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Il Coronavirus mette alle corde l’Unione europea

Il maestoso edificio del Parlamento europeo a Bruxelles: non manca certo di...magnificenza. L'UE ha pensato certamente 'a sé stessa'.

Siamo ad un bivio storico? Vengono al pettine i nodi dell’Unione Europea, rimossi finora da chi aveva invano coltivato il sogno, quasi romantico, degli Stati Uniti d’Europa nascosto dietro un velo di ipocrisia per preservare un efficacissimo impianto di disciplina e svalutazione del lavoro.

Constatiamo il dato più importate: Non esiste un popolo europeo.

Il popolo è nazione: è segnato da una Storia, da una religione, da una cultura, da una lingua. La solidarietà fiscale, ossia la redistribuzione di risorse, funzione fondativa delle democrazie moderne, si alimenta del vissuto condiviso dentro confini tracciati dalla storia, anche con il sangue comune.

Ma il cittadino europeo non esiste – è quel che è, nella pratica è peggio – non si è stabilita neppure una unità d’interessi e, quindi, d’intenti.  Peggio: essa è fuori dalla realtà . E’ chiaro quindi che, quando manca il supporto venale, in una società in cui il mercato è tutto e il consumo ne rappresenta la inevitabile colonna, si perviene ad una generale grettezza. E’ proprio quella, a ben vedere, con cui è stata concepita e gestita questa Unione Europea. Quindi, ben poco può andare come si sarebbe sperato…

Adesso la domanda più logica è secca: a questo punto che cosa mai ci sta a fare ‘questa’ Europa?

L’Europa non si è occupata neanche di striscio di alimentare un sentimento di una ‘comune cultura’. Tace sulla matrice cristiana del Continente. Ignora anche lo sport. E’ stata fino ad oggi soltanto una ‘fallita’ unione bancaria e monetaria.

L’UE ha affrontato finanza ed economia in modo assolutamente ‘originale’ senza – ovviamente – averne le capacità. Ovvero ha obbedito ad imposizioni d’oltre oceano, cui è da parte di chi è da considerare in concreto un avversario economico e quindi politico. Probabilmente – visto in proiezione avvenire – il peggiore. Tale,infatti, si considera, esso stesso sin dall’indomani della Rivoluzione industriale. Due volte, in occasione delle guerre mondiali, l’America è ‘sbarcata in Europa’ con uomini e, soprattutto, mezzi per stabilirvi controllo e supremazia propri.

La moneta unica è stato un errore di analisi storico politica

 “I tre punti che l’eurogruppo proporrà – affermano alla Lega di SalviniSure, Bei e Mes sono tutti da rifiutare al massimo grado. Tutti ci restituiscono soldi nostri incondizionatamente versati con aggregate condizionalità”.

“E’ come se – prosegue il ragionamento – ci restituissero 100 euro nostri solo se gli diamo le chiavi di casa. Il governo sa che riceverà i soldi e potrà distribuirli anche con il sorriso. Quando, però, arriverà il momento della restituzione, ‘loro’ saranno lontani, sulla loro intoccabile poltrona a Bruxelles, mentre al governo italiano ci sarà probabilmente il solito ‘yesman’ contro cui loro potranno puntare il dito”.

Sia chiaro: non esiste un MES senza condizioni ma, anche se esistesse, sarebbe da rifiutare. Perché le temute ‘condizioni’ potranno apparire dopo. Inoltre l’ente erogatore è, per trattato, ‘creditore privilegiato’ e prenderebbe prima lui i nostri soldi in futuro rispetto anche ai titoli di Stato.

“E’ certamente un furto – ha affermato Matteo Salvini – perché le condizioni che non compaiono oggi sono nascoste ‘dietro l’angolo’. Compariranno visibilmente domani”.

A conferma l’agenzia Ansa ha parlato in un comunicato diMes di nome ma non di fatto”. e poi ha precisato: “le condizioni sono già contenute nel enhanced conditions credit”.

L’errore di analisi storico-politica commesso nella creazione dell’Euro è stato compiuto – da chi era in buona fede – per subalternità alla visione tecnicista-funzionalista, così utile all’egemonia e al dominio ordo-liberista.

Il mantra colposo di Jacques Delors, “padre” ancora celebrato ieri, era: facciamo il mercato unico e la moneta unica, così attiviamo un’interdipendenza economica sempre più intensa, tale da forzare, a prescindere dalla volontà dei popoli, la nascita dell’unità politica.

