Hot Topics

E’ fuga da certe regole: l’Ue e le ideologie sono alle corde

Salvini agli onori della copertina sul Time. Non è certo il primo italiano: più volte Mussolini, De Gasperi, Berlusconi e persino Monti...

Neanche, quasi, a parlarne. Siamo circondati dalle stupidaggini e il peggio è che si spacciano per “colte verità”.

Diteci che l’Italia non ha bisogno di meno tasse e di aiuti ai poveri, che questi provvedimenti non giovano alla ripresa: trovateci uno solo che possa dimostrarlo con “argomenti” e non con astratti “rimproveri”.Eppure l’Europa ce lo chiede: saldate il debito e crescete. Ma sono due richieste che si escludono a vicenda!

Come si può mai dire che una nazione, un’azienda in crisi, una famiglia con “il conto a pezzi“, possa essere aiutata a riprendersi chiedendole di “rientrare” … nel debito. Semmai, aiutarla significa congelarle quel debito in tutto o in parte. Darle, magari, un termine per vederla riprendere. Se toglie altro capitale dal circolo non farà che scendere… Per saperlo, basta …essere andati al cinema. I film sul 1929, sulle bolle… Vi segnaliamo un film recente: “Il denaro non dorme mai”, veramente istruttivo, anche per i giovani…  Ovvio, comunque, il principio. O no?

Eppure – noi stessi –  stiamo accettando (un errore corrente) di mettere sullo stesso piano famiglia, imprese e nazioni. E qui è l’inganno maggiore. La più vulnerabile, in effetti, è la famiglia ( reddito fisso), che non va paragonata alle altre realtà più articolate… Invece, chi può darsi più aiuto è già l’impresa, diversificando le forniture, trattando con i fornitori, ricorrendo a quelle manovre che formano il concetto dell’Autofinanziamento dell’impresa.  Ma ancor più mezzi ha una nazione, perché ha lo strumento politico, i trattati. Qui basta guardare la Tv: abbiamo visto a come lo Sforza di Milano, potesse “restituire” un vecchio e grosso debito ai Medici di Firenze mettendo a loro disposizione il proprio esercito…

Ma come è composto questo debito? Volete fornirne agli italiani – alla pubblica opinione – l’analisi? Niente di tutto questo. Eppure nessun bilancio ha un significato senza un’analisi di bilancio. Chi, fra i creditori, è “disposto” a mandare in default l’Italia? Neanche questo si sa… Ciò che si sa è che …avremmo vissuto meglio di quanto potevamo ed ora “dobbiamo pagare il debito”. Ma quand’è che non abbiamo pagato i i nostri debiti personali? Quando abbiamo smesso di costruire e comprare case per i nostri figli o mura per lavorare, di mettere soldi da parte, si comprare i bot del governo? Invece no: mangiavamo troppi polli ed oggi mancano i polli…

Anzi, siamo anche ladri di merendine, perché le mangiamo al posto dei bimbi del Biafra e tiriamo troppo la catena del wc, mentre,sempre attorno al Biafra, c’è chi soffre la sete per colpa di …noi spreconi. Fa ridere, no?

Ma lo dicono, lo alludono, ce lo ripetono…

L’importante tecnicamente è avere, invece “qualcosa da offrire” sul mercato e l’Italia ne ha molto, moltissimo. Se ne accorgono anche Conte e Mattarella… L’Italia produce. Il Pil può crescere o decrescere di poco, ma il valore assoluto è alto. Se anche il debito è alto, è un problema di monetizzazione: non aver adeguatamente trasformato in moneta ciò che l’Italia ha prodotto e produce. Ma l’Italia può offrire certamente “trattati”. Pensate a quegli stati che inviano all’Italia solo banane o ananas. L’Italia produce ogni genere di prodotti agroalimentari e di manufatti, beni strumentali etc.  L’Italia, come i migliori stati dell’area industriale del mondo produce di tutto e di più: non sa letteralmente dove “mettere” tutto ciò che produce.

La Fiat italiana ha salvato la Chrysler, correndo l capezzale di Detroit e produce la Jeep la fuoristrada con cui glia americani occuparono la Penisola nel 1944. Le imprese medio piccole italiane sono le più presenti d'Europa sui mercati esteri assieme a quelle tedesche. La lingua italiana ha superato il francese per presenza nel mondo. Fra le 10 città più fotografate al mondo 4 sono italiane...

La Fiat italiana ha salvato la Chrysler, correndo al capezzale dell’intera “mitica” Detroit: ora produce la Jeep, la fuoristrada con cui gli americani occuparono la Penisola nel 1944. Le imprese medio piccole italiane sono le più presenti d’Europa sui mercati esteri assieme a quelle tedesche. Trump ha dovuto limitare i suoi dazi nei confronti dell’UE perché non poteva rinunciare all’alluminio estruso italiano. Gli Usa hanno acquistato il 51% di una compagnia ferroviaria italiana per rimediare alla carenza di know how e trasferirlo negli States, che sono carenti di ferrovie. La lingua italiana ha superato quella francese per presenza nel mondo. Fra le 10 città più fotografate al mondo 4 sono italiane…

Ebbene, la visione monetaria e, quindi, finanziaria della realtà è, per certi “osservatori”, talmente importante che può esser valido lo strumento finanziario più di quello economico. E’ un dar ragione alla logica bancaria, a …quelli delle bolle. Se non a chi conserva soldi nel materasso. A questo punto diciamo: non può essere un caso!

