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Trump, Putin, la Cina e l’Europa

La Russia è vicina (ben più che la Cina): ecco Putin con Mattarella. Un occhio alla Russia, al suo mercato, alla sua potenza è inevitabile. Potrebbe sfociare col tempo in forme di vera e propria alleanza. Oppure si andrà verso un'Europa egemonizzata dalla Russia? L'UE osteggia i trattati internazionali dei singoli stati e persino gli accordi transfrontalieri nel Mediterraneo.

La cronaca politica fa una nuova “scoperta”: Trump e Putin la pensano allo stesso modo sull’Europa. Ambedue – significa – vogliono farla fuori. Ovvero “papparsela”.

Il concetto è talmente ovvio da risultare anche “strampalato”. L’Europa sarebbe un “delizioso boccone” per tutti. Tranne che per gli europei, a quanto pare, i quali hanno meno coscienza del loro valore…

Si è visto che il tenore di vita europeo – nonostante i problemi – è il più alto del mondo. Del patrimonio storico e culturale è superfluo parlare. Ma anche la tecnologia vi prospera. Tanto, infatti, è stato inventato e scoperto in Europa, tutto può esserlo ancora…

Gli Usa hanno “mazziato” due volte l’Europa e la sua crescita, attraversando l’oceano e sconfiggendola in guerra. Si fa l’ipotesi che l’UE sia stata “inventata” in Usa proprio per frenare la nuova crescita dell’Europa e di stati che in qualche modo la preoccupano “per natura”: La Germania e l’Italia. Questi due stati non hanno con gli americani forti legami di stampo massonico… L’Inghilterra è dalla sua parte,la Francia cerca di agganciarsi al carro che le consentì di vincere formalmente l’ultima guerra. Chi crede che lo “scacchiere” sia molto cambiato dal 1939 ad oggi si sbaglia…

L’Europa che vediamo è un “grande malato”. I vari stati non rinunciano a gelosie e malcelate avversioni. Il peggio è che non lo facciano (solo) in conseguenza di sciovinismi e storici pregiudizi, ma perché esistono nei vari stati interessi contrastanti.

Si racconta di due sovrani di Spagna e Austria che andavano perfettamente d’accordo, ma su un solo punto: ambedue volevano l’Italia. L’Europa somiglia oggi all’Italia divisa dell’800.

Se la storia dei due sovrani si adatta a Trump e Putin rispetto all’Europa, altrettanto si adatta alle rivalità fra le nazioni europee. Vogliono spesso la stessa cosa tutta per sé. Troppi anni di separazione – quelli decisivi dell’era industriale – fanno sì che Italia, Francia, Germania, Inghilterra siano avversari per quanto riguarda il mercato industriale, quello automobilistico, quello delle armi. Si contendono petrolio ed energia in genere che può provenire in gran prevalenza da quel continente africano dal quale gli Usa hanno tenuto lontane le loro stesse mani…

E’ per questo che l’Europa unita verso l’esterno “non esiste“, non ha una vera politica estera unitaria, non rappresenta qualcosa di simile a Usa, Russia, Cina. Traguardo che potrebbe risultare vicino, ma per il quale l’UE non fa nulla. Così come non ha un programma per favorire lo sviluppo dell’Africa. Questa, a parte le sue risorse, gli sconfinati territori, diverrà presto un “grande mercato“. E’ ciò che oggi vale più dell’oro e del petrolio.

Se in due (Usa e Russia) chiedono l’Europa e questa da sola, visibilmente, non ce la fa a crescere – ma neppure, più, a campare –  la decisione da prendere dovrebbe essere quella di favorire uno dei due contendenti senza – magari – rompere i ponti con l’altro. Ma che siano rapporti seri, concreti, ingenti…

Aprire a Putin potrebbe essere la conseguenza dello sgonfiarsi della Nato. Trump, dopo aver preso egli stesso – incredibilmente – le distanze dalla Nato cerca comunque, per ovvi motivi, di salvare la situazione. Il suo difficilissimo compito è – addirittura – quello di salvare l’Occidente come siamo stati abituati a vederlo in questo dopoguerra. Qui abbiamo già scritto che “quell’Occidente” non esiste più e – probabilmente – è così. Si trova schiacciato dalla crescita della Russia e della Cina, ma soprattutto da quella del Mediterraneo. Per evitarla (con il conseguente neo Rinascimento del Mare Nostrum che appare imminente), l’America avrebbe dovuto quanto meno impedire il raddoppio del Canale di Suez.

