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Viva l’Europa ma basta con le sciocchezze!

L'Europa è un sogno civile prima ancora che politico. Occorre sganciarne la logica da quella finanziaria e allargare la visione partendo dalla cultura per giungere al meglio dell'economia. L'Europa è già stata una realtà storica quando si percorreva a piedi, sui carri e a cavallo. Quanto ci vorrà per farla bene nell'era delle autostrade delle Tav e dei jet?L'Europa è un sogno civile prima ancora che politico. Occorre sganciarne la logica da quella finanziaria e allargare la visione partendo dalla cultura per giungere al meglio dell'economia. L'Europa è già stata una realtà storica quando si percorreva a piedi, sui carri e a cavallo. Quanto ci vorrà per farla bene nell'era delle autostrade delle Tav e dei jet?

Europa, tema di contraddizioni e non sensi. Una contraddizione, molto attuale, marchiana: l’Europa ci chiede di crescere, ma chiede misure restrittive, cioè di maggior rigore. Col rigore l’economia non cresce (è da imbecilli ritenerlo, lo dicevano già nel 1910). Si continua a sovrapporre in controluce, come su materiale traslucido, la realtà dei conti dello Stato con la situazione economica. Quasi fossero la stessa cosa… L’errore è di base e consegue alla triste visione ideologica di troppi decenni: si identifica lo Stato con La Nazione. Sono due cose differenti…

Non leggiamo, adesso, i recenti libri di università, ma su quelli di 50 anni or sono (di diritto ed economia)  stava scritto nelle prime pagine come sia un errore tecnico ritenere che lo Stato si identifichi con i cittadini. Figuriamoci con i singoli… Lo Stato ha le proprie finalità – ne ha una vera diaspora – ma soprattutto ha una cassa che non è quella della nazione, un bilancio da far quadrare e una situazione “debitoria e creditoria” nei confronti dei cittadini che lo rende “altro” rispetto ad essi. Queste parole esatte, o quasi identiche, si trovavano – ripetiamo – nei primi libri, se studiavi giurisprudenza, economia, scienze politiche…

Sapevamo e chi scrive lo ha vissuto “sul campo” che un’inflazione attorno ad un massimo del 5% l’anno – oggi ritenuta oscena  – fosse …il volano dell’economia. Piero dei Medici, nello sceneggiato che va in onda attualmente in Tv, dice a Lorenzo il Magnifico giovane, col tono di un testamento morale: “ricordati che, se non ti indebiti, non crescerai mai“. E i Medici avevano “inventato” le banche…  Chi si indebita, perché investe, si giova dell’inflazione. Sempre che questa non sia tale da rendere impossibile il commercio. Ma un’inflazione a zero aiuta solo chi tiene i soldi nel materasso: una vasta categoria alla cui logica risponde molta mentalità bancaria odierna. Ma quella ottusa, perché, soffrendo il mercato, diminuiscono la crescita e il progresso complessivo (quello vero, cioè direttamente  quello materiale e indirettamente quello morale). Neppure dopo molto tempo, anche le banche avranno perso… Se poi, per errore di misura, si esgera – com’è avvenuto – con le misure anti inflazionistiche e si scibola nella deflazione, è la rovina. Deflazione significa crisi e povertà. Guai a far crescere la ricchezza di chi ha soldi nel materasso e mandare in rovina chi ha investito! Stava scirto, stabva scritto anche questo: sono concetti semplici, anche se non immediatamente intuitivi. 

Dopo Roma, Carlo Magno fu il simbolo di una possibile unità europea. Ma non è stato il solo...

Dopo Roma, Carlo Magno fu il simbolo di una possibile unità europea. Ma non è stato il solo… Il progetto di un’Europa continentale forte ed unita a ridosso del Mediterraneo è nei timori delle “potenze atlantiche” che ne hanno frustrato programmi e sogni nelle due guerre…

