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Il Giornale unico e il re nudo

Vilfredo Pareto resta il più grande economista italiano perché è tutt'ora un punto di riferimento nel mondo. Fu allievo di M. Pantaleoni più volte da noi richiamato perché avverso con tanto anticipo (anni 1910) all'attuale politica di rigore (da imbecilli).

Per interpretare i motivi delle vere e proprie menzogne (continue) che ascoltiamo dal “giornale unico“, che è null’altro se non la voce della “cordata di chi vi ha interesse” con poche note stonate – ma soprattutto provenienti dai blog, additati come produttori di fac news –  valgano alcune riflessioni…

Un problema vale (e rende) in quanto esiste e finché esista. I problemi”occorre” crearli e alimentarli: ciò è vero per i mutamenti climatici, per l’energia, per i rifiuti, per il debito pubblico etc…

Occorre spiegare il perché? Ecco una serie di parole: stanziamenti, meeting, analisi tecniche, rimedi… E che cosa c’è di meglio che approntare rimedi a problemi inventati? Domani si potrà dire di aver giovato alla soluzione. Tanto meglio se, come è il caso del clima, non ci sono strumenti di controllo, come non esistono strumenti che possano fornire la priva scientifica della loro sussistenza…

Non facciamo riferimento a questa o quella testata, ma oggi, contrariamente a quello che sarebbe logico ritenere, più importante è la testata – al di qua e al di là dell’Oceano –  più lavora all’inganno.

Stamane (0 ottobre 2018) …la fanno “tragica” più che mai sul problema dei titoli italiani: diverranno presto spazzatura? E lì spiegazioni del “perché” sia tanto importante il giudizio delle agenzie di rating e l’ormai spread, due elementi senza neppure conoscere i quali, fino a 20 anni fa, il mondo era tale e quale. Lo spread venne di moda al tempo di Berlusconi: fu allora che “il Berlusca”, fra i tanti suoi peccati, lo mandava,  secondo il giornale unico, a farsi …benedire. E sarebbe stata presto la rovina. Adesso, con la Madonnina e  San Gennaro al governo, abbiamo speranze migliori… Ma, da allora lo spread ci è rimasto, come si dice a Palermo,  …nello stato di famiglia.

Tutto sommato, questa realtà è letteralmente in mano alle agenzie di rating. Esse “decidono” ma chi giurerebbe sulla loro onestà?

Ma non divaghiamo: ripetiamo domande da noi poste in articoli come il recente “Cari media, ma ci credete stupidi?” oppure “Politica, economia e finanza, così è sevi pare” (vedi se vuoi)…

La salute di una nazione come l’Italia dovrebbe dipendere dalla quotazione dei suoi titoli, ma basta che il suo stesso governo o…Donald Trump – che lo ha promesso (Vedi il nostro articolo Li compro io) – compri un po’ delle sue azioni perché l’Italia si avvii verso la salvezza…

Non c’è barba di economista, neppure rinascessero gli storici V. ParetoJ.M. Keynes o l’eponimo Adamo Smith  – che probabilmente non lo avrebbero mai sostenuto –  né i loro epigoni o i critici che hanno aggiunto, per lo più, solo “arzigogolazioni”  spesso influenzate da pietismi sociali e mere istanze ideologiche – peraltro smentite da tanti loro oppositori – che quel processo “logico” sia anche una cosa seria.

Già, lo ripetiamo ancora una volta con Dante: “…quanto son difettosi i sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l’ali“. In tal modo è possibile che un ragazzone di periferia, perspicace di suo, come Matteo Salvini possa …spifferargliele in faccia, esattamente come il fatidico bimbo che grida al re: “ma sei i camicia e mutande”!

Scaramacai

Vilfredo Federico Damaso Pareto nacque a Parigi nel 1848 e morì a Celigny nel 1923. Per origine ed estrazione culturale è considerato universalmente italiano. E’ stato un ingegnere, economista e sociologo, appunto italiano.

