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Trump e il “fu Qasem Soleimani” nuova storia infinita

Trump, la maschera e il volto (L'espressione è il titolo della commedia che Luigi Chiarelli scrisse negli anni dieci del '900. La trama è più pirandelliana di Pirandello. E' un chiaro esempio del gusto del grottesco tipico del teatro italiano e trasmesso da questo anche al 'nostro' cinema).Trump, la maschera e il volto (L'espressione è il titolo della commedia che Luigi Chiarelli scrisse negli anni dieci del '900. La trama è più pirandelliana di Pirandello. E' un chiaro esempio del gusto del grottesco tipico del teatro italiano e trasmesso da questo anche al 'nostro' cinema).

Trump eterna telenovela, Storia infinita o, meglio, un personaggio che sarebbe piaciuto a Pirandello. Forse! Già, perché la parolina dubitativa, l’amletico avverbio, è d’obbligo: il commediografo siciliano mette tutto in dubbio, Donald Trump mette tutti nel dubbio

Dopo i cento commenti, i mille gossip su di lui, impossibile non affibbiargli, anche se troppo ‘visitati’, dejà vu, ma sempre arguti, titoli pirandelliani… Già chi, più di Trump: Uno nessuno centomila, Così è se vi pare, Un personaggio in cerca di autore… Il fu Mattia Pascal? No, il fu Qasem Soleimani! 

Trump in cerca d’autore? Forse no. Di autori ne ha avuti anche troppi: ognuno pronto a “sparare” la propria …idea. Dall’alto della propria saggezza? No, dal basso della propria piccolezza

Purtroppo, però, in tanti …li seguono: ci credono. Come è possibile, del resto, apprendere qualcosa sul mondo, se non leggendolo sui media grandi e piccoli? O ascoltandolo da…mamma Tv? Questo è uno dei veri “problemi” della società contemporanea. I media accusano i “social” per le fake news, ma non può dirsi che non ne avessero già ‘inventate’ loro di ‘belle’, per non parlare delle tradizionali “bufale” giornalistiche…

Chi ci legge sa come la pensiamo su Trump. Per noi è un grand’uomo, il più interessante dei capi politici viventi, oltre che in lizza per essere il più forte, ovviamente con Putin e Xi Jin Ping… Lo abbiamo sostenuto sin dalla vigilia, prevedendo che avrebbe stravinto contro la Clinton, fiduciosi nell’intelligenza del mondo, dell’umanità, in questo caso del popolo americano…

Bernstein e Woodward (qui in un foto di qualche anno fa) sono gli stessi polemisti del Washington post che silurarono Nixon. Adesso sono i più accaniti accusatori di Trump. Sempre alfieri della ragione o del torto?

Bernstein e Woodward (qui in un foto di qualche anno fa) sono gli stessi polemisti del Washington post che silurarono Nixon. Il Watergate fu anche preceduto da una decisa campagna denigratoria dell’allora presidente… I due giornalisti, comunque già noti considerati autorevoli), fecero così definitiva fortuna… Adesso, lupi vecchi ma non senza il fatidico pelo, sono i più accaniti accusatori di Trump. Sempre alfieri della ragione, ovvero del torto? Defensor(es) plebis oppure dei potentati finanziari ‘rappresentati’ dal loro giornale? E’ la stessa ‘linea’ cui si attengono gli altri maggiori organi di stampa made in Usa.

Ma i media, a partire dai più importanti – vedi il N.Y. Times , il Time e soprattutto il Washington Post, già “demolitore” di Nixon e inventore del Watergate – seguiti da tutti gli altri “…come i gru van cantando lor lai, facendo in aere di sé lunga riga”, hanno cercato di demolirlo in ogni modo. Perdonateci lo ‘sfoggio’ di cultura, se citiamo estemporaneamente Dante (V canto, Inferno), ma le hanno dette proprio tutte. Sì, tutto e il contrario di tutto, come sempre in casi simili…

Si può mai essere al contempo …uno fra i più ricchi del mondo, da self made man ed essere anche essere un mezzo svitato? Un uomo inaffidabile? Essere un indubbio condottiero e persuasore di altri uomini e al contempo uno stupido dongiovanni, un ‘toccafemmine’ da ascensore? Portarsi appresso quella gran moglie (bella e donna di classe) solo a forza di soldi?

