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Sinistra a pezzi anche in Baviera

La Merkel a bocca asciutta. Ne fa di tutti i colori: "la dittatrice" e la democristiana di sinistra. La crisi di onnipotenza le fa credere di potere tutto. Invece è su una falsa pista e ormai non piace neppure ai tedeschi. Eppure si dice che li abbia messi in posizione di primato in Europa.

Dritto dalle cronache politiche giunge l’OK a ciò che affermavamo senza remore nei nostri articoli: dopo il Sud America, anche la Baviera conferma il trend già presente in Europa e oltre oceano. La gente è stanca della sinistra di ispirazione marxista e dei democristiani che …giocano a fare la sinistra. Chiamateli come volete ma gli elettori votano “a destra”.

Con gli usuali espedienti della “neolingua“, trionfo dell’ignoranza, dell’allusione non definita, dell’equivoco, si addita il populismo“, il “sovranismo“…  Al contrario del “gratuito complimento” riferito a se stessi: quella  di “progressista” auto referenziato: parole, soltanto parole…

Disperazione, invece, dall’altra parte: la sinistra vede le streghe e le vedono più brutte e cattive …quelli dello zoccolo duro “i tifosi della curva sud”. La sinistra perde ovunque e …ammutolisce. La prova della polarizzazione dei media emerge in giornate come queste proprio perché non si legge: non siamo al “silenzio tombale”ma si glissa, si sorvola, si guardano i numeri solo quando convengono, si tacciono quando parlano in modo inequivocabile…

Si cerca di simulare “la quiete dopo la tempesta”… Ed altro non potrebbe essere. Dopo settantatré anni di demagogia a man salva, coloro che accusano gli altri di populismo, ma lo hanno inventato, sembrano scrivere con le proprie stesse mani la parola fine alla loro storia in Italia e nel mondo. E proprio il “Bel Paese” è stato quello più a sinistra, più a rischio comunismo, del mondo libero, dell’Occidente più evoluto, una realtà a propria volta in crisi di identità e dovrà presto crearsene un’altra. Ma questa è un’altra storia e riguarda i grandi mutamenti dello scacchiere mondiale…

Ciò che più sorprende non è – però – lo sconforto di chi ha in mano il pallino del gioco: la classe politica di sinistra che perde il potere. Sorprende il testardo stupore e lo sconforto della base, ferma ad una ideologia che dovrebbe essere ormai letteralmente in frantumi: sono i modi e cli schemi che non hanno funzionato in nessuna delle esperienze passate e recenti. Che hanno condotto l’economia diffusa al dissesto e alle sperequazioni attuali… Dovrebbe essere evidente che laddove meno si è parlato di sinistra in termini marxisti migliore sorte ha avuto “la ricchezza delle nazioni” e  la stessa distribuzione del benessere.

Il crack dell sinistra nella Penisola è culminato nei confronti elettorali più recenti: alle politiche e più ancora alle amministrative 

Da dove iniziare se non dalla Toscana? Sono cadute le roccaforti nella regione più comunista e, non a caso, a più alta presenza massonica della Penisola. Evidente che tutti i non massoni hanno capito e votano dall’altra parte. Vince la destra e va al ballottaggio la destra contro la quasi destra o la stessa destra… Vittorie di destra a Massa, Siena e Pisa: scusate se è poco!

Il centro destra ridimensiona i 5Stelle, come a Terni dove ottiene il doppio dei voti dei pentastellati. In compenso i 5Stelle danno il colpo di grazia ai tardo comunisti, suonando per loro un vero “de profundis”. Avviene ad Avellino. Ad Imperia il centrodestra viene sconfitto ma da Scajola (lista civica) Elettorato ed esponenti del Pd continuano a non capire che la sola strada per sopravvivere ed avere un senso in politica è quella indicata – pur con tutti i difetti del caso – da Matteo Renzi e Paolo Gentiloni…

