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Come l’UE ci beffa mediaticamente

Sola contro tutti, Angela Merkel ha detto no all'estensione del ruolo della Bce e alla creazione di titoli garantiti dall'intera eurozona. Ma anche in Germania sono sempre di più gli esperti che mettono in guardia sull'ossessione tedesca per la disciplina e l'ubbidienza che potrebbe far precipitare l'eurozona nel caos.

Il legittimo sospetto che un’Europa concepita come l’UE nasca dal disegno d’una maga malefica sorge spontaneo come le domande di Antonio Lubrano. Ciò che, tuttavia, più deve insospettire è rappresentato – come tante volte abbiamo alluso – dalla distorta informazione che riguarda l’argomento. Le contraddizioni fioccano, si susseguono, sono il peggio di una realtà mediatica che sembra voler tutto tranne che diffondere conoscenza, verità e – meno ancora – cultura. Di quest’ultimo termine, vessillifero di una serie di adagi abusati e inflazionati, di cui fanno parte territorio, giovani, progressista, mutamenti climatici, gender etc, l’abuso è enorme. Osservate come a volte l’informazione si soffermi in pedisseque elementari spiegazioni, altre volte corra velocissima su termini e concetti che facili non  sono… oppure dia per risaputo e per certo ciò che non è né risaputo, né certo.

Ci troviamo spesso nel pieno della”non lingua”, quella che crea “paroline e frasette alla moda”, inediti anche stranieri (inglesismi innanzitutto), piccoli neologismi assolutamente superflui, addirittura inutili: a livello di massa come attimino, assolutamente, implementare, qui quo qua al posto di qui pro quo etc.

Ma il peggio avviene quando l’informazione gioca sui concetti, ne tace alcuni, fa prevalere la connotazione fino a soverchiare la denotazione, dà per dimostrato ciò che non lo è e ne fa un caposaldo del discorso…

In questi giorni viene chiamata “restrittiva” una manovra che mette in difficoltà l’Italia con l’UE. Quest’ultima, non la logica economica, decide se una manovra sia positiva o meno! E’un chiaro paradosso. No, infatti: restrittiva è una manovra che penalizzi lo sviluppo, per esempio imponga il rigore in un momento – come questo – di ristagno del mercato. Sviluppo e assistenzialismo sarebbero in contrasto: No, finanziare i poveri significa, in ogni caso, …spedirli dritti nei negozi a comprare. Quindi l’assistenzialismo può contribuire allo sviluppo. Anzi contribuisce…

Orban (Ungheria) è uno dei più irrequieti, ma in questi giorni la Macedonia si è rifiutata entrare in UE. In sostanza ha dato le spalle"agli aiuti".

Orban (Ungheria) è uno dei più irrequieti, ma in questi giorni è indicativo che la Macedonia si è rifiutata entrare in UE. In sostanza ha dato le spalle”agli aiuti”.

L’Europa stessa (non le altre comunità internazionali) fa soffrire intere nazioni intorno al concetto del 3% relativo al famigerato rapporto deficit – Pil. Come abbiamo ricordato in altro articolo (e lo ripeteremo anche in questo), trattasi di una mera invenzione, che non ha nulla di scientifico, cioè nessuna certezza sul piano tecnico. Eppure viene indicata alla stregua delle mura di Gerico! Le nazioni devono starvi dentro!

Passiamo, però, nel cuore della “non lingua” europea, anzi UE, per intenderci.

Il “gioco” è quello di fingere che il polso della situazione economica sia fornito dalla finanza (aspetto finanziario). Ricordiamo subito che la Finanza (banche) è il vero dittatore pericoloso che vuole impadronirsi (al momento l’ha già fatto) del potere mondiale. Quindi tremare è opportuno!

