Hot Topics

Trivelle: la lotta fra la ragione e l’ideologia

Una "giraffa meccanica" alta e larga qualche metro che non fa alcun rumore. Qui, cosa rara, sono in 4. Occupano un piccolo angolo nel paesaggio: ecco "l'impatto ambientale", quel che rimane di un pozzo petrolifero. In cambio, tanto "oro nero"...

No al nucleare, no ai rigassificatori, no alle trivelle, no al metanodotto… Vogliamo chiarire una volta per tutte che l’energia da sole e vento non potrà mai definirsi “alternativa” all’energia tradizionale (moderna) che è stata alla base dello sviluppo industriale, allo stop alla fame in tutto il mondo progredito (Occidente e Far East) e in via di sviluppo?  …Uno sviluppo (crescita) comunque ininterrotto e incorso a 2 cifre in gran parte del “terzo mondo”…

Tanto è vero che Francia, Svizzera, Germania, Stati Uniti, Russia, Far East restano nuclearizzate e l’Africa stessa si sta provvedendo di centrali elettriche che sfruttano l’energia dell’atomo… E’evidente che l’Italia non può che dire sì alla logica del petrolio e del gas (vedi infondo alla pagina).

Questo sfogo per battere le mani al Tar e alla Regione Siciliana che hanno appena consentito le ricerche nelle provincie orientali della Sicilia. Ma quanto inquina la presenza di una pompa, di una giraffa all’angolo di un quadrivio? Di una su una piccola isola artificiale nel mare? Rispondiamo con un paragone: molto meno delle pale eoliche sulla riva del mare di Trapani, molto meno di un parco di pannelli solari ovunque li possiamo piazzare… E lo smaltimento dei pannelli quando, fra appena 30 anni, andranno in disuso?

Pozzi di petrolio in mare. Non danno fastidio alla navigazione. Per le picco le barche sono anzi un punto di rifermento.

Pozzi di petrolio in mare. Non danno fastidio alla navigazione grazie alla buona visibilità dal vivo e sul radar. Per le piccole barche (pesca e diporto) sono anzi un punto di rifermento. Sopra si nota quanto rimane di attivo: la piccola giraffa che pompa il petrolio. Gli sversamenti dai pozzi in mare, a dispetto dello scalpore mediatico, sono stati solo un paio nella storia. Pericolosi per la navigazione possono considerarsi, invece, i “parchi eolici” in mare.

Solo l’ideologia è alla base di certi atteggiamenti! Si temono gli sversamenti: ma perché si dovrebbe “sversare” a terra il petrolio pompato dalle viscere della Sicilia. La sua presenza è nota da prima della guerra. Dove scavare i pozzi è da ricercare. E’ ciò che farà una ditta texana, ma per tutto questo pagherà un canone alla Regione. Tutto lì.

Ad Augusta l’inquinamento delle falde sotterranee è stato dovuto alle raffinerie. Ma andate a vedere: la verità è che la vita continua, crescono i fiori, l’aria grazie ai filtri moderni della raffineria (oggi della Lukoil Italia Srl, filiazione russa) è pulita. Tanto che gli augustani progettano lo sviluppo turistico, a partire al golfo Xifonio, a sinistra della città, che non è stato mai coinvolto. E badate che si tratta in tutto di un territorio ristretto, a parte la grandezza del porto augustano…

Ascoltate come commentano ad Augusta e Siracusa l’arrivo el “Petrolchimico“: ha tolto tantissima gente dalla “fame nera“, trasformando radicalmente un territorio che era ricco solo di poveri…

Eppure nella zona di siti Unesco non ne mancano. Anzi è imminente la dichiarazione di sito Unesco per l ‘hangar dei dirigibili di Augusta, una delle prime costruzioni in cemento armato del mondo.

Ciò significa che da qualche parte – anche all’Unesco – la ragione esiste, prevale, vince sulle strane ideologie… Il cemento un nemico? Ma per quale mattana? Senza il cemento, molti di noi non sarebbero neppure qui a parlarne…

Esiste certamente un piano mondiale contro lo viluppo generalizzato (che approfondiamo spesso nelle sue manifestazioni e nei suoi motivi) che alimenta – anche con massicce  campagne mediatiche – ideologie fasulle e sorpassate, prive di un vero fondamento scientifico. Spesso prive di “alcun” fondamento tecnico e logico.A meno che per logica non intendiamo quella che consegue a rilievi iniziali errati…

Andiamo ai fatti recenti.