Di grande versatilità mentale, Pareto è stato tra le menti più eclettiche vissute nella seconda metà dell’Ottocento e all’inizio Novecento. Le sue capacità spaziavano dall’economia politica e alla . filosofia. E’ancora noto perla teoria dell’equilibrio economico generale  e per il concetto dell’ottimo paretiano nella cui elaborazione adottò per primo delle approfondite formule matematiche, condizionando in tal senso per sempre lo studio dell’economia politica o scienza economica…

In quegli anni Maffeo Pantaleoni era l’economista italiano più originale del periodo (prima dell’arrivo di Pareto), il “principe degli economisti italiani”, come lo definì Piero Sraffa e dopo di lui molti altri economisti del Novecento. Pantaleoni,da noi spesso citato, era un uomo di eccezionale valore: bastano – secondo noi – alcune sue massime per capire l’errore dell’attuale politica economica europea…

Il rapporto con Pantaleoni sarà fondamentale per lo sviluppo della teoria economica di Pareto, e anche per la sua vita in generale. Pantaleoni colse subito la genialità di Pareto e, con quell’umiltà che solo alcuni grandi uomini hanno, fece di tutto perché quel genio venisse valorizzato e riconosciuto, sebbene fosse ben conscio che l’emergere dell’economia paretiana avrebbe decretato il declino della propria. Cosa che avvenne,inconseguenza della complessità e della profondità dei nuovi studi paretiani.

I cambiamenti nel contenuto analitico della teoria economica di Vilfredo Pareto sono ben individuabili. Pareto volle riformare e completare il suo Cours, che conteneva una teoria dell’equilibrio economico generale ancora sostanzialmente walrasiana, anche se con importanti innovazioni. Le novità le troviamo, per es., nella teoria dell’impresa e dell’imprenditore (con accenni alla teoria dell’oligopolio), nella teoria dei mercati non perfettamente concorrenziali, nel concetto di ottimo paretiano che già vi si intravede, e nell’introduzione del concetto di ofelimità, un neologismo che Pareto inventa per distinguere l’utilità economica (che chiama appunto ofelimità, dal greco piacevole, ofelimos) dall’utilità intesa come caratteristica che fa di una cosa o di un’esperienza qualcosa di utile, di buono, di vantaggioso.

L’economia si limita, secondo Pareto, principalmente alla considerazione e all’esame dell’ofelimità. L’economista non si chiede se un’azione o una scelta di una persona sia oltre che ofelima (piacevole) anche utile per il soggetto (che gli faccia «bene»).

Per la teoria della domanda (elemento Focale per Pareto) e dell’equilibrio è sufficiente rilevare che esiste una domanda per questo o quel bene, e non chiedersi se poi l’utilità di chi acquista quel bene aumenta o diminuisce (come nel caso di un consumo eccessivo di alcol): le valutazioni circa l’utilità sono di natura etica o sociale, valutazioni che Pareto rimanda ad altre scienze sociali.

In altre opere, però, Pareto, sulla spinta di una cultura sociale crescente, introdusse considerazioni di carattere morale e sociale che fanno certamente parte della scienza economica, mirata per definizione a definire “…i motivi della ricchezza e della povertà delle nazioni”. Parete ebbe lunghe corrispondenze, oltre che con il suo “pigmalione” Pantaleoni,che aveva conosciuto, incredibilmente e per caso, in treno, con Benedetto Croce ed altri importanti pensatori del suo tempo. Rispose alle reazioni,anche polemiche, che il suo pensiero suscitò nel mondo…

L’ofelimità è, comunque, il primo strumento usato da Pareto per definire il campo di indagine dell’economia, uno strumento che però di fatto abbandonerà nel Cours, ritenendolo ancora poco scientifico: ‘come si misura e che cos’è realmente l’ofelimità?’ Questo si domanderà, e gli domanderanno i suoi critici post-Cours. Pareto risponde nei suoi ultimi scritti che,morendo,consegnò alla moglie per la pubblicazione…

Avessimo oggi in Italia due menti come Pantaleoni e Pareto o anche un Luigi Einaudi non sarebbe certo un male…  (G.S.)

 

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