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La morte di Sebastiano Tusa nell’incidente aereo e il vuoto da lui lasciato

Sebastiano Tusa in una foto recente. Da poco avevamo qui pubblicato una sua foto, sempre estiva come era più impresso nella memoria il suo personaggio. L'archeologo doveva essere intervistato da chi scrive appena possibile.

E’ una di quelle notizie cui il primo impulso spinge a non crederci. La morte del Prof. Sebastiano Tusa, personaggio d’eccezione nel quadro della cultura siciliana, a bordo dell’aereo precipitato in Etiopia è di quelle destinate a grande eco e lasciano un vuoto. Proprio perché trattasi dell’improvvisa fine di un uomo dalle molte cariche,dai tanti impegni e responsabilità.

Assieme a lui, fra i passeggeri, di cui nessuno si è salvato, s’era detto ci fosse anche la moglie, Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Museo d’Arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo. La signora, invece, si trova fortunatamente nell’abitazione di via Principe di Belmonte e sta ricevendo condoglianze da tutte le cariche dello stato, da amici e privati nella speranza di consolarla.

La competenza del Prof. Tusa discendeva già da quella del padre Vincenzo, archeologo anche lui, scomparso da tempo.

Sebastiano Tusa subacqueo:ilfondodelmare e i tesori ivi nascosti sono stati la sua passione. Ha lanciato ilconcetto di "museo sommerso".

Sebastiano Tusa subacqueo: il fondo del mare e i tesori ivi nascosti sono stati la sua passione. Ha lanciato il concetto di “museo sommerso” in una realtà in cui miriadi di reperti di minor valore giacciono nei magazzini. Il mare li conserva e offre il senso del tempo e del sacrificio umano sull’acqua.

Dopo essere stato a capo della Soprintendenza del Mare siciliano, istituzione unica al mondo – che aveva l’aria di essere una sua creazione – nata distaccandosi dalla Soprintendenza ai Beni culturali e naturali, Tusa aveva assunto – nel Governo Musumeci –  l’intera carica di assessore regionale al ramo. Ciò nella Sicilia in cui l’Unesco è di casa e vanta il maggior numero di siti nel proprio territorio a fianco della Toscana, ma sta per superarla…

Nello Musumeci lo aveva voluto nell'assessorato lasciato libero da Vittorio Sgarbi.

Nello Musumeci lo aveva voluto nell’assessorato lasciato libero da Vittorio Sgarbi.

Nella carica, Tusa aveva sostituito la presenza lampo di Vittorio Sgarbi. Questi così si è espresso quando ha saputa dell’improvvisa morte dell’archeologo suo successore: “Resta il suo pensiero – ha detto Sgarbi – l’intelligenza, la disponibilità ad ascoltare, la gentilezza, e tanti studi, tante ricerche sospese, tanti sospiri di conoscenza”.

Sebastiano Tusa (Palermo, 2 agosto 1952 – Bishoftu, Etiopia, 10 marzo 2019) è stato un archeologo italiano chiamato a cariche primarie, fra cui politiche in Sicilia. Di fronte a tali scomparse, la domanda è:”chilo sostituirà”. Impossibile a dirsi su due piedi.

Figlio del famoso archeologo V. Tusa, era laureato in lettere con specializzazione in Paletnologia. Dirigente della Regione Siciliana negli anni novanta fu responsabile della sezione archeologica del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro. Nel 2003, durante scavi da lui diretti a Pantelleria, vennero trovati tre ritratti imperiali romani.

Abbandonata la ricerca sul campo, si occupò di amministrazione dei beni culturali nei ruoli della Regione Siciliana, guidando la soprintendenza di Trapani. Nel 2004 fu nominato come primo Sovrintendente del Mare da parte dell’assessorato dei Beni culturali della Regione. Organizzò missioni archeologiche in Italia, Pakistan, Iran e Iraq. Nel 2005 ha guidato gli scavi a Mozia, riportando alla luce, sulla strada sommersa che conduce all’isola, delle strutture identificabili come banchine portuali (fenicie). Nel 2008 ha realizzato un film documentario con Folco Quilici sulla preistoria mediterranea a Pantelleria. Gli scavi da lui promossi, e condotti sul campo da Fabrizio Nicoletti e Maurizio Cattani, hanno anche confermato il ruolo di Pantelleria come “crocevia per i mercanti” d’epoca antichissima.

Germano Scargiali

Il Prof. Tusa è stato dato per “scomparso”. Quindi non è ne è stata dichiarata la morte.

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