Hot Topics

La farsa del Russia gate, l’America e il mondo

Trump era stato dipinto come uno smidollato e in molti ci avevano persino creduto: evidentemente non lo è. Questo incontro di Helsinki e i contatti con la Corea del Nord e la Cina resteranno nella storia...Trump era stato dipinto come uno smidollato e in molti ci avevano persino creduto: evidentemente non lo è. Questo incontro di Helsinki e i contatti con la Corea del Nord e la Cina resteranno nella storia...

Una farsa? Un’altra bufala? Di gran bufale il primo secolo dell’era 2000 è zeppo. Dai mutamenti climatici alle temute guerre per la sete, alla incombente mancanza di cibo, alla crescita compatibile, alla conseguente “probità” del riciclo… Tutti concetti e idee che lavorano a favore di chi aspira ai massimi monopoli che la mondializzazione, il nuovo ordine mondiale e il pensiero unico renderebbero possibili…

Già – lo sappiamo bene –  si è riparlato di economia circolare, ma non per riesumare provvidamente la ricetta di ispirazione keynesiana con cui il mondo progredito, con l’Occidente in testa, s’era divertito a vincere la fame diffusa di Londra, Parigi e della stessa New York, per non parlare di Napoli, Genova, Marsiglia, Atene, Palermo…

Il più bel “giocattolo” moderno è stato fatto a pezzi dall’UE, maestra – per misteriosi motivi –  nel correggere ciò che funziona… Anche altrove, però, con mezzi più “soft”, si è fatto il possibile per rallentare la crescita fin quasi ad arrestarla. Forse, sol perché fermarla del tutto è impossibile. Ma occorre considerare come una crescita attornio ball’1% sia già una decrescita. Ciò per tanti motivi, il primo dei quali è che la produzione industriale meccanizzata e la grande distribuzione organizzata (GDO) continuano a crescere a ritmi maggiori, assorbendo l’economia diffusa, esautorando l’auto occupazione, soffocando la la piccola iniziativa e le attività liberali, con un danno socio civile evidente, che si ripercuote su quella che sarebbe la crescita fisiologica della società intera…

Trump e Putin dialogano in poltrona.Gli sguardi fra loro hanno fatto supporre ai cronisti la realtà di una profonda intesa.

Trump e Putin dialogano in poltrona.Gli sguardi fra loro hanno fatto supporre ai cronisti che la loto sia una sincera e profonda intesa. Anche Putin viene indicato mediaticamente in modo denigratorio: sarebbe un turpe dittatore… E’ più che evidente come la main stream mediatica sia in mano ai “cattivi del mondo“, che pure esistono.

Voliamo adesso ad Helsinki, cioè all’incontro fra i due amici Donald Trump e Vladimir Putin. Ovvio ciò che ha ribadito Trump: il Russiagate entra fra le massime bufale del secolo. Che male ci sarebbe – dopo tutto – nell’amicizia con la Russia? Non è, invece, una benedizione? E un aiuto elettorale, sarebbe, forse, un’eccezione nella storia? E’avvenuto proprio quello – però – che il”fango di Washington”, come lo ha definitolo (temerariamente) stesso  Taycoon non voleva… Ma Trump ad Helsinki fa di più. Anzi, dice di più: “la colpa di tanti mali è stata anche la stupidità degli Stati Uniti”. Ovviamente d’America. Ce ne vuole per un presidente Usa…

L’ affermazione  di Trump convalida ciò che – dal nostro angolo – scriviamo da tempo: Donald Trump non è l’America

Trump, da solo, anche se certamente alla testa di una cordata “intelligente”,  è in parte letteralmente contro l’America:  non è il tipico amerikano iper – neocolonialista.

