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Sanremo salva la faccia a stento forse

Tanto di sbagliato: presentatore inadatto, Fiorello banale, non un vero comico ospite, tono da melodrammatica e festa di paese, colori scuri mortuari (nero, viola, giallo da becchino).Musiche non al passo con quel che piace: troppo urlate con arrangiamenti rumorosi. Niente sorprese nei "controcanti". Assenti i più "graditi" del momento. Uno strano ritorno al passato. Al peggiore.

Sanremo è migliore delle nostre aspettative. Per la verità, parlarne male prima che iniziasse, ma anche dopo, è l’ultima cosa che avremmo voluto fare. Se, infatti, l’allestimento di Sanremo (Festival) pecca di ovvietà (da quando cercava di eternare la tradizione iniziale di Nilla Pizzi, Achille Togliani etc a quando, dopo Modugno, si cercò di stupire) è vero che parlar male di Sanremo è altrettanto ovvio e stucchevole.

Abbiamo peccato: lo abbiamo fatto per rabbia nel vedere l’ennesima chance che si offre all’Italia, sciupata da chi – da qualche e dizione in qua – vuole “buttarla in scherzo” anzi in una “babbiata” bella e buona. E chi più babbìa è il più bravo…

Dalle prime scene capiamo che è come se ci avessero letto ed ascoltato almeno in un particolare: gli smoking. Prima quasi abbandonato, il classico abito maschile da sera e da palcoscenico aveva subito la massima onta nell’anno di Panariello con la giacca corta aperta sul davanti che mostrava un fibbione da pantaloni assolutamente mattiniero. Non l’unico a beffare lo smoking, volendolo certo “sdrammatizzare”, ma di fatto “uccidendolo” con la “sguaiatezza” di Panariello stesso seduto a gambe aperte, sempre in “smoking”. Se tale poteva chiamarsi…

Colpo di timone nell’anno di Carlo Conti: la giacca torna ad allungarsi ed a  “chiudersi” sul davanti. Finalmente! Quest’anno si parte quasi bene. Fra i più brutti, – come previsto –  è lo smoking di Amadeus e troppo brutto è lui, purtroppo. Simpatico, ma brutto e troppo “scanzonato”, non è la persona giusta….

La presenza di Rosario Fiorello peggiora la situazione. Come ha detto qualcuno nell’intento di vantarlo è un ottimo animatore da villaggio vacanze. E tale rimane. Né si dica dei sì dell’audience perché non dobbiamo dirlo adesso che lo share è ben lungi dall’essere “tutto”. Al contrario, basti pensare al Grande Fratello… Ma basta presentarsi seminudi, come qualcuno quasi fa, per produrre una …subita impennata.

Se si spogliasse, poi, Diletta Leotta o le si aprisse “per error” il vestito sul davanti, rischierebbe di diventare famosa quanto Sheron Stone. Sarebbe certo un dejà vu perché ricordiamo bene Belén.Ma funziona sempre. C’è molto voyeurismo in poltrona e ci si stupisce anche del poco. Strano in tempi in cui la pornografia tocca vertici da lezioni dettagliate d’anatomia intima…

Diletta Leotta

Diletta Leotta, catanese non meno di Fiorello. Siciliani alla ribalta, questo non è male…

Tutto il mondo è bambino. Ma ciò che più “conta” è che il Festival di Sanremo non deve piacere agli italiani, agli inquilini del quarto piano dei quartieri dormitorio. Anche a loro, sia chiaro! Ci mancherebbe! Ma dev’esser tale da girare onorevolmente in mondovisione come “biglietto da visita” del …costume italiano. Che è uno dei “beni” immateriali e materiali  più preziosi che appartengano all’Italia. Lo stile, l’educazione di monsignor Della Casa, l’arte poetica di Dante, Petrarca, Leopardi, la pittura da Giotto a Pero della Francesca, fino a Caravaggio ed oltre, la forbita scienza di Galileo e Leonardo, l’architettura da Brunelleschi a Renzo Piano e Gae Aulenti, la ‘musica‘ classica e moderna di Rossini, Verdi, Puccini, Mascagni,Toscanini, Paganini ma anche Trovajoli, Morricone, Piovani, Rota. Il cinema dei grandi registi. O la moda che lotta con quella di Parigi. Che ne facciamo dell’Italian Style? L’Italia non è “cosa” da buttar via in questo modo, come merce di terz’ordine

E’ vero: non dobbiamo “formare” con i nostri giornali e non dobbiamo farlo con un festival della canzone. Occorre che i primi anzitutto “informino” che un festival anzitutto “piaccia“, magari anche per le sue canzoni e non …perché Fiorello, atteso all’appuntamento con la parolaccia, si produca in un inflazionatissimo min…

L’ originalità a buon mercato è come le dittature mancate: penosa.