Analoghe – a ben vedere – ma non citabili (vietato) le critiche ai sovranisti d’ogni tempo: perfettamente bipolari nell’essere astuti persuasori dell’opinione pubblica, ma grandi carnefici e, soprattutto, perfetti idioti o matti da legare. Sarà…

Uno dei punti su cui Trump punta e lo ha dichiarato più volte nei suoi libri è la vendetta: “Se qualcuno vi fotte, fottetelo dieci volte. Prendetevi sempre la rivincita” concetto ben espresso in “Pensa in grande e manda tutti al diavolo”.

Il suo pensiero è stato applicato nei confronti di dipendenti considerati da lui “non fedeli” o verso soci in affari, fino alla sua parentela, togliendo l’assicurazione sanitaria al figlio del fratello primogenito, William, che gli aveva fatto causa, dopo la morte del padre. L’eredità prevedeva la spartizione dei beni tra i quattro figli vivi, escludendo il quinto mancato prematuramente e lasciando una piccola quota alla moglie. Ciò che colpisce non è solo la mancata empatia di Donald verso il nipote malato, ma la determinazione attuata per “punirlo”.

Trump si è sempre dichiarato un buon cristiano, “Nessuno conosce la Bibbia più di me” ha sottolineato più volte. Ma i suoi atteggiamenti e azioni sono spesso l’opposto degli insegnamenti delle Sacre Scritture, così come la Vendetta diventa una prerogativa personale senza attendere perciò un permesso dal cielo…

Anche le dichiarazioni sessiste e razziste, spesso, non rappresentano granché gli ideali della Bibbia. Ma Trump si identifica come uomo impeccabile e senza macchia, dichiarando pubblicamente: “Perché dovrei pentirmi se non faccio errori?”

Obama aveva ottenuto una dei suoi pochi indiscutibili successi: L’accordo sul nucleare era stato pensato per ridurre le frizioni diplomatiche e militari tra Stati Uniti e Iran. Queste risalgono alla fine degli anni settanta, alla Rivoluzione khomeinista…

Trump ha fatto saltare quello storico accordo

Un guaio… Così ad alcuni osservatori è sembrato illogico uccidere Suleimani, e poi, subito dopo, affermare che lo si è fatto per …evitare una guerra, anche se nelle ore successive all’attacco si è ordinato al personale statunitense presente in Iraq di lasciare la zona in fretta, possibilmente usando l’aereo, per sfuggire alle prevedibili ritorsioni. Una manovra prudenziale e diversiva, tesa ad evitare “a caldo” il peggio…

Dunque, l’attacco deciso da Trump avrebbe messo in pericolo, non già al sicuro, la stabilità politica del Medio Oriente ed anche le migliaia di soldati “Usa e filo occidentali” presenti sul campo.

Una rara immagine a favore di D. Trump. I media, allineati con il Washington Post, il Time e il N.Y. Times, sparlano puntualmente dell'attuale Presidente...

Una rara immagine a favore di D. Trump. I media, allineati con il Washington Post, il Time e il N.Y. Times, sparlano puntualmente dell’attuale Presidente. E’ appena il caso di notare come Trump sia “da sempre” schierato contro l’oligarchia della finanza statunitense, a favore della cosiddetta “economia reale“.

Non è una novità: le decisioni di Donald Trump sono difficili da capire proprio per una frequente “carenza di coerenza” interna: la promessa era stata sempre quella di un progressivo ritiro delle truppe statunitensi dal Medio Oriente. Invece gli Stati Uniti stanno mandando nella zona nuove migliaia di uomini.