I soliti media, allineati e coperti dietro certe ideologie – che comunque “fanno comodo” con grande evidenza a qualcuno e assecondano le “credenze” tardo marxiste – accusano il governo regionale di aver detto sì alle trivelle lungo il fiume Tellaro etc. Ma, assieme alla Regione, c’è il Tar che ha appena dato via libera al progetto.

Contro l’eventualità di nuovi pozzi (perché solo di eventualità si tratta finora) sono schierati i sindaci del territorio, guidati dal sindaco di Noto. Naturalmente tale atteggiamento risponde anche alla classica domanda che si pongono i “politici”: e io che ci guadagno? Ma lasciamo perdere…

Il comune di Noto, frattanto, ha peso il ricorso al Tar di Catania che, con una sentenza di pochi giorni fa, ha detto sì alle trivelle  nel Sud Est della Sicilia. Nella pagina Facebook del Comune di Noto si legge: Una sentenza si rispetta sempre…”

Meno male…

Sulla stampa (il giornale unico) si legge invece il “de profundis” rivolto al paesaggio, alla vocazione turistica etc. Ma vogliamo scherzare? Forse i turisti non vanno più ad Ortigia o alle rappresentazioni classiche del teatro greco di Siracusa perché da quasi 70 anni si è scoperto il petrolio e in qualche angolo, persino cittadino, una piccola pompa fa su e giù, suscitando se mai la curiosità e l’ammirazione dei bambini? Oltre ch nessun fastidio per i grandi?

E vogliamo dire una buona volta che il turismo da solo non cancella la fame? Ma siete stati ad Atene o al Cairo che,come attrazioni turistiche ci surclassano comunque? Ma avete visto la povertà per le strade?

Il Manifesto, però, in questi giorni scatena lo spirito poetico del proprio cronista per magnificare le bellezze che tutti conosciamo. Ecco come…

“…Un’area vasta, tra canyon e fiumare, contrassegnata da strati sedimentari di lave preistoriche, lungo la linea settentrionale è stata identificato il tratto di contatto tra le placche euroasiatica e nordafricana. Siamo nel Val di Noto, uno «scrigno» che contiene tesori del barocco tanto da rientrare tra i siti patrimonio dell’Unesco. Sotto ci sono giacimenti di gas e petrolio. Un business fiutato agli inizi del Duemila dalla Panther Oil, tra le più grandi compagnie petrolifere del mondo…”

A parte le discutibili virgole che sarebbero punti anche nel peggiore stile giornalistico ed espressioni da strada come “ci sono giacimenti…” e l’uso di una parola abusata come “scrigno”, C’è l’astio contro la Panther Oil che in realtà “sarebbe” da odiare come …tutte le grandi realtà industriali in genere. Quale altra colpa, infatti, se non quella di aver scavato” l’oro nero che ci fa muovere in auto,in treno, in mare e sui Tir dappertutto, portandoci al benessere e ad una vita comoda? Perché diciamolo:i trasporti sono lac olonna portante del progresso economico.

Ma sì: che bello – invece – se andassimo ancora a cavallo e i carri li tirassero i buoi… Se, per attraversare il mare aspettassimo il  vento!

Poi (sempre sul Manifesto) è la volta della politica: colpevoli Musumeci e Cordaro

_____________________________________

Di nuovo su Il Manifesto 

“…Con un decreto assessoriale del 5 luglio, firmato da Toto Cordaro, la Regione ha espresso parere favorevole alla procedura relativa alla valutazione di incidenza ambientale, autorizzando la compagnia petrolifera a procedere a un rilievo geofisico all’interno del permesso di ricerca denominato “Fiume Tellaro”….

…Per Musumeci «si tratta di un percorso delineato dal governo nazionale, nel novembre del 2018, e attuato dagli organi periferici della Regione, peraltro con giudizio insindacabile, come quello reso nel maggio di quest’anno dalla competente soprintendenza ai beni culturali». Per la giunta, insomma, il permesso di ricerca non poteva non essere concesso. Ma poi aggiunge: «Ogni altra attività, svolta in contesti compatibili, non può che essere subordinata ad adeguate misure compensative, a cominciare dal riconoscimento, da parte del governo centrale, del diritto alla defiscalizzazione dei prodotti petroliferi per i cittadini residenti in Sicilia: la stagione dello sfruttamento indiscriminato del sottosuolo è finita».

Insomma si può fare ma a certe condizioni. Il M5s però non ci sta.

