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Bergoglio i gesuiti la massoneria e il no dei credenti

Angoscianti dubbi riguardano i pericoli per la presenza a San Pietro di una Compagnia di Gesù deviata dagli insegnamenti e dal mandato del fondatore Sant'Ignazio di Loyola.

Una Chiesa problematica, quella di Roma che, di polemica in polemica, sta rischiando di sgomentare le coscienze dei Cattolici….

I rappresentanti della ‘religione per eccellenza’, quella che ha cambiato il calendario accettato in tutto il mondo, legandolo alla nascita di Gesù Cristo, da cui questo culto, il solo ‘ecumenico’, cioè mondiale trae il suo primario disegno, la sola  religione – sia come fede, sia come confessione, non legata né ad una sola stirpe, né ad una sola razza, né ad una sola nazione, né ad uno scisma, come è il caso delle chiese protestanti – che comunque ha rivendicato i diritti dei fedeli di un particolare territorio…

Il Cristianesimo è la religione cui di gran lunga più ci si converte e quella contestata per prima dagli atei e dagli ‘apostati’.

Papa bianco o papa nero? E' un contro senso che un gesuita sia diventato papa. Non corrisponde al mandato del Fondatore né al costume storico della 'Compagnia'.

Papa bianco o papa nero? E’ un contro senso che un gesuita sia diventato papa. Non corrisponde al mandato del Fondatore né al costume storico della ‘Compagnia’.

A portare lo scompiglio – senza alcun dubbio e al di fuori di ogni equivoco – è oggi …l’ordine più autorevole (perché più colto e ‘politicamente’ più potente) di tutta la Chiesa: l’ordine dei Gesuiti, nati sotto altri auspici come Compagnia di Gesù dall’iniziativa e dal pensiero del fondatore: Sant’Ignazio de Loyola.

In basco, Íñigo López de Loyola (Loyola, 1491 – Roma, 31 luglio 1556) è stato un religioso spagnolo che, in virtù della sua vita e della sua opera, fu proclamato santo da Papa Gregorio XV nel 1622.

Il compito assegnato dal fondatore alla Compagnia, riconosciuta presto fra gli Ordini monastici di Santa Romana Chiesa, fu quello di obbedire al Papa e di considerarsi al suo servizio per il bene della Chiesa Cattolica’.

Per definizione, “la Chiesa cattolica è la Chiesa cristiana che riconosce il primato di autorità al vescovo di Roma, in quanto successore dell’apostolo Pietro .

Essa presenta una fisionomia articolata che non si identifica comunque, né si esaurisce nel suo clero, né nel soglio pontificio. Tutt’altro, essa è composta dall’intero corpo dei credenti, inteso come la grande ‘famiglia mondiale’ dei suoi ‘fedeli’…

Una definizione, forse ancora più chiara, spiega: La Chiesa cattolica è la comunità di credenti che professano la stessa fede in Gesù Cristo e riconoscono il primato del papa, considerato vicario di Cristo in Terra.

Chiesa’ viene dal greco ecclesía, “assemblea”, e cattolica dal greco katholikós, “universale”. la Chiesa, maiuscola per eccellenza, è l’assemblea universale dei credenti. Essa è stata gratificata dal ‘depositum fidei‘: è una religione ‘rivelata‘ cioè spiegata da Dio stesso attraverso i profeti e il Dio fattosi uomo: Gesù Il Cristo.

Ciò la distingue: tutti possono metterlo in dubbio o appena in discussione tranne i Cristiani stessi e tanto meno i Cristiani Cattolici!

Una colonna portante del cattolicesimo è proprio il suo ‘ecumenismo’, espresso senza equivoci da Gesù risorto che incarica i discepoli di convertire tutto il mondo fino a portare il suo ‘Verbo’ …ovunque ci sia una casa (in greco, ecumé), intesa anche come una famiglia.

Ridiscutere questi ed altri principi – che hanno anche un contenuto dinamico perché riguardano l’apostolato – come darne interpretazioni, anche distanti, dalla tradizione, significa addentrarsi lungo strade che possono portare alle ‘eresie’, ma che – certamente – stanno conducendo, in questi tempi, alla confusione e, talvolta, allo scoramento preoccupato, di gran parte del ‘corpo dei credenti’, quello che costituisce, come spiegato sopra, la struttura della stessa Chiesa.

Un gesuita pontefice, fino a qualche tempo fa, costituiva un’ipotesi quasi impensabile. Anche perché l’eloquente e ben noto appellativo che indica il Padre Generale della Compagnia di Gesù è quello di ‘Papa nero’: un epiteto dal contenuto usato spesso con ambiguità, ironia, sospetto… Ma, pur tuttavia, inteso – secondo il mandato di Sant’Ignazio de Loyola – nel senso di …un indefettibile spirito di servizio nei confronti del Papa e della fede.

Papa Bergoglio in riunione con i maggiori rappresentanti dei Gesuiti,duoiexcomnfatelli...

Papa Bergoglio in riunione con i maggiori rappresentanti dei Gesuiti, suoi ex confratelli…

Ma la storia, però, sembra rispondere adesso ‘a modo suo’… Alcune correnti teologico-progressiste, in specie negli Stati Uniti, cavalcano da qualche decade istanze che preoccupano molti fedeli che si qualificano come fedeli alla dottrina, mentre vengono da altri definiti spregiativamente con i brutti epiteti di  ‘conservatori’ se non addirittura come ‘oltranzisti della dottrina’.