Nel frattempo, per di più, l’Iraq ha votato a favore di una mozione che prevede l’espulsione dal territorio iracheno di tutti i soldati statunitensi (compresi quelli della coalizione internazionale anti-Isis) E anche questa espulsione è una conseguenza della decisione di Trump di uccidere Suleimani in modo ‘improvvido’ o definito, almeno, tale…

Torniamo, però, ad osservare che l’imprevedibilità delle decisioni di Trump potrebbe anche rivelarsi o trasformarsi in un vantaggio, a seconda di …come andranno le cose. Come in tante altre similari occasioni, il tempo, se non la storia, ci dirà la verità.

Per esempio, la Germania egli stati europei si sono più o meno decisamente, schierati con lui. Dopo la morte di Soleimani, intendiamoci….

Per quanto difficile, chiedersi – comunque – come ‘pensi’ Donald Trump, rimane necessario e opportuno: ciò per tentare quantomeno d’ inquadrare la politica estera statunitense e, di conseguenza, capire quali siano gli equilibri diplomatici nel mondo. Specie in alcuni “scacchieri” particolari. Quello, più ovvio, cui a grandi linee appartengono, i vasti territori mediorientali, attorno all’Iraq, al Libano, alla Siria…

Da chi è imprevedibile – però – ci si può aspettare di tutto. Così Trump aveva promesso una politica estera “isolazionista” e disinteressata (chiedeva più impegno agli alleati europei e prometteva il ritiro delle truppe dalle zone di conflitto).Invece, poi, ha preso anche decisioni contrarie…

A questo punto, però, come abbiamo già fatto altre volte, è il caso di chiederci ciò che avrebbe fatto Trump da solo e quanto la sua politica serva, invece, a garantirgli anche la vera e propria “sopravvivenza” in patria, dove affronta quotidianamente lo scontro con gli storici poteri “amerikani”, con quei potentati insaziabili, che lui combatte, che lo combattono… Perché spesso ha ricevuto, in Usa, plausi per le prepotenze, mentre aggressioni – anche dure – per i suoi gesti di pacificazione. Vedi l’accusa di essere – udite udite – d’accordo (troppo amico) con la Russia o con l’Ucraina. Pena l’empeachment… Non possono essere ci dubbie che, se non stesse ‘sulle balle’ ad un certo establishment non si sarebbe mai potuto neppure parlare di …cose del genere. O di”interdirlo” per ché matto…

Trump, insomma, secondo noi è quell’uomo di pace, i cui successi – come tale – s i riscontrano in Russia, in Corea e nei rapporti con la stessa Cina. Quello che aveva iniziato con un –almeno parziale, ma visibile – disimpegno dal Medioriente e con la dichiarata collaborazione con Putin nella lotta contro l’Isis. “Tutto un altro mangiare” rispetto alla tragica gestione di Obama e del suo braccio destro Hilary Clinton che tanto danno ha fatto all’Europa e all’Italia in particolare (Libia, perdurante destabilizzazione dell’Africa e del M.O.). Per non parlare del danno agli stessi Usa nei fatti e nell’immagine, addirittura nell’onore perduto in Siria e non solo…

Sì ecco un altro paragone con la commedia italiana “del grottesco”: Trump “La maschera e il volto” come nella proverbiale commedia “pre pirandelliana” di Luigi Chiarelli (1913).

Perché, se non ci si accorge di questi due volti di Donald Trump, che ‘bissano’ quelli ‘propri’ degli States, incentrati su Manhattan e Washington (il ‘fango di Washington’ come ebbe a definirlo The Donald ancor prima d’essere eletto), non si può capire ciò che accade in quel grande paese che si è preso a lungo la briga di essere “il gendarme del mondo”. Al contempo, però, dominarlo economicamente e – soprattutto –finanziariamente: leggi oligarchie bancarie e monopoli globalizzati, addirittura mondializzati nelle ‘aspirazioni’.

Da un lato questa incostanza delle decisioni dell’attuale presidente americano verrebbe, invece, come ‘declassata’ ad una questione psicologica, un fatto personale, come se fosse un lato del carattere del presidente, o – addirittura – tale da poter riesumare il concetto di quella sua sorta di infermità.

