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La verità su Borsellino e Falcone seppellita dalla agiografia

Bellissime queste note immagini: Falcone e Borsellino erano due uomini sereni, nonostante le brutture che vedevano. Scherzavano, anche, fra loro. Avevano la coscienza a posto...

Siamo di fronte ad un nemico molto astuto e molto potente“. Queste parole, pronunziate da Giovanni Falcone a Roma, poco prima dei fatti di Capaci e di via D’Amelio, sono quelle da cui dedurre la realtà o meglio il retroscena dei gravi fatti accaduti dopo pochissimo tempo…

Giovanni Falcone sapeva parlare italiano? Ci pare di sì. Che cosa indicava con le parole “un nemico molto astuto e potente”? Volete che si riferisse soltanto alla mafia di due contadini temerari come Riina e Provenzano?

E’ ovvio che da “alto loco” fu data ai corleonesi mano libera sui due magistrati  che erano, comunque, due “odiati nemici” anche per loro… Qualcuno disse loro: “fatene quello che volete” e, quasi certamente gli diede anche una grossa mano d’aiuto. Era ovvio ai palermitani “svegli” sin dallo stesso giorno. Era intuibile ed intuitivo…

Il fatto più grave è che ancor oggi si parli della mafia o delle mafie con riferimento alla sola “criminalità organizzata”. Come ci disse un ex sindaco di un paese “ad alto tenore mafioso” con nostra soddisfazione (perché era da sempre il nostro pensiero): “la mafia è tutta un’altra cosa!”

Attorno al tema della mafia o delle mafie è nata una sorta di mega agiografia, di cui fa parte anche la santificazione di Falcone e Borsellino. Niente di peggio, a questo punto. Forse gli altri attentati erano stati commessi con una decisione proveniente, in buona parte (ma non solo), dalla criminalità organizzata di stampo mafioso. Quelli di Falcone e Borsellino no.

E’ evidentissimo che i due – ormai eroici – magistrati sono stati puniti perché non si sarebbero fermati ad indagare fino a quello “strato” della realtà mafiosa che comprende la criminalità organizzata o poco più (colletti bianchi).

La realtà è più complessa e si articola a 360 gradi anche all’interno delle istituzioni (l’immagine più azzeccata è la piovra). Si pensi al reato, concepito in modo eufemistico di “partecipazione esterna“: serve a giustificare la comparsa, a sorpresa, di elementi esterni alle cosche. A quel livello, però, non si deve “allargare l’indagine” più di tanto. E’ ovvio o no?

La verità è che la mafia criminale, quella della”cupola” tradizionale o delle cupole sopravvive – e prospera – perché ha la protezione di una mafia sovrastante – quella vera – che dispone delle istituzioni e  della politica. Questa, di fronte a chi comanda, è composta – purtroppo – da persone che, all’occorrenza si riducono a “quattro pupi”.

Qui Giovanni Falcone disse, per incoraggiare il mondo e per intimidire in qualche modo la mafia ed esorcizzare il problema, la sua unica bugia: “la mafia prima o poi non esisterà più. Finirà come tutte le cose umane”. Sì, ma quando? Anche il mondo finirà…

Il livello della “mafia dei mandamenti” è quasi deludente. Fosse “sola“, le parole di Flacone avrebbero più che un senso. Ma non lo è e – soprattutto – ha un ruolo, certamente, nell’intero fenomeno mafia.

La “vera mafia” esiste ovunque, ben al di là dei confini dell’Italia, della Francia, degli Usa… Con l’arrivo degli extra comunitari ne abbiamo esempi anche per la criminalità organizzata. Ma non è certo questo che vogliamo dire. Crediamo, invece, di esser stati chiari…

Anche una certa criminalità organizzata “serve”, persino, alla pubblica sicurezza ed è presente ovunque, specie nelle grandi città. Anch’essa è imbattibile, perché  l’alternativa sarebbe qualcosa di più grave: la criminalità disorganizzata, che colpisce in ordine sparso e senza una guida, un interlocutore per le forze dell’ordine con cui in qualche modo dialogare, anche a distanza. Così, nella realtà, i rapporti fra forze dell’ordine e criminalità “stradale” procedono attraverso una serie di sgarri e rappresaglie. Quando la malavita si fa troppo sentire, pantere e gazzelle, con in mano gli elenchi dei criminali “a spasso”, fanno una bella retata…

Per questo, anche la criminalità organizzata non si estinguerà facilmente, né presto…

Abboccare, da parte della mafia criminale, all’invito “fatene quello che volete“, riferito a Falcone e Borsellino, costò più di quanto non ci avesse mai guadagnato. Perché, poi, le rappresaglie non mancarono di certo. Di magistrati che hanno il coraggio di perseguire criminali comuni, del resto, ce ne sono. Falcone e Borsellino furono due casi a parte. Furono due eroi ma anche due “cape tuoste”: volevano riformare il mondo e non è facile…

Scaramacai

 

Nota.

Abbiamo scritto questo articolo in occasione della commemorazione di Borsellino, che non fu mai interrogato nei giorni fra la morte di Falcone e la sua. Nonostante lo  chiedesse. Tutto fu fatto per seppellire la verità, fra cui la scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino e il cancellare il ricordo del suo colore politico (destra).

Fra le frasi storiche, le parole di Rita Atria prima del suicidio: “morto Borsellino nessuno mi difenderà”.

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