Ma non poteva funzionare: La Storia non è …acqua. Quindi, la solidarietà fiscale è stata esclusa ed è inibita dai Trattati: i legami trans-nazionali di comunità erano e sono assenti o radicalmente insufficienti per legittimarla. I sentimenti nutriti nelle generazioni più giovani sono stati annientati da un mercato unico europeo fondato sul dumping sociale e fiscale

L’assenza di solidarietà fiscale intra-Ue non è, certo, una sorpresa. È un dato di realtà mai venuto meno.

Prima dell’esplosione del Covid-19, la discussione sul bilancio dell’Ue si era incancrenita per oltre un anno e poi si è bloccata intorno a qualche centesimo di punto percentuale di Pil. La radicale indisponibilità a confermare il livello di risorse del 2014-2020 non arrivava dai cosiddetti sovranisti ultimi arrivati (il gruppo di Visegrad), ma da Paesi dell’Euro-zona, fondatori (Olanda, sostenuta dalla Germania) e membri storici guidati da governi socialdemocratici (Danimarca).

Per converso è sbagliato attaccare la Germania e gli altri indisponibili alle nostre richieste come miopi, ottusi, egoisti, sciacalli

Circolano sui social attacchi agghiaccianti ai tedeschi. È davvero rischioso rispolverare le caricature costruite in tragici passaggi… Loro sono coerenti con il patto sottoscritto e mai contraddetto. L’Italia non ha alcuna superiorità morale sulla quale poggiare le sue rivendicazioni. L’Italia, semplicemente, è più in difficoltà e chiediamo aiuto.

In sintesi, il contesto storico, culturale, religioso, giuridico e politico richiamato dovrebbe ridimensionare le “pretese” di solidarietà economica per vincere la guerra in corso al Covid-19 e per ricostruire. Continuare a insistere per fare gli Eurobond, potrebbe rivelarsi uno …spreco di capitale politico.

L’Eurogruppo, al quale il Consiglio europeo del 26 Marzo scorso ha affidato il compito di trovare una soluzione dopo 6 ore di scontro sul Mes, arriverà, nel migliore dei casi, ad un compromesso sulle condizioni del prestito al singolo Stato.

I Coronabond”, come ha poco diplomaticamente ricordato ieri la presidente Von der Leyen, sono uno slogan: il Mes ha soltanto un modo di funzionare per statuto: grazie alle garanzie versate dai contribuenti di ciascuno Stato, emette titoli e finanzia i malcapitati da sottomettere alle cure della Troika. Il compromesso, qualora arrivasse, non sarebbe utile in sé: per l’Italia, sarebbero circa 35 miliardi in tutto, quando soltanto per l’anno in corso abbiamo necessità di quasi 500 miliardi di euro (oltre 300 miliardi di titoli da rinnovare, oltre 100 miliardi di mancate entrate a causa di un crollo del Pil superiore al 10% e, infine, le decine di miliardi previste per i Decreti Cura Italia). Sarebbe utile, però, a dare via libera alla Bce per attivare il bazooka dell’Omt, il programma predisposto durante la presidenza Draghi per dare credibilità al “whatever it takes”. Insomma, l’intervento del Mes servirebbe soltanto a sottrarre la residua autonomia politica ai (teorici) ‘beneficiari’.

Sembra, invece, opportuna la proposta che prevede la sterilizzazione (perpetuity) dei titoli di Stato già acquistati dalle banche centrali nazionali nell’ambito del Quantitative easing (per l’Italia sono quasi 400 miliardi) e quelli da acquistare nella fase di emergenza sanitaria e ricostruzione economica e sociale.

La Bce, a differenza del Mes, non ha bisogno delle tasse pagate dai cittadini per fare emissioni. La Bce stampa moneta. Può farlo senza limiti, perché è formalmente indipendente e nella sua missione ha la salvaguardia dell’Euro, oggettivamente morto senza suoi adeguati interventi.

Inoltre, la Bce è l’unica istituzione federale dell’Unione e, a differenza del Mes, istituto inter-governativo, decide a maggioranza. In sintesi, per i “Paesi virtuosi”, i costi politici di utilizzo appropriato della Bce sarebbero infinitamente minori rispetto all’impatto dello snaturamento del Mes.