Ma come ribatte e  che cosa minaccia l’Europa all’Italia? Ritorsioni “estrinseche”, provvedimenti che non fanno parte dall’attività economica, contromisure finanziarie. Nessun esprime vero concetto. E qualcuno afferma: ci stiamo inimicando l’Europa…

Ma che cos’è quest’Europa? Vaga ideologia da una parte, interesse dall’altro. Ma L’Europa d’oggi è egemonizzata da due leader come Merkel e Macron che ormai vengono presi a calci anche dai loro popoli. I francesi sono ridotti a non poter fare benzina e non poter pagare l’assicurazione auto. Eppure si diceva che, dopo la Germania, fossero la nazione più favorita: dal nostro angolo l’abbiamo sempre scritto che ci …perdevano anche loro.

A questo punto, anche i meno salviniani diventano “per Salvini”, perché il leghista d’un tempo fa puntualmente come il bimbo che da solo indica il re nudo: in camicia e mutande!

Salvini, in concreto, appare ormai a molti italiani come un raro personaggio contrario “alle mafie” e “alle ideologie” che presentano un parallelismo: sono più d’una, sono addirittura tante e sono dannose come le termiti nelle travi di legno…

Inceneritore Spittelau a Vienna. Non si capisce perché gli inceneritori inquinerebbero solo in Italia, Campania e Sicilia in testa. In realtà sono la sola "vera" soluzione all'odierno macroscopico problema dei rifiuti.

Inceneritore Spittelau a Vienna. Non si capisce perché gli inceneritori inquinerebbero solo in Italia, Campania e Sicilia in testa. In realtà sono la sola “vera” soluzione all’odierno macroscopico problema dei rifiuti.

Quanto ai termovalorizzatori, non solo quelli più moderni, ma anche quelli antichi facevano già pochissimo di male e tanto di buono: risolvono il problema. E i rifiuti sono per eccellenza – fra gli altri – un problema che rende  (alla stessa amministrazione e alla malavita) finché esiste. Sono adottati letteralmente ovunque. Il problema dei rifiuti – questo è il punto – rende finché esiste e il cosiddetto riciclo non risolve il problema e non è economico: carta e vetro costano molto meno se prodotte ex novo . Il “fresco” è una raccolta di incerta sicurezza, scomoda e faticosa (ruba tempo a chi lavora) e smaccatamente anti igienica.

Discariche e bulldozer in azione: la sola vera alternativa ai termovalorizzatori. Alimentano il malaffare, i guadagni illeciti, ed emette radiazioni nucleari. Queste "sul serio".La differenziata non riuscirà "mai" a smaltire la crescente produzione di rifiuti ma solo la "sopravvivenza" di tutto ciò. Con grandi vantaggi per le mafie.

Discariche e bulldozer in azione: la sola vera alternativa ai termovalorizzatori. Alimentano il malaffare, i guadagni illeciti, ed emettono radiazioni nucleari. Queste “sul serio”.La differenziata non riuscirà “mai” a smaltire la crescente produzione di rifiuti ma solo la “sopravvivenza” di tutto ciò. Con grandi vantaggi per le mafie. Qualunque sistema preventivo si adotti, migliaia di tonnellate, nell’unità di tempo, restano da inviare in discarica o ai termo valorizzatori. Vengono, adesso, esportati per evitare il peggio assoluto: la discarica a cielo aperto.

Il riciclo è contro l’economia e la produzione di ricchezza. L’economia vuole che si produca e si consumi. La stessa ricchezza oggi è solo dinamica: non c’è nulla che possa conservarla, per quanto – di base – sia fondamentale per la crescita (insita nel sistema) che i mezzi di produzione, materiali e immateriali (tecnologia, cultura), sopravvivano al loro ammortamento, cioè rimangano utili oltre il tempo. A volte per sempre… Ciò avviene, puntualmente, nel corso del tempo e della storia. Sempre avverrà. Ma – come si vede – è anche qui una conservazione eminentemente “dinamica”: trattasi di idee e beni utilizzabili ai fini di nuova produzione.

Molti ad alto livello comprendono bene tale dinamica ed ecco che troviamo – ma è solo un esempio – persone più ricche di intere nazioni. Ma altri “giocano al ribasso” in molti modi e sfruttano le ideologie che portano a stanziamenti e impegni anche assolutamente inutili. Questi hanno spesso un vantaggio: i risultati concreti sono del tutto ideali o addirittura ideologici, del tutto immateriali e non possono essere calcolati: una…gran comodità, non c’è che dire!

Limitiamo, invece, i consumi civilmente! Per cultura. Indirizziamoli meglio: premiamo liberamente chi produce bene. Non di più. Purtroppo è stata diffusa la convinzione “errata” che ogni consumo avvenga alla lunga senza ritorno: non è così. La produzione aumenta e si ripete, se ben organizzata: ciò è, in condizioni fisiologiche, nello stesso interesse di chi produce. Cioè, nel giro complessivo. La produzione, nella gran maggioranza dei casi, ricicla essa stessa quanto le serva. Si evolve continuamente ed opera crescenti risparmi. Ha sempre meno bisogno delle materie prime tradizionali. La sola cosa che si dovrebbe riciclare al momento potrebbero essere i metalli, ma anche questi diventano sempre meno “importanti”, meno “indispensabili”.

Fra 50 anni o prima ancora il mondo entrerà nell’era della fissione nucleare: i problemi, di fronte a tanta ricchezza, saranno soltanto morali. Occorrerà riaffrontare il vero problema al centro della produzione nel mondo contemporaneo. Questo, paradossalmente, è già il seguente: come rendere economica – cioè remunerativa –  la produzione se avviene, in modo diffuso (già è su questo …crinale),  a costi prossimi allo zero. Chi consumerà tutto ciò che si produce? Allora occorrerà cambiare modo di vita: produrre servizi, creare nuovi bisogni, come già – del resto – avviene ormai da duecento anni in qua.

Scaramacai

Be the first to comment on "E’ fuga da certe regole: l’Ue e le ideologie sono alle corde"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*