Ad Amadeus Fiorello fa ridere e lui fa rider a Fiorello. I due cercano di scambiarsi la parte di comico e spalla… Peccato che siano in qualche modo gli eredi di Totò e De Filippo, Vianello e Mondaini, ma anche di Walter Chiari, Gino Bramieri, Nino Taranto, Nino Manfredi, Alberto Sordi, Renato Rascel… Conterranei, sì conterranei. Bei tempi quelli passati!  

Ma ripetiamo, meglio che niente: tornano protagonisti in qualche modo i fiori della Riviera un tempo massima cornice. La bellezza della nominata Leotta e le sue belle mise, come quelle di Rula Jebreal, i bei vestiti di alcune cantanti rialzano “il morale” della serata e dello spettacolo…

Canzoni? Troppe quelle strillate. Arrangiamenti soprattutto rumorosi. Niente controcanti alla Arisa o passaggi “a sorpresa” come fahho Fred De Palma o Iglesias jr. “Dicono” che i grandi torcano il naso perché Sanremo si adegua al gusto dei giovaniMa sanno che cosa piaccia, oggi, ai giovani d’età e a quelli di spirito? Mah!

La qualità dello spettacolo è preponderante rispetto al contenuto musicale, di difficile immediata valutazione, sempre, per la gente comune, riservata a chi ha molto orecchio e …se ne intende. Una cosa è certa: il plagio è l’anima della musica, ma non è un’esclusiva, lo è anche della lirica e della sinfonica…

Germano Scargiali

Cronistoria della prima giornata

Il festival di Sanremo firmato da Amadeus piace parecchio nonostante – o forse proprio per – le polemiche che l’hanno preceduto. Polemiche? Leggete la nostre, se volete…

I dati degli ascolti tv …parlano chiaro: la serata del debutto ha visto una media di 10 milioni 58 mila telespettatori incollati al piccolo schermo, con il 52.2% di share. Un risultato percentuale che migliora quello dello scorso anno, quando la prima serata del Baglioni bis aveva fatto segnare una media del 49.5% di share con 10 milioni 86 mila telespettatori. Ma, dopo la tambureggiante pubblicità da un mese a questa parte e il peso della tradizione, oltre al poco da fare della maggioranza degli italiani – oggi in crisi ‘di tasca’ più che mai – che cosa volevate aspettarvi?

In particolare, la prima parte della prima serata di Sanremo 2020 è stata seguita da 12 milioni 480mila spettatori con il 51.2% di share, la seconda da 5 milioni 709mila con il 56.2%. Nel 2019, la prima parte della prima serata del festival aveva raccolto 12 milioni 282mila spettatori con il 49.4% di share, la seconda 5 milioni 120mila con il 50.1%. Un quasi record di sempre: Il 52.2% di share, il più alto centrato dalla prima serata dal 2005, quando il festival condotto da Paolo Bonolis aveva ottenuto il 54.10%.

Sale Fiorello, e non fa male. Il catanese è, comunque vada, la punta del settantesimo festival di Sanremo. Attacca da don Matteo, da Fiorello e da miglior amico del conduttore. Riesce a parlare di politica senza far impallidire il gotha Rai in prima fila. Un neo non da nulla: molto vivo ma, come sempre, molto banale e con lui non c’è un vero comico. Neppure fra gli ospiti. Chi ama meno le canzoni non ha respiro: cantanti ed ospiti altri cantanti senza un attimo di respiro: un vecchio errore… 

Di Amadeus fa ridere solo a guardarlo, come sempre, ma non è ciò che ci vuole. Se non fosse il suo Festival, si direbbe: è bravo quell’Ama… Ma quando è solo sul palco con le sue giacche da capo villaggio non sbaglia. Come dice Fiorello, non si rende conto di quello che fa. Ci voleva un vero presentatore, cioè un attore: non c’è attore che non presenti 1oo volte meglio di un presentatore. In occasioni del genere bisogna andare a prenderli al cinema o al teatro senza pensarci su…

Diletta Leotta è talmente bella che sceglie anche d’ invecchiarsi per togliersi di dosso un po’ di perfezione. Spigliata nella conduzione, non convince quando recita il monologo con la nonna. Meglio evitare… Ma sì, perdoniamola!      

