Hot Topics

Gli strafalcioni politici del premier Conte

Un'immagine istituzionale molto esplicativa. Conte proviene da un istituto del Vaticano per studenti ...meritevoli. Non può certo dirsi che la posizione politica del Vaticano sia chiara in questi ultimi anni... Essa contraddice la massima cara a Cavour di "Libera chiesa in libero stato". Il Vaticano fa politica riferita all'Italia da sempre. Lo Stato italiano ha cercato di "addolcire i rapporti" col Papa, sin da quando nel 1971, un anno dopo la conquista di Roma (Bersaglieri, Breccia di Porta Pia), emise la "Legge delle guarentigie", cioè delle garanzie a favore del Vaticano (1971). Aveva del resto "scritto la parola fine" al cosiddetto potere temporale, che faceva del papa il Re dello Stato pontificio. Successivamente, nel 1929 Mussolini concluse con il Cardinale Gasparri in rappresentanza di Papa Pio XI i Patti Lateranensi, tuttora in vigore. Stabiliscono la presenza della Città del Vaticano, Stato indipendente entro i confini d'Italia. Inoltre una serie di concessioni fra cui il valore legale del matrimonio religioso etc.

Conte specchio dell’UE o l’UE specchio di Conte? E chi lo sa?

Non si può certo tacere,dopo aver assistito e ascoltato in Tv al ripetersi dello stralcio del discorso di Giuseppe Conte nel punto in cui fa diretto riferimento all’Europa, intesa ovviamente come UE

Afferma testualmente il Capo del governo Italiano: “…l’Europa può costituire un fattore decisivo per la ripresa economica”.

Non dovrebbe essere necessario un commento per evidenziare che un’espressione del genere dovrebbe appartenere solo ad uno stupido e ad un ignorante.

“L’Europa – caro primo ministro – non ‘può‘ rappresentare uni stimolo alla crescita! Semmai ‘deve‘ rappresentarlo. Semmai, per l’esattezza, avrebbe dovuto e non lo ha fatto. Anzi, ci ha condotto a questa crisi. Anzi ci ha condotto ad una crisi ben peggiore di quella in cui l’Europa già si trovava al momento della costituzione dell’Unine Europea. Ci ha condotto ad un punto tale da non riuscire ad intravedere neppure l’uscita dal tunnel di questa crisi!”.

Tralasciamo di ripetere che fu costituita nell’ultimo dei “momenti” in cui si sarebbe dovuta fondare l’Unione.

Non sottolineiamo che i dispersivi trattati (Maastricht, Lisbona…) risultarono subito lacunosi e, peggio ancora, furono ben presto disattesi nei pochi contenuti positivi: per esempio, la politica per il Mediterraneo, amministrata anche tramite le regioni costiere…

L’Europa non “può” – finalmente –  essere un aiuto per gli stati che la compongono. Deve essere il motore propulsivo comune del Continente che tutto il mondo prende ad esempio di civiltà e qualità della vita, quello in cui furono create le università, le banche e la partita doppia, dove si navigò con la vela latina, quello che dimostrò al mondo come “fosse rotondo”…

Sì, l’UE avrebbe dovuto essere la nuova colonna portante di nazioni prestigiose come l’Italia, l’Inghilterra, La Germania, la Francia, La Polonia e,in prospettiva, la Grande Madre Russia. Non è stata niente i tutto questo. Ignora la comune cultura con l’eccezione dell’Erasmus, iniziativa elitaria ed anti democratica, al momento anche sospesa.

Però, è "carino" e ha spesso un'aria intelligente...

Però, è “carino” e ha spesso un’aria intelligente…

Segue una politica finanziaria disastrosa, inventata distruggendo la “macchina keynesiana” che aveva accompagnato la crescita del benessere dal giorno dell’Industriale revolution. l’UE non ha alcuna politica internazionale. E’ stata “ridicolmente” affidata alla Mogherini che aveva una mera esperienza di sindacato comunista a Roma. Ciò non ha provocato danni perché una politica internazionale comune europea non esiste. I singoli stati si presentano, infatti, da soli a dialogare con il mondo. Esattamente come …prima.