Significativa la reazione acida e violenta del Washington Post in questi giorni. Incredibile: forse, da ilarità generale…. Anziché plaudire, il giornale americano che molti giudicano come “l’Araba Fenice” e “copiano” a man salva in fatto di opinionismo. Il quotidiano dà a Donald Trump, praticamente, del …criminale. Non è la prima volta che il Washington Post esce allo scoperto – se ce ne fosse bisogno – quale paladino dell’America peggiore.Quanto ai “pappagalli”, valgano i titoli italiani del tono: accordo all’ombra del russiagate… Nessuno danneggiò l’Europa e il Mediterraneo quanto i democratici al potere in America,al tempo del tandem Obama – Clinton,pedissequi lacchè del …fango di Washington e Wall Street. E’il regno delle bolle, di chi vuol far soldi con altri soldi e coni mega monopoli dei consumi indispensabili.

Ma Donald Trump, per altri versi un deciso nazionalista (e ciò complica la comprensione dei fatti), non largheggia per mero altruismo… Trump, come abbiamo già scritto, ha capito che oggi l’America “deve trattare“. Il tradizionale”amerikano” ha fatto il suo tempo. Non è soltanto demodé: ha chiuso!

In tutto il vecchio continente si stanno scatenando forze che ruotano attorno al Mediterraneo – stella di un ben noto sistema solare – come non avveniva dal tempo della scoperta delle terre oltremare. Le nuove vie di comunicazione, per mare e per terra, assieme allo sviluppo frenetico che sta innescandosi lungo le antiche vie delle Indie, nel lunghissimo asse che vide migrare i popoli dell’Asia fino a Capo Finisterre e al Marocco e dal Polo a Capetown, si stanno sviluppando attorno al maggior polo culturale del mondo, che è anche tecnologicola “vecchia Europa” e, appunto, il Mare Nostrum

Oggi il massimo reddito pro capite è in Kazakistan e il più alto tenore di vita è proprio nelle terre che dall’Italia corrono alla Scandinavia e al Mar del Nord…

Basterebbe questo per far capire quanto sia importante oggi – per certe grandi lobby – innescare “opportune” forme di crisi in Europa. E ciò spiega la politica “sprecona” dell’UE, che stanzia soldi, per risolvere problemi lontani nel tempo e nello spazio o – addirittura – inesistenti, per raggiungere livelli di perfezionismo civile fuori dal tempo, in una realtà in cui, invece, sono i dislivelli sociali, le ingiustizie della legislazione vigente, assieme al sistema vessatorio del fisco, ad una più equa distribuzione del benessere, i problemi seri da affrontare e risolvere… Per non parlare della violenta frattura che esiste da un lato all’altro di quel braccio di mare che separa la Sicilia e la Grecia (per quanto economicamente in ritardo), da parte dell’Europa rispetto alla miseria del Nord Africa e della grande area sahariana e sub sahariana. La dicotomia è troppo forte e va assolutamente sfumata e limitata con massicce politiche di rinnovamento e sviluppo…

Tanto fa l’UE per le quote tonno e la larghezza delle maglie delle reti, le piste ciclabili etc. Quanto poco ha fatto per risollevare l’Africa, ma anche migliorare l’assistenza ospedaliera nella stessa Europa. Nell’Italia della Ferrari, della Jeep, della cantieristica, del design e dei grandi appalti  mancano persino i medici in corsia… Ma soprattutto nulla ha fatto finora l’UE per far sì che gli africani inizino, con pozzi d’acqua, condotte e fosfati, a coltivare i loro sterminati e potenzialmente territori d’eccellente fertilità…

Di tutto è stato detto e viene pubblicizzato per nascondere la verità. Mentre, tornando ai concetti di prima, è difficile non sospettare che dietro il grottesco governo dell’Europa Unita non vi sia la mano sabotatrice dell’America – del fango di Washington e relativa gretta ingordigia – e della politica oceanica, che include l’Inghilterra e il Vecchio Commonwealth, meno sbiadito e più massonico di quanto non sembri…

A questo punto occorre indicare a dito alcuni “motivi del contendere” che fanno sì che Trump possa dire: “mai Usa e Russia furono così distanti”. Come per sottolineare quanto siano”bravi” lui e Putin a…sorridersi ugualmente.