Ah, i grillini non ci stanno? Che strano! Ma non sono contrari anche alla Tav, al Ponte sullo Stretto ed a qualsiasi altra iniziativa industriale? Già: non vogliono neppure l’Ilva di Taranto… I 5Stelle soffrono, evidentemente, di una qualche malattia, uno dei cui sintomi, però, è l’emorragia di voti

Scaramacai

___________________________

La reale situazione in Italia – Che cos’è la Sen

Fra leggi, governo e risorse petrolifere…

Il decreto Sblocca-Italia aspira anche a essere un decreto Sblocca-Trivelle: esso toglie alle Regioni il potere di veto sulla ricerca e sulla trivellazione di pozzi di petrolio e di metano. La Strategia energetica nazionale (Sen) vuole più che raddoppiare entro il 2020 l’estrazione di idrocarburi in Italia, fino a 24 milioni di barili equivalente all’anno (l’unità di misura che omogeneizza petrolio e gas naturale). Si ipotizzano «investimenti per 15 miliardi di euro, 25 mila nuovi posti di lavoro e un risparmio sulla fattura energetica nazionale di 5 miliardi all’anno. Inoltre è atteso un miliardo di euro extra di introiti fiscali annui.

Una manna, in teoria. Ma altro petrolio e altro metano da sfruttare in Italia ci sono? Gli esperti dicono di sì, mentre resta in sospeso la volontà di trivellare.

Lo stesso Matteo Renzi da presidente del consiglio ha ribattuto alla richiesta di cambiare il decreto attivato da Legambiente, che teme gravi rischi: “Abbiamo preso – ha affermato da premier –  provvedimenti molto seri. Se c’è il petrolio in Basilicata (la Regione più promettente, ndr) sarebbe assurdo, in questo momento, rinunciarvi”.

Parla Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia

“In Italia – chiarisce da esperto – c’è una dorsale del petrolio e del gas che parte da Novara e poi si distende lungo l’Appennino fino in fondo alla Calabria e prosegue in Sicilia. Nel Mare Adriatico c’è una dorsale parallela offshore, da Chioggia al Gargano. La produzione potrebbe facilmente raddoppiare, proprio come prevede la Strategia energetica nazionale: basta perforare dove già si sa che gli idrocarburi ci sono. Invece è tutto bloccato…”

Incalza Giulio Sapelli, già nel consiglio d’amministrazione dell’Eni: “Per cercare petrolio e gas, una volta in Italia venivano fatte da 600 a 700 trivellazioni all’anno. Adesso soltanto 5. Si potrebbe tornare a fare molto di più…”

Per una nazione che ha rinunziato al nucleare, rinunziare al petrolio e al gas sarebbe un suicidio. Una centrale termo elettrica come Il Tifeo di Termini Imerese ha una potenza di circa 6 mila megawatt. Una centrale solare è una fortuna se ne produce seicento… L’Energia è indispensabile ed è necessario disporne in grandi quantità. Ciò nell’attesa che si attivino l’idrogeno e il nucleare stesso.

________________________

Il titolo di questo servizio parla di lotta fra la ragione e l’ideologia. Ma sconfiggere l’Ideologia, di fronte ai “giganti del petrolio” ed ai grandi interessi che ruotano attorno ad esso anche da parte degli stati sovrani sarebbe una “bazzecola”. Il fatto è che nemici ancor più potenti dei petrolieri e del petrolio ritengono di avere interessi contrari ad uno sviluppo – come quello del boom degli anni 60, che oggi sarebbe più frenetico – tanto da “dover” assolutamente frenare la crescita.Questa si estenderebbe a larghi strati sociali e soprattutto al ceto medio dal quale oggi può nascere improvvisamente di tutto.Si pensi che chiunque dispone dell’elettronica e del web, di pc, ipad e telefonini. Sono strumenti potentissimi a disposizione della “crescita generalizzata”. Qualcosa che chi vuol mantenere un controllo centralizzato (globalizzato, mondializzato) a livello planetario teme fortemente. Le oligarchie bancarie vogliono continuare a far soldi con altri soldi e amministrare direttamente le attività più lucrose, creando posizioni “leonine” sul mercato in monopolio internazionale.

La centrale elettrica ad idrogeno di Venezia(doveva essere di esempio al mondo) messa misteriosamente in disuso.

La centrale elettrica ad idrogeno di Venezia(doveva essere di esempio al mondo) messa misteriosamente in disuso.

C’è da chiedersi che cosa avverrebbe se si desse “briglia sciolta” all’utilizzo dell’idrogeno (costa pochissimo e può averlo chiunque) e che cosa avverrebbe se si giungesse allo sfruttamento della fusione nucleare al posto della fissione… L’energia praticamente inesauribile a disposizione di tutti, così come l’energia in grande abbondanza, sarebbe un duro o durissimo colpo alla speculazione.

 

 

Be the first to comment on "Trivelle: la lotta fra la ragione e l’ideologia"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*