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Santa Rosalia e la miracolosa pioggia che scacciò la peste

L'urna nella grotta con la Santa vestita d'oro e circondata di preziosi ex voto. Le si attribuiscono innumerevoli e continui miracoli. Per i palermitani è 'La Santuzza'. Una sua statua marmorea domina dal Monte anche il Golfo e benedice chi arriva e chi parte. Oltre che dalla prima epidemia di peste del '600, la Santuzza è intervenuta puntualmente sulla città in occasione delle epidemie...
Dalla Cala di Palermo lo sfondo della costa che indica il Montepellegrino,il più bel promontorio del mono secondo Goethe. Dall'interno della Città Murata indica il Nord. Il porto, attorno alla quale si è sviluppata la città, è protetto dalla più frequante perturbazione,quella proveniente da maestrale (Nord Ovest). Ciò le ha meritato il nome greco di Panormos, tutto ormeggio. Mal'antico sviluppo sideve prima ai fenici (i fondatori) e poi a romani,bizantini, musulmani del Nord Africa (non veri arabi) e poi Normanni e Svevi.LaSicilikafu anche indipendente e Palermo capitale. Sotto il tedesco italianizzato Federico II, figlio della grande Costanza d'Altavilla, fu capitale del Sacro Romano Impero. In pratica, dell'Europa intera.

Dalla Cala di Palermo lo sfondo della costa con il Montepellegrino, il più bel promontorio del mondo secondo V. Goethe. Vi si rifugiò in preghiera la Vergine Rosalia. Dall’interno della Città Murata il monte indica il Nord. Il porto, attorno alla quale si è sviluppata la città, è protetto naturalmente dalla più frequente perturbazione, quella da maestrale (Nord Ovest). Ciò le ha meritato il nome greco di Panormos, tutto ormeggio. Ma l’antico sviluppo di Palermo si deve prima ai Fenici (i fondatori) e poi a romani, bizantini, musulmani del Nord Africa (non veri arabi) e poi Normanni e Svevi (poco più che un gruppo familiare). La Sicilia fu anche indipendente e Palermo capitale. Sotto il tedesco italianizzato Federico II di Svevia, figlio della grande Costanza d’Altavilla e nipote del Barbarossa, Palermo fu capitale del Sacro Romano Impero. In pratica, dell’Europa intera. Da molti anni è solo un Capoluogo, sia pur della massima isola mediterranea. Di ciò la città di Santa Rosalia – che vanta un maestoso Palazzo Reale – ha molto sofferto moralmente e materialmente nel tempo. Un atteso Rinascimento del Mediterraneo, che appare allo start, può vederla ora risorgere, alla guida della Sicilia, verso nuovi splendori.

Una forte pioggia può stroncare l’epidemia. E’ proprio ciò che avvenne a Palermo nel 1625, quando la liberazione da un’epidemia di peste durata lunghi mesi si verificò per intercessione della vergine Rosalia, poi divenuta la Santa protettrice di Palermo (affiancata da San’Agata e santa Ninfa e successivamente da San Benito): piovve a dirotto alla vigilia della prima processione dedicata a Rosalia in piena peste per portare attraverso le vie cittadine le sue spoglie miracolosamente rinvenute nella grotta – oggi santuario –  quasi alla sommità del Monte Pellegrino.

La storia.

Era approdato a Palermo, proveniente da Tunisi, il vascello della redenzione dei ‘cattivi’ (sta per captivi, cioè i prigionieri: era il momento conclusivo del riscatto dei cristiani, appunto, prigionieri degli infedeli).

Era il 7 maggio 1624 e il Viceré Emanuele Filiberto di Savoia, contro il parere del Senato, che sospettava che a bordo covasse la peste, ne aveva permesso l’attracco, “carico come era di mercanzie e ricchi doni a lui inviati dal Re di Tunisi”.

La peste a bordo era presente e si diffuse nella città.

Ma ecco che, sempre nel Maggio 1624, Girolama La Cattuta, colpita dal morbo, in un letto dell’Ospedale Grande di Palermo, sogna la Vergine Rosalia di cui si aveva memoria:s’era rifiutata i vita di sposare un uomo ricco e titolato per ritirarsi in solitudine in preghiera. Rosalia in sogno le promette la guarigione, purché si rechi in pellegrinaggio sul Monte Pellegrino. Recatasi sul monte, Girolama ha una seconda visione in cui la santa le indica il posto preciso dove si trovano i propri resti mortali.

Palermo venne dichiarata infetta il 4 giugno 1624 e il Senato ordinò che venissero segnalate all’autorità tutte le persone sbarcate dal vascello.

