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Catastrofisti: esserlo è peccato

Prometeo consegna il fuoco all'uomo. Secondo l'articolata leggenda pagana, era stato Prometeo stesso a plasmare materialmente l'uomo con terra e fango. Aveva avuto, quindi un ruolo nel formare l'indole umana...Prometeo consegna il fuoco all'uomo. Secondo l'articolata leggenda pagana, era stato Prometeo stesso a plasmare materialmente l'uomo con terra e fango. Aveva avuto, quindi un ruolo nel formare l'indole umana...

Su ogni buon libro di filosofia, al liceo, si parlava dei “pessimisti“, che venivano soprannominati “nomadi del pensiero”. In altri termini i nemici del “pensiero positivo” …ci sono sempre stati! Si fa presto, infatti, a distruggere le idee, i costrutti, i modelli di pensiero di altri, magari come somma del pensiero di tanti… Ben più difficile è “creare” dei presupposti al ragionamento e – tanto più – all’azione.

Oggi siamo”bombardati” dai catastrofisti. Sono i “nuovi nomadi“,neppure tanto inediti, che, invece di costruire castelli alla speranza, costruiscono inferni vicini e lontani nei tempi che attendono il mondo e, soprattutto, la presenza umana. Colpevole, questa, oltre la prova contraria, di “guastare” tutto“, di essere la nota stonata della natura. Mah!

Non si accorgono – questi – della “superfluità” del loro pensiero. Non hanno né il senso della misura, né il senso della storia. Non si accorgono di essere già di maniera, ripetitivi e in ritardo…

Nel campo della moda sono chiamati “laggards“, in inglese, coloro che si accorgono di una moda quando questa sta già passando o è passata. Definiremmo i catastrofisti come i laggards della storia

Il timore che la natura si ribellasse all’azione umana fu presente – per la verità -anche nei primi pensatori. Aristotele, ma già soprattutto Platone ipotizzava che l’azione umana potesse nuocere alla “madre terra”. Come abbiamo annotato altre volte, il mito di Prometeo vede questo personaggio condannato in eterno ad aver mangiato il fegato per aver “rubato” il fuoco agli Dei. La “divinità”, presa anche a simbolo della natura, non avrebbe voluto – già allora – che gli uomini si scaldassero a piacimento, ricorrendo al fuoco.

Prometeo è considerato ancor oggi il simbolo pagano dell’industria moderna. Ma prima dell’industria, è la “industriosità” umana che si oppone ai “no” della natura per superarli…

Oggi i nomadi del pensiero sono i catastrofisti dell’ecologia, del clima, dell’energia, persino dell’acqua, che si trova ovunque e non può sfuggire al Pianeta. Basta prenderla, magari potabilizzarla. Quel che ci vuole è solo energia e ce n’è tanta e ce ne sarà ancora di più: petrolio, gas naturale, nucleare.

Il danno è doppio: diretto sul progresso, lo sviluppo, la crescita, e indiretto sulla mentalità corrente. Perché fiacca, in specie, lo slancio creativo dei giovani che sono per natura più…creduloni e più influenzabili. Diciamo che il danno è enorme e chilo provoca – se è così – compie  un vero “peccato mortale”. Secondo il Cristianesimo, l’umanità deve nutrire costante speranza nell’avvenire e la certezza della vittoria finale del bene sul male: una lotta non  facile in cui Dio stesso chiama la razza umana a collaborare.

Se l’indole umana fosse stata in prevalenza quella pavida del timore, non saremmo certo qui neppure a parlarne. Il dono della conoscenza, dell’intelletto e della libertà di decisione – assicurata anche esplicitamente dal Vangelo – ha visto l’umanità compiere in prevalenza la scelta di “osare” fin oltre l’apparente impossibile. Si pensi alla conquista incorso degli spazi extra terrestri… E’ la scienza che ha rimediato già in passato ai suoi stessi errori di misura. Così sarà certamente in avvenire. Dio e la natura non hanno certo compiuto il massimo plafond della creazione perché ne scaturisse la distruzione.  Nulla del mondo inanimato avrebbe importanza – anzi non esisterebbe neppure, se non grazie alla presenza di chi è in grado di conoscere il tutto!

Ci può essere utile proseguire sul filo del mito di Prometeo. Aveva rubato in qualche modo una fiammella o una favilla agli dei, consentendo all’umanità l’utilizzo costante del fuoco. Gli dei, con Zeus in testa, si adirarono. Nelle opere artistiche, il Titano è generalmente raffigurato nudo e legato a una roccia, mentre un’aquila gli divora il fegato. Nella scena si può scorgere una fiaccola accesa, simbolo della sua colpa e della sua eterna punizione.

Nella “illuminata” Atene, culla della democrazia e della libertà individuale (Pericle contro suo zio Platone, che era uno snob della “nomenclatura” del tempo), Prometeo, da eroe benefattore dell’umanità, godette – invece – di un culto molto diffuso, tanto che la città gli dedicò delle feste pubbliche, dette Prometheia, nelle quali si percorrevano le strade correndo con fiaccole accese per celebrare il più grande dono che Prometeo aveva fatto all’umanità: appunto, il fuoco, rimasto fino ad oggi come simbolo  dell’industria, del progresso, della crescita.

Germano Scargiali

Nota.  Secondo il Cristianesimo, specie cattolico, Dio gratifica l’umanità in molti modi. Il primo è nel suo ruolo di padre. L’essere umano passa dal nulla,dal non essere, all’essere: esiste.Il dono fondamentale è che “pensi”, secondo il famoso principio cartesiano: “penso dunque esisto”. Ma il Dio del Vecchio e Nuovo Testamento,fa di più: gratifica l’umanità e l’individuo assegnandogli un compito altissimo “al suo stesso fianco”: il superamento del peccato, ma anche – e questo è più difficile da capire e condividere – dell’errore presente nel cosmo, che fa parte del grane mistero del Male, ma certamente cade sotto i nostri occhi. Qui filosofi e teologi sono ad un trivio, perché le sacre scritture, ma anche Parmenide, Zenone, Platone concordano che Dio non può aver creato il male. Lo “vuole”, dunque, per un motivo misterioso? Fa parte dei suoi disegni a fin di bene? Oppure è anche un Suo atroce nemico? (G.S.)

1 Comment on "Catastrofisti: esserlo è peccato"

  1. salvatore scargiali | 3 ottobre 2019 at 16:15 | Rispondi

    ok

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