Certo, non è affatto scontato che si possa far uscire la Bce dalla gabbiaordoliberista’. Abbiamo visto l’ostilità interna e esterna. Ma è l’unica strada utile e possibile.

Se la Bce non stampa a sufficienza e, tramite i mercati finanziari, verremo spinti nella trappola del Mes?

Allora, dobbiamo stampare noi. Non è una alternativa facile, anzi. Ma può essere la soluzione meno dolorosa rispetto a una compiuta e definitiva colonizzazione e svalutazione del lavoro nel quadro istituzionale e monetario.

Non si tratta di ritornare allepiccole patrie’ e imboccare una via isolazionista o autarchica di fronte alle famose “sfide globali”. Né di asservirsi alla Russia o alla Cina. Anche se da quanto sopra emerge chiaramente che l’UE è ben lungi dall’esser divenuta ‘la grande patria’. Se è lampante che in politica internazionale le ‘piccole patrie’ si muovono da sé e non parlano mai utilizzando l’inesistente ’voce europea’.

Si tratta adesso – ed è urgente – di fermare le pericolose derive nazionaliste alimentate dal senso di tradimento e dal desiderio di rivalsa. Si tratta di affermare il primato della Costituzione (Italiana) e riprogettare e ricostruire la cooperazione europea su basi di realtà, senza velleitarismi e senza finzioni. In altri termini, come confederazione di Stati nazionali. Ciò restituirebbe verità a tutta l’impalcatura, consacrando l’esistenza – almeno a breve o medio termine – delle singole nazionalità indipendenti.

Si tratterebbe, insomma, di riconquistare l’indipendenza. Quasi un ritorno allo spirito del 1860…

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Nota

Il problema di ricorrere all’UE e di individuare quel che di meglio possa fare non è (come si vede) particolarmente facile…

C’è, anche in Italia, chi don dettagliate argomentazioni afferma che il Mes sarebbe un toccasana. Insomma, le opinioni si accavallano… 

Le Outright monetary transactions (Omt), questo il nome dell’ arma finale creata (da Mario Draghi) durante una indimenticata e drammatica crisi di fiducia, non sono mai state utilizzate in oltre sette anni. Ma restano nell’arsenale della Bce.

In cosa si distinguono dal Quantitative easing? Per un aspetto fondamentale: non si tratta di un piano di acquisti di titoli allargato a tutti i Paesi membri dell’Eurozona (secondo le proporzioni predefinite dalla capital key), ma è un sostegno mirato ad un singolo Stato cui questo può accedere, facendone richiesta.

Da quando l’Italia è entrata nel pieno dell’emergenza coronavirus le Omt sono tornate d’attualità nel dibattito fra gli osservatori economici: la Bce sarebbe pronta ad usarle se l’Italia dovesse avere disperatamente bisogno di maggiori risorse finanziarie per far fronte alla crisi prodotta dalla pandemia? Finora l’Italia non ha invocato l’utilizzo di questo strumento, preferendo sollecitare gli altri governi sulla creazione di un debito comune europeo che consenta ai Paesi ad alto debito di finanziare le spese emergenziali a tassi più vantaggiosi, i cosiddetti coronabond.
Questa linea, alla luce delle condizioni che accompagnerebbero l’eventuale attivazione delle Omt, è pienamente comprensibile.

Ma non c’è dubbio che con gli eurobond, o coronabond, verrebbe creato un debito garantito da tutti i Paesi europei che, inevitabilmente, regalerebbe un “pasto gratis” ai Paesi più indebitati che beneficerebbero, congiuntamente, della solidità dei bilanci pubblici dei Paesi ‘più virtuosi‘, come la Germania e l’Olanda.

Ma, insomma, non sarebbe – d’altro canto – la prima volta che i paesi più ‘in forma’ suppliscono a quelli meno un arnese.Anche L’italia ha versato in passato più di quanto non abbia beneficiato, L’Unione europea non si atteggia, forse, sin dall’inizio come ‘tesa’ a ravvicinare il benessere e la solidità di tutti i paesi membri?

Insomma, in tempi di Coronavirus si fornisce all’UE – di cui tanti dubitano pericolosamente –  l’occasione per dimostrare di essere utile concretamente a qualcosa. Di saper fare, insomma, di fronte a tante critiche, qualcosa di buono

(Testi raccolti, coordinati e interpretati in reazione)

 

 

 

 

 

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