovrebbero andare a lavorare molti giovani: soprattutto tecnici, molti, detentori di know how: è ciò che manca e che è prezioso da quelle parti a livello sociale e diffuso.

Ci sono già in Africa imprenditori e veri e propri magnati di stampo moderno da fare già invidia agli europei. Vi è una classe politica spesso competente e illuminata che magari si è formata alla Bocconi,alla Sorbona, a Cambridge, se non ad Arward o a Yale…

Allora non si deve, come avviene, colpevolizzare genericamente tutti gli abitanti del mondo che qualcuno definisce “opulento”, della povertà dell’Africa. In realtà siamo difronte ad una enorme riserva di ricchezza (territorio,materie prime). Né si parli di terre desertiche (tutte coltivabili), né di mancanza di acqua, perché è una vera fandonia: i più grandi fiumi e laghi, le acque del sottosuolo basterebbero per il doppio del territorio africano.

La verità è che l’Africa è il motivo del contendere già dal tempo della che l’Europa, tecnologicamente all’avanguardia – perché tecnica e cultura sono più diffuse a livello civile – potesse fruire dei beni dell’Africa… Per questo ha combattuto e vinto due guerre oltre Atlantico…

Allora non si alluda stolidamente a supposte colpe dei cittadini di Torino, Genova, Napoli, Palermo e simili… Sarebbe come chiedere loro di consumare meno acqua come se quella risparmiata la potessero bere i bimbi del Biafra…

La verità è che di acqua ce n’è tanta anche in Italia, in Sicilia e a Palermo. Tanto è vero che è proprio per questo che si è fermata la “politica dei dissalatori”. Piuttosto è un errore mondiale affidare il grosso degli approvvigionamenti ai soli bacini montani… Ma questo è solo un inciso…

Concludendo: se l’Africa è sottosviluppata, ciò è da imputare ‘unicamente’ alla politica imperialista americana, al sogno americano di egemonizzare il mondo. Nella logica di tale folle disegno, gli Usa non possono lasciare  l’Africa …in mano d’altri. Invece, sta avvenendo comunque… Gli Usa hanno partita persa, non già contro i cinesi, bensì contro un blocco di terra emersa che va sotto i 3 nomi di Europa, Asia, Africa: non più solo Eurasia, ma Eurafrasia

Si dica un volta per tutte e si corra ai ripari, innescando subito sistemi di sviluppo. Oggi si può. Lo si faccia anche in Sicilia e nelle altre zone a “parziale sottosviluppo”. Questo in un mondo buono. Molto meno avviene un mondo “buonista”. Sul cui punto di vista cade il lecito sospetto della mala fede di chi lo propugna…

Germano Scargiali

 

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