Ripetiamo, a mo’ di ricordo, che economia è quel modo di ragionare che ci fornisce il risultato del fenomeno produttivo, mentre la finanza è (o dovrebbe essere) l’insieme delle osservazioni che ci dicono, dal primo momento fino all’ultimo, quanto denaro ci sarà nel cassetto della cassa. Scusate l’elementarità, voluta, della spiegazione. Intendiamoci: sono “cose elementari” o dovrebbero esserlo… Il fine della finanza è di far sì che il cassetto non sia mai talmente vuoto che – nonostante il credito di cui godiamo per il nostro buon nome – qualche creditore malefico non ci dichiari falliti o – in America – siamo costretti a dichiarare noi stessi bancarotta.

L’economia, di per sé, non è scienza difficilissima: lo dimostrano le grandi fortune di imprenditori “ignoranti in partenza” come (in Italia), Borghi, Rizzoli, Sensi, Massimino, Carmelo Patti…

Una precisazione opportuna, a questo punto, è sulla differenza fra un’economia familiare, quella di un’azienda e quella di una nazione. E’ una differenza enorme, ma che viene negata da fior di personaggi… A giocare sull’equivoco è proprio l’informazione che riguarda le vicende economico finanziarie dell’UE.

Spieghiamo come non vi sia dubbio che, quando una famiglia inizia a spendere più di quanto guadagnano i suoi membri finisce …nei guai. Può chiedere un prestito, ma non avrà il secondo se non correrà a drastici rimedi ed a consistenti sacrifici…

Ricordiamoci, però, che solo indebitandosi si cresce, purché ci si indebiti “bene”, cioè vi sia sotto forma negoziabile ricchezza reale a valle dell’indebitamento. Anche per la famiglia. Nel corso della nostra vita,chi comprò una casa nel 1970, 15 anni dopo si ritrovò con una casa che valeva oltre una cifra con uno zero in più. Chi non aveva fatto sacrifici 15 anni prima si trovò senza niente. Nel 1970,di regola,il più ricco poteva essere chi avesse più debiti (non era solo la casa che contasse…).

Ciò significa che la regola dell’indebitamento non è assoluta neppure per la famiglia. Il che è quanto dire.

Passiamo alle imprese, all’azienda. Queste, nel momento difficile (meglio, certamente, se l’ammanco dipende da una crescita improvvisa, da un aumento della domanda) hanno ben altri modi per finanziarsi. Per esempio, differenziare i fornitori di merci da trasformare e macchine utensili: il primo effetto sarà che ciascuno aggiungerà una quota di credito in più (un fornitore accetta un pagamento a 3 mesi fino ad una certa esposizione, il secondo fornitore accetterà anche un esposizione e una dilazione maggiore, pur di “rubare” parte  del fatturato all’avversario). La”bravura” sta nel non far capire al nuovo fornitore che non sei nei guai. Lui facilmente lo sospetterà… Altre “mosse” si potranno fare nei confronti delle banche: doppio conto corrente, doppio finanziamento etc.

Qual’è il limite di tali espedienti? E’ che l’azienda dev’essere “economica“, produttiva, deve incassare più di quanto spende. E qui subentra la scienza finanziaria, ma – correttamente intesa – al servizio dell’aspetto economico. Solo su quest’ultimo terreno – quello del mercato – applicheremo le massime del marketing. Massima base: non produrre ciò che “amiamo”, ma produrre ciò che il mercato richiede. Se l’azienda sbaglia su questo terreno, hai voglia a ricorrere a rimedi finanziari.

Ciò prova che è l’economia a prevalere sulla finanza: è la regina del fenomeno economico finanziario e non viceversa, come vorrebbero far credere la banche.Perché è chiarissimo,altrettanto, che la ricchezza viene solo dal mercato ed ancor prima dalla macchina produttiva. Questa mette – visibilmente – a disposizione della società (umanità) anche beni e servizi per sopperire a necessità primarie, secondarie e terziarie. Che volete di più?

Passiamo alle Nazioni. Anche perché la scienza economica – come sa bene Amarthia Sen, divenuto economista osservando la povertà dell’India – studia… i motivi della ricchezza e della povertà delle nazioni. Nacque come Economia politica con Adamo Smith in Inghilterra come reazione al dirigismo (statalismo) delle monarchie europee di stampo autoritario medievale. Tale dirigismo torna sostanzialmente,contrabbandato da Hegel per piaggeria nei confronti del Re di Prussia, nel social comunismo marxista. Mentre, per inciso, anche Sen definisce l’Euro “una patacca”.