A proposito della Mogherini, per incredibile che possa sembrare, toccava a lei “destinare” gli ambasciatori italiani nelle varie sedi. Avete mai parlato con un ambasciatore? Se sì, credete che possa dialogare con …una Mogherini?

Di fronte a tanta insipienza dell’Avvocato Giuseppe Conte, comunque, tirato per i capelli a far politica dal nulla – addirittura come primo ministro di uno stato potente, che primeggia, non certo soltanto in virtù della sua eccezionale cultura storica, ma in settori come la cantieristica navale, l’industria meccanica, siderurgica, delle manifatture, della moda, dell’alimentarismo, non ci si meraviglia soltanto che persone così “scarse” di mente e istruzione giungano ai vertici del potere politico. Fa riflettere su come in Italia si assegnino le lauree e si concedano le cattedre universitarie e l’avvocatura…

Germano Scargiali

_______________________

Nota

Libera Chiesa in libero Stato – la massima cui accenniamo nella ‘dida’ presso il titolo – è una famosa frase coniata da Charles Comte de Montalembert (1810- 1871), politico, giornalista, storico e filosofo francese, Pari di Francia .Fu condivisa e ripetuta più volte da Camillo Benso Conte di Cavour, primo Capo del governo italiano a Torino. L’occasione più nota coincise con il discorso al Parlamento in cui appoggiò l’ordine del giorno che acclamava Roma capitale d’Italia (27 marzo 1861), dieci anni prima che avvenisse, poi, in Campidoglio Il 3 febbraio 1871, dopo la conquista da parte dei Bersaglieri dalla Breccia di porta Pia.

Noi, che qui sosteniamo sempre la fede cristiana cattolica ed additiamo, condannandolo, il distorto, ateo e incolto atteggiamento “lalicista” di oggi, ribadiamo la estrema validità delle massime “Dio e popolo” e “Libera Chiesa in libero stato“. Non bisogna confondere, né concettualmente, né operativamente l’opera dello Stato e della Chiesa, anche se punti di contatto ci sono, ma sono storici e di costume. Non devono rientrare nell’azione dell’esecutivo, se non come comune base culturale.

Secondo Mazzini l’unità nazionale era già ella storia prima che si concretizzasse, garantita da una missione che Dio stesso aveva assegnato al popolo italiano. La sua religiosità era però quella di un laico: “Dio e popolo”, cioè da una parte Dio, dall’altra il popolo. Di Dio Mazzini coltivava una propria visione, in linea con le sue idee di “repubblicano puro”. Non è certo ignota l’ostilità più volte dimostrata da Mazzini nei confronti del papato.

Sin dalla prima unità, l’Italia assicurò ciò che riteneva “ogni possibile garanzia al Papato”, in “riparazione” dell’aver posto prima un limite e poi fine al cosiddetto potere temporale, che faceva del Papa anche un Re – emanando prontamente la “Legge delle guarentigie“. Con essa il Regno d’Italia il 13 maggio 1871 regolò i rapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede fino al 1929. Successivamente, quando furono conclusi i Patti Lateranensi tra Benito Mussolini e il Cardinale Pietro Gasparri in rappresentanza di Papa Pio XI, patti tuttora vigenti, pace e cordialità formali intercorsero fra l’Italia e la Santa Sede, ospitata nello Stato autonomo della Città del Vaticano.

Non può certo dirsi, però, che la Chiesa romana si sia da allora estraniata dalla politica italiana. Anzi si è di fatto intromessa quasi per abitudine. “Libera chiesa in libero stato” rimane una massima, solo un’aspirazione… Mentre le intromissioni sono state storicamente oggetto di forte critica, addirittura di insofferenza, soprattutto da parte laica, ma non solo…

Oggi, con gli atteggiamenti non sempre condivisibili di Papa Bergoglio in fatto di dottrina e, più concretamente, di politica, veri e propri timori sorgono anche da parte della base cattolica nazionale. Quella che, almeno, non nasconde i propri “distinguo” dal pensiero espresso da chi siede attualmente sul trono di Pietro. 

Be the first to comment on "Gli strafalcioni politici del premier Conte"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*