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Tir bloccano ortofrutticolo è caos e il Porto aspetta …la bretella

Via Francesco Crispi, ingresso porto: scene di normale amministrazione... E qui mancano i Tir!

Protesta al Mercato ortofrutticolo e ingresso bloccato. I tir hanno invaso via Montepellegrino: traffico fermo attorno allo stesso “scaro“, fra via dei Cantieri e la nevralgica via Montepellegrino, un pezzo ella ipotetica “circonvallazione a mare”… In una mattina qualunque in cui “Palermo si arrangia come può” i camionisti hanno bloccato l’ingresso dello “scaro” e ottenuto – alla fine del blocco – d’essere “accontentati” e poter utilizzare il vialone del mercato stesso, che dispone all’interno di un ben ampio spazio, in parte inutilizzato, nel cuore della città nuova. Un’area preziosissima da cui, però, dovrebbe “sloggiare” da tempo.

Tir in coda presso l'ortofrutticolo (foto Gds)

Tir in coda presso l’ortofrutticolo (foto Gds)

Il Comune, ovviamente, non ha fatto e non fa nulla di ciò che si attende ormai da anni…

A protestare sono intervenuti anche alcuni commercianti perché contrari al ripristino di un nuovo orario di ingresso al mercato, alle 3 mattino piuttosto che alle 23, in programma nell’imminente… Ripercussioni al traffico si sono ovviamente verificate in tutta la zona. La via Montepellegrino è stata chiusa: le pattuglie dei vigili urbani hanno bloccato la strada, sia da piazza Generale Cascino, sia da piazza Carlo Giachery. I Tir si sono incolonnati, immancabilmente, anche lungo la via Crispi, bloccandola . Il disagio davanti al porto ha battuto tutti i “record” precedenti. Eppure è già una barzelletta…

Dei problemi del porto rispetto alle sue stesse esigenze d’espansione e della città si parla – però – in modo molto …blando. Si progetta un giardino interno ed altre “amenità”… Tutto intorno, Palermo – la millenariacittà tutto porto’ – continua a morire, nessuno può negarlo: chiudere bottega in città è la regola più frequente. Saracinesche chiuse “ornate” di erbacce laddove erano presenti da anni floride attività commerciali e artigianali… Viva le PMI e le imprese ancora più piccole, i liberi professionisti etc per i quali il centro abitato (e non solo la Città Murata) è impercorribile oltre che invivibile…

Tir uno dopo l'altro. fermi, sempre sopra e attorno il cavalcavia dell'Ucciardone. Anche questo dovrebbe essere trasferito e trasformato in altro (mercato del pesce?)

Tir uno dopo l’altro. fermi, sempre sopra e attorno il cavalcavia dell’Ucciardone. Anche il vecchio carcere, indegno per questo triste ruolo, questo dovrebbe essere trasformato in altro (mercato del pesce?). Ma il Pagliarelli …non è bastato. Palermo città delle emergenze!

Sul posto della inevitabile protesta (doveva esplodere da qualche parte),che si è anche complicata con grida e proclami da ogni parte, è giunta pure la polizia

Prima di ristabilire la calma è trascorsa qualche ora con la città spaccata per l’ennesima volta in due. Che diciamo? In tre, in quattro, in cinque… Dalla circonvallazione senza sopraelevate né sottopassi trasversali, dal Tram che ostruisce parte delle arterie più indispensabili (verticali al mare come la Leonardo da Vinci) in mancanza di altre, dalle pazzesche Ztl dai lavori infiniti che hanno una sola data certa: quella d’inizio…

I tir, effettuato il blocco”, sono entrati “trionfalmente” al mercato, come volevano. Ormai a Palermo si protesta come attorno al forno delle Grucce di manzoniana memoria. Palermo è al collasso. Ecco un’altra soluzione provvisoria, posticcia, un cedere alla piazza degno delle repubbliche sudamericane…

Le attività sono riprese grazie alla promessa di ridiscutere i nuovi orari.

“La commissione Attività produttive – butta acqua sul fuoco il presidente Paolo Caracausi dell’Idv – ha accolto la richiesta acciocché il mercato torni al vecchio orario”, con “comodo” inizio, cioè, alle 3 del mattino.

“In tal modo – ha concluso Caracausi – si possono applicare in modo più adeguato controlli sulla merce che entra dentro al mercato garantendo una maggiore regolarità delle contrattazioni”.

“La protesta al mercato Ortofrutticolo, con i tir che bloccavano la circolazione – ha commentato Filippo Occhipinti, capogruppo dei Comitati Civici al consiglio comunale – è l’ennesima prova che il mercato deve essere spostato in luogo più idoneo, sia per motivi logistici che commerciali. La struttura non è neanche a norma e senza un vero impianto fognario… Sconta anni di abbandono e violazioni delle regole più elementari, tra le quali i controlli delle attività e dei flussi dei veicoli che si ripercuotono sulla vivibilità e sulla pulizia della zona, a scapito dei residenti e dei commercianti. Nonostante “gli sforzi” della Rap, a volte lodevoli ma sempre …a singhiozzo, non appaiono soluzioni a vista… L’amministrazione comunale dovrebbe trovare i fondi per lo spostamento del mercato che è prioritario, almeno quanto una linea di tram. Lo spazio attuale può essere convertito a zona verde o a spazi pubblici da destinare al quartiere”.

