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L’Italia lo schiaffo all’Ue e il reddito ai poveri: si cambia?

Il J'accuse tipico di Salvini. Siamo convinti che qualcuno li lasci "giocare alla politica", per fare - ancora - il "proprio" gioco.... Ma, giocando giocando, sia pure nell'ambito loro concesso, il mouse potrebbe cliccare dove non doveva. Succede... Con sorprese, danni o benefici? Chi lo sa?

Nel momento del cambiamento (ci siamo dunque?) è certamente opportuno tornare a ricordare i “principi” e farvi rifermento… Un “salto” c’è – è in atto – ed è evidente. Cadremo nel buio? I principi cui alludiamo non sono solo quelli degli articoli della Costituzione, cui non a caso Mattarella, giurista di sicura cultura, ha subito fatto richiamo. Le parole del presidente incontrano un limite solo perché rivelano la sua posizione, la propensione per la critica – cioè – più che verso una vera e completa disamina attorno alle …novità del momento. In sostanza, il Presidente fa capire subito di condividerle ben poco…

Le novità, ripetiamo, “ci sono” e viaggiano – notevoli – su due fronti. E’ chiaro: la prima è un inedito “no mamie” a mamma UE: niente hai detto! La seconda è l’introduzione del reddito di cittadinanza. Non c’è nulla di “assolutamente originale”, ma…

Dire un “basta” a Bruxelles non è inopportuno. C’è del marcio “a sud della Danimarca”, cioè a Bruxelles…  E’ evidente. Una controprova? Il modo in cui mediaticamente si dia dell’anti europeista a chi a malapena critichi l’euro, pur se la moneta è stata definita definita una patacca unanimemente da tutti i recenti premi Nobel dell’economia. Perché l’errore di concedergli il valore di 2 mila lire e non di mille, oltre a quello di non presentarlo su carta, ma coniarlo in una miserabile moneta simile alle 100 lire, per non parlare del ridurre l’amata carta da Mille ad un infimo penny (50 cents) da non poter dare neppure d’elemosina, è niente rispetto al privare la banca centrale (B.d’Italia etc), cioè lo Stato – cioè secondo il pur fallace senso comune – gli italiani, ma comunque l’Italia di autofinanziarsi battendo moneta… La digressione è opportuna…

Si era andati a gonfie vele con quel “così fan tutti”: lo Stato rimediava ai debiti interni battendo moneta, alimentava chiaramente la crescita e poi rimediava – come poteva, agendo con vari (anche potenti) strumenti a propria disposizione (imposte, tasse, andarci …più piano con la zecca) ma intanto aveva alimentato lo sviluppo, provocando – certo – inflazione: grave? No, questo “andazzo”, chiamatelo come volete, ,viene definito “il volano dell’economia”: elementare, perché favorisce chi investe e penalizza chi conserva i soldi nel materasso. Vedi caso, le banche…

Niente di tutto questo con l’Ue, con la Bce e con l’Europa guardinga, pavida di Bruxelles, nostalgica della perduta parità aurea della moneta: una panzana dimostratasi tale da decenni di benessere, ricchezza crescente e diffusa. Il resto (dei discorsi) è rubbish

Ma, secondo il politically correct, – è qui, ribadiamo, è la controprova del marcio a Bruxelles – non si può mai essere contro l’euro o contro “questa” Europa senza essere  considerati contro l’Europa (anti europei) e, tanto meno, proprio se lo si fa in quanto si è – invece – profondamente per l’Europa unita. Quella vera, però, quella della comune cultura generalizzata, della consapevolezza che l’Europa sia “una“, nella speranza di trovarsi, finalmente, nell’auspicata patria più grande. Quella di Dante e Shakespeaare, del Rinascimento, della Revolution e del Risorgimento, di Ibsen, Pirandello e persino di Dostoievsky, per non dire di Verdi, di Mozart e dei fratelli Strauss…

Ebbene, finalmente si trasgredisce – almeno un po’ – rispetto al vincolo del rapporto debito-pil. Già, per la prima volta, “no mamie“… Di che cosa si tratta, nello specifico? Che cosa è questo fatidico rapporto? Trattasi di un principio che ha la sola scientificità – come altri, al giorno d’oggi, purtroppo – della fantasia di chi l’ha inventato. Tale vincolo non ha alcuna, cioè nessuna, base matematica, né – ovviamente – economica. E’ il frutto della fantasia di economisti dalla mentalità da ragionieri. Anzi della fantasia dell’economista francese Guy Abeille, che “lo inventò” per accontentare una richiesta di F. Mitterand.

“Un rapporto del 3% fra deficit e Pil? E’ intrigante – fu la battuta – …tutto ciò che è in 3 è perfetto!” Così,in base a questa (come definirla se non una minchiata?) – ci stiamo ‘massacrando’ perché anche l’UE ha giudicato quel tre …perfetto.