Si pensi, per esempio, al caso del gesuita e consultore della segreteria per la Comunicazione James Martin, che si è espresso dichiaratamente a favore della “pastorale Lgbt” e della costruzione di un “ponte” tra Chiesa cattolica ed Lgbt (acronimo per Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). Incredibile, no? Tanto più che le pratiche omosessuali ricorrenti e comprovate all’interno della chiesa, sono oggetto di un corale ripudio da parte di credenti e laici!

La temibile novità – nella gestione delle tendenze ‘innovatrici’ della ‘chiesa bergogliana’ – è emersa attraverso un libro che può considerarsi una fonte ufficiale, cioè alla luce del sole. Nulla di underground, insomma: un volume di cui è autore lo storico Gianni La Bella, che per Guerini e Associati ha dato alle stampe “I Gesuiti. Dal Vaticano II a Papa Francesco“.

Ma il contenuto dell’opera appena citata fornisce soltanto uno spaccato, uno dei tanti esempi che possono essere presentati…

Val la pena ricordare come anche Giovanni Paolo II abbia optato per un commissariamento dell’Ordine fondato da Sant’Ignazio di Loyola. La storia ecclesiastica, del resto, è densa di episodi complessi che riguardano il rapporto tra Roma e le Compagnia di Gesù (altro nome dell’ordine gesuita).

Lo sviluppo della teologia della liberazione e l’adesione a certe ‘prerogative sessantottine‘ costituiscono – quasi dall’indomani del conclave che proclamò Papa Bergoglio – solo due dei punti che ‘i conservatori’ hanno spesso sollevato in relazione alla ‘inedita dialettica‘ tra la dottrina promossa dai gesuiti e il Depositum Fidei tutelato dal papato.

Non bisogna stupirsi molto, dunque, di come anche il cardinal Tarcisio Bertone, che – regnante Papa Benedetto XVI – aveva incarico di segretario di Stato, avesse immaginato un provvedimento – il commissariamento – simile a quello del pontefice polacco.

Il retroscena è approfondibile anche su Dagospia, che ha ripreso un articolo pubblicato su Il Messaggero. Lo riportiamo in inciso per una preziosa citazione che contiene. In un virgolettato del testo di La Bella si legge quanto segue: “Sulla base di queste valutazioni la Segreteria di Stato decide, con una procedura inedita e canonicamente anomala, di suggerire a Kolvenbach, al fine di garantire ‘una più fruttuosa celebrazione’ della prossima Congregazione Generale, di coinvolgere nella sua preparazione ‘il cardinale Jorge Mario Bergoglio, S.I., Arcivescovo di Buenos Aires’, segnalandogli quanto sopra’, chiedendogli il suo autorevole parere in proposito”.

L’olandese padre Nicolas Kolvenbach era, ai tempi, il ‘Preposito generale’ della Compagnia, destinato ad essere succeduto. Jorge Mario Bergoglio, stando alla ricostruzione, è stato ventilato quale possibile nuovo vertice della Compagnia di Gesù, ma l’uomo che sarebbe divenuto pontefice si è opposto a qualsivoglia ipotesi di ulteriore commissariamento.

L’ex arcivescovo di Buenos Aires era dunque contrario ad un nuovo intervento a gamba tesa (il commissariamento) sulla Compagnia proveniente dalla Santa Sede. La versione è stata confermata da Adolfo Nicolas, che avrebbe poi effettivamente preso il posto di padre Kolvenbach. Su Aska News, per esempio, si ripercorre di come Nicolas abbia narrato “confidenzialmente’ a una sessantina di gesuiti come, nel suo primo incontro con papa Francesco, …questi gli disse di essersi tenacemente opposto all’ipotesi di un nuovo commissariamento della Compagnia di Gesù, che a Roma, in quel momento, tanti volevano”.

Per circostanziare, Peter Hans Kolvenbach (Druten 1928 – Beirut, 2016) è stato un gesuita olandese, preposito generale dell’ordine dei Gesuiti dal 1983 al 2008…

Un importante particolare: nel 2008, in funzione della trentacinquesima Congregazione generale della Compagnia di Gesù, Joseph Ratzinger raccomandò esplicitamente ai gesuiti dipromuovere la vera e sana dottrina cattolica“.

Ma non solo: Benedetto XVI ha anche domandato all’Ordine di Bergoglio di ribadire di rispettare “la propria totale adesione alla dottrina cattolica, in particolare su punti nevralgici oggi fortemente criticati dalla cultura secolare, come, ad esempio, il rapporto fra Cristo e le religioni, taluni aspetti della teologia della liberazione e vari punti della morale sessuale, soprattutto per quel che riguarda l’indissolubilità del matrimonio e la pastorale delle persone omosessuali”.

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Bergoglio con Padre Angel Fiorito scrittore gesuita.

Bergoglio con Padre Angel Fiorito scrittore gesuita (in alto). Qui con Padre Adolfo Nicolàs Pachon, spagnolo, Preposto general della Compagnia di Gesù dal 2008 al 2016.

Ma una diaspora di problemi e complesse problematiche si dipana adesso con riferimento alla linea più o meno corretta da seguire nel professare la fede cattolica, nell’allinearsi ad essa con precisione, con zelo, senza ‘deragliare’ da quelli che sono certamente i binari di una religione che parte da soli Dieci perentori comandamenti.