Ma è vero che “nessuno può fermare la storia” e quello che sta avvenendo nel gigantesco territorio formato da Europa, Asia e Africa è qualcosa di inevitabile e inarrestabile. Come si svilupperà questo fenomeno storico e chi lo potrà egemonizzare non è ancor chiaro. Tuttavia, è probabile che l’Europa sarà terreno della Russia, mentre pare che in Africa il vantaggio sia per la Cina.

Gli Stati Uniti, nonostante l’immane sforzo di continuare ad essere “il gendarme del mondo”, anche con i buoni risultati di Donald Trump, sembra fuori da questo “gioco”.

L’Unione Europea brilla per la sua inefficienza. Gli stati separati -da soli –  erano in grado di spedire medicinali in Africa. Oggi i medicinali scarseggiano nella stessa Europa. Questo non è che un sintomo fra i tanti. L’Euro – fatto innegabile – ha deluso tutti. L’unica via di salvezza è una riforma integrale di questo regime monetario. Esso è talmente dannoso da far pensare che sia imposto sempre dai grandi poteri americani per bloccare l’Europa:  una sorta di terza guerra mondiale – modernissima – di cui fa parte anche l’invasione dei migranti, per cui si fa – anche – meno di nulla al fine di aiutarli nella loro terra: unica soluzione valida.

Teniamo conto, però, che esistono due Americhe: quella dei grandi poteri finanziari e quella di un sovranista per eccellenza come Donald Trump. Non a caso viene aggredito costantemente dai media di cui quei poteri hanno il controllo diretto o indiretto.

Oggi la “guerra” più importante si combatte fra il potere finanziario e “il popolo”, rappresentato – lo si voglia o no – dal potere politico. Da qui il crescere dei “sovranisti” che – a livello governativo – sono rappresentati da forze la cui caratteristica primaria è proprio quella di rivendicare la supremazia assoluta del potere politico.

Contro i sovranisti si battono dal basso gli strenui sostenitori storici dei principi democratici puri, ma sono sostenuti dai rappresentanti del potere economico – finanziario che si appoggiano ai poteri di stampo massonico, abituati ormai da decenni a nascondersi anch’essi dietro il paravento della socialdemocrazia, del buonismo, di false forme di apparente carità…

Per questo la crescita dei sovranisti ed un loro reale controllo del potere risulta difficilissimo. Devono non vincere, ma stravincere al voto e superare, in ogni caso, opposizioni violente che provengono dalle istituzioni, occupate da decenni da quei poteri. Questi sono verticistici, ma vantano una presenza quasi di tipo parrocchiale sul territorio, basato su favoritismi, predilezioni, spartizioni di ogni attività da cui è già conclamato che provenga denaro sicuro.

La sola difesa degli uomini liberi, che ignorano o sono comunque estranei a quelle congreghe è la mancanza di fantasia degli adepti. Una ottusità che giunge fino ai vertici i quali dovrebbero capire che vivere in un mondo peggiore, impedire la libera crescita (attività in cui si esercitano con tutte le orze) è un danno per l’intera umanità… essi, però, preferiscono dominare – a loro modo i vedere – in un mondo peggiore che non convivere liberamente in un mondo migliore. Inoltre, all’interno delle congreghe non manca una litigiosità di fondo che contribuisce anch’essa a…salvare – almeno in parte – il mondo.

Per quanto si dica che tutto il pianeta sia in mano a quelle congreghe, non c’è dubbio che esse abbiano prosperato principalmente in Atlantico fra Usa e Inghilterra. La rilettura della storia alla vigilia della globalizzazione, cioè quella del 1900, non fa che confermare, con le due guerre mondiali, questo assunto. Ferme alleate Usa e UK, praticamente contro l’Europa. Ancor oggi è così…

Da qui, l’arrivo dei Russi – europei Doc dopo la liberazione dal comunismo – e della stessa Cina, assieme alla crescita del Far East, non possono che costituire – almeno – un filo di speranza per l’avvenire dell’Europa e del Mediterraneo.

Germano Scargiali

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