Ebbene le nazioni hanno un’altra leva in più, rispetto alle aziende, per sopperire a situazioni debitorie. Vi sorprende? E’ la leva della politica. Non ci vuol niente – come diceva Maffeo Pantaleoni già nel 1910 – a mettere nuove tasse, il difficile è uscire dal debito, evitandole. Inoltre diceva il suo famoso “è da imbecilli imporre il rigore in momenti di ristagno economico”. Ma ci arriva anche un bambino! O meglio, dovrebbe… Tanto è vero che il deficit in Italia è aumentato anziché diminuire…

Che vuol dire agire sulla leva della politica? Vuol dire offrire trattati e concessioni commerciali ed economiche anziché soldi! Lì sarebbe il difficile,cioè la…bravura. Ma “avrebbe l’aria” di fare politica internazionale…

Il discorso è più facile di quel che sembra. L’Italia ha uno Stato che fa acqua, ma una realtà produttiva che non ne fa affatto.La voce che dovrebbe rappresentare il risultato economico della nazione nel ragionamento dell’UE è il Pil, ma questo è un dato volubile e incerto quasi quanto quello del 3%.Quanti italiani sanno esattamente che cosa sia il Pil? Come venga calcolato?

Ma perché i media non parlano mai della bilancia commerciale? E’tutta un’alta cosa del rapporto debito Pil: è una cosa seria e reale. Un’ipotesi: perché, se vi dicono che è attiva, cioè la verità non potranno turlupinarvi col discorso del deficit. Insomma: ce lo vogliono dire che l’italia vende più di quanto compra? Oppure,magari, il contrario, se fosse così…

Personaggi chiacchieratissimi, già indagati come J. C. Juncker dettano legge nell'UE...

Bello no? Cammina con la bottiglia appresso…  L’UE si basa sui numeri e lui, infatti, dà i numeri… Personaggi chiacchieratissimi, già indagati, come J. C. Juncker (riciclava per mestiere somme enormi nel “suo” Lussemburgo) comandano, anzi redarguiscono”gli altri” e  dettano legge nell’UE…

Controprova: non si può parlare né del debito, vedi deficit, né dei crediti in “nessun” bilancio senza fornirne un’analisi. Già: analisi di bilancio. Che parole magiche! Chi mai la fornisce? Se ne parla per inciso. Finalmente qualcuno osserva: il debito dell’Italia è in gran parte verso banche italiane. E ce ne voleva!

La verità sottostante è che in Italia, ma persino in Sicilia, si produce di tutto e di più: la produzione supera di gran lunga i bisogni. Ciò è vero nell’agroalimentare, nei semilavorati, nei prodotti finiti dell’alimentarismo e della manifattura. L’Italia è una vera potenza mondiale in fatto di grandi opere pubbliche, di costruzioni navali e meccaniche,industri aeronautica, sperimentazione nucleare. Nella sola agricoltura ha agronomi tanto numerosi e tanto bravi da poter risollevare in pochi anni le sorti dell’Africa o gran parte di essa.

I privati fanno da tempo qualcosa: hanno pescherecci a Bengasi e oliveti in Marocco,oltre che hotel e gelaterie… Giovani siciliani sono imprenditori negli emirati. Altri piangono miseria in casa loro. Ma quando il governo farà la sua parte?

Ma ci vuole tanto a dare un calcio all’Europa e a buttarsi sul Mediterraneo, cioè dalla parte della Russia e della Cina? Ci vorrebbe un vero colpo di stato.Un dire no a chi è abituato a ricevere soltanto dei sì.

Sarà l’Europa, delle eternamente ostili Francia e Inghilterra, dell’ingorda Germania, dei decadenti paesi bassi degli aborti a go-go e dell’eutanasia, a dover venire un giorno…a Canossa!

