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Trump emerge da uomo di pace

Trump con la splendida moglie Melania, quasi un'italiana (emerse come modella a Milano).Trump con la splendida moglie Melania, quasi un'italiana (emerse come modella a Milano).

Fra la miriade di tentativi di screditare Donald Trump, in buona parte anche riusciti, nei confronti di un’opinione pubblica che non può non prendere atto dall’atteggiamento dei media, si fa largo in questi giorni qualche commentatore più “coraggioso” che esce dal …gregge.

Coraggioso, perché ci vuole coraggio a parlare contro l’opinione diffusa dal Washington post e dal New York Times, anche se dovrebbe essere notorio come le due testate che determinano l’opinione base del “giornale unico” appartengano direttamente al grosso capitale di Washington e Wall Street. E quello che Donald Trump, già in campagna elettorale indicò senza peli sulla lingua e con un coraggio – anzi temerarietà – come “il fango di Washington” (lo spalerò via). Sembrava un contratto con l’empeachment (alla Nixon) o peggio ancora. Anche l’empeachment di Nixon venne preceduto da una incisiva quanto “fasulla” campagna denigratoria da parte del Washington post, che poi fece scattare il Watergate… Qualcuno ha pubblicato il nome dell’allora proprietaria del Washington post, una signora che di cognome …faceva Rothschild. Si noti che, nel film rievocativo, si parla – invece – di un giornalista di una piccola testata…

Come non accorgersi, adesso, dell’apporto determinante del Presidente Usa nella pace fra le due Coree, nello stesso dialogo fra Usa e Nord Korea, della mano tesa a discutere con Russia e Cina? Ma c’è anche il recentissimo disimpegno dal Medio Oriente e da un reale contributo “anti Isis” che era stato mera finzione al tempo di Obama. Donald Trump è definito come un “contrattualista”, un personaggio che mostra i muscoli ma solo col fine di ottenere un accordo. Uomo d’affari, certo dotato di grande fantasia, non vede certo nelle forme di monopolio e di sopraffazione occulta l’unico modo di assicurare il meglio per sé e per la sua nazione, che -all’interno – si è già giovata visibilmente della sua politica in campo fiscale ed economico…

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Tornando al Watergate, emblematico episodio della storia americana, citiamo le parole di Noam Chomsky, risaputamente uomo di profondi sentimenti “di sinistra” ma anche uomo di pensiero e di scienza…

“Chomsky ha sottolineato l’ambiguità del ruolo dei media americani nell’aver fatto esplodere lo scandalo Watergate. In particolare il famoso studioso del linguaggio (e  filosofo) ancora vivente afferma che l’atteggiamento dei media americani sia una dimostrazione evidente di come gli organi di informazione di modello statunitense riflettano essenzialmente i punti di vista delle élite economiche, e svolgano la loro funzione non discostandosi da quelle, secondo la teoria delineata nel “modello di propaganda”. 

Evidentemente, Chomsky, un maestro nel riconoscere la “connotazione” e i pericoli che questa può comportare nella subdola informazione, a danno della denotazione (la vera notizia) non può non accorgersi delle forme di persuasione operata palesemente e soprattutto “fra le righe”.

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Qualche voce “libera”, però, si leva adesso nel coro mediatico che si allinea con le grandi testate americane e con la voce “di sinistra” prediletta da quei grandi poteri che ovunque prediligono lo statalismo come forma utile al maggior controllo della vita, della libertà e degli stessi ritmi di  crescita e sviluppo diffusi che – nella loro ‘ottusa’ visione – possono nuocere a quell’azione di controllo che ritengono basilare al loro dominio sulla società civile… 

Germano Scargiali

 

 

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