Ma che, nello spiegare la natura e il volere di Dio, si diffonde poi nei tanti libri del Vecchio e nuovo Testamento

La fede cristiana – di cui senza dubbio quella cattolica costituisce il corpo centrale e di riferimento – non è certamente uno scherzo

Non è una dottrina che si possa rappresentare con pochi schemi o che lasci, dopo tanti secoli molti spazi all’interpretazione.

Dovrebbe adeguarsi ai tempi? Ma non stupisce, invece, la perdurante attualità dei suoi tanti principi? E quelle finalità che sono ben lungi dal potersi considerare come ‘conseguite’? Un lungo cammino attende la Cristianità, la cui dottrina è di per sé molto severa ed esigente fino all’inverosimile.

Intere biblioteche, tutte accettate da Sancta Romana Ecclesia, ne spiegano nei minimi termini la mastodontica impalcatura teologica. O no? Quali novità potrà mai presentare la pur tumultuosa ‘vita moderna’, improntata ad un divenire cui gli ultimi due secoli hanno pur attribuito ritmi vertiginosi? Non vanno, proprio per questo, tenuti saldamente sotto controllo istituti fondamentali che fanno parte –addirittura – del diritto canonico quali il matrimonio, la famiglia e i tre incisivi ‘bona matrimonii’: Fides, Proles, Sacramentum, la fede, il dovere della procreazione, il rispetto del valore sacramentale dell’impegno assunto con il matrimonio e con la vita!

Che si presti, dunque, la massima attenzione alla sacralità dei fondamenti della Religione Cristiana e della stessa Fede!

Ma è ovvio: dovrebbe essere più che ovvio. E’ naturale, oltre a costituire il fulcro di una dottrina che ha certamente mutato la storia del mondo, condizionando i codici, gli usi, i costumi dell’intero genere umano…

Ma le dispute e le interpretazioni non mancano di certo. Una riguarda l’impostazione della ‘dottrina sociale della chiesa’. Divenuta importante per combattere le devianze ed i pesanti errori del marxismo, divulgatosi pericolosamente, essa dà luogo ad un ventaglio e più di interpretazioni, innescando anche dispute che hanno del diabolico, perché intorbidano la chiarezza di alcuni principi sacri, altri sublimi, talvolta non facili del messaggio dell’anticum documentum e di quello chiarificatore, l’evangelico.

C’è un’articolata questione di fondo che sta alla base di tutti gli errori ed equivoci oggi presenti:

6.1. Sulla libertà (inseparabile dalla verità); 6.2. Sull’uguaglianza (su come fare le stesse cose); 6.3. Sulla democrazia (che degenera in anarchia); 6.4. Sui diritti (reali e presunti); 6.5. Sul male (sociale); 6.6. Sulla tolleranza (da non intendere come sinonimo di relativismo etico); 6.7. Sulla (presunta) neutralità; 6.8. Sulla laicità (erroneamente intesa come ateismo o nichilismo).

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Prosegue fra due tratti di separazione una elencazione che leggeranno solo i più curiosi e i più zelanti

Una “casa comune” non può che essere costruita su valori condivisi

  1. Come riconoscere e condividere i veri valori?

7.1. La coscienza può riconoscere i veri valori? 7.2. L’esperienza, la storia e la tradizione aiutano a scoprire i veri valori? 7.3. La ragione può scoprire i valori e pure convincere altri a riconoscerli?

  1. Esistono valori irrinunciabili, indispensabili per la costruzione di una vera società, e su cui specialmente un cristiano non può mai scendere a compromessi (“valori non negoziabili”)?

8.1. E’ giusto dire “io la penso così, ma non posso obbligare gli altri a fare così”?

Il <Regno di Dio>, la Chiesa e il mondo

  1. Che cosa significa che il <Regno di Dio> è presente, ma dobbiamo continuamente chiedere che “venga” (v. nel “Padre nostro”) e che il Regno di Gesù “non è di questo mondo” (Gv 18,36)?
  2. Che cosa vuol dire Gesù quando afferma “Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” (Mc 12,17)?
  3. Il cambiamento della società e il vero bene comune possono attuarsi solo con nuove strutture sociali, con nuove politiche o economie?

Alcuni principi fondamentali

  1. Che differenza c’è tra “persona” e “individuo” (e tra personalismo e individualismo)?
  2. Perché la società non è solo uno scontro tra libertà e tra interessi privati?
  3. Che cosa indica il <principio di solidarietà>?
  4. Che cosa indica il <principio di sussidiarietà>?

Fede e politica

 

  1. Perché la politica è importante ma non può salvare l’uomo?

 

  1. Perché occuparsi di “politica” è un dovere morale?

 

  1. Perché ci deve essere e come deve essere il rapporto tra fede e politica?
  2. Quale responsabilità morale hanno i “politici”?

Fede ed economia

  1. Perché ci deve essere e come deve essere il rapporto tra fede ed economia?

Alcuni temi fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa

  1. Che rapporto c’è tra morale e diritto?
  2. Perché quello della “libertà religiosa” è un diritto fondamentale dell’uomo e un valore non negoziabile?
  3. In che rapporto stanno religione e politica?

La laicità – Il potere politico – lo Stato

23.1. Qual è il compito dei politici?

23.2. Qual è il compito dell’educazione?

  1. Perché la religione deve essere rispettata da tutti?
  2. Perché oltre al diritto al lavoro c’è anche un diritto al riposo?
  3. Perché la famiglia è prioritaria ed è un valore non negoziabile?

