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Boenig 737: se la macchina prevale sull’uomo

Etiopian Airlines, una compagnia non meno affidabile di quelle europee. Nell'immagine Boeing 737 Max 8.

La tragedia dell’aereo della Etiopian Airlines fa riflettere. Rappresenta una pericoloso antefatto, una temuta “prima volta“. Siamo fermamente dalla parte delle nuove tecnologie, ma ecco un caso antesignano di prevaricazione dell’elemento umano da parte della tecnica. Sappiamo bene come l’elettronica sia una colonna portante del progresso in corso. Tuttavia, qui si  è verificato – ed è una delle prime volte in modo eclatante – che un sistema di controllo elettronico sia stato ritenuto in partenza più affidabile della capacità  del pilota. Questo è stato escluso dal poter decidere in senso contrario. Se è stato così, la doppia caduta di due Boeing 737 è un evento gravissimo. Un precedente di cui tener conto e da trattare con le fatidiche pinze… No,non si dovrebbe mai verificare: la presenza umana dovrebbe garantire la possibilità di “staccare la spina“. Il contrario è una mancanza di fiducia nell’elemento umano, tale da dover essere discussa anche in un quadro più ampio: sul terreno cosmologico, cioè su quello della religione tradizionale, ma anche della cosiddetta religione laica. Discutibile che sia questa idea oggi in voga…

A quanto pare dalla cabina di comando i piloti non si sono potuti opporre alla decisione del sistema elettronico annesso all’aereo in volo che eseguiva una manovra sbagliata al punto da far schiantare l’aereo al suolo: impossibile tornare indietro, impossibile tentare un atterraggio di fortuna dove fosse più opportuno…

Il Boeing 737 Max 8 è caduto poco dopo la partenza, ma già nel 2008 un analogo velivolo della compagnia aerea indonesiana Lion Air si era inabissato in mare…

Quella caduta di un aereo di nuova progettazione era stata definita “misteriosa”. Ora se ne sa già di più e solo adesso si andrà fino in fondo. La Boeing, la più grande fabbrica di aerei del mondo ne esce con le ossa rotte…

Frattanto, dall’episodio si desume che l’Etiopia, paese fra i più poveri dell’Africa, dilaniato in anni recenti da guerre intestine, usato come pattumiera per rifiuti speciali e pericolosi ha una classe sociale che viaggia abitualmente in aereo, dispone di una compagnia di prestigio in campo internazionale con aerei nuovi di fabbrica e dei migliori… Tali, almeno, erano ritenuti ovunque questi Boeing 737 Max 8.

L’ex “colonia principe” dei possedimenti italiani in Africa si sta evolvendo come tutta l’Africa e la realtà locale stride con quella di un continente da cui si può solo fuggire. Un’immagine che appartiene ancora anche alla Sicilia, da cui fuggono i talenti,ma anche i giovani meno talentuosi. Per mancanza di lavoro.

Occorre une rivalutazione su nuovi dati e nuovi presupposti dell’Italia e dell’Africa, comprendo che solo il trasferirsi del know how e della capacità produttiva dell’Italia e dell’Europa nell’Ex Continente nero sia la strada da seguire. L’Africa necessita di tutto ciò che produciamo e può ricambiare con ciò che all’Italia e all’Europa più serve.

“Occorre partire per l’Africa – diceva Giovanni Tumbiolo compianto manager di Mazara del Vallo prematuramente scomparso – per contrattare affari con i tanti ricchi del luogo”.

Ma, già da tempo, guardare agli Emirati, al fine di concludere scambi e transazioni con una borghesia locale che cresce, che vuol produrre, che vuol vivere ai livelli moderni che hanno caratterizzato da due secoli l’Occidente, il Giappone, Taiwan, Singapore, Hong Kong, l’odierno Vietnam…

Adesso anche l’Africa nera cresce e, per saperlo deve tragicamente cadere un Boeing nuovo di zecca, una aereo di per sé ai massimi livelli, condotto da un pilota etiope considerato al passo con i migliori.

Chi sa se la società aprirà gli occhi e i popoli europei capiranno fino in fondo che l’evoluzione, la produzione e soprattutto il “movimento” – vedi la Tav e il Ponte sullo Stretto – sono ciò che ci aspetta ed è già in divenire attorno al Mediterraneo ancor più che altrove. La crescita dell’Africa, infatti, è già in atto.

Quanto agli aerei, che cadono, muoversi in ogni caso è un rischio,ma quando l’umanità si è fermata per timore dei rischi? La lotta contro il pericolo e la catastrofe è giornaliera, ma l’incidente è sempre dietro l’angolo. Chi non vuol rischiare non esca di casa, se può…

Germano Scargiali

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