Porto di Palermo (Autorità portuale di sistema): occhio al 2020

Palermo e il suo porto: non grandissimo ma della massima importanza. Alterne fortune ne hanno accompagnato la storia, ma rimane uno dei più comodi approdi in assoluto, perché al centro del Mediterraneo e naturalmente coperto dal Maestrale. Da sempre porto CORE dell’UE, per il suo antico “censo”, la sua sicurezza e la presenza del Cantiere navale. Lo è stato ancor prima di Augusta, che è potenzialmente il porto più importante dell’intero bacino mediterraneo. Ad Augusta ha sede la governance dei porti della Sicilia Orientale.

Il Porto, oggi Sistema portuale, si conferma – come abbiamo sempre sottolineato – il maggior business della Sicilia occidentale, anche per il suo ruolo di “volano dell’economia locale”. E’ fra le poche realtà in Sicilia a crescere in controtendenza, anche a 2 cifre ogni anno…

Il nascere del “sistema portuale” che,oltre Palermo, include Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle, sta portando – come da noi stessi previsto, a dispetto di alcuni scettici – anche ad una crescita visibile dei 3 porti “satelliti”.

Per l’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale con sede a Palermo, il 2018 si è chiuso come un nuovo anno da incorniciare per le crociere con un aumento nel porto di Palermo del 26% rispetto al 2017 e quasi 600 mila crocieristi sbarcati dalle navi delle più prestigiose compagnie. Secondo i dati comunicati oggi a Trieste durante l’ottava edizione dell’ “Italian Cruise Day”, il porto siciliano risale di tre posizioni rispetto allo scorso anno e rientra tra i primi venti scali del Mediterraneo, piazzandosi al 16° posto. Nel corso del 2018      si è registrata la novità positiva di Termini Imerese che ha visto sbarcare un migliaio di crocieristi, e anche Trapani e Porto Empedocle hanno vissuto mesi soddisfacenti aumentando, sotto la nuova Autority, il loro traffico.

Il porto di Palermo,per conformazione e posizione rispetto alle più frequenti perturbazioni consente l'accesso grandi navi. Si sta di cercando di renderne la manovra più facile sgombrando l'area: purtroppo il conflitto è con il cantiere che "potrebbe" dar forza all'area portuale fra la diga portuale e la diga esterna (detta appunto del Cantiere).
Il porto di Palermo, per conformazione e posizione (rispetto alle perturbazioni più frequenti) consente l’accesso grandi navi. Si sta di cercando di renderne la manovra più facile sgombrando l’area: purtroppo il conflitto nasce con il Cantiere Navale che, però, “potrebbe” dar forza all’area di mare protetta fra la diga portuale e la diga esterna (detta appunto del Cantiere). Il Cantiere  sta ristrutturando un bacino in muratura e ha in programma (Regione) di costruire un bacino grado di accogliere fino alle più grandi piattaforme petrolifere del mondo (è già una sua prerogativa).

Alla crescita dei passeggeri è corrisposto un lavoro costante e frenetico per colmare il ritardo sia dal punto di vista infrastrutturale che ricettivo, avviando nei quattro porti del network una profonda azione di riqualificazione.

Ilpresidente dell'Autorità di Sistema Pasquale Conti con il nostro direttore Germano Scargiali durante un giro in bus per il porto.
Il giovane presidente dell’Autorità di Sistema Pasquale Conti con il nostro direttore Germano Scargiali durante un giro in bus per il porto. L’indice di gradimento delle crociere è favorito – fra l’altro – dal fatto che le navi sbarcano i turisti praticamente nel centro storico: uno dei più attrattivi del Mediterraneo.

“Siamo davvero molto soddisfatti – spiega il presidente Pasqualino Monti – del risultato ottenuto nel 2018 ma al tempo stesso, avendo lanciato una seria opera di rinnovamento, non sarà facile, a causa degli improcrastinabili lavori nel cuore dello scalo palermitano, mantenere lo stesso livello di crocieristi nel 2019.  C’è però la previsione di un aumento di navi a Trapani, porto scelto anche da Costa, mentre rimangono costanti i numeri di Termini Imerese e Porto Empedocle”.