26.1. Perché lo Stato deve promuovere e difendere la vera famiglia?

  1. Perché quello della “libertà di educazione” è un diritto fondamentale (e un valore non negoziabile)?
  2. Che significato ha l’autorità? Perché e fino a quando va rispettata?

28.1. Una vera “democrazia” deve avere dei limiti? quali?

  1. Perché il rispetto della vita umana (dal concepimento alla morte naturale, in qualsiasi condizione essa sia) è un valore fondamentale e non negoziabile?
  2. Perché dobbiamo essere sempre contrari all’aborto?

30.1. Perché il rispetto della vita deve prevalere sul rispetto dell’opinione altrui (pur dovendo accettarne democraticamente l’espressione)?

30.2. Che cosa fare circa le nuove pillole abortive?

  1. Perché dobbiamo essere contrari all’eutanasia, ma anche all’accanimento terapeutico?
  2. Che cosa implica il rispetto della salute fisica, psichica e morale?

Dono degli organi e trapianti

32.1. Che cosa deve fare lo Stato a riguardo delle droghe?

  1. Che cosa si deve fare per la difesa dell’ambiente?
  2. È lecita la legittima difesa?

34.1. Che cosa pensare della pena di morte?

  1. È lecito il possesso e l’uso delle armi? Quando è possibile ricorrere perfino alla guerra?
  2. Perché e quando il martirio?
  3. Quando il diritto può intervenire a riguardo della vita sessuale?

37.1. Cosa pensare della “procreazione assistita”?

  1. Come lo Stato deve garantire e promuovere sia i beni privati che il bene comune?

La proprietà privata

Come intenderne il valore e la funzione?

Il fisco

  1. Qual è il significato del lavoro? quali diritti e doveri comporta?
  2. Quali peccati contro il 7° comandamento devono essere vietati anche dal diritto?
  3. Quando si può e si deve dire o non dire?

I mass-media

Quali la corretta funzione, il ruolo, l’atteggiamento?

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E’ opportuno, oggi, oltre che possibile e doveroso, compiere un bilancio della ‘sorprendente’ stagione della Chiesa, iniziata il 13 marzo 2013.

Il dato di partenza, ben al di là di ogni tesi preconcetta, è costituito dall’ampiezza e la profondità del dissenso verso Papa Francesco, un dissenso che è arrivato a coinvolgere cardinali, vescovi, teologi, sacerdoti, oltre che vasti ed articolati gruppi di fedeli. Il dissenso è certo frequente e si articola in vario modo. In tanti, individualmente, reagiscono a certe parole, a certe asserzioni di un ‘papa’ giunto al soglio pontificio in modo certamente anomalo. Quasi assolutamente imprevisto e imprevedibile: di ben difficile ‘decifrazione’.

A molti sembra misteriosa, se non inspiegabile, l’ascesa al trono di Pietro da parte di Jorge Mario Bergoglio, strano anche come gesuita: di umile aspetto, che sceglie l’umile e sacro nome di (San) Francesco, ma è un rappresentante della élite culturale della chiesa alla quale sembra all’apparenza di non appartenere neppure. Chi era il cardinale Bergoglio? Che cosa è stato? Anche nella sua storia c’è chi non tarda a scoprire particolari inquietanti. Bergoglio è subito protagonista di un ‘fatto più anomalo e sospetto’ che si aggiunge alle delusioni per i peccati del Vaticano in fatto di finanza e di pedofilia. Non è che mancassero, inoltre, le nuove istanze che sembrano ‘gradite’ al nuovo papa e da cui, invece, il corpo dei cattolici si attendeva di essere ‘difeso’…

A parte tutto, anzi al centro del problema, c’è il programma misterioso che si concentra nelle tre parole ‘Nuovo ordine mondiale’ una locuzione da cui mettersi subito in guardia, che risulta sia la colonna di un programma di mondializzazione che si teme fortemente apra le porte a incredibili, quasi inconcepibili e folli programmi di monopolio assoluto: una serie di monopoli – anzi – a livello planetario! Ci si aspetterebbe una forte opposizione a tutto ciò. Invece è palese il contrario!

C’è ben da dove partire, dunque, per fissare le ragioni delle contestazioni nei confronti dell’imprevisto ‘pontificato’ di J.M.Bergoglio.

Un utile strumento ci viene offerto dal recente libro di Mauro Mazza, “Bergoglio e pregiudizio – Il racconto di un pontificato discusso” (Edizioni Pagine, pagg. 210, Euro 18,00).

Mauro Mazza, giornalista di valore e volto noto della Rai, dove ha occupato incarichi di responsabilità, riesce a districarsi nella grande massa di articoli, riflessioni ed opinioni, dando vita ad un pamphlet, di taglio giornalistico, che sintetizza i cinque anni del pontificato di Bergoglio, invitando ad ulteriori approfondimenti. Per cogliere le ragioni di fondo del suo lavoro, cerchiamo di operare una sintesi, finalizzata a tratteggiare il “racconto”, ancora in fase di scrittura, di un periodo decisivo per la Storia della Chiesa…

Bisogna dire che l’avvento di Papa Francesco era stato presentato con grandi aspettative, appunto dopo anni di scandali vaticani e poi le polemiche e la rinuncia di Papa Ratzinger.

