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Che fine d’anno su Rai 3! Che vergogna!

Un nuovo anno felice e così il un nuovo decennio! Viva gli anni a venire, gli anni 20 del 2000! Ma non su RAI 3!Un nuovo anno felice e così il un nuovo decennio! Viva gli anni a venire, gli anni 20 del 2000! Ma non su RAI 3!

Un festival della grettezza? Un festival del cattivo gusto? Un festival degli anti italiani? Di che cosa si è trattato?

Abbiamo da poco assistito su Rai 3 ad una inaudita esibizione di inopportunità, di pessimo gusto ed anche di violenza da parte della sinistra italiana! Naturalmente il tutto è stato anche un plafond di stupidità. Una di quelle trasmissioni cui si assiste fino all’ultimo (o quasi, non ricordo) per conoscere “fino a che punto” possa arrivare una coltura ed una mentalità erronee. Certamente “erronee”,per ché se una personale di “normale intelligenza e normale educazione” fosse di sinistra, non si “produrrebbe” certo in certi sconcertanti “exploit”…

Gli evidenti sostenitori di una sedicente “morale laica“, dopo aver mostrato di non capire il Natale, hanno dimostrato di non aver capito neppure il San Silvestro e il Capodanno che sarà domani. Del resto, non hanno – evidentemente – capito la vita…

Proviamo a spiegarlo loro: il capodanno è una festa. E’ la festa – forse – di un’illusione, ma una bella illusione e certamente di una speranza. Occorre chiudere l’anno vecchio, mandandone in soffitta le brutture e conservandone possibilmente il meglio. Con la speranza che il nuovo anno sia tutta un’altra cosa: qualcosa di nuovo, di più pulito, di più positivo, di più felice…

I particolari? “In cronaca”. Che cale? L’importante è dimenticare per una sera il male e pensare ad un futuro, ma senza entrare nei particolari. Su come faremo a far meglio dell’anno passato affibbiamo un sonoro “ci penserò domai” come fossimo  la Rossella dello storico Via col vento. Già, Gone with the Wind. …E con il vento se ne va proprio l’anno vecchio, addirittura lo si uccide con “i botti”, possibilmente solo quelli dei tappi di spumante italiano e del famoso Prosecco, che ci prende gradevolmente in giro spacciandosi per uno Champagne o per un vicino, italiano come lui, ma giustamente più caro Franciacorta… Giusto – più che normale – pensare al futuro e opportuno, anche a tal fine, rileggere il passato. Siamo noi (meno condizionati dalle ideologie) a sostenere l’importanza della storia. Ricercando quella vera,però, con tutte le difficoltà del caso. Dopo la festa, però!

Abbiamo finito di spiegare, per sommi capi, che cosa sia la notte di Capodanno.

Ma come l’hanno concepito su Rai 3? Un modo per rivangare i guai il clima che cambia, perché, con grande serietà scientifica, la stessa Tv a reti riunite dice ogni giorno – mattina e sera – che “è evidente”…  Un modo per piangere sulle scene dei transfughi africani che giungono a metà del Mare di Sicilia e ci muoiono, anche. Già, perché non sempre le Ong fanno in tempo tirarli a bordo. “Peccato” che le riprese tradiscono una pacchiana finzione. Avete mai provato a stare in mare aperto anche poche decine di minuti a nuotare semi vestiti? E se fosse dicembre? Le riprese erano, infatti, date per fresche… Ce la fareste a salire da soli lungo la “biscaglina”, la scaletta calata lateralmente da una nave? Provateci, se non l’avete mai fatto! Insomma, da quanto stavano in mare i naufraghi? E di che capacità natatorie ed atletiche erano dotati quelli immortalati dalla telecamera?

Ma soprattutto è stato un programma di propaganda politica, della peggiore, addirittura elettorale. Ma vi rendete conto? La sera del dì di festa, o meglio, Il sabato del Villaggio.Ma che lo celebriamo a fare Giacomo Leopardi?

Non basta, però! …Rispunta a più riprese la solita Bella ciao. Rieccola! Erano trascorsi anni che non si risentiva o non si cantava, se non per gioco. La cantavamo tutti, bianchi e neri e non solo i rossi. Non offendeva più nessuno. Si cantava con spirito superficiale, appunto per divertimento. Dopotutto, in perfetta buona fede, tutti vorremmo “essere bella ciao”. Chi di noi non vorrebbe “un mondo più nuovo, come essere Bob Kennedy firmando la sua condanna a morte.  Da alcuni mesi sembra diventata l’inno nazionale italiano. No, non lo è. Era la canzone cantata da una parte degli italiani che sparavano contro i tedeschi e contro altri italiani. Questi sparavano dall’altra parte. Una pagina da dimenticare. Da metterci, trascorsi ormai  oltre 70 anni, una grande pietra tombale sopra.

Italiani e tedeschi erano appena morti spalla a spalla ad El Alamein, combattendo contro l’intero Commonwealth e contro armi anche americane.  Minori per numero e con molti meno carri armati, morirono a migliaia con pochissime speranze di vincere. E lo sapevano bene, molto bene. 