C’è di peggio. I Tir intasano stabilmente via Imperatore Federico, Piazza Leoni, lo Stadio piazza e via Alcide De Gasperi e nientemeno che la “impegnatissima via Ausonia, per risalire fino allo svincolo di via Belgio. Questa – Signori – è la “bretella” autostradale attuale Porto – Autostrada. Ma i Tir non provengono dal nulla, bensì dai “pancioni” delle navi traghetto (ro-ro, roll on –roll out) del porto. A traghetto pieno, ne scende (incredibile ma è così) un “serpentone” di 14 Km di Tir. Perché i palermitani non sanno quante migliaia di tonnellate di merce scendono e partono, quanti ne partono per l’entroterra, vanno e vengono dalle zone industriali (che pur …ci sono), ma soprattutto da e per l’industriosa e agricola zona del trapanese. I palermitani non sanno che il porto (della città tutto porto, insignito da subito del titolo di “Core” dall’Unione Europea) è, assieme al Cantiere la maggior realtà industriale di tutta la Sicilia. Per necessità, i palermitani se la trovano “dentro casa”. Motivi geografici, orogenetici, meteorologici vi hanno contribuito nei millenni e sono alla base della crescita di Palermo (appunto Pan-ormos, tutto ormeggio).

Vogliamo cominciare- anche noi palermitani – a prenderlo sul serio questo porto? Vogliamo cogliere dopo oltre un millennio la lezione di Federico II vicino alla propria morte: “vi lascio tanto, ma ciò che avete di più prezioso è la vostra posizione nel cuore del Mediterraneo”.

Pochi sanno che Lampedusa e Linosa sono siciliane perché il grande Federico le strappò ai musulmani, dopo che il suo predecessore Ruggero aveva tolto loro la Sicilia. Amici? Fino ad un certo punto. Da sempre. Normanni e Svevi cancellarono tutti i ricordi dei musulmani, chiudendo tutte le moschee e ritrasformandole in chiese, uccidendo “porta a porta” i musulmani rimasti. Altro che apprezzarne la manovalanza (un minimo…). Non c’è niente di arabo né nella Cattedrale, né nella navata del duomo di Monreale, né tantomeno di Cefalù…

Il famoso “stile patrimonio Unesco” è meramente Normanno – Bizantino. Come non se ne sono accorti all’Unesco? O hanno finto… Quale artigiano arabo, infatti, avrebbe mai saputo o voluto eternare il Cristo Pantocratore e rappresentare in mosaico le storie delle sacre scritture cristiane? Gli artigiani mosaicisti furono chiamati dalla cristiana Bisanzio! Ma questa è una divagazione…

Palermo parla, però, di cultura. Sì, parla, parla, parla, parla

Ma desso viene il meglio! C’è ancora dell’incredibile. Da svariati anni sono pronti più progetti per costruire una “bretella” che vada dal porto allo svincolo di via Belgio. Da anni c’è un’offerta in project financing. Sarebbe cioè “gratis” per palermitani. A residenti, turisti e soprattutto ai Tir toccherebbe pagare un piccolo pedaggio. Ma – come diceva il presidente uscente del porto Enzo Cannatella, che non ne capiva molto (così si dice) di porti, ma evidentemente ne capiva della sua città – i camionisti e gli utenti sarebbero felici di pagarlo!

Da anni il progetto giace inevaso su di una scrivania o si trova in un cassetto dell’amministrazione comunale

Né chi governa la città, né l’opposizione ha “la cultura” di capirne la stretta e immediata necessità. I danni provocati da questo ingiustificabile ritardo…

Che volete farci? Così è (Palermo) e così sia!

Scaramacai

Nota

Palermo coltiva i sogni e non coltiva la realtà corrente. Palermo è in bancarotta: lo sono  l’Amap, l’Amia, l’Amat e i Tram anche per conto proprio. Quasi nessuno vi sale e fa il biglietto. Non si può pagare la Bombardier,l’industri francese che ne ha la manutenzione. Ma era necessario andare in Francia per …manutenere i tram?  I lavori pubblici sono in tilt assolto. Dove sono in corso c’è da chiedersi – ma non si osa pensarlo – che fine abbiano fatto i commercianti egli artigiani “del luogo”… La città è impercorribile per chiunque vi svolga una qualsivoglia libra attività. Che dire ancora? Non ci resta che piangere.

Fantomatica anche la cultura cittadina.Ne parliamo altrove,ma aggiungiamo un aneddoto di questi giorni…

Chi scrive era ospite di un meeting di operatori del turismo in città. Non ricordava, per un mero lapsus, nel corso di un suo breve intervento il nome del su nominato Carlo Giachey, progettista della “Quattro pizzi” all’Arenella e architetto di fiducia dei Florio. Allievo del Basile. Nessuno dei palermitani presenti fu in grado di suggerire quel nome. Figuriamoci se avessimo chiesto luci sulle opere di Venanzio Marvuglia, palermitano, architetto dei Borboni in Sicilia e protagonista a livello europeo del passaggio dal Barocco al Neoclassico… Che cos’è la cultura senza sapere un minimo di storia di Palermo? 

Palermo non sa più né di che vita campa, né di quale morte sta morendo.

(Vedi, se vuoi, Venanzio Marvuglia nel nostro motore di ricerca.

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