E’ tutto il network della Sicilia occidentale a essere oggetto di importanti interventi che ne rivoluzioneranno i lineamenti. A Palermo nessuna commistione tra crociere e merci sopravvivrà al nuovo assetto interno: i camion saranno concentrati nell’area nord, mentre il lato sud sarà dedicato ai passeggeri. E mentre si lavora alla stazione marittima esistente per preparare il porto alla sfida del 2020, inizia il primo stralcio del progetto di riqualificazione, risultato del concorso di idee bandito quest’anno: coinvolti il Varco Amari – che diventerà un’area verde a contatto con la città –  e il molo Piave, privato dall’ingombrante presenza dei silos, dove comincerà a crescere il nuovo terminal multipurpose. Altro intervento fondamentale riguarda il molo Trapezoidale che sarà anch’esso riqualificato integralmente. Più in particolare, l’area verrà liberata dai cantieri, ristrutturata, in accordo con le previsioni del PRP, e destinata a spazio leisure e alla nautica da diporto.

Pronto il progetto esecutivo anche per i dragaggi previsti al bacino Crispi 3: porteranno la profondità a -12 per permettere l’attracco delle navi di grandi dimensioni.

A Termini Imerese si riparte con i lavori sul molo di sopraflutto e di sottoflutto, propedeutici alle operazioni di dragaggio per un fondale a – 10 metri e all’incremento del traffico commerciale con i collegamenti per il centro e nord Italia, pur senza perdere d’occhio la crocieristica. Studi propedeutici al Piano regolatore portuale e dragaggi sono previsti a Trapani e Porto Empedocle.

A Trapani si rifarà il look della stazione marittima e nascerà un nuovo terminal dedicato all’accoglienza dei passeggeri in partenza per le isole minori, Egadi e Pantelleria, mentre i dragaggi coinvolgeranno il canale di accesso al bacino fino alla banchina Garibaldi che verrà rettificata.

A Porto Empedocle partiranno i lavori di manutenzione e la progettazione di una piccola stazione marittima.

Germano Scargiali

(Testo da comunicato ufficiale, commentato e impaginato – scelta foto e dida- in redazione)

Nota. I palermitani, erroneamente accusati di essere “tagliati fuori dal mare” assieme alla città, amano il mare e lo conoscono. A differenza della media degli italiani, sanno tutti nuotare e frequentano le belle spiagge di Mondello, Sferracavallo e Isola delle Femmine, un tempo quella di Romagnolo, nuovamente balneabile (sorvolando sulla cattiva manutenzione dell’arenile e spazi limitrofi) a dispetto dei pregiudizi. Posseggono innumerevoli barche da diporto.  Dire che la città sia”negata” al mare è solo una trovata demagogica. Non meno dannosa delle altre… La allontanano fisicamente dal mare Monte Pellegrino e lo stesso porto con il Cantiere navale. Come però farne a meno?

Ciò che i palermitani dovrebbero “invece” capire, ma forse siamo ormai sulla buona strada (non abbastanza, però) è l’Importanza del porto e del Cantiere. Calcolare la misura, nonostante i dipendenti al cantiere non siano quelli dei tempi d”oro delle petroliere (ma i bacini sono rimasti, stanno potenziandosi, possono accogliere “il gigantismo navale” e le piattaforme) del valore di tali presenze in città. Il numero dei passeggeri è enorme e le tonnellate di merce pure (che non scenderanno mai “a terra” neppure dislocandone il traffico sugli altri 3 porti). Una nave Ro-Ro imbarca fino a un serpentone di quasi 15 Km di Tir (che ancor poggi passano disgraziatamente attraverso le strade cittadine e non dispongono della, già ben progettata, “bretella”) . E’ tutto commercio e denaro che già fluisce in città e, con i trasporti, alimenta il commercio e l’industria. Perché l’industria locale non sarà di dimensioni “lombarde”, ma c’è.

Le sommarie  descrizioni della “perpetua” crisi incombente nascondono – per qualche motivo, non escluso qualche interesse – i valori assoluti che comunque “ci sono”.

Palermo, da capoluogo regionale, nonostante la crescita (antica e recente del resto dell’Isola e un generico scoraggiamento che corre attraverso la città)  è “la porta della Sicilia”,  il porto è stato considerato “Core“, come ripetiamo,ancor prima di Augusta. Ed è il colmo, perché – ripetiamo anche questo – il porto di Augusta (non in chiave di deminutio per il capoluogo) dovrebbe diventare rapidamente  la “porta d’Europa” e, se non ci diventerà, sarà l’ennesimo “delitto” contro la Sicilia! (G. Sc.)

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