Ma si riconoscono – anche considerando Trump il solo a decidere, cioè, addirittura, il primo Re della storia senza consiglieri intorno – motivazioni ben più profonde, a partire dalla questione dell’ascesa delle forze populiste in tutto l’Occidente, che spesso portano avanti posizioni contraddittorie per opportunismo politico. Se le politiche populiste trasmettono così tanta indecisione e mutevolezza è per due ragioni:

La prima è la supposta “fine delle ideologie”, e cioè delle ‘categorie politiche’ le quali, ormai, funzionerebbero meno d’un tempo – appena pochi anni fa, cioè dopo la proverbiale caduta del muro di Berlino – da efficienti ‘griglie’ per interpretare uomini e cose…

La seconda ragione invece è l’estrema velocità e, quindi, la mutevolezza, dell’elettorato, che dipende in una certa misura anche dalla confusione e dalla velocità della comunicazione delle informazioni in tempi di social network e di crisi della rappresentanza: in altre parole, il fatto che le idee di Trump siano mutevoli, forse viene anche dal fatto che viviamo in un mondo a propria volta mutevole. Fantasie, telenovele incombono…

Per tornare alla decisione di Trump di uccidere, con un attacco aereo mirato, il generale iraniano Suleimani, una spiegazione l’avrebbe trovata il New York Times

Secondo il “grande” quotidiano statunitense la decisione sarebbe ‘emersa’ perché gli alti ufficiali dell’esercito USA avrebbero presentato varie opzioni al presidente per rispondere a una serie di minacce a firma iraniana: vedi l’assalto all’ambasciata americana a Baghdad… Nel far ciò “tentando un atto di furbizia” gli ufficiali avrebbero incluso anche l’ipotesi, azzardata, di uccidere il generale iraniano. Il fine era quello di far apparire le altre idee come le sole possibili, quelle “ragionevoli”, così da far propendere il presidente per queste alternative. Trump, invece, ha stupito come sempre, scegliendo la via che conosciamo. È quello che accade se si punta sulla ragionevolezza di chi è poco avvezzo ad agire ragionevolmente? Così si è affrettato a commentare la lunga sfilza dei detrattori di “The Donald”…

Il giornalista esperto di politica mediorientale Daniele Raineri, in un recente articolo, ha spiegato come …l’Amministrazione Trump abbia ristabilito l’ordine naturale dei rapporti di forza in Medioriente: gli Stati Uniti, a osservare la situazione in modo distaccato, hanno – in realtà – riaffermato la propria superiorità nella capacità drastica di decisione e quella dei mezzi, quella che ha permesso, anche, alle loro stesse truppe di scovare e uccidere il leader dell’ISIS Abū Bakr al-Baghdadi. Ma per farlo, e per rispondere alle frizioni provocate da parte iraniana, c’erano –secondo i critici più numerosi – dei modi che non avrebbero portato all’escalation di minacce adesso in corso…

Il presidente Usa ,dopo aver precisato come Soleimani fosse, a suo giudizio, il più grande e sanguinario nemico vivente dell’Occidente,  ha appena minacciato l’Iran di essere pronto a bombardare 52 siti culturali, un atto che sarebbe un crimine di guerra tale da paragonare gli Stati Uniti nella a quei gruppi armati che distruggono siti archeologici e di interesse storico, proprio come l’Isis. Ma questo crimine è probabile che gli yankee  non lo commettano mai.

Gesse

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Aggiornamento

Stamane 11 gennaio 2019 si può affermare come l’uccisione di  Soleimani non abbia ‘preoccupato’ le borse mondiali che in questo momento risultano al rialzo. Trump ha fatto qualcosa che “poteva” fare con ogni probabilità un atto di guerra opportuno, contro una nazione, la Persia che storicamente ha costituito una minaccia per il mondo circostante. Tanto più oggi in cui è governata da un potere fondamentalista che risulta opprimente anche per il suo stesso popolo. Se l’America intervenisse più pesantemente in Iran non sarebbe la prima volta che …si incarica di liberare un popolo dalla dittatura. Questo, se diamo per corretta la versione che ci viene scolasticamente fornita della conclusione dell’ultima guerra mondiale… O no?

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