Il formale abbraccio Bergoglio - Ratzinger.

Bergoglio bacia imam. Niente di male se, come omaggiando i laici da caffè, non affermasse che c’é un solo Dio, ma non quello Uno e Trino, bensì  ‘quello’ comune a tutte le religioni…

Foto LaPresse 22/02/2014 Roma Attualità Concistoro: il Papa crea 19 nuovi cardinali nella foto: Papa Francesco e Papa emerito Benedetto

Foto LaPresse
22/02/2014 Roma
Concistoro: il Papa ha appena creato ben 19 nuovi cardinali, ovviamente di sua particolare fiducia. Qui si abbraccia con Benedetto XVI°: una concordia solo formale. Bergoglio lo ha poi costretto a togliere la sua firma dal libro in cui il cardinale africano Sarah ribadiva, senza apparenti polemiche, le verità di fede e le regole da non mettere in discussione. L’allusione alle ‘sorprese’ dottrinali bergogliane era evidente…

Francesco fu scelto apparentemente con la prospettiva positiva che potesse superare, presto e bene, problemi e difficoltà che si diceva potessero aver determinato la rinuncia di Ratzinger.

In realtà Ratzinger subì risaputamente minacce riguardo la possibilità che il potere bancario internazionale potesse decretare con un espediente – neppure particolarmente originale – il default della banca vaticana (nel cui annoso malcostume, Ratzinger, come Papa Luciani, voleva dichiaratamente mettere le mani con candore) e, quindi, di tutta l’impalcatura economico finanziaria di Roma.

Infatti, l’opera di Bergoglio non è andata nella direzione sperata… Niente riforme, nessun problema risolto. Piuttosto una litania di questioni e di contraddizioni, che ha indotto a polemiche e contestazioni determinate proprio dalle scelte e dalle azioni del papa argentino…

Stop and go’ è un’espressione che può fornire l’immagine poco teologica ma incisiva, perché l’impressione è di un pontificato caratterizzato da frenate e da forti accelerazioni con ben visibili tensioni all’interno della Chiesa…

Paradossalmente, si potrebbe dire che sarebbe stato meglio se Francesco avesse portato fino in fondo le sue iniziative. Sembra che non abbia saputo far bene neanche ciò che a tanti sembra il male di quanto proposto…

Sarebbe stato forse più grave, ma almeno le posizioni adesso sarebbero chiare. Invece no: si sono annunciate ‘riforme radicali’, per poi ammettere – come nel discorso pre-natalizio alla curia – che fare quelle ‘riforme’ è impossibile. Si sono provocati allarmi e “dubia”, tensioni e suppliche, peraltro inascoltate. Mentre molti prelati vicinissimi a Bergoglio attaccavano con sprezzo cardinali, vescovi e teologi firmatari dei documenti e persino di qualche opera data alle stampe che manifestavano quei dubia’. E’ il caso del già citato Cardinale africano Sarah, uno dei più oculati osservatori dei problemi africani oltre che teologo di vaglia.

Il volume di La Bella fa notare che  …l’immagine di una Chiesa divisa è sotto gli occhi di tutti. E quella parola magica – misericordia – è servita spesso per coprire epurazioni e rimozioni, emarginazioni e censure. Basti pensare alla sorte toccata al cardinale americano Burke o alle difficoltà del prefetto per il culto, l’africano Sarah, inviso e sconfessato perché colpevole di difendere la liturgia da ogni tentazione di “protestantizzare” la Messa, di stravolgere e annacquare il senso dell’Eucarestia.

L’immagine di una Chiesa divisa – conferma il libro di La Bella – è sotto gli occhi di tutti. E’ quella parola magica ‘misericordia’ che è servita spesso per coprire epurazioni e rimozioni, emarginazioni e censure.

Basti pensare alla sorte toccata al cardinale americano Burke o alle difficoltà del Prefetto per il culto, il nominato Sarah, inviso e sconfessato perché colpevole di difendere la liturgia da ogni tentazione di “protestantizzare” la Messa, di stravolgere e annacquare il senso dell’Eucarestia.

Ancora per paradosso, o forse proditoriamente, il tentativo di ‘protestantizzazione’ dei riti cattolici arriva all’indomani dell’affermazione, in pratica ed in teologia, di una superiorità dell’atteggiamento cattolico, rispetto a quello delle varie ‘sette’ protestanti. La fortuna del pensiero latino e mediterraneo, che si manifesta nel frugale successo della Dieta mediterranea, quale patrimonio dell’Umanità.

Più grave: è noto a molti storici contemporanei (ed appare certo) il più concreto annunciarsi di un Nuovo Rinascimento economico del ‘mondo antico’. Esso non può che essere fortemente temuto dai teorici della mondializzazione e del ‘Nuovo Ordine’.

Ci si attenderebbe opportunamente che la Chiesa cattolica appoggiasse, addirittura ‘fiancheggiasse’, tale fenomeno storico già in fieri.  Anche perché andrebbe verso una realtà policentrica e pluralista foriera di lieviti liberali in senso liberista e libertario. Al contrario le scelte del pontificato bergogliano vanno in senso opposto. Iniziano da programmi che palesemente – in certi casi apertamente – appoggiano il concetto di una possibile ‘religione unica’ che rispetti un Dio indeterminato, comune a tutti i culti. Esso sarebbe visibilmente il primo passo verso una ‘esecranda’ religione unica, caratteristica del ‘Nuovo Ordine Mondiale’.