No, assolutamente no: non tutto il popolo italiano era d’accordo con i partigiani. Tutt’altro. Anzi i numeri dicono l’esatto contrario. Nessuno si è permesso di impedire ai “carristi” italiani di mantenere ancor oggi il motto:”mancò la fortuna non il valore e di chiamare i loro “reparti” con i nomi delle località comunque legate ad una vittoria: Bir El GobiGiarabub… In quei posti si combatte ancora. Il confronto, ai confini fra Libia ed Egitto, non era certo una stupidaggine. Non era un capriccio. I vincitori non sono certo riusciti a trasformare quei pezzi di deserto ricchi di petrolio in un positivo teatro di pace.

Dicevamo giorni fa, sulle magnetiche pagine di questo palermoparla.news, che ricantare seriamente Bella ciao era un exploit di cattivo gusto. Su Rai 3 si sono superati: un capodanno di pessimo gusto!

La stupidità – ripetiamo – è tutta di una sinistra italiana che non ha mai capito neppure il socialismo, che rema contro la splendida nave che noi continuiamo a chiamare Italia, col groppo in gola. Noi che tremiamo quando passano i Bersaglieri con le piume al vento al suono delle stesse musiche di sempre: quelle cantate da coloro che l’Italia “l’hanno fatta” e non quelle che hanno accompagnato pagine nere. Pagine – ripetiamo – da dimenticare, in ogni caso, per sempre. Che ogni persona intelligente ha lasciato scritte sui libri di storia, nati – comunque – per documentare l’accaduto, se scritti bene…

Germano Scargiali

(Figlio di ufficiale che combatté in Russia ed Ufficiale – egli stesso – di complemento dei Bersaglieri, fondatore e direttore di Palermoparla)

Nota

Perché diciamo violenza? Perché guastare la serata di fine anno con una trasmissione di accesa politica non è solo da maleducati e da emerito cretini, ma è anche una violenza nei confronti dei telespettatori. Riuniti in casa cercano di alimentare l’atmosfera di festa e cercano nella Tv quel tanto di divertimento che non si sono concessi, andando – magari – in crociera… Quelli che non sono potuti andare neppure al Veglione. Tutti questi “altri”, beati loro, di Rai 3 se sono – invece – potuti altamente  “fregare”. Noi su Rai 3 ci siamo capitati per caso e per la nostra “maledetta abitudine” di ascoltare tutto e tutti. Forse, in certi casi, ciò si rivela quel che a Palermo si chiama “un lario vizio“.

Poi ha parlato il Presidente Mattarella: un discorso ricco solo di banalità, destinato – come Bella ciao, il clima e i migranti – a tacere sui reali problemi degli italiani e del Meridione. Che sono tanti. A partire dai bilanci fallimentari di tantissimi comuni, della inefficienza mortale dell’amministrazione pubblica e degli enti minori, da tariffe aeree che continuano ad isolare il Sud e la Sicilia dal mondo e, quindi, dalla possibilità di interagire adeguatamente con gli interlocutori che contano. Eccetera… Ma verrà la crescita spontanea (e impedita con tutte le forze) inarrestabile dell’Africa… La clessidra della storia, che già pende come la Torre di Pisa, si capovolgerà.

Nota 2

Di fronte allo sdegno, davanti a questi “spettacoli”, si resta anche senza parole. O, forse, le considerazioni sono tante – tutte negative -che c’è difficoltà ad esaurirle…

Si dice che il peggiore dei peccati contro Dio e contro gli uomini (e le donne, si pensi agli stupri , allo stalking ed ai femminicidi) sia la”tristitia vitae“. Con tale espressione s’intende in latino il tenere un atteggiamento “tristo” (non solo triste) nel guardare alla realtà della vita. L’esatto contrari può essere ritenuto quella “capacità di stupore” di cui abbiamo parlato di recente. Ovviamente, nei confronti dei tanti fenomeni offertici dalla natura e dalle “performance” umane…

Spesso chi scrive queste righe usa la parola “grettezza“, intendendola in modo molto simile,anche se non identico, alla “tristitia“, che è ancor di più.

La tristitia e la grettezza spingono ad un altro “peccato”, che – a ben vedere – è già insito, assieme ai primi due, nel concetto del peccato originale

Adamo, nell’ascoltare il Serpente, commette tutti e tre i peccati in uno: è tristo nel non saper godere della bellezza del Creato, è gretto nel desiderare ciò che non ha, è pigro nel ritenere che con un solo gesto – senza fatica – possa ottenere, non solo un vantaggio, ma addirittura il massimo risultato disponibile a livello cosmico: avere gli stessi poteri di Dio.

Chi non comprende il significato di una sacra e lieta ricorrenza e continua a pensare e agitare i problemi circa il proprio “peculio”, i propri interessi personali o quelli politici e ne parla – come come i cronisti di Rai 3 – durante quella che dovrebbe essere una “sera del dì di festa” è – pertanto – inqualificabile! (G.S.)

Nota 3

Abbiamo parlato di speranza, ma anche di “morale laica“. E’ normale, però, che la morale laica ignori la speranza, non la capisca, non avendone approfondito il senso… Chi persegue solo una morale legata alla coscienza sociale, necessariamente vaga, chi confonde la libertà con il relativismo etico, equiparando  la felicità all’edonismo, il cui soddisfacimento è ancorato (cioè commisurato) alla personale condizione economica (Marx), che cosa volete che abbia nella mente?

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