La sapete l’ultima sull’UE? Uno stop agli “accordi transfrontalieri”. Ne parleremo ancora: per operare una pacifica politica del Mediterraneo Meridionale, ai fini dell’auspicata politica coesa del pieno utilizzo delle risorse del mare esimili, l’Italia aveva iniziato a concludere accordi diretti con i paesi rivieraschi e dirimpettai anche extra Ue: Nord Africa e Medioriente. Si chiamano “accordi transfrontalieri“. L’UE li sta vietando. Saranno uno dei temi del VII Blue sea land in corso in questa settimana a Mazara del Vallo. Giovanni Tumbiolo, compianto ideatore della manifestazione, lavorava alacremente da sempre per promuoverli.

Germano Scargiali

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Per gli “stacanovisti della lettura”, riportiamo – scusate la presunzione – la nota ad uno degli ultimi articoli pubblicati che è in linea con quanto sopra…

Guardare dietro l’angolo mette i brividi: dove sta il pericolo?

Val la pena di notare come “veniamo spinti su false piste”. Si contrabbandano idee fasulle, come la sparizione i sentimenti di destra e di sinistra visti come ideologie. Esisterebbe, dunque, un’idea obiettiva del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto,la possibilità di scegliere tutti insieme…per il meglio? La società umana è molto lontana da questo. Tale concetto è, infatti, una pura astrazione. Il “meglio” come scelta non esiste se non nella mente di ciascuno o di ciascun gruppo sociale, nei sindacati, nelle corporazioni “di fatto”…

La dicotomia del pensiero umano, inoltre, evidente sin dall’antichità fra Parmenide (un cosmo sostanzialmente uno e perfetto per natura),cui la sinistra fa anche senza saperlo riferimento, in assoluto contrasto con Eraclito (un cosmo simboleggiato dalla molteplicità in continuo divenire da accudire e gestire come si fa con un fuoco che arde) cui la destra crede, accettando il conseguente “confronto”, è  visibilmente presente fra noi e non dà segni di un suo esaurirsi.

C’è dell’altro e c’è di peggio.  Non solo l’Europa è stata privata dalla propria sovranità monetaria e finanziaria, ma anche l’America lo è. Per questo versa a sua volta in gran crisi. Né la Germania, grazie al contentino accordatile della supremazia in Europa, ne è esente. Privo del controllo della leva finanziaria, lo Stato e, per esso il potere politico, che rappresenta – comunque – il popolo e la società civile, essendone il solo baluardo contro l’ingiustizia dei “potenti”, non può agire adeguatamente sulle leve dell’economia.Manca di un’adeguato strumento in tema di finanza: niente hai detto. Anche qui, tutto il resto è rubbish!

Il grosso rischio che il mondo sta correndo è l’intero potere si concentri veramente a livello planetario nelle mani di chi lo detiene – con l’arma della finanza – nel vertice bancario. Ciò sta avvenendo già in quello che un tempo era “il felice occidente” e che in pratica non esiste già più, né felice, né infelice.

Sono stati vittime di tale logica accentratrice i recenti dittatori e chi li imita o li reclama a gran voce, essendo magari additato come populista o realista. Anni fa era qualunquista, anti progressista, addirittura fascista…

Ciò perché il vertice finanziario ha capito – o ha ritenuto – ma era così in seme sin dalle origini (da quando Rothschild finanziò Lenin pur di detronizzare gli Zar) che sposare un finto socialismo non impediva la grande manovra propostasi: quella di controllare l’economia globale anche impedendone la crescita. Perché anche in condizioni di sottosviluppo i valori assoluti su cui lucrare restano enormi. Che differenza c’è fra avere 1000 miliardi, 100 miliardi o 10 miliardi di dollari o euro per un uomo?