Per questo viene insistentemente proposto un nuovo modo di intendere l’ecumenismo, assolutamente in contrasto con il mandato che Gesù Risorto consegnò ai discepoli. Se ce ne fosse stato bisogno: il Gesù dei vangeli aveva avuto modo ed occasione per spiegare che tale mandato non coinvolge solo i 12 discepoli. Bensì tutti i credenti: essi hanno il dovere di reagire con tutta la forza e il coraggio possibile alla bestemmia e devono quanto meno favorire le conversioni se non provocarle ogni volta ed ovunque sia possibile. Devono anche pregare. E’ per questo che la conversione del mondo all’unica fede universale costituisce il fine precipuo del messaggio di Cristo. In questo Gesù innova decisamente il messaggio ebraico, che è, al contrario, quello della religione di una ‘stirpe’, di un supposto ‘popolo eletto’, predestinato a dominare, anziché convertire, amando tutta l’umanità.

Da tale mandato a quello di ammettere la sostanziale accettabilità di tutte le fedi, di ogni rappresentazione di Dio, o peggio del ‘divino’ in genere, non solo ne corre, ma si ignora la realtà di un’insanabile frattura. Per i cristiani il Divino è solo Dio, uno e trino. Anche la Trinità è un caposaldo significativo: Il Padre si estende per amore al Figlio, mentre lo Spirito Santo, ‘procedenti ab utroque’, cioè che procede da ambedue, dal Padre e dal Figlio è quell’afflato di sapienza e di generosità che cementa nella inscindibile trinità il Dio creatore del mondo ‘prima’, cioè al di fuori, di …tutti i tempi.

La scoperta da parte di un uomo – Albert Einstein – di una relatività obiettiva nella natura e nel trascorrere apparente del tempo è la stupefacente conferma di tale alta concezione. Esiste dunque un tempo al di fuori del tempo che noi percepiamo.

Affermò lo stesso Einstein: “un uomo che ha perso la fede ha perso se stesso”.

Immaginate di voler mettere in dubbio una così eccelsa ‘impalcatura morale’! E’ proprio ciò che sembra tentare l’attuale ‘pontificato’: assurdo, assolutamente fuori dalla logica e dalla storia.

Il libro di La Bella racconta come il cardinale Müller, già prefetto della Dottrina della fede, dimissionato da papa Bergoglio, in una intervista abbia denunciato proprio l’eccessiva frequentazione/confidenza con esponenti del pensiero laicista/libertino. Il riferimento a Eugenio Scalfari e all’abortista Emma Bonino era evidente, con l’aggravante che il fondatore de “La Repubblica” spesso ha attribuito al papa, tra virgolette, concetti e pensieri a dir poco sconcertanti su Verità e Dio “non cattolico”, sul diritto alla comunione per i divorziati e su altro ancora…

E’ – si legge nel libro – come se, a porsi fuori dalla Chiesa fossero quanti difendono e riaffermano tradizione e magistero. Non già chi si avventura su sentieri ambigui e pericolosi. Come l’esaltazione della psicoanalisi freudiana, che ribalta l’idea cristiana del Creato… Come la riabilitazione di Lutero “più cattolico di molti cattolici”. Come la legittimazione dell’omosessualità, chiedendo al massimo ai gay di essere monogami fedeli. Mah!

E’ un fenomeno singolare, ma spiegabilissimo. Il papa ha detto parole chiare e forti su quelli che il suo predecessore, Papa Benedetto, chiama “principii non negoziabili”. E’ vero che i media non sottolineano quelle prese di posizione ed esaltano messaggi che appaiono al mondo ‘laico’ più politically correct. Ma l’apparato vaticano della comunicazione, che il papa ha potenziato con nuovi personaggi, sembra compiacersi di quei silenzi e, ancora di più, degli applausi per il papa che predica accoglienza agli immigrati, che non ostacola la legge italiana sul fine-vita, che prende le distanze dalla parte del cattolicesimo legata alla tradizione. Tacciato questo con ignominia di mero conservatorismo ideologico, di anti socialismo preconcetto: ‘i soliti bigotti che credono che i comunisti mangino i bambini’ ed altre gratuite e volgari ‘amenità’. Siamo in piena main stream di un dejà vu esternato dai tanti che non si rassegnano all’implosione del socialismo reale, contrabbandato con l’eufemismo della ‘caduta del muro di Berlino’. Null’altro, questo, che un episodio di un fenomeno storico di ben più ampia portata: un appuntamento con la storia che tanti avevano previsto e sperato, entrato a far parte dalle meraviglie della Grazia Divina nel corso del tumultuoso, sorprendente, splendido, ma tormentato XX° secolo. In esso anche il Male ha fornito ampia dimostrazione della propria esistenza, della sua presenza incombente nel colpire ogni buon evento con un contraccolpo di segno contrario.

Ma non possono sussistere dubbi che alla base di tutto ci sia un visibile ossequio – che è storico per gli stessi gesuiti – nei riguardi della Massoneria. Nel suo modo di intendere il mondo e la divinità, nel suo apprezzamento per la Rivoluzione francese e l’Illuminismo che nasce da un’errata concezione del pensiero platonico ed è portatrice di un errore o più errori che sono contenuti anche nel socialismo di stampo marxista.