Chi scrive queste righe ha tremato quando si parlò (erano i tempi in cui nacque l’UE) con nostalgia della parità aurea – Significava non capire che cosa sia l’economia moderna: dinamismo assoluto fra la produzione, gli scambi e il consumo. Non c’è altro. Il denaro è virtuale da molto tempo, ancor prima che diventi magnetico… L’importante è l’accelerato ruotare di crediti e debiti e che la quadratura periodica veda i primi superare i secondi senza interruzione. Se si ferma o si rallenta questo andamento “circolare” è una rovina. Altro che economia circolare della conservazione del “non spreco”… La sovrapproduzione è la regola: consumiamola o bruciamola. E’ inutile illudersi che si possa invertire questa logica. Se ci sta portando verso la fine del mondo (ma non facciamo ridere…) siamo alla frutta.  L’espressione “economia circolare” è di origine keynesiana: si riferisce ad una realtà ancor più complessa di quella descritta, ad un circolo virtuoso  che include le banche, la Banca Centrale e i momenti di feedback che “toccano il polso” della situazione, del rapporto carta moneta/necessità di mercato, senza rallentarlo. Il giocattolo funzionava, ma l’hanno visibilmente rotto o danneggiato. Misterioso il motivo: questo errore, non un altro, potrà rendere l’Occidente vassallo dell’Oriente del mondo! E sarebbe – forse – una fortuna se l’Occidente, come l’abbiamo conosciuto dal 1945 ad oggi, non esistesse più, come pare stia già avvenendo… Siamo al “tanto peggio, tanto meglio”. E’ stato detto: se lo facessero gli stati a 360 gradi, si fermerebbe il mondo intero…

Tornando nell’UE, Il dualismo si ripropone  fra il bilancio dello stato, di cui si parla tanto – con paura – in termini di deficit, e la bilancia dei pagamenti, che è tutt’altra cosa, ma di cui non si parla mai. Se non con vaghe allusioni in termini di “economia reale“, quasi che questa fosse una “sorella povera“, anziché l’artefice di tutto. Come se vi fosse una economia “meno reale”, cioè “…men priva di colore e i figura” (come diceva Leonardo del paesaggio lontano) ma …minacciosamente presente e di cui tener conto. E’ chiaro, invece, che di economia ce n’è una sola, così come le spese (i costi) che non sono “vive e meno vive”: o sono o non sono. O la mafia cui non si può fare “partecipazione esterna”: o sei mafioso o no. Sono tutti eufemismi, ipocrisie tendenziose che ci piovono addosso. Ma speriamo che non tutti siano così stupidi da non individuare il sofisma in tutti questi ed altri bizantinismi mediatici

Oggi si ascolta in Tv un “altro” linguaggio, fatto di sigle come il famoso Pil, senza specificare mai che cosa sia, né come si calcoli… Per esempio, si tace che il Pil sia soltanto “dedotto” dai consumi, dagli acquisti, che dietro al Pil si nasconda il sommerso. In realtà, sia il PIl in chiaro che quello sommerso vengono dedotti (un tempo si parlava di reddito nazionale) dagli acquisti sul territorio, dalla consistenza (somma) delle “transazioni”. Il principio è: se una bene o un servizio è stato acquistato ad un prezzo, vuol dire che lo vale. La somma è il valore della produzione. Per questo si definisce lordo. Ma vorremmo sapere proprio quale sia quello netto: non ce lo dicono. Anche perché non lo sanno… Ma al netto di che? E’, comunque, un calcolo pur sempre ipotetico… Ed è il solo dato ancorato all’economia (reale?) del temuto “rapporto debito – Pil“. 

Si disse un paio d’anni fa che nella stessa Germania, regno della precisione cirstaillina, ci fosse fra nero e sommerso un valore pari al 40% del pil in chiaro. Figuriamoci in Italia e in Sicilia. Non noi, ma economisti di professione sostengono che “…siamo vivi grazie al nero e al sommerso”. Invece, ci dicono che è delitto nascondere la realtà della produzione e del commercio (evasione). C’è chi ideologicamente si è fatto il sangue marcio nel veder sopravvivere il sistema: le pensano tutto e per scovare i veleni nascosti che porteranno “il sistema” …alla rovina. Il tono è del tipo: “…ve l’avevamo detto che finiva male!” Condannano pollice verso l’evasione, ma la sostanza è che mille, dieci o 1oo mila euro in mano ad un privato valgono molto di più – anche per il bene di tutti – che non i mano allo stato. Stiamo bestemmiando? Non tanto, non proprio… Su questa impalpabile realtà complessiva e sul meramente simbolico rapporto “debito – Pil” ci stiamo avvelenando l’esistenza da qualche anno… Non sarebbe meglio pensare di più a  …lavorare?  Ma questo è cabaret? Forse…

