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Bolsonaro trionfa in Brasile: tutto casa e tradizione, cancellerà il partito di Lula ex premier oggi in galera

Bolsonaro esulta già nel corso dello spoglio.

Il candidato di estrema destra, Jair Bolsonaro, si è imposto nel primo turno delle elezioni in Brasile. Festa grande di fronte alla sua casa in Brasile. Ha appena vinto nettamente le presidenziali carioca. E cristiano, ama la famiglia, ha avuto una sola moglie con cui ha avuto cinque figli. Lo hanno votato anche i brasiliani in Italia…

La vittoria di Bolsonaro conferma il trend mondiale che vede all’angolo la sinistra storica, che mostra di aver stancato gli elettori perdendone la fiducia…

Bolsonaro con la moglie che gli ha dato 5 figli.

“Michelle e Jair” coppia felice: Bolsonaro con la moglie. Ha5 figli. Insieme accudiscono ad una “famiglia allargata”.Discreta, semplice e molto credente. Michelle Bolsonaro, di famiglia altolocata, religiosissima è la nuova first lady del Brasile,. Mitiga la figura estremista del marito Jair, eletto presidente con quasi il 55% dei voti. Rimasta dietro le quinte nel corso della campagna elettorale, la 36enne originaria di Brasilia e madre di due bambine, ora avrà tutti i riflettori sono puntati su di lei.

Bolsonaro batte Fernando Haddad per 46,06% contro 29,24% dell’avversario. La Supreme Electoral Tribunal rende noto che gli altri undici candidati si dividono il restante 25% circa. Sarà, dunque, una sfida il candidato dell’estrema destra e quello socialista a decidere il 28 ottobre chi sarà il prossimo presidente brasiliano. Ma un ragionevole pronostico parla chiaro…

Il ‘trump dei Tropicicome qualcuno ha ribattezzato Bolsonaro, ha sfiorato la vittoria al primo turno, sostenendo che non precisati problemi con il voto elettronico lo hanno privato del traguardo. 

Il candidato del Partito dei Lavoratori (PT) F. Haddard, scelto al posto dell’ex presidente Lula da Silva che non può presentarsi perché in carcere a scontare la condanna subita per corruzione, è riuscito comunque ad arrivare, come si è visto sopra, al secondo turno. 

“Ho la certezza – ha dichiarato in diretta Facebook da casa Bolsonaro, ancora convalescente dopo l’attentato del 6 settembre scorso – che vinceremo al secondo turno. Ci sono due strade per il Brasile. Una è quella della prosperità, della libertà, della famiglia, di Dio e della responsabilità. Dall’altra parte c’e’ il Venezuela…”

“Sempre il popolo sta al nostro fianco – ha aggiunto l’esponente nazionalista – con Dio come leader”. 

Anche i due figli di Bolsonaro sono stati eletti al Congresso brasiliano. Uno dei due è diventato il deputato eletto con più voti nella storia del Paese, nessun problema anche per l’altro, che ha comodamente conquistato un posto al Senato. 

In Italia, esulta fra i primi Matteo Salvini: “Anche in Brasile i cittadini hanno mandato a casa la sinistra! – twitta il vicepremier italiano– Buon lavoro al presidente Bolsonaro, l’amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi sarà ancora più forte”. E, riferendosi a Cesare Battisti: “Dopo anni di chiacchiere, chiederò che ci rimandino inietro il colpevole di tanti delitti…”

Eduardo Bolsonaro, 34 anni, il più giovane, è stato rieletto col record assoluto di voti per le elezioni legislative in Brasile: più di 1,8 milioni di voti. Eduardo rappresenterà lo Stato di San Paolo alla Camera dei Deputati.

Flavio Bolsonaro, 37 anni, uno dei figli, ha vinto uno dei posti di senatori vacanti a Rio de Janeiro, con più di 4 milioni di voti. C’è anche un terzo figlio di Bolsonaro in politica, è Carlos, che ha 35 anni e nel 2000 era stato il più giovane consigliere comunale eletto a Rio, quando aveva appena 17 anni, un seggio che occupa ancora oggi. Bolsonaro ha 5 figli, quattro maschi e una femmina.

Non ce l’ha fatta invece, al contrario di quanto annunciato da tutti i sondaggi precedenti il voto, l’ex presidente brasiliana Dilma Roussef. La delfina di Lula non è riuscita a farsi eleggere al Senato nello stato di Minas Gerais: Roussef risulta arrivata al quarto posto. Roussef ha ottenuto il 15,21 per cento delle preferenze, pari a circa 2.600.000 voti.  I seggi sono andati a Rodrigo Pacheco, del partito Democratici (Dem), e Carlos Viana, del Partito Umanista della Solidarietà (Phs), due sigle minori nel panorama nazionale.

Ciò che avevamo previsto e sottolineato negli ultimi tempi, in Italia e all’estero, viene puntualmente confermato. La sinistra si rassegni alla “odiata” alternanza o al dialogo. Riveda i vecchi principi, si liberi della tabe marxista e riscriva il proprio ruolo in termini di democrazia e salvaguardia dei diritti delle classi lavoratrici scevra dai tradizionali fumi ideologici. Non ceda, in particolare, alle rovinose tentazioni stataliste che hanno creato tanti danni di carattere socio economico e condotto all’attuale crisi di rigetto di cui è fatta.

Germano Scargiali

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