Per fare “gol” basta fingersi “progressista” come …lo intendeva la “sinistra storica”. Purché essa non impedisse la presenza delle grandi banche, era preferibile per molti e svariati motivi, ad un regime liberale e liberista.  Il solo vero ostacolo erano e sono le dittature tendenzialmente di destra, lo si voglia o no: quelle danno grandi fastidi, quelle chiudono gli sportelli, i banchi dei pegni, limitano i giochi di borsa e svuotano le segrete sale di quel potere, applicandovi catenacci…

Le principali vittime sono state i Kennedy, Nixon, ma altri sono stati Ceausescu, colpevole di aver risanato il debito (che abbiamo tutti) con le banche Rothschild. Poi Gheddafi, che progettava di creare una banca centrale africana che battesse una moneta forte e propria, tenendo fuori la finanza che conta dal vecchio “Continente Nero”. Ma anche Berlusconi e Trump sono dei gran “nemici”.

Per parlare della posizione politica e morale di Trump ci vorrebbe Pirandello… Pensiamo a Erdogan e Assad… I grandi precedenti, che fanno tremare, non li citiamo… Tutti, però, hanno il denominatore comune di voler fare, comunque, gli interessi del proprio paese: un “vezzo” fatale… Lo perseguono in modo più o meno corretto, più o meno discutibile, ma il loro vero “guaio” è quello di non essere – non poter essere – in linea con gli interessi delle grandi banche mondiali, ma a favore della crescita generalizzata del progresso tecnologico, addirittura del modernismo, del razionalismo: nemici…

Su tutto incombe il …problema dell’Africa. Oggi questa grande massa di terra emersa, depositaria di immense ricchezze (minerali, territorio, la stessa popolazione e il Pil in crescita a 2 cifre) è il massimo oggetto del contendere, assieme al Mediterraneo. Nel piccolo mare, che ha appena una superficie dell’1% delle acque del mondo, si muove già il 40% dei traffici del Pianeta: è una bomba innescata sulla quale stiamo seduti. L’Italia è una portaerei ideale e un lancia missili di oltre 2000 Km ben posizionato. Troppo… Guardate come è andato in porto il Muos e come Crocetta ha governato,pur essendo una macchietta, per tutta la legislatura… Ma il Muos sta là…

La storia procederà, assieme alla geografia, sulla testa di tutti. Niente potrà fermarla. L’America ne esce sconfitta in partenza, perché l’input, come nel passato, verrà irrimediabilmente da Oriente. Come nella storia precedente alla scoperta del nuovo mondo che gli oceani stanno lentamente inghiottendo…

Un est che da tempo ormai corre fino al Magreb, ma parte sempre dalle lontane coste pacifiche, cui Colombo credeva di giunger tout court, attraversando l’Atlantico.

Ci vuol ben altro che il tandem Salvini – Di Maio per cavalcare la tigre dell’Italia, questa portaerei evoluta e industrializzata nel cuore di quello che qualcuno chiamava Mare Nostrum. Infatti, dietro questa specie di “Trio Lescano” completato da G. Conte, il premier “perbenino” fra i due zoticoni, c’è ben altro: possono giocare alla politica dentro un teatrino, come coloro che li hanno da poco preceduti. Per intenderci, a partire da Monti. Purtroppo, forse, a dispetto degli italiani di sole, pizza e amore, quelli che “…potremmo campare solo di turismo”, l’Italia, dietro le quinte, è una cosa troppo seria. (G.S.)

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L’aneddoto: come nacque esattamente la storia del 3%.

Aujourd’hui en France Le Parisien (testata francese, ndr) rivela un altro virgolettato di Abeille (l’inventore del 3%, ndr): «Abbiamo stabilito la cifra del 3 per cento in meno di un’ora. È nata su un tavolo, senza alcuna riflessione teorica. Mitterrand aveva bisogno di una regola facile da opporre ai ministri che si presentavano nel suo ufficio a chiedere denaro […]. Avevamo bisogno di qualcosa di semplice. Tre per cento? È un buon numero, un numero storico che fa pensare alla trinità».

La vera domanda è: “ma l’UE è paragonabile ad un’aggressione dell’America (che l’ha organizzata e praticamente imposta) all’Europa come le due guerre mondiali? Per molti aspetti, sembra proprio di sì…

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