Ripetiamo, però: venga un economista di vaglia a spiegarci come, diminuendo il debito dello stato – cioè togliendosi del denaro dalle tasche, per sopperire al debito dello Stato – l’economia, relativa alla produzione ed al commercio, possa mai riprendersi. Toglieranno (come dice qualcuno a Bruxelles) altri soldi attingendo ad una nuova “patrimoniale”? Come se il patrimonio immobiliare, già tartassato, non sia comunque patrimonio “di tutti”. Utile alla comunità intera, inclusa la manutenzione, le ristrutturazioni, la salvaguardia e il mantenimento di questo patrimonio… Perché è vero che l’economia dello Stato non si identifica con quella della Nazione, ma è certo che si influenzano reciprocamente: non al punto che del debito dello stato si debbano “incolpare” i cittadini, né nel loro insieme, né come tantomeno nella loro individualità. Del resto, sentiamo dire che, se risparmiamo un bicchiere d’acqua o un panino, aiutiamo i bimbi del terzo mondo. Questi hanno bisogno di ben altro che di un “fioretto… Una riprova che ci prendono per cretini: non lo siamo! Peccato per chi ci prova…

Gli italiani, vivendo al di sopra delle “loro” possibilità avrebbero “mangiato” il cibo dei loro figli? Oh, questa è bella! ma non hanno costruito o acquistato case (anche non dormendo la notte) che ora lasciano loro senza mutuo, né altro gravame? E non solo la prima casa , anche la seconda. C’è spesso la barca all’ormeggio: non l’hanno costruita e manutenuta altri italiani che hanno cresciuto altri figli, hanno acquistato altre case etc?  Ma quand’è che gli italiani avrebbero “sprecato” i loro soldi? Hanno fama di risparmiatori, hanno comprato bot e cct finanziando lo stesso stato, Ma che volete di più? Mettete pure contro figli e genitori! Ma: andate a quel paese! Perché qua nessuno è fesso!  In che modo “i polli d’allora” potrebbero essere mangiati oggi? Li abbiamo mangiati indebitandoci? E con chi?

Non grande nella superfgicie, ma grande per cultura, civiltà e ...ricerca. Europee sono la partita doppia e l'energia nucleare, Lo fu il Rinascimento . L'Europa spiegò al Mondo che cosa fosse in realtà, con i continenti e gli oceani...

Non grande nella superfgicie, ma grande per cultura, civiltà e …ricerca. In Europa sono nate la partita doppia e l’energia nucleare. Fu europeo il Rinascimento mentre l’Europa spiegava al Mondo che cosa fosse, con i continenti e gli oceani… Tale bagaglio l’Europa se lo porta appresso assieme a tanto altro…

Come si vede – a parte l’europatacca, così definita dai maggiori economisti del mondo – c’è una gran dose di controsensi, di miopia vera e propria in questa Ue che avrebbe dovuto “emanciparci”. Invece è un freno all’evoluzione in avanti della cultura, prima ancora che dell’economia. L’Europa che vediamo è prigioniera di un senso del termine “progressista”, che è stato guastato e inquinato dalla demagogia marxista. Progressista era ciò che accelerava la marcia della storia verso maggiori dosi di socialismo. Che cos’è oggi progresso? Che cosa significa progressista?  Ecco i danni della neo lingua, quella dell’ignoranza, che pronunzia, conia e cambia parole senza conoscere, né il senso delle prime, né quello delle seconde. E’ uno dei  problemi del mondo di oggi! La parola storpiata o nuova o suata impropriamente “piace”, è un vezzo. Guai a definirne il significato ed a chiedersene l’utilità: sarebbe out…

Vogliamo spiegare alla gente perché la crescita sia fisiologica al sistema? Perché proprio l’erdità del passato, ma anche dell’anno prima, resta in parte gratuitamente alla società oltre i tempi del suo ammortamento: prendete il martello del papà, l’usate ancora. I beni strumentali sopravvivono – precisiamo ancora – al loro ammortamento. Anche “a breve”, cioè non occorre che “muoia” qualcuno.. Così è per mille attrezzature più importanti. Così è, soprattutto, per il patrimonio tecnico culturale, le idee , le invenzioni, il know how, che si sommano e …rimangono. Che utilizziamo non pagando più un minimo di …diritti d’autore. Inoltre fa gioco il continuo perfezionamento del sistema: trasporti, trasmissioni, regole… Infine, soccorre il rientrare nel capitale di parte dello stesso valore aggiunto (è il plusvalore di Marx, che non finisce in “polli in più” mangiati dall’imprenditore).