La storia dovrebbe aver già dimostrato l’assoluta fallibilità di quei principi: in particolare, è un marchiano errore ritenere che un ‘illuminarsi improvviso della ragione’ possa correggere rapidamente (persino nel corso di una sola generazione) i supposti errori della storia passata, dei nostri predecessori. Peggio: che possa innovare e trasformare il mondo con pochi provvedimenti che darebbero per scontato che nei millenni trascorsi l’umanità sia stata affetta da una sorta di ‘stupidità congenita’. Più assurdo ancora: che i ‘moderni’ da quella forma patologica fossero improvvisamente guariti!

L’essere umano è sempre identico a se stesso: né buono, né cattivo, è quello che è, buono – forse – e cattivo a tempi alterni. La possibilità di un nuovo uomo, di un nuovo mondo, di un nuovo ordine sociale – appunto – da configurare in un certo momento storico è irrealizzabile. Esso ricorda il peccato di Adamo: il peccato originale in cui è il serpente, l’immondo animale che striscia mimetizzandosi e che rappresenta il Male, Satana in persona, a convincere il primo uomo che con un breve gesto – cogliere il frutto – potesse deomorfizzarsi’, vedendo così prossima l’unità che fa invece parte integrante della realtà immanente e non è baipassabile’. Se preferite è proprio ciò che è meno commerciabile – prima ancora che fra i dogmi – nella stessa realtà immanente del cosmo. L’ unità è esclusiva di Dio o probabilmente è il Paradiso o nel Paradiso.

Tali peccati’ sono contenuti nella concezione illuministica come in quella massonica. Esse hanno travisato Platone, il quale da precristiano, era talmente credente da ritenere che la natura, creata da un dio perfetto non potesse esser che perfetta. Credeva da idealista puro, talmente nell’immortalità dell’anima, così da dimenticare – a differenza dei cristiani – l’importanza del corpo. Essa è raccomandata sia nel Vecchio testamento ed esaltata dal Gesù dei Vangeli nel trovar necessario di prendere le spoglie carnali, soffrire in esse come un uomo e resuscitare, anche riferendosi alla ‘resurrezione della carne’. Tutto ciò fa parte del testo del Credo che si recita nel corso di ogni celebrazione eucaristica.

Atei, semi atei, illuministi, massoni, marxisti e i moderni pseudo laici assumono Platone in una dimensione materialistica (vedi anche materialismo storico), finendo con il preporre la natura all’umanità. Paradossalmente non si accorgono di ‘accusare la natura’ di essersi ‘sbagliata’ proprio nel fornire all’umanità e all’individuo la conoscenza, il ricordo, l’intelligenza, la libertà…

Di tutto questo è diventata portatrice la Compagnia di Gesù, in spregio al mandato di Sant’Ignazio di Loyola ed in ossequio alla ‘intellighentia’ massonica che da una parte attribuisce al pensiero la capacità deomorfa di capire il cosmo, dall’altra – in piena contraddizione – pone la natura in posizione di assoluta supremazia sull’umanità.

I discorsi di papa Bergoglio – che anche egli stesso contraddice nel celebrare personalmente la santa Messa, ripetendone e illustrandone per sua voce le relative formule sacramentali e morali – propugnano una morale religiosa che vuol mettere al posto di Dio, proprio l’uomo e il suo pensiero.

Da qui all’adorazione diretta del contrario di Dio – cioè il simbolo del suo acerrimo nemico, il Male – ovvero Satana in persona il passo è breve.

Si racconta nella storia che Cagliostro, il geniale impostore palermitano divenuto medico del Re di Francia, preparò la sua disgrazia per essersi adoperato nel tentativo – forse in buona fede – di conciliare la Chiesa di Roma e la massoneria. Per questo soggiornò nella Capitale della cristianità.

I gesuiti hanno alternato l’iniziale fedeltà al Papa ed alla sua infallibilità ex cathedra con l’attuale progetto di destituirne l’importanza, riducendolo a semplice Vescovo di Roma, altra carica che gli compete per prima. E’ il Vescovo di Roma che Gesù stesso considera come il primo papa, cioè Pietro. Perché Roma, regina viarum, era la storica capitale dell’Impero, indiscussa al tempo di Tiberio quando Gesù visse e morì: era il centro del mondo e come tale il più adatto ad irradiare il verbo divino in tutte le direzioni e quindi nel mondo intero.

La massoneria ha cercato negli ultimi decenni di giungere dal suo vertice, che oscilla attorno all’Atlantico, dall’America all’Inghilterra, fino alle periferie, laddove è rappresentata da una ‘rete’ composta da una sorta di vassalli, valvassori e valvassini: sono le lobby locali, i notabilati di città e di campagna che collegati senza soluzione di continuità con quella che comunemente viene indicata come mafia e, dove questa non si configuri esattamente con quei ‘pittoreschi’ colori, con la malavita organizzata. Essa ha anche un’organizzazione di stampo massonico e viene preferita – come per ‘intelligente’ necessità di cose – al suo contrario: la criminalità disorganizzata. Analogamente viene accusata di disorganizzazione la comune società civile’ destinata con orgoglio e disprezzo ad esser aggirata e ‘governata’ dalla massoneria. Con tutti i vantaggi – nessuno escluso – che ne possano derivare.