Di Rula Jebreal Purtroppo si è dovuta aspettare la mezzanotte – chi ce l’ha fatta – per il clou della serata: il suo monologo sulle donne. Parte con un po’di retorica, ma poi coinvolge e commuove. La figlia, le mamme, pure la nonna… Potente, come la sua voce, il suo viso, la sua intelligenza e i suoi tre splendi abiti Armani Privé. Un campionessa degli allogeni: sono pochi nella realtà gli italiani che non li considerino italiani. Una come Rula li porta tutti in alto, come su un immenso cavallo alato…

Achille Lauro ha una canzone non è granché ma lui s’inventa la tutina alla Borat o, dice lui, alla San Francesco. Per certi versi è seminudo e spiazza tutti. Una trovata che buca lo schermo e la scena. Fa spettacolo. E piace. Peccato che poi il dibattito si sposti sugli attributi, ma i social su qualcosa devono pure campare. I benpensanti che lo avevano scritto già nel 2019 – da vincitore – sul libro dei cattivi, hanno di che sdegnarsi…

Per Albano e Romina, rieccoli, è il sogno di una vita per tutti coloro che non si perdono Sanremo da anni ed anni. La nuova riconciliazione fa ballare tutto l’Ariston. Felicità è un bicchiere di vino con un panino, la felicità. Niente di più semplice. Niente di più vero. Niente di più Carrisi…

Tiziano Ferro, lacrime a go go, con il suo Volare di Modugno, ma manca il patos del grande Mimmo.  Poi canta Almeno tu nell’universo,rubando il capolavoro a Mia Martini… Peccato che siaun uomo(al meno dall’aspetto).Anche qui muore il patos. E non lo esegue neppure al meglio…

Roger Waters fa un flop perché scompare il video annunciato la mattina in conferenza stampa del cantante dei Pink Floyd – di cui si favoleggia di un passato flirt con Rula – ed è un giallo…

La classifica demoscopica non convince. Ma come tutte le classifiche: non convincono mai. Bugo e Morgan ultimi, la Vibrazioni prime. Il verdetto sarà confermato? Di certo c’è che se la classifica esce all’una e mezza passata anche le arrabbiature si addormentano. Così come i più degli italiani: le canzoni,come sempre, le sentiranno un’altra volta. Solo qualche raro esperto dirà: era a Sanremo!

Il successo di un Festival di questo nome andrebbe misurato sotto tanti aspetti che non il numero dei televisori nazionali accesi nei momenti i punta. Ma la verità mediatica era già preconfezionata, come spesso avviene: ma sì! Comunque sia andato, è stato un successo!

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La seconda serata, come previsto, non sta procedendo in modo  diverso dalla prima. “Sorprende il tono di sorpresa” per la “eccezionalità” di presenze come quella di Massimo Ranieri, che canta la sua più bella canzone, fra l’altro “di sanremo”. Comincia con “…Perdere l’amore, quando si fa sera”…. 

“Non me l’aspettavo, sono commosso, un ospite eccezionale” e Amadeus se lo abbraccia

Meglio quando son venuti Al Bano e Romina e adesso che scrivo, quando vengono gli amabilissimi Ricchi e Poveri. L’avevano detto sono in quattro, recuperata la bella Marina Occhiena. Sono in quattro? Che dico? In cinque! Si mischia Fiorello e canta bene. Ma sì, farebbe solo a cantare. Poi il quartetto procede in 4 e  il pubblico va in stand by e fa il coro. Queste sono canzoni! Quelli erano tempi! (G.S.)

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Poi arriva Zucchero a collezionare stand by. Li chiama lui stesso… Perché in platea tutti devono cantare in piedi e battere le mani. Dimostra che anche una canzone mai sentita può essere giudicata gradevole a primo acchito…

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COME SI CANTA OGGI (fuori da Festival)

Possibile che non c’erano alle selezioni delle canzoni del genere?

Ecco che cosa piace oggi e che cosa contiene arte musicale (e piace perché la contiene). Infatti, l’errore (culturale) è quello di …banalizzare la musica leggera. Non esiste una musica migliore o peggiore in base ai generi. Esiste trasversalmente la buona e la cattiva musica: dovrebbero saperlo tutti.

Arisa ha vinto Sanremo con “Contro vento” nel 2014. Fred De Palma vi ha cantato nel 2016 in duetto con Patty Pravo che lo aveva scelto personalmente e ha così contribuito al suo lancio. E’ un rapper considerato un campione del freestyle. Le sue canzoni – come quelle, pur differenti, di Arisa –  piacciono sin dal primo momento. Specie quando canta – com’è solito – in coppia. Sua partner d’elezione la bella Anna Mena, le cui qualità vocali sono indiscutibili…

Sinceramente, di canzoni con queste qualità a Sanremo non ne abbiamo viste né sentite… Ed è difficile che se ne vedano. I veri big disertano solitamente il Festival da anni. Ciò è probabilmente dovuto allo scadere della qualità e della serietà dell’organizzazione. Tali defaillance non dovrebbero verificarsi: Sanremo dovrebbe tornare a presentare “il meglio” della musica leggera italiana!

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