La lite è sempre per l’Africa, ma anche per il Medioriente, vero “grimaldello” di tutta l’Eurasia e della Eurafrasia, protagonista – pare – di un gigantesco neo Rinascimento già agli albori…

Ma c’è un’altra piccola – grande perla in palio: forse il vero “Vaso di Pandora” potrebbe essere sempre la inossidabile Europa, colonna portante della civiltà mondiale e che tutti vogliono imitare: tutti vogliono sembrare europei, ma l’Europa non ha dimenticato la ricetta. E’ quella che illustrò meglio al mondo la sua vera complessa identità: fino alla struttura dell’atomo ed alla relatività…

Trump e Putin, uomini realisti e intelligenti potrebbero trattare su tutto e mettere in palio anche l’Europa. Sempre che la Cina, col Giappone, l’India e il Far East lo permettano.Infatti, l’accordo Usa – Russia potrebbe andare in senso anti Cina o in una direzione pensata per limitare lo sviluppo esponenziale del Far East, dove – non scordiamolo – occhieggia anche il piccolo grande stato del Giappone, una grandissima potenza industriale, consolidata da due secoli almeno. Ciò significa che è sostenuta da un popolo capillarmente evoluto sotto il profilo sociale,civile, culturale, tecnologico:il giapponese medio, come l’europeo medio è una pedina efficientissima qualsiasi ruolo sia chiamato a ricoprire…

L’Onu e la Nato? Due carrozzoni. Trump non ha esitato a sbottare: “potrei essere io il primo a volermene uscire…” Il presidente Usa è personalmente contrario agli equilibri – certamente invecchiati e fasulli forse da sempre – costruiti dopo le due guerre…

La storia, però, è una sorpresa. L’intelligenza di Trump e di Putin, nonostante il loro atteggiamento in bilico fra la cupidigia, il timore e la rivalità verso l’Europa, potrebbe giovarle. La massima che ricordiamo è: meglio un nemico o un avversario intelligente che un amico o un alleato cretino. Si pensi che i due uomini politici hanno parlato di pace, disarmo nucleare. Hanno programmato di affrontare insieme e con altri alleati i massimi problemi del …pianeta: Affrontare la competizione mondiale è l’opposto che predicare il nuovo ordine mondiale come predicano i loro nemici. Sia chiaro!

Ambedue stanno svolgendo un’azione decisiva per far crescere l’economia e il tenore di vita del popolo, a partire da quello dei loro stessi stati, ma non solo… Dal punto di vista finanziario non vogliono essere schiavi del debito con le grandi banche e ciò manda su tutte le furie i percettori di interessi “sine die”…  Non c’è dubbio che qualcuno lotta da anni con grandi mezzi per arrestare lo sviluppo.La fortuna è, forse, che anche la massoneria è spaccata in due e una parte vuole la crescita e si sta battendo per “innescarla” nuovamente.

Germano Scargiali

 

Aggiornamento

Tornato a casa, Trump è stato in qualche modo”costretto” a dichiarare che la Russia è un nemico. Non lo avrebbe mai fatto spontaneamente e di certo non lo pensa, almeno finché c’è Putin… Neanche il l’amico Vladimir crede, di certo, alla”macchina indietro” di Donald poche ore le reciproche promesse e dopo la dichiarazione d’intenti di pacificazione e dialogo con riferimenti a livello internazionale. Certo, a sentire affermare “non faremo ostilità alla Russia e lavoreremo per il disarmo nucleare”, c’è chi…soffre. Molte “commesse” nel campo degli armamenti divengono meno probabili… E noi sappiamo come l’industria bellica sia fra le più redditizie e rientri fra quelle esercitate dalle lobby peggiori e più forti. …Quelle che potrebbero bissare un provvedimento alla “fratelli Kennedy” o uno alla Water gate. (G.S.)

Be the first to comment on "La farsa del Russia gate, l’America e il mondo"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*