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Gela è adesso una green refinery coi fiocchi

Il possente complesso petrolifero di Gela. Adesso sarà ecologico e sfrutterà anche materiali di risulta trasformandoli in "eco gasolio".

Che potenza sto’ cagnone a sei zampe!” affermava una pubblicità nei felici anni della ricostruzione. L’Eni era allora più nota al pubblico e agli utenti col nome di Agip che appariva nei distributori. Adesso a Gela il “cagnone” è più potente che mai ed anche ecologico, al passo con i tempi e come pochi altri al mondo…  Alla vigila del 2016 Roma (meno matrigna del solito) ascoltò il “grido di dolore” della Sicilia e l’amministrazione di Musumeci ha sostenuto con tutte le forze il progetto. Da pochi giorni l’Eni di Gela è, dunque, ecologica. E’ all’avanguardia e il marchio del “cagnone a 6 zampe”, da sempre allora bene in vista, sembra anche …sorridere.

L'approdo per le petroliere e la diga offshore accessibile da lati.

L’approdo per le petroliere protetto dalla diga offshore accessibile da 2 lati.

Perché, frattanto, in questi anni non erano mancate le critiche a queste ingombranti e inquinanti presenze in Sicilia.Alcune di certo “giuste”. Ma dimenticavano, forse, il gran numero di posti lavoro creati fra la stessa Gela, Siracusa e Milazzo. Luoghi dove la disoccupazione e persino la fame erano prima certamente …di casa. Qualcuno, probabilmente, ha perso la memoria della consistenza dei problemi di allora…

La storia è nota: Enrico Mattei, chiamato per “liquidare” l’azienda Eni, riuscì – invece – a rilanciarla, a dispetto del mandato affidatogli e di qualcosa che allora veniva indicato come “le sette sorelle”, altrettanti grandi marchi che raffinano il petrolio …dei vincitori (Usa). Ciò, pare, gli sia costata la pelle. Ma siamo – com’è noto – nella leggenda: un piccolo aereo cadde come tanti altri…

Ed ecco l’impianto trasformarsi adesso in una realtà all’avanguardia nel mondo. …Venne, infatti, il tempo dell’ecologia e del riciclo, sostenuti – diciamolo – da tecnologie prima …neppure nella mente di Dio. E’ stata già inaugurata ed è attiva da qualche giorno la green refinery dell’Eni, in grado di trasformare materie prime organiche in biocarburanti di alta qualità. L’impianto, frutto di un progetto di riconversione della raffinazione convenzionale del petrolio, produce green diesel ma anche green nafta e gpl (gas di petrolio liquefatto, ndr) grazie alla innovativa tecnologia Ecofining, sviluppata nei laboratori Eni in collaborazione con Honeywell-Uop, che permette una riduzione delle emissioni di gas serra del 60%.

Tale opportuna riconversione in bio raffineria è stata concordata da Eni, sindacati, governo centrale e altre istituzioni (comune, provincia e Regione) attraverso un protocollo d’intesa sottoscritto al Mise il 6 novembre del 2014 con un investimento globale di 2,2 miliardi di euro.

Il nuovo impianto (secondo in Europa, dopo quello di Venezia) presenta una capacità di lavorazione di circa 720 mila tonnellate annue di oli vegetali ed una produzione di 530mila tonnellate annue di bio diesel. Come materia prima vengono utilizzati oli esausti, grassi animali, oli di palma, da alghe e rifiuti.

La nuova green refinery è una delle poche bio-raffinerie al mondo ad elevata flessibilità operativa nel rispetto dei requisiti dell’economia circolare.

Per tutta l’operazione sono stati spesi fino ad oggi spesi 294 milioni di euro –una bella cifra – cui si aggiungono ulteriori 73 milioni di investimento previsti per ulteriori attività propedeutiche e per la realizzazione del futuro impianto per il pre-trattamento delle biomasse, che verrà completato entro il terzo trimestre 2020 e consentirà di alimentare la bioraffineria interamente con materie prime di seconda generazione, composte da scarti, oli vegetali grezzi e materie advanced…

Il processo di riconversione da raffineria tradizionale a bioraffineria, iniziato nell’aprile 2016, è stato completato dopo oltre 3 milioni di ore di lavoro del personale Eni e di imprese terze e si è concluso con zero infortuni.

 “Si tratta di un giorno – ha affermato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi – molto importante per noi. A Venezia siamo stati i primi al mondo a convertire una raffineria tradizionale in bioraffineria e adesso inauguriamo la seconda, ancora più innovativa: un nuovo esempio di eccellenza italiana. Si tratta di un grande progresso lungo il nostro percorso di decarbonizzazione, un cammino che come Eni abbiamo intrapreso da tempo ma al quale negli ultimi cinque anni abbiamo impresso una fortissima accelerazione”.

Se l’inizio lavori risale al 2016, il progetto era stato pensato ancor prima. Come si vede, la “vecchia generazione” accusata dai climate pride …fa anche in Sicilia quel che può.

(Testi raccolti da varie fonti, adattati e commentati in redazione)

Nota. Abbiamo parlato di “nuove tecnologie” e il concetto è di primaria importanza: non solo “la cultura” è cambiata, ma oggi si dispone di tecnologie già inimmaginabili 30 anni fa. Questo serve a spiegare (una volta per tutte) che i problemi della tecnologia, li risolve la stessa tecnologia. Quando si marciò contro l’utilizzo della macchina a vapore o delle filande e delle tipografie meccanizzate, chi poteva immaginare le conseguenze positive quelle innovazioni (all’apparenza nemiche dei lavoratori) sul benessere della società civile? E – appunto – i passi avanti della scienza e la tecnica. Temere la crescita significa non leggere il passato, non saper paragonare la realtà del mondo, di vent’anni in vent’anni dal 1700 e forse da prima ancora, fino ad oggi. Negli anni recenti la crescita scientifica e tecnologica è stata esponenziale in ogni campo:  dalla medicina, alla dietologia, dall’industria all’agricoltura, dall’urbanistica ai trasporti…Ci aspetta un futuro per il quale il vero peccato sarà “non esserci più di persona”. Un futuro che non cesserà di stupire l’umanità…

Germano Scargiali

1 Comment on "Gela è adesso una green refinery coi fiocchi"

  1. salvatore scargiali | 27 Settembre 2019 at 18:14 | Rispondi

    ok

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