Questo rapporto ricorda la cosiddetta “reazione acida” fra le tecniche dell’analisi di bilancio. Già: Che cosa succederebbe se pagassimo tutti i debiti fino all’ultimo e non riscuotessimo neppure uno dei crediti? Evidentemente è un’idiozia. Eppure c’è chi la calcola: due somme, un paragone…

Il reddito di cittadinanza, come l’abbuono dell’Imu sulla prima casa, è per l’Italia una manovra in contraddizione con il rigore imposto dall’Ue. Altro si sta facendo… Diceva del resto Maffeo Pantaleoni (il padre dell’economia italiana, precursore di Vilfredo Pareto e della suola liberale di Torino) già attorno al 1910, cioè …niente di nuovo sotto il sole: “è da imbecilli imporre il rigore in tempi di ristagno economico”. Lo hanno inciso in tempi non sospetti anche sul suo francobollo commemorativo!

Il reddito di cittadinanza – per quanto mal concepito – rilancerà senza dubbio l’economia, perché i poverissimi …correranno a spenderlo. Questa la prima osservazione. Inoltre – ecco la seconda – non parliamo come se fossimo (noi italiani) unici al mondo: il reddito di cittadinanza esiste già nella maggior parte del mondo civile e l’Italia sta giungendo in ritardo…

Il reddito di cittadinanza – ma occorrerebbe studiarne meglio la forma, i tempi, i destinatari – è un “portato” della storia, una conseguenza da attendersi come inevitabile rimedio e panacea. Da una parte nel mondo moderno la produzione presenta crescenti esuberi e, quindi, occorre creare condizioni di maggior consumo. Dall’altra, esiste un continuo problema funzionale di scarsa occupazione, per la crescente presenza dell’automazione e – ancor di più – dell’elettronica. Sappiamo bene ormai che la società non possa e non debba rinunziare né all’una, né all’altra. In attesa, però, che nascano nuovi consumi, nuove esigenze, nuovi impieghi e professioni (turismo, tempo libero, sport, assistenza sociale etc…) lo stato interverrà massicciamente per alimentare il benessere che è nei fatti e, così, la conseguente spesa. Non è certo necessario essere grandi futurologi per prevederlo…

La critica al provvedimento in corso andrebbe effettuata sul come “spalmare”, in base non tanto alla costituzione, ma anche ai principi generali del diritto e alla sua stessa filosofia e relativa morale sociale, tale ricchezza da distribuire…

Iniziamo dalle previdenze: la cassa integrazione, i presalari agli studenti, l’assegno di disoccupazione, la reintroduzione della scala mobile anche sulle pensioni… Sono solo delle elementari ipotesi, degli esempi a braccio che dimostrano quanto l’attutale provvedimento sia comunque demagogico, ma anche quanto le critiche dell’opposizione siano miopi, prive di fantasia e – peggio ancora – di cultura…

Quella che fa più sorridere è la critica del Pd: gli ex comunisti, ormai votati al suicidio, affermano che non è “di sinistra” distribuire denaro ai poveri. Evidentemente sono impazziti. Ciò servirebbe anche a dimostrare che i 5Stelle non sono di sinistra. Non sarebbe difficile, peraltro, dimostrare in altro modo come i 5Stelle non siano di sinistra. Ma non siano neppure di destra, anche perché non sanno neppure loro che cosa siano…

I 5Stelle hanno ereditato, però, il peggio della sinistra che siamo abituati a conoscere: quella forma mentis per cui accettano soltanto un concetto purché possano catalogarlo alla stregua di un principio ideologico, una via di cui si conosca la meta già definita e che non abbia traverse da cui attendersi eventuali sorprese.

La parte costruens del nostro discorso sta nel notare l’importanza dell’indicato “no mamie” a mamma Ue. Ci voleva, dopo tanti anni di politica pavida, di politici senza i pantaloni, di yesman che risalgono ai disastrosi accordi a seguito della “Vittoria” della prima guerra mondiale, della sconfitta della seconda, con relativi “con osservanza” durati, appunto, fino all’avvento dell’UE. Sì a tutti: “aderiamo, aderiamo”. Accettiamo di imparare. Si, con osservanza: la massima…

Germano Scargiali  

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Guardare dietro l’angolo mette i brividi: dove sta il pericolo?

Val la pena di notare come “veniamo spinti tutti su false piste”. Si contrabbandano idee fasulle, come la sparizione i sentimenti di destra e di sinistra visti come ideologie. Esisterebbe, dunque, un’idea obiettiva del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto,la possibilità di scegliere tutti insieme…per il meglio? La società umana è molto lontana da questo. Tale concetto è, infatti, una pura astrazione. Il “meglio” come scelta non esiste se non nella mente di ciascuno o di ciascun gruppo sociale, nei sindacati, nelle corporazioni “di fatto”…

La dicotomia del pensiero umano, inoltre, evidente sin dall’antichità fra Parmenide (un cosmo sostanzialmente uno e perfetto per natura),cui la sinistra fa anche senza saperlo riferimento, in assoluto contrasto con Eraclito (un cosmo simboleggiato dalla molteplicità in continuo divenire da accudire e gestire come si fa con un fuoco che arde) cui la destra crede, accettando il conseguente “confronto”, è  visibilmente presente fra noi e non dà segni di un suo esaurirsi.