Più facile diventa adesso capire un concetto di per sé arduo: perché una  crescita zero o una crescita minima è una decrescita sostanziale? Ciò è vero ed è grave, perché “altri” al mondo non si fermano e le disparità col tempo nuocciono, specie se a sfavore del nostro territorio. Non solo: con una crescita del livello dell’ uno o due per cento, i vantaggi (valore aggiunto) vengono assorbiti dalla grande produzione e dalla grande distribuzione. Ad essi, dotati di crescente automazione e sfruttamento dell’elettronica, vanno gli extraprofitti. Alla massa va tutta la perdita Ciò significa che per una crescita generale (peggio per quella generalizzata), che è quella grazie alla quale più si arricchiscono la società e il territorio, occorre che la crescita superi decisamente il 3%.  Il tutto, ovviamente, detto sommariamente. Ma per quanto sommariamente stiamo parlando, ci pare che non parliamo, né con la superficialità, né con l’ermetismo, usati dai media e dalle stesse fonti UE. Questi trattano i cittadini da cretini o parlano dando per scontata una conoscenza approfondita che, di solito, non possono assolutamente possedere… A proposito di conti “a occhio”, tale è – lo abbiamo scritto più volte, il mero rapporto deficit pil al 3%: non ha nulla di matematico, è un calcolo “ad occhio” di un economista francese di cui abbiamo già parlato. Gli economisti “seri” ne parlando con un …minimo di degnazione. Sì: occorre evitare che ci sia …troppo scarto. Ma bloccare un’economia su questo totem è follia.

Ripetiamo: sarebbe da idioti essere “contro l’Europa. Ma esistono veramente gli anti europei? L’Europa è un concentrato di cultura, buon gusto e tecnologia: Tutto il mondo che cresce vuole sembrare europeo. L’Europa ha un’anima comune che andrebbe evidenziata e fatta emergere. Non diciamo neppure “culturale”, perché va oltre…  Ma chi ne parla? Si parla di euro, conti pubblici, spread, preoccupazioni… 

Non è con la paura della crisi che si affronta il futuro. La fiducia è un obbligo. Specie per “questa Europa” che dovrebbe costruirsi con la consapevolezza di essere già “il faro” della civiltà mondiale. Ma è anche un faro tecnologico. Scendiamo anche sul pratico: la cultura tecnologica appartiene ad un europeo su tre, forse a due su tre. Invece, a due americani su cinque e a due asiatici su 10, per non dire ad un africano su trenta (esempi approssimativi ma indicativi di un concetto). L’Europa dovrebbe acquisire quel peso economico, ma soprattutto politico, che le manca e che non potrebbe appartenere alle singole nazioni in un contesto mondiale che vede colossi della grandezza materiale di Usa, Russia e Cina, mentre altri ne vanno nascendo… Ma che cosa rappresenta l’Ue in tutto questo, la sua pruderie, il suo buonismo e il sostanziale malcostume misto a stupidità bella e buona?

Germano Scargiali

1 Comment on "Viva l’Europa ma basta con le sciocchezze!"

  1. Claudio Fogazza | 1 novembre 2018 at 10:54 | Rispondi

    -l’economia cresce se il mercato si allarga (Ucraina, Turchia, Bielorussia, Russia, iSTAN)
    – il CITTADINO è la nazione è lo Stato è un suo strumento organizzativo
    – l’inflazione è lo specchio di una cattiva amministrazione
    – il debito pubblico deve contemplare un piano di ammortamento, sino all’azzeramento
    – l’economia circolare è globale e prevede lo sviluppo economico dei paesi poveri
    – l’Europa ha bisogno di sviluppare l economie di Africa, Sud America e Asean
    – l’Europa è cultura

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