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Salvini o non Salvini

Joseph Muscat e Matteo Salvini simbolicamente vicini: "No alle pressioni dell'UE"

Il conflitto è sempre quello: da una parte un atteggiamento ideologico, dall’altra la visione della realtà. La medesima “dicotomia” si verifica se all’ideologia si sostituisce il politically correct, oppure il buonismo di cui tanto abbondano le nostre cronache…

Chi è contro l’Europa unita è un folle, ma dire sì all’UE sol perché dice “cose europee” è altrettanta follia. Come lo è condannare per anti europeo chi obietti qualcosa al regime dell’euro o a certe norme “uguali per tutti”, che ignorano – fra l’altro – come sia acclarato (in diritto) che spesso norme così concepite si risolvano come il “summum jus”: esattamente nella “summa injuria”. Ad una norma identica applicata dalla calotta polare alla “quasi Africa” del meridione d’Italia si oppongono motivi climatici e di costume e tradizioni, anche giuridiche. Né il “timore reverenziale” per ciò che è settentrionale deve far dimenticare agli italiani di essere, non solo la vecchia patria della romanità, la summa delle civiltà mediterranee, la patria del Rinascimento, la balia del sistema economico moderno e delle banche, ma sempre la sede della cristianità (la religione per eccellenza) e, più semplicemente la culla dell’eleganza…

E’ evidente come l’eleganza distingua la Penisola: un cassiere di banca italiano veste come un direttore in Francia in Germania. Le commesse di un grande magazzino come quelle di un negozio di lusso…

Ma veniamo al dunque: può l’Italia puntare i piedi con l’UE  senza timori reverenziali? Certo che può! Può l’Italia assumere un atteggiamento di fonte all’arrivo di tanti migranti e gestire tante “anime” ad oltranza?

Come pretendere, in base a generici concetti di carità e misericordia che si prosegua sull’andazzo dell’accoglienza indiscriminata o quasi? Chi ha ragione fra chi punta i piedi e chi si appella al concetto di “bontà e accoglienza” di fronte ad un contesto europeo e mondiale di perfetti “scaricabarile”. E qual’è il maggior barile se non l’Italia.

Matteo Salvini, vice premier e ministro dell'Interno durante una conferenza stampa

Matteo Salvini, oggi vice premier e ministro dell’Interno, da “ex ragazzo della via Gluck” sa  quando additare il “re nudo”.

Ha fatto bene, insomma,  Matteo Salvini, che “da ragazzo della via Gluck” a ministro dell’Interno ha detto no, anzi basta, assieme ai maltesi ad un’Europa che faceva “il finto tonto” lasciando che fossero solo i paesi frontalieri a subire l’intera onda d’urto di chi fugge – finora -dall’Africa? Certo che ha fatto bene: il resto è pura demagogia! E’ polemica politica, opposizione… “Fatto è, infatti” che l’Europa si è “data una smossa” soltanto dopo essere stata messa “alle strette”. 

Benissimo ha saputo dire il premier maltese Muscat: “l’accordo è stato europeo – ha affermato con un pragmatismo tutto maltese – ma è stato raggiunto solo grazie all’atteggiamento di ‘alcuni governi’. In pratica l’UE ha dovuto cedere dopo aver …tenuto duro a lungo,  con molte complicità su alcune delle quali è meglio stendere il …classico velo. Alcuni media riportano “purgata” dopo 36 ore la reazione di Muscat – il che è stupefacente – mentre il primo ministro della piccola repubblica incassa il suo momento di gloria, essendo stato lui a comunicare l’elenco dei paesi che “si divideranno” gli immigrati: “Germania, Francia, Portogallo, Irlanda, Romania, Lussemburgo, Olanda e Italia”.

Matteo Salvini – che gli italiani seguono con crescente attenzione – non si è placato, anzi è fermo sulla sua posizione: “I Paesi europei adempiano ai propri compiti – ribatte – poi parliamo dell’Italia“. Il riferimento chiaro è ai trascorsi con l’Ue in fatto di redistribuzione degli immigrati.

Il 16 luglio 2018, dopo l’arrivo a Pozzallo di 447 immigrati, era stata infatti già prevista una ricollocazione tra i Paesi europei.

“Gli accordi – precisa il vicepremier – prevedevano di trasferire un totale di 270 persone, invece i trasferimenti effettivi sono stati solo 129: 23 in Germania, 50 in Francia, 19 in Portogallo, 16 in Irlanda, 21 in Spagna e zero a Malta. Non solo! Il 26 agosto 2018, a bordo della Diciotti, sono sbarcate a Catania 177 persone. Anche questi avrebbero dovuto essere ricollocati, ma soltanto l’Irlanda ne ha presi 16. Come facciamo ad accogliere ancora migranti ancora quando i ce ne hanno già lasciati in più nelle precedenti occasioni?”

(Testo raccolto riordinato e commentato da Germano Scargiali)

 

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