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Il Trump buono di Houellebecq, uno che la pensa come noi

Quale Trump è quello vero? C'è senz'altro una scura problematica su di li. Senza dubbio "tira" per il proprio paese, quindi non si può "pretendere" che aiuti il Mediterraneo e gli stati rivieraschi. Ma - secondo noi - è un nemico intelligente. a differenza dei potenti avversari avversari che ha in casa. L'America guarda al Mediterraneo e all'Africa solo con cupidigia, ma è quasi impossibile che abbia -ormai - partita vinta. La vicina Eurasia, troppo grande e potente, non vuole... Altra verità su Trump: rappresenta la politica e l'economia contro la grande mafia e la finanza. Non è poco.

Ieri sera eravamo sconcertati dell’intervento ad un convegno di una docente di un liceo a Palermo che citava Donald Trump come esempio del male tale da spingere i giovani verso la mentalità mafiosa. Il convegno era l’ennesima esibizione contro la “mafia che spara“. Il diffuso punto di vista ignora come il fenomeno sia più vasto e vada oltre la politica e la stessa “mentalità mafiosa”: trascura come la mafia abbia la realtà di un octopus, di come infatti “vanti” presenze “superiori” in tutte le istituzioni di cui modificano -all’occorrenza – l’attività secondo il loro volere…

Questo è,probabilmente, il primo motivo della sopravvivenza di quella che a Palermo – per esempio – possiamo definire come la “mafia dei mandamenti” o di quella che con troppa facilità viene definita mafia, punto e basta….  Essa è senza dubbio, parte della mafia, collegata al tutto senza soluzione di continuità ma non  certamente “il tutto“, dal quale riceve protezione,  come anche vistose reprimende… Non c’è dubbio,infine, che “la punta dell’iceberg” sia da ricercare …dove c’è più denaro.

Tornando a Trump, come si fa a non capire che i suoi maggiori nemici sono i rappresentanti della grande mafia della finanza, dei “nemici del mondo”, quelli che danneggiano lo spontaneo cammino dell’Occidente perché non sfugga al loro controllo? Come si fa a non ricordare che Trump andò al governo affermando temerariamente: “…spalerò la melma di Washington“?

Come si fa a non accorgersi di come Trump sia un pacificatore in politica internazionale. Vedi la mano tesa a Mosca – opera che il fango di Washington cerca di impedirgli perché …vuole la guerra? Come non accorgersi del dialogo instaurato con la Cina? Come ignorare il ruolo di Trump nella pace fatta fra le due Coree?

Come calare pedissequamente la testa alle campagne mediatiche del “giornale unico” mondiale, guidato dal Washington post e dal Time di New York?

Tornando a Trump, come si fa a non capire che i suoi maggiori nemici sono i rappresentanti della grande mafia della finanza, dei “nemici del mondo”, quelli che danneggiano lo spontaneo cammino dell’Occidente perché non sfugga al loro controllo? Come si fa a non ricordare che Trump andò al governo affermando: “…spalerò la melma di Washington?

Come si fa a non accorgersi che Trump è un pacificatore in politica internazionale. Vedi la mano tesa a Mosca, un’opera che il fango di Washington cerca di impedirgli (sporcando il tutto) perché …vuole la guerra? Come non accorgersi del dialogo instaurato con la Cina? Come ignorare il ruolo di Trump nella pace fatta fra le due Coree?

Come calare pedissequamente la testa alle campagne mediatiche del “giornale unico” mondiale, guidato dal Washington post e dal Time di New York?

Michel Houellebecq, francese, premio Goncourt 20i0

Michel Houellebecq, francese, premio Goncourt 2010: “Trump è il miglior presidente Usa che io abbia visto”.

Oggi, ad appena 15 ore da quel convegno a Palermo, leggiamo sul televideo, una delle voci più affidabili (o meno inaffidabili) d’Italia (chissà come e perché), di Michel Houellebecq, lo scrittore francese che ha appena difeso la figura di Donald Trump, affermando i preponderanti aspetti positivi della sua figura e della sua politica interna ed estera.

All’interno degli States l’era Trump ha portato un acclarato ritorno verso la prosperità, meno disoccupazione, meno fisco… All’estero è un pacificatore, né gli si può rimproverare di “mostrare i denti” all’occorrenza. Forse la storia non è ricca dell’esempio di grandi sovrani che ottenevano e portavano la pace, reagendo in certi momenti con la massima decisione e, come si dice oggi, mostrando i muscoli? Ma l’America di Trump ha sparato meno cannonate – ma di gran lunga – rispetto a quella di Obama, che ha provocato al Mediterraneo e all’Italia – con l’aiuto della Clinton, ma soprattutto di coloro che …li ispiravano – danni incalcolabili, colpendo il Nord Africa e il Medioriente. E’ ovvio, anzi è risaputo che, per sedare – almeno in gran parte – le stragi in Siria, ci è voluto Putin. O no?

Michel Houellebecq, per chi non lo sapesse è uno scrittore, saggista, poeta, regista e sceneggiatore francese, vincitore del premio Goncourt nel 2010. E’ stato persino un esploratore. Ma ecco che qualcuno lo chiama ora, sarcasticamente, “il guru di Trump”. Certo, però, non può mai avere grande importanza, per un anziano scrittore e giornalista francese ingraziarsi più di tanto il lontano presidente degli Stati Uniti… Ci sembra, quindi, che un margine di obiettività gli si possa riconoscere. Più servile è la stampa europea, palesemente avvezza – per motivi non del tutto chiari – a fare da cassa di risonanza al Time e al Washington post. Quest’ultimo – almeno al tempo del Watergate, in cui accese la scintilla – era di diretta proprietà di una certa signora Rothschild. Anche allora il coinvolgimento di Nixon fu accompagnato da una vasta campagna denigratoria che ebbe l’aria di un accerchiamento…

Germano Scargiali

Nota: Ecco che cosa ha detto  Michel Houellebecq.

“Donald Trump est un des meilleurs présidents américains que j’aie jamais vu.”  Cette phrase est signée du très provocateur Michel Houellebecq dans le Harper’s Magazine, dont la couverture a été révélée jeudi 13 décembre. Le romancier français estime que la politique du milliardaire a notamment pour mérite de confirmer la fin de l’impérialisme américain. –

Noi non crediamo che la fine dell’imperialismo americano sia “cosa fatta”. Tanto meno sia una decisione spontanea di alcun possibile presidente americano. Qui lo scrittore e giornalista francese esagera… Certamente l’imperialismo Usa ha subito e sta subendo colpi durissimi. Gli Stati Uniti dovranno convincersi che qualcosa sta cambiando nella storia e nella geografia  del mondo senza meriti né demeriti. Tutto a favore della mastodontica terra emersa che unisce Europa, Asia e Africa. Lo scriviamo da molto tempo su queste sperdute pagine. Il problema dell’emigrazione dall’Africa, prima o poi, non sarà più centrale come a molti appare, certamente, oggi.  Mentre i politici italiani si stanno accorgendo da poco di quelle che chiamano “le vie della seta“. Una battuta: “niente hanno visto“. Anche perché la stessa “Europa degli errori” sta pensando, però, con lungimiranza, a corridoi viari impensabili fino a ieri, che incrociano in lungo e in largo, con le ferrovie e non solo, i 3 continenti.

Mentre il già avvenuto raddoppio del Canale di Suez – voluto dallo stesso evolversi delle cose – non è cosa da poco e sta esautorando da quache anno il monopolistico ruolo degli oceani.  (G.S.)

Vedi anche il ns articolo: Il Trump cattivo se vuole la pace, buono se vuole la guerra.

 

 

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