Il 30 giungo 1624 il Senato vietò ai cittadini di allontanarsi dalla città e dai suoi territori senza il “bollettino” rilasciato a ciascuno dal ‘maestro notaio’. Il 3 luglio 1624 Il Senato ordinò la requisizione del borgo di S. Lucia per utilizzarlo come lazzaretto per gli infermi, i sospetti ed i convalescenti. L’8 luglio 1624 Il Senato dotò di archibugi i soldati incaricati di custodire gli infermi e le case “delli barrigiati”, persone segregate in case chiuse con sbarre in cui potevano entrare solo i medici.

Si approssima il miracolo

Dopo tanti giorni di peste, il 15 luglio 1624 sul Monte Pellegrino, nel luogo indicato da Girolama La Cattuta, vengono ritrovate ossa umane ricoperte da concrezioni calcaree. Si suppone che dovesse trattarsi dei resti della Vergine Rosalia.

Così il 27 luglio 1624 Il pubblico Consiglio stabilisce di onorare S. Rosalia come patrona di Palermo, di dedicarle una cappella in Cattedrale, di onorare le sue reliquie con una solenne e “pomposa” processione e di costruire una arca d’argento dove riporle.

Il 3 agosto 1624, colpito dalla peste, muore il Viceré Emanuele Filiberto. Il 2 settembre 1624 il Senato ordina di illuminare le strade in onore di S. Rosalia…

Il 30 novembre 1624 il Cardinale Giannettino Doria nominò una Commissione di teologi perché si pronunciassero sulla invenzione delle ossa di S. Rosalia. Un gruppo di periti medici rimane perplesso di fronte ai reperti che appartengono a persone diverse.

Il 23 gennaio 1625 la peste continuava e Il Senato elesse alcuni deputati alla sanità per i quattro quartieri (i 4 mandamenti) della città perché adottino provvedimenti atti a fronteggiare il diffondersi virulento della epidemia.

L’apparizione della Santa

Il 4 febbraio 1625 il saponaro Vincenzo Bonello, dopo aver perso la giovane moglie con la peste, sale con intenzioni suicide sul Monte Pellegrino con il suo cane ed il fucile. Gli appare in visione S. Rosalia che lo conduce verso la grotta e gli raccomanda di riferire all’Arcivescovo Doria di portare in processione per la città le sue reliquie, qui ritrovate, perché la peste subito cessi. Il Cacciatore colpito dal contagio, così come gli aveva predetto la Santa, racconta, in punto di morte, la sua visione al suo confessore che ne riferisce all’Arcivescovo.

L’11 febbraio 1625 il Cardinale Doria colpito dal racconto del saponaro riconvoca la commissione dei teologi e dei medici. Questa il 18 febbraio certifica che tra i reperti vi è un corpo “ingastato in densa pietra” certamente di giovane donna. Viene dichiarata la autenticità delle ossa ritrovate come reliquie di S. Rosalia.

Il 22 febbraio 1625 il Senato riceve in forma solenne dal Cardinale G. Doria le reliquie di Santa Rosalia, che liberate dalle incrostazioni calcaree, vengono elencate e riposte in un cofano rivestito di velluto e quindi in una cassa d’argento.

Il 3 marzo 1625 il Senato stanzia i fondi per la costruzione dell’urna di argento e vetro dove, da allora, sono riposte le reliquie di S. Rosalia. Il giorno 13 il Card. G. Doria autorizza la spesa per la festa e la processione in onore della Santa.

Il 2 aprile 1625 il Senato dispone che chiunque rinvenga cartocci sospetti, non li tocchi, li sorvegli ed informi la pubblica autorità per la loro rimozione.

Un famoso dipinto della Palermo che fu: ritrae, sovrapposti su prospettive immaginarie, il percorso della la processione nei pressi della Cattedrale del Palazzo Reale.

Un famoso dipinto della Palermo che fu: Ritrae, sovrapposto su 3 prospettive immaginarie, il percorso della processione di Santa Rosalia lungo il Cassaro (C.so V.Emanuele) nei pressi della Cattedrale. .

Il 4 giugno 1625 il Senato emana le disposizioni per la Processione delle reliquie di S. Rosalia, che si svolge il 9 giugno ma il giorno 8 si scatena una grande pioggia: tra un tripudio di folla i palermitani onorano l’indomani la vergine eremita Rosalia ma ciò, anziché favorire il diffondersi del contagio, coincide con la cessazione dell’epidemia.

Il 3 settembre il Cardinale Doria, luogotenente generale del regno, dispone che essendo stata ottenuta per grazia di S. Rosalia la liberazione dalla peste sia ripristinata la libera circolazione di uomini e merci.

