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Ma il “sistema” è in pericolo? O cosa?

Come son belli, come son belli, come son buoni, come son buoni... Con un paio, forse, di eccezioni...

Le forze “anti sistema” si fanno avanti anche in Germania. Forse – diciamo forse – ci si sta rendendo conto che si fanno avanti ovunque nel mondo… Già, persino dall’altra parte del pianeta, in su e in giù… Ma che cos’è il sistema e che cos’è il suo contrario? Di che cosa sono fatti, oggi, l’uno e l’altro?

Abbiamo visto di recente anche l’austera (una volta) Svezia, da decenni simbolo di perfezione ed equilibrio. E i tedeschi? I privilegiati (si dice) dell’UE. Ma riflettiamo: vi immaginate come può prosperare a lungo termine l’abitante di un lago che crede di trarne vantaggio mentre lo inquina? Se la Germania guida l’Europa lungo una strada che non spunta… Fermiamoci qui.

La main stream mediatica trema, inorridisce: “… ci rendiamo conto – avverte – che è in pericolo il buon funzionamento del sistema?” Di più: “capiscono i politici – aggiunge – quali pericoli stiamo correndo?”

Ma lui è il più bello: Jean-Claude Juncker

Ma lui è il più bello: Jean-Claude Juncker, colto con le mani nel sacco che avrebbe dovuto ripulire ma per lui la legge (giustizia) è più uguale che per gli altri.

Sistema? Quale sistema?  Quale buon funzionamento? Dalla fine del 1700 (prima macchine a vapore) il mondo cosiddetto libero (sempre 100 volte meglio di quello comunista) è cresciuto in benessere e …felicità. Sì, una felicità possibile, piena di difetti. E’ la natura che è “imperfettista“. Lo è il cosmo.  I “perfettisti” sono “non homines”…

Perché? Perché la perfezione non è di questo mondo – almeno di quello che vediamo – così come l’unità. Questo mondo è movimento e molteplicità, prodigio, ma perfettibile.

Ma il “sistema” funziona? Come funziona? Viviamo in una società giusta? Val la pena di citare ancora una volta W. Churchill: “il nostro è il peggiore dei mondi possibili (ammettiamolo pure…) ma tolti tutti gli altri”.

Ogni giorno di più traspare come un’organizzazione “men nota (ai più) di colore e di figura”, come lo sfumato leonardesco del paesaggio dietro la Gioconda, manovri la società da dietro le quinte (e neppure troppo), servendosi della criminalità organizzata e delle istituzioni nessuna esclusa. Aggira il funzionamento della democrazia, l’esito delle urne elettorali, il volere del popolo sovrano (ma dove, ma quando?), citando i “sacri” principi solo quando servano al loro “potere”…

I più ritengono la situazione ineluttabile, quindi giusta per necessità. Così attendono il meglio… Ritengono che l’evoluzione, da parte loro, possa risiedere nel fare la raccolta differenziata e consumare meno acqua…

Che cosa dovremmo aspettarci? Che cosa potremmo mai attenderci se non il peggio? Tutto continua ad andare, anzi, già fin troppo bene…

Frattanto, l’emigrazione “sarebbe” la madre di tutti i problemi. Non il nichilismo morale, non l’ingiustizia continua, non il ritardo con cui noi marciamo, con cui tutto procede, dalla crescita allo sviluppo, dal benessere alla pace, alla cultura diffusa etc.

Frattanto il nostro amato Papa parla solo del “male nel mondo” e continua a non accorgersi del bene – che pur c’è ed è sempre tanto – come i papi più recenti, mentre il nostro presidente Mattarella adesso fa ridere anche lui quasi come Napolitano. Mai quanto Scalfaro. Chi si contenda gode…

Scaramacai

Palermo, 13/9/2018

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Nota. In tutto il mondo, da sempre, l’uomo tipico – homo – è l’homo religiosus. Il suo contrario, l’homo non religiosus è, di conseguenza, un… “non homo”. Il perfettista cui accenniamo sopra (che è ben più del perfezionista) è colui che ritiene la perfezione vicina, anzi già presente. In altri termini, a portata di mano. Basta – o basterebbe – una scelta semplice, un atto volitivo immediato dell’intelligenza, per coglierla. Nella sostanza il perfettista è un ateo – è un non religiosus – o è come se lo fosse. Perché, se la perfezione, semplice come l’unità, fosse nel cosmo rispetto all’uomo, nulla dipenderebbe dalla sua buona scelta, dalla sua opera. Il cosmo, invece, proietta sull’umanità una pioggia molteplice e movimentata: gioie, dolori, problemi, soluzioni…

Il perfettismo è l’errore fondamentale – trasmesso alla cultura occidentale  italiana da Hegel e Croce – di cui si erano accorti in vita già lo stesso Platone e Sant’Agostino. Nell’accogliere l’idea, che era di Parmenide, di un Dio perfetto che avesse creato un mondo già perfetto toglievano senso alla vita…

Coloro che oggi sono platonici – quasi sempre senza saperlo – a livello antropologico tendono a ritenere che il cosmo sia perfetto e che l’umanità possa soltanto guastarlo. Li incontriamo ogni giorno… Ciascuno commenti questo concetto – certo non facile – come crede…

Ma sia chiaro, quanto meno, come sia illogico essere al contempo platonici e cristiani. Infine, se si approfondiscono questi concetti morali, si può capire perché il mondo oggi sia così indocile al “sistema”  ed a quello che risulta conclamato come “ordine costituito“.

(Sc.)

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