Ma, forse, avremmo dovuto iniziare dalla vittoria eclatante di Cateno De luca a Messina. Sì, dalle grandi cronache alle piccole: anche il vulcanico onorevole, che già si è fatto apprezzare in città in fatto di governo, giunto alla notorietà con Forza Italia, fondatore di movimenti e partiti, cancella dalla storia politica la macchietta Accorinti. Da buon esponente dei berlusconiani, 16 volte, se non 18 volte, processato ed altrettante assolto perché il fatto non sussiste, Cateno De Luca può governare con una maggioranza solida. Potrà, appena possibile, non dire no al Ponte. Potrà dire no, invece, al porto barzelletta di Tremestieri, voragine di milioni di euro destinato a liberarlo dalla sabbia.Potrà aspirare a liberare la sua città dalle polveri danno se lasciate dai copertoni dei Tir che avvelenano Messina e ingorgano le strade. Ma è solo un esempio…

A Ragusa il confronto era plateale: centrodestra contro 5Stelle. In questa città, caratteristica per l’alternanza ha vinto il primo: Cassì batte il pentastellato Tringali con distacco… Sei punti di differenza. Il trend in crescita dei pentastellati si arresta.Dopo aver perduto il Terzo Municipio di Roma (dove non sono andati neanche al ballottaggio), queste sconfitte fanno da corollario: specie dove governo i 5Stelle vengono subito cancellati dagli elettori al primo  turno possibile. Tutto com’era più che prevedibile…A Siracusa, Francesco Italia di una lista civica batte Reale del Centro destra, ma i 5Stelle non sono neppure giunti fino al ballottaggio.

In Sudamerica, dopo anni di successi elettorali e lunghi cicli di governo, che avevano fatto parlare di un modello politico apparentemente imbattibile, la sinistra sta attraversando ora un periodo durissimo. Senza precedenti,nonostante quelche si racconta sui vari dittatori, non sempre raccomandabili, perla verità, ma neppure così brutti come si dipingono, né “odiati” unanimemente dal popolo ai loro tempi…

La vittoria di un milionario conservatore, Sebastian Piñera, alle elezioni presidenziali in in Cile è solo l’ultima puntata di una storia che comincia da lontano, e che dice qualcosa di come stia cambiando il volto politico dell’America Latina.

In Brasile il Partito dei Lavoratori che ha dominato la politica per molti anni, prima con Lula da Silva e poi con Dilma Rousseff, è stato sconquassato dalle indagini sulla corruzione e infine rimosso dal governo.

In Argentina il presidente Mauricio Macri, conservatore, viene da una robusta vittoria alle elezioni legislative.

In Cile la vittoria di Piñera ha messo probabilmente fine alla carriera politica di Michelle Bachelet, presidente uscente, che era stata popolarissima durante il suo primo mandato ma il cui secondo mandato è stato segnato da scandali e inchieste giudiziarie.

Nello stato che era il simbolo della forza dell’estrema sinistra sudamericana, il Venezuela, c’è una crisi profondissima e la gente muore letteralmente di fame, mentre il parlamento è stato di fatto esautorato da un governo autoritario.

In Bolivia, poi, il presidente Evo Morales è al suo terzo mandato e intende cercarne un quarto nel 2019, tra accuse di autoritarismo e persecuzione dell’opposizione.

Anche in Usa, i successi di Donald Trump, sostanzialmente gran pacifista, protagonista di una politica contro la tradizione Washington e Wall Street, lasciano stupito il mondo. E …in una certa e chiara direzione. Destra guerrafondaia? Semmai il contrario!

Tornando in Germania, un terremoto – in realtà – sconvolge il paesaggio politico del più ricco Land tedesco. La fine di un’eccezione durata quasi 60 anni… Alle elezioni regionali in Baviera i democristiani della Csu (Merkel)

Merkel piange: quanto vale,del resto,il primato in un'Europa che non cresce,anzi in calo se non in ginocchio?