C’è dell’altro e c’è di peggio.  Non solo l’Europa è stata privata dalla propria sovranità monetaria e finanziaria, ma anche l’America lo è. Per questo versa a sua volta in gran crisi. Né la Germania, grazie al contentino accordatile della supremazia in Europa, ne è esente. Privo del controllo della leva finanziaria, lo Stato e, per esso il potere politico, che rappresenta – comunque – il popolo e la società civile, essendone il solo baluardo contro l’ingiustizia dei “potenti”, non può agire adeguatamente sulle leve dell’economia.Manca di un’adeguato strumento in tema di finanza: niente hai detto. Anche qui, tutto il resto è rubbish!

Il grosso rischio che il mondo sta correndo è l’intero potere si concentri veramente a livello planetario nelle mani di chi lo detiene – con l’arma della finanza – nel vertice bancario. Ciò sta avvenendo già in quello che un tempo era “il felice occidente” e che in pratica non esiste già più, né felice, né infelice.

Sono stati vittime di tale logica accentratrice i recenti dittatori e chi li imita o li reclama a gran voce, essendo magari additato come populista o realista. Anni fa era qualunquista, anti progressista, addirittura fascista…

Ciò perché il vertice finanziario ha capito – o ha ritenuto – ma era così in seme sin dalle origini, che sposare un finto socialismo non impediva la grande manovra propostasi. Bastava non essere “progressista” come …lo intendevano. Il solo vero ostacolo sono le dittature tendenzialmente di destra, lo si voglia o no: quelle danno grandi fastidi, quelle chiudono gli sportelli, i banchi dei pegni, limitano i giochi di borsa e svuotano le segrete sale di quel potere…

Le principali vittime sono state i Kennedy, Nixon, ma altri sono stati Ceausescu, colpevole di aver risanato il debito (che abbiamo tutti) con le banche Rothschild. Poi Gheddafi, che progettava di creare una banca centrale africana che battesse una moneta forte e propria, tenendo fuori le banche Rothschild dal vecchio “Continente Nero”. Ma anche Berlusconi e Trump sono dei chiari “nemici”. Per parlare della posizione di Trump ci vorrebbe Pirandello… Pensiamo a Erdogan e Assad… I grandi precedenti, che fanno tremare, non li citiamo… Tutti, però, hanno il denominatore comune di voler fare, comunque, gli interessi del proprio paese: un “vezzo” fatale… Lo perseguono in modo più o meno corretto, più o meno discutibile, ma il loro vero “guaio” è quello di non essere – non poter essere –  in linea con gli interessi delle grandi banche mondiali…

Su tutto incombe il …problema dell’Africa. Oggi questa grande massa di terra emersa, depositaria di immense ricchezze (minerali, territorio, la stessa popolazione e il Pil in crescita a 2 cifre) è il massimo oggetto del contendere, assieme al Mediterraneo. Nel piccolo mare, che ha appena una superficie dell’1% delle acque del mondo, si muove già il 40% dei traffici del Pianeta: è una bomba innescata sulla quale stiamo seduti. L’Italia è una portaerei ideale e un lancia missili di oltre 2000 Km ben posizionato. Troppo… Guardate come è andato in porto il Muos e come Crocetta ha governato,pur essendo una macchietta, per tutta la legislatura… Ma il Muos sta là…

La storia procederà, assieme alla geografia, sulla testa di tutti. Niente potrà fermarla. L’America ne esce sconfitta in partenza, perché l’input, come nel passato, verrà irrimediabilmente da Oriente. Come nella storia precedente alla scoperta del nuovo mondo che gli oceani stanno lentamente inghiottendo…

Un est che da tempo ormai corre fino al Magreb, ma parte sempre dalle lontane coste pacifiche, cui Colombo credeva di giunger tout court, attraversando l’Atlantico.

Ci vuol ben altro che il tandem Salvini – Di Maio per cavalcare la tigre dell’Italia, questa portaerei evoluta e industrializzata nel cuore di quello che qualcuno chiamava Mare Nostrum. Infatti, dietro questa specie di “Trio Lescano” completato da G. Conte, il premier “perbenino” fra i due zoticoni, c’è ben altro: possono giocare alla politica dentro un teatrino, come coloro che li hanno da poco preceduti. Per intenderci, a partire da Monti. Purtroppo, forse, a dispetto degli italiani di sole, pizza e amore, quelli che “…potremmo campare solo di turismo”, l’Italia, dietro le quinte, è una cosa troppo seria. (G.S.)

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L’aneddoto: come nacque esattamente la storia del 3%.

Aujourd’hui en France Le Parisien (quotidiano francese,ndr) rivela un altro virgolettato di Abeille (l’inventore del 3%, ndr): «Abbiamo stabilito la cifra del 3 per cento in meno di un’ora. È nata su un tavolo, senza alcuna riflessione teorica. Mitterrand aveva bisogno di una regola facile da opporre ai ministri che si presentavano nel suo ufficio a chiedere denaro […]. Avevamo bisogno di qualcosa di semplice. Tre per cento? È un buon numero, un numero storico che fa pensare alla trinità».

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