Torniamo a stralcio al libro di La Bella, da cui a più riprese ci siamo allontanati. Bisogna considerare, infine, come non vada dimenticato che Bergoglio sia il primo papa non europeo. Come uomo egli si si sente esterno all’Occidente, alla storia e alla civiltà europea. Solo così possiamo provare a spiegare molte affermazioni e iniziative. E anche talune sue prediche, quasi accusatorie, nel nome di una teologia del “pueblo” assolutamente estranea al magistero e anche alla lettera dei documenti del Concilio. Il richiamo è piuttosto a talune interpretazioni di teologi sudamericani. Così Bergoglio appoggia l’arrivo in Europa dei migranti afro – mediorientali. Dimenticandoalmeno così sembra i reali bisogni che spingono tali migranti ad abbandonare le loro case, la terra natìa che ben di più si confà alla loro natura, alle loro abitudini, ai loro affetti, alla loro tradizione antropologica. Distogliere l’individuo dalle proprie radici culturali è ‘altrove’ configurato come una sorta di delitto, un’offesa diretta a qualcosa di molto prezioso: la dignità umana. Al cui rispetto sono ispirate norme fondamentali di tutti i codici di legge…

E’ stato notato come un momento topico di rapporti fra clero gesuita e massoneria è stato quello denominato con piaggeria ‘primavera di Palermo’. Allora preti come padre Bartolomeo Sorge ancora vivente e il defunto padre Ennio Pintacuda si mossero da gesuiti con una logica massonica, non estranea al culto dell’intelligenza: in sostanza alla ricerca di intelligenze elette da indottrinare all’interno dell’Istituto Arupe e del Cerisdi, ambedue a Palermo. Si tratta di due centri di Alta formazione nel campo della ricerca e delle scienze sociali. Iniziative e realtà operative e didattiche di per sé apprezzabili, almeno all’apparenza. Sarebbe così, infatti, se non fossero inficiate dal programma di formare una classe dirigente, certamente preparata, ma destinata a dominare la vita politica e la realtà civile a fini massonici. Questi personaggi siciliani ed altri della stessa cerchia avevano l’abitudine di riunirsi in una casa di proprietà del sindaco, oggi convertito al Pd, Leoluca Orlando, a Filaga, località in territorio di Prizzi ad 828 metri sul livello del mare. A più ampio raggio la zona è quella del corleonese. Da quei luoghi si dice sia originaria la famiglia ‘Orlando Cascio‘ che si dice abbia come non lontano ascendente il capomafia Vito Cascio Ferro, nato nel 1862 a Bisacquino (sempre in quei territori) in provincia di Palermo, che fu il primo, indiscusso, leggendario capo della mafia siciliana. Morì in Usa dove si era rifugiato perché indagato per un rapimento di persona.

Il principio non certo democratico e tantomeno cattolico romano della massoneria può così, comunque, sintetizzarsi: “noi siamo per la morale, lavoriamo per farla rispettare, ma ciò che è morale lo decidiamo noi. Così come ciò che è conveniente”.

Molti si sorprendono che l’esempio negativo e sostanzialmente sovversivo della ‘primavera di Palermo’ sia stato dimenticato dagli stessi critici del fenomeno in generale. Invece è da considerare un esperimento esemplare e di livello. Ma forse non è un caso. Rientra, invece, nella caratteristica azione sotterranea’ delle organizzazioni di stampo massonico. Il sindaco Leoluca Orlando aveva studiato presso i gesuiti e metteva a disposizione la propria casa di campagna per raduni spirituali fra i maggiorenti della compagnia.

La mano della massoneria ed i relativi ‘metodi’ non sono considerati, purtroppo,una novità in Vaticano. Si sa che Giuseppe Conte fu accolto in una scuola vaticana con spirito magnanimo perché gli fu pagato il mantenimento. Sarebbe stato preparato a ricoprire in un certo modo alti incarichi politici, cui è giunto praticamente come una sorpresa, senza – cioè – contare su un passato politico.

Ce n’è abbastanza – com’è evidente – e ne abbonda per azzardare un sistema di difesa per il bene della Fede e della società civile.

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Dopo Giovanni Paolo II, e dopo un Benedetto XVI (costretto ad abdicare, quest’ultimo, a quanto anche risulta, dalle pressioni dei gesuiti, oltre che dei media laicisti e mondialisti, della finanza e della massoneria), quale uso faranno, infatti, i ‘neo Gesuiti’ del loro potere, del loro prestigio, della loro cultura, della loro abilità diplomatica e della loro spregiudicatezza?

Davvero vorranno proseguire sulla linea di un “neo ecumenismo” che equivale al relativismo religioso, di un populismo che corrisponde a una versione aggiornata e corretta del marxismo. Ma, soprattutto, di un “umanismo” – in significativa convergenza con la massoneria – che, di fatto, spodesta Dio per mettere, al suo posto, l’uomo, la sua “dignità”, il suo orgoglio?

Non resta altro se non sperare che, su questa china, essi arrivino a comprendere la tremenda responsabilità che si stanno assumendo, e si fermino in tempo, prima del baratro. …Che, se necessario, altri settori della Chiesa e del popolo cattolico intervengano per far sentire la propria voce che, poi, è la voce perenne del Vangelo, onde evitare danni ancora più gravi di quelli già causati, specialmente nel disorientare le coscienze, e per rimettere la navicella di san Pietro sulla giusta rotta, evitandole di andare a sfasciarsi contro gli scogli – questa volta sì – del mare in tempesta.

(Testo raccolto e riordinato da Germano Scargiali)

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