Nell’anno 1630 Santa Rosalia viene iscritta nel Martirologio che raccoglie i nomi di Martiri e Santi per ogni giorno dell’anno, con queste parole: (15 luglio) “A Palermo invenzione del corpo di S. Rosalia Vergine palermitana che sotto il Pontificato di Urbano VIII, ritrovato miracolosamente, liberò la Sicilia dalla peste nell’anno del giubileo.”

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Dal ritrovamento delle reliquie, a quando e come questa giovane ha salvato più volte la sua città da varie epidemie

La Santuzza”, come la chiamano i palermitani, non è altro che Santa Rosalia, una giovane che preferì vivere da eremita sul Monte Pellegrino, piuttosto che sposare un principe, impegnata com’era nella fede cristiana.

Rosalia apparteneva a una delle più importanti famiglie nobiliari siciliane del Medioevo, tanto da discendere (per parte di padre) direttamente da Carlo Magno. Ma la sua vita non era destinata alla ricchezza ed allo sfarzo: il Signore l’aveva chiamata a sé. Rosalia decise di trascorrere la sua vita da monaca eremita in una grotta, sul Monte Pellegrino, che sovrasta Palermo e il suo mare. Ed è lì che è stato trovato il suo corpo, il 15 luglio.

Il Miracolo di Santa Rosalia liberò la città dalla peste

La chiesa festeggia la sua ricorrenza liturgica il 4 settembre, ma la città di Palermo festeggia anche il 15 luglio: fu proprio nel 1625 che, grazie all’intercessione della Santuzza e al ritrovamento delle sue ossa sul Monte Pellegrino, la città di Palermo fu salvata da un’epidemia di peste che imperversava per l’intera regione. Fu una grande pioggia a ‘lavare’ l’ambiente dal terribile contagio.

Da quell’evento miracoloso, ogni anno, a partire dal 10 luglio sino al 15, un vero e proprio Festino si celebra nella città. Il corpo della santa viene portato in processione, lungo le principali vie i Palermo, su di un vero e proprio carro, in ricordo di come la santa abbia salvato ogni singolo pezzo della sua città.

Germano Scargiali

Santa Rosalia in gesso:Si trova dentrola Grotta - Santuario. E'quest la rappresentazione più venerata, quella ai cui piedi si depositano gli ex voto.

Santa Rosalia in gesso: Si trova dentro la prima parte della ‘Grotta – Santuario in cui da uno squarcio nella roccia si vede il cielo . Fra le rappresentazioni questa  è la  più venerata, ai cui piedi si depositano gli ex voto. Quelli di valore venale vengono conservati nell’urna di vetro protetta da una grata da quando si verificarono dei furti. Palermo ironizza sul ritardo con cui ciò avvenne: “…non facciamo come per la grata di Santa Rosalia!”

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Nota

La leggenda vuole che Rosalia sia nata in piazza dell’Olivella, a destra da ove ora sorge la Chiesa di Sant’Ignazio. La piazza ‘olim villa – Olivella‘ era un angolo di giardino (divenne una lunga piazza proprio nel 1600),  appena dentro la Città Murata che si concludeva entro via Cavour.  Questa era un tratto di una lunga strada che circondava le più recenti mura che cinsero Palermo, visibili in via Volturno, presso il palazzo reale (Porta Nuova), la marina e presso le varie antiche porte cittadine. All’interno – presso la vecchia università e piazza Bellini – sono visibili le mura della piccola città fenicia su cui si appoggiano palazzi tutt’ora abitati e la stessa chiesa della Martorana.

Nota 2

Palermo è città di grande sole, forti piogge e caratterizzata da una sensibile brezza di mare giornaliera. Come tale è piuttosto protetta dalle epidemie, sia virali che da batteri. E’ da ritenere anche che sia pochissimo inquinata rispetto alla media delle città Europee. Le ‘colonnine’ che talvolta ne hanno indicato l’inquinamento sono probabilmente mal tarate o mal disposte. Per esempio, essendo sulla stessa linea, hanno rischiato di misurare due volte lo stesso inquinamento. E’ questo il parere di alcuni esperti ufficiali (ARPA). Si parla anche di polveri sottili a Palermo, dimenticando che, periodicamente ma regolarmente, vi giunge dal cielo la sabbia polverizzata dal ‘vicino’ Sahara. Non certo venefica quanto quella delle grandi città industriali, che spesso hanno anche un clima continentale anziché marino…

Preghiera a Santa Rosalia

O gran santa Rusulia
Preja a Cristu e a Maria,
Pi’ nuatri piccatura.
Misericordia a lu Signuri;
Pi li me peccati, Misericordia e pietati.
Prijati u Patreternu
Ca cinni libira di stu’nfernu;
Prijati o’ vostru spusu,
Ca Palermu è assai cunfusa.
Pi la vostra verginitati
Libbirati sta cittati!
Evviva Santa Rusulia!

(preghiera dalla tradizione popolare cantata)

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