Merkel piange: quanto vale, del resto, il primato in un’Europa che non cresce, anzi è in continuo “calo”, se non in ginocchio? Eppure l’Europa,  tutt’ora “il faro” del mondo, avrebbe tante frecce al proprio arco…

incassano il peggior risultato dal 1950. La Csu rimane primo partito, ma sarà costretta a governare con una coalizione, che si annuncia comunque problematica. La campana suona anche per la Spd, che dimezza i suoi voti e la doppia sconfitta annuncia nuove turbolenze per la Grosse Koalition di Angela Merkel. Vincono i Verdi, diventando secondo partito. Ma i media sorvolano su ciò che molti, però, sanno: i verdi tedeschi sono differenti da quelli che conosciamo in Italia. Ad esempio sono per limitare l’immigrazione…

L’estrema destra dell’AfD entra in forze nel Parlamento regionale, sia pure non nelle dimensioni sperate.Dovranno tenerne conto e, secondo i numeri, potrebbe entrare nell’esecutivo. Cercheranno di tenerla fuori finché potranno…

Ciò che conta, però, è che si stia sbloccando il mondo da un’ideologia che ha impedito per anni di guardare alla realtà come tale, obbedendo ad “eidola” come definiva le false immagini create dall’individuo e dalla società, fuorvianti della ragione, il grande Francesco Bacone.

Gesse

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Dalla Baviera

Le proiezioni del voto in Baviera, ormai con valore definitivo, attenzionate da tutta la Germania, danno la Csu intorno al 37%, con una perdita di oltre 10 punti rispetto al 2013. I Grünen (Verdi,ndr) sfiorano il 18%, più del doppio di cinque anni fa quando avevano ottenuto l’8,6%. La Spd si ferma sotto il 10%, precipitando dal 20,6%. AfD viaggia sopra il 10%, mentre i Freien Wähler, movimento bavarese conservatore, si superano passando dal 9 a oltre l’11%. In bilico sulla soglia del 5 i liberali della Fdp, che dovranno aspettare la complicata distribuzione definitiva dei seggi per sapere se saranno o meno nel Parlamento regionale. Ma,ripetiamo, I Grünen non sono verdi come i verdi italiani. Definirli “di sinistra” è una mera consolazione, un “pannicello caldo”,un po’ come i 5Stelle in Italia, anzi di più…

“È un giorno amaro – ha commentato il ministro presidente Markus Söderun – un risultato doloroso che accettiamo con umiltà”,  che però ha rivendicato alla Csu ‘l’investitura per governare’. Söder ha ammesso che la sua preferenza va a un’alleanza con i Freien Wähler e diversi analisti suggeriscono che anche la Fdp, se entrasse nel Landtag, potrebbe farne parte. Ma sulla carta la coalizione più forte sarebbe quella con i Verdi, che Katharina Schulze, leader del partito in Baviera, ha dichiarato pronti ad assumersi responsabilità di governo. Troppa distanza, specialmente in tema di sicurezza e diritto d’asilo, corre tuttavia tra i Verdi e l’Unione cristiano-sociale. I verdi tedeschi sono solo …quelli di una pedissequa Green Economy.  Si potrebbero definire quasi “verdi di destra”, come del resto ce ne sono dalle nostre parti…

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Nota. Lo scoramento della Merkel è il risultato dell’errore di base, parallelo a quello che continua a danneggiare (assieme ad altri minori) l’Europa e l’Italia: credere ancora all’amicizia degli Usa e perseguire una politica genericamente buonista nella forma e parzialmente nella sostanza… Laddove dovrebbe essere l’osservazione, fatta di indagini realistiche, di feedback a guidare sia la realtà economica, sia quella sociale e civile. Chi comprende il senso di questo concetto è sulla buona strada, ma non è facile, non è la regola. L’opinione diffusa insegue concetti ideologici di segno anche opposto, scambiandoli per “principi” e la stessa classe politica si adegua anche per comodità… E’ una trappola innescatasi fra il ‘700 e l’800 da cui  la società